Dislessia: conoscerla per superarla
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Dislessia: di cosa si tratta esattamente?
E’ un disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica. Fonte: Associazione Italiana Dislessia
La dislessia può influenzare altre abilità?
Si. Generalmente le difficoltà di leggere si accompagnano anche a difficoltà ortografiche, comprensione della matematica, abilità linguistiche (ad esempio,
riconoscere i suoni nelle parole e mettere in relazione le lettere con i suoni che producono. Può anche rendere difficile combinare suoni per formare parole e pronunciare o “decodificare” le parole. Le persone con dislessia hanno inoltre difficoltà a comprendere ciò che leggono (comprensione della lettura).
La dislessia può rendere difficile la lettura automatica o la lettura compiuta senza sforzo apparente.
A18
La miopia ha una sua influenza?
No, la dislessia è un problema che non ha nulla a che fare con la vista.
La persona dislessica è meno intelligente?
No. La dislessia è una difficoltà che riguarda solo il linguaggio e dunque non l’intelligenza in generale. Le persone dislessiche possono infatti essere molto intelligenti e avere un ricco vocabolario cui attingere. Con il tempo e il giusto supporto possono imparare delle strategie per scrivere normalmente e, nei casi più gravi, anche imparare a parlare correttamente, collegando i suoni con le parole.
Chiedere aiuto è il primo passo!
Quali sono le cause della dislessia?
Sono stati condotti molti studi di imaging cerebrale per scoprire le cause della dislessia. Questi studi mostrano che ci sono effettive differenze nelle aree del cervello che hanno a che fare con le abilità necessarie per leggere tra le persone che hanno il problema della dislessia e quelle che non lo hanno. Si è notato inoltre che la frequenza del disturbo riguarda più i maschi che le femmine e che vi sono spesso casi di familiarità (cugini, zii, gemelli omozigoti ecc.). (Guarda un video sulla dislessia).
La dislessia rientra nel quadro delle disabilità di apprendimento specifiche?
Si, è considerata un tipo di difficoltà di apprendimento, il che consente ai bambini con questo problema di ricevere servizi di educazione speciale.
Quando si può parlare di dislessia?
Prima dei sette – otto anni del bambino, non si può parlare di ‘dislessia’, perché tutti i bambini hanno difficoltà di lettura e di scrittura. La diagnosi avviene dunque sempre in anni successivi, quando le difficoltà scolastiche del bambino diventano più evidenti.
Quali sono i primi segnali di questo disturbo?
Il primo segnale di dislessia è la confusione nella lettura (il bambino legge invertendo lettere o grafemi, ad esempio leggendo ‘or’ al posto di ‘ro’, ‘cri’ al posto di ‘cir’, oppure sostituendo alcune lettere, come la ‘v’ al posto della ‘f’, la ‘b’ al posto della ‘d’ o omettendone altre).
A volte sono presenti anche difficoltà ad imparare le pause ed il ritmo della frase e le tabelline; può essere disturbata l’espressione verbale quando il bambino si trova a raccontare qualcosa che lo riguarda.
Quali fattori possono essere associati alla dislessia?
Ad esempio il ritardo nell’acquisizione del linguaggio, oppure la presenza di alterazioni della lateralizzazione. Il bambino potrebbe essere ambidestro e dunque avere difficoltà nel riconoscere la destra e la sinistra, oppure essere mancino.
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Cosa possono fare i genitori di un bambino dislessico?
Per prima cosa si può ricorrere a semplici provvedimenti, come ad esempio concedere maggior tempo per l’esecuzione dei compiti, l’uso della calcolatrice e del computer. La videoscrittura può infatti essere d’aiuto: i tasti del computer consentono di identificare meglio le lettere da digitare, per non parlare dell’utilizzo di software appositamente studiati per trattare i casi di dislessia.
La figura professionale da contattare è in questo caso il logopedista, cioè un operatore sanitario specializzato nell’educazione e nella rieducazione dei disturbi della voce, della parola e del linguaggio.
La rieducazione è indispensabile nei casi di dislessia: è essenziale che il bambino la accetti e sia motivato. Questo è il vero problema per l’operatore.
Quali metodi si possono utilizzare?
I metodi classici sono quelli basati sulla lettura a base fonetica (Borel-Maisonny), oppure metodi basati sulla scrittura (Chassagny), ma ultimamente sono stati messi a punto altri programmi (Guarda il video)
Come è la situazione in Italia?
In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe. Spesso i ragazzi che hanno difficoltà nel leggere, nello scrivere e nel calcolare vengono erroneamente considerati svogliati, anche perché, al di là dello studio, appaiono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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