Donne che pensano troppo – Consulenza on Line

Gentile dott.ssa,da qualche tempo (circa 6 mesi) soffro con maggiore insistenza credo di disturbi d’ansia. La mia mente pensa che mi verrà un dolore al petto per un infarto e sebbene questo dolore io non lo avverta, perché grazie a Dio non soffro di problemi cardiaci, ho tuttavia la spiacevole sensazione che stia arrivando. A volte sento all’altezza dei due seni come una scossa elettrica e questo mi mette paura, ma poi tutto passa in pochi secondi e torna tutto come prima. So che probabilmente questo fastidio è dovuto alla rettilinizzazione che ho del tratto cervicale, ma la mia mente galoppa e non riesco a fermarla.(Vorrei dire che tre anni fa c.a. è morto un mio amico di 22 anni di infarto e mio cugino di 28 anni ne ha avuto uno dovuto a un batterio). Come può succedereuna cosa del genere? Sebbene io sappia che non è un infarto la mia mente pensa così ossessivamente che quasi avverto una sensazione che non c’è. Ho paura che a furia di pensare così ossessivamente alla fine mi venga davvero. Sarebbe possibile una cosa del genere?? E come posso fermare i miei pensieri? So che è solo una questione psicologica perché mi rendo perfettamente conto che quandoho la mente impegnata in altre cose non sento niente e sto benissimo. Ultimamente sto cercando di controllare queste sensazioni negative, ma èdifficile. Ho contestualizzato il mio malessere, ho 32 anni, vivo in una zona disagiata del sud, non ho un lavoro stabile(in passato ho vissuto e lavorato in grandi città italiane ed europee) e neppure la possibilità economica per realizzare dei piccoli desideri quotidiani, come andarmene a vivere da sola,non ho un fidanzato con cui condividere la mia quotidianità. Sono comunque una persona molto attiva socialmente, sono impegnata in politica e nel volontariato sono apprezzata socialmente ma io penso di avere soltanto molti oneri e pochi onori. In sostanza penso che inconsciamente io voglia uccidere me stessa per come sono ora (premetto che il suicidio non è nei miei pensieri anche se non mi sento motivata a vivere). C’è in effetti un’altra cosa che ho preso in considerazione… è un segreto dicui non ho mai parlato a nessuno, soltanto qualche tempo fa ho dovuto scrivere un accenno sul mio diario, perché so che non parlandone è peggio. Questa è la prima volta che dico questa cosa. Mio padre ha avuto tempo fa una storia extraconiugale ed io l’ho scoperto leggendo un sms sul suo cellulare. Questo mi ha fatto soffrire molto però non ho mai versato una lacrima, non ci riesco neppure ora. Ora la situazione si è stabilizzata e penso che mio padre abbia di nuovo solo mia madre, e non so dire che cosa provo per questa storia passata (è successo un annetto fa). Vorrei capire se la mia situazione è risolvibile in poche battute e quindi posso farlo anche da sola, autogestendomi, oppure se ho bisogno di un aiuto serio. Dove vivo non conosco professionisti bravi l’unica di cui ho fiducia è la psicoterapeuta con cui collaboro, ma è il mio “capo” e dunque non credo sia indicato parlare di queste cose con lei, sebbene ci lega un rapporto di stima e amicizia.

Carissima,

Lei è una ragazza molto intelligente, colta, sensibile; mi permetta però di trovarle anche un difetto: lei pensa troppo!
Martin Seligman, che per anni ha studiato l’ottimismo, si è reso conto che le donne tendono più degli uomini alla depressione e al pessimismo perché hanno questo particolare difetto di pensare ‘troppo’. Cosa significa questo in termini psicologici e che cosa si può fare per risolvere il problema?
Anzitutto bisogna concentrarsi di più sulle cose pratiche della vita che su quelle teoriche. Quando lei sente il dolore al seno e pensa ad un infarto imminente, è inutile cercare di ricordare le nozioni di medicina, perfino pericoloso ‘razionalizzare’ la paura pensando a delle possibili cause organiche… Tutto ciò la porta verso l’ansia, l’insicurezza e l’ipocondria. Meglio, molto meglio è invece cercare di dedicarsi ad un passatempo, ad un’attività piacevole. Le piace dipingere, leggere, scrivere, cantare, ballare e così via? Bene, faccia ‘quella cosa’ nei momenti di difficoltà, anche se non le va di farlo, anche se non si sente motivata. Spinga sull’acceleratore, superi l’ostacolo, vada avanti.
E’ inutile stare a pensare alle delusioni avute in famiglia, ai possibili traumi infantili: tutto questo è valido se si sta facendo un’analisi personale ed allora tutti i legami familiari, particolarmente quelli legati all’infanzia, andrebbero ripensati e rivissuti… Ma lei sta facendo l’analisi personale? No, mi pare. E allora cerchi piuttosto di guardare avanti, di porsi degli obiettivi concreti. Se la sua città non le offre il futuro che desidera, la cambi: lo ha già fatto in passato, può farlo ancora. Si cerchi il lavoro che è adatto alle sue capacità e ambizioni, costruisca la persona che vuole essere… E vedrà che tutto quello che oggi tanto la spaventa passerà.
Cari saluti e auguri.

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Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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