Cosa succede al cervello di notte?
Gli scienziati stanno ancora cercando di capire esattamente perché si abbia bisogno di dormire, ma ci sono già moltissime ricerche e molte teorie che possono darci spiegazioni molto convincenti.
Perché le persone hanno bisogno di dormire?
La prima è la teoria evolutiva del sonno: i primi esseri umani erano più al sicuro se la notte erano inattivi nascosti in una grotta o in un rifugio. Il sonno avrebbe avuto dunque lo scopo di far restare al coperto gli umani, affinché non diventassero preda di animali che avevano una vista notturna molto migliore.
Un’altra teoria è che dormiamo per risparmiare energia. Quando dormiamo usiamo meno calorie, la temperatura scende ed abbiamo il tempo per rilassarci. Il cervello, per così dire, può così riprendere fiato e ricaricarsi.
Perché fa bene dormire
Nel sonno si guariscono i dolori muscolari quando si sono compiuti eccessivi sforzi in stato di veglia e si sentono di meno i dolori cronici, in particolare dolore da artrosi, mal di schiena o fibromialgia.
Quando si ha un’influenza, il sonno consente al sistema immunitario di combattere i virus che l’hanno provocata.
Il sonno serve anche per aiutare a rafforzare la memoria, attraverso una riduzione del sovraccarico del cervello. Quando si è svegli, infatti, si osservano e si imparano molte più cose di quanto non si creda. Il cervello viene costantemente modificato, nello stato di veglia, da eventi che vi lasciano tracce, moltiplicando le sinapsi fra i neuroni e rafforzando i collegamenti più importanti. Per fissare le nuove informazioni acquisite occorre che il cervello possa lavorare senza avere nuove distrazioni provenienti dall’ambiente (come quando si dorme).
Gli spazi fra le cellule cerebrali si dilatano del 60 per cento durante il sonno e questo consente di drenare sostanze tossiche per il cervello fra cui la proteina beta-amiloide, che si accumula con l’invecchiamento ed è anche connessa alla demenza di Alzheimer. Dormire meglio, quindi, significa invecchiare meglio.
Durante il sonno sono prodotti ormoni che favoriscono la sazietà come la leptina: chi non dorme a sufficienza tende perciò a ingrassare e ad andare incontro più facilmente a patologie metaboliche e cardiovascolari, visto che un sonno inadeguato fa aumentare glicemia e pressione arteriosa.
Dormire aiuta anche a rispondere meglio alle terapie, qualsiasi esse siano.
E così molte altre funzioni: praticamente, per quanto ne sappiamo oggi, non esiste un tessuto dell’organismo, o un processo cerebrale, che non sia migliorato dal sonno, o che non venga pregiudicato dalla carenza di riposo.
Il sonno nei bambini
Durante il sonno dei bambini viene rilasciato l’ormone della crescita, che aiuta, appunto, a crescere. Ecco perché il sonno è così importante per lo sviluppo del corpo umano (e del cervello in particolare).
Le conseguenza della carenza di sonno
La carenza di sonno rallenta la capacità di comunicazione fra i neuroni di alcune parti del cervello, fra cui quelle che presiedono alla memoria e alla percezione visiva. In queste condizioni i tempi fra percezione di un evento e reazione della mente cosciente possono allungarsi, con esiti potenzialmente pericolosi (es. un pedone taglia la strada a un automobilista che ha dormito poco).
Quanto tempo occorre dormire
Il bisogno di dormire si modifica con l’età, ma può variare in modo significativo anche tra individui della stessa età. Non esiste un “numero magico di ore di sonno” che funzioni per tutti. I bambini piccoli dormono fino a 16-18 ore al giorno, il che può stimolare la crescita e lo sviluppo (specialmente del cervello). I bambini più grandi e gli adolescenti hanno bisogno di circa 9,5 ore di sonno a notte. La maggior parte degli adulti ha bisogno di 7-9 ore di sonno a notte, ma dopo i 60 anni, il sonno notturno tende ad essere più breve, più leggero e interrotto da molteplici risvegli.
Quanto si dorme nella realtà
In generale, le persone dormono meno del necessario, a causa di orari di lavoro più lunghi e della disponibilità di intrattenimento 24 ore su 24 (TV, computer, locali, ecc.). Molti pensano di poter “recuperare” il sonno perso durante il fine settimana anche se questo recupero molte volte non è sufficiente.
Quando si sogna e a cosa servono i sogni?
Si sogna tutte le notti, per almeno due ore, anche se le persone potrebbero non ricordare la maggior parte dei sogni. Non è stato ancora chiarito il motivo per cui si sogna: probabilmente per poter elaborare al meglio le proprie emozioni. I sogni possono presentarsi in tutte le fasi del sonno, ma di solito sono più vivaci nel sonno REM. Si ritiene che il sognare sia una funzione indispensabile e che abbia anche funzioni biologiche visto che, nel neonato, che non ha ancora esperienze e ricordi e dunque può fare sogni molto limitati, la fase REM è più abbondante che in qualsiasi altro momento della vita. Si ritiene in particolare che il sogno sia connesso con la maturazione cerebrale e con lo sviluppo delle sinapsi, anche nell’adulto.
I disturbi del sonno
Un obiettivo chiave della ricerca sul sonno è comprendere i rischi connessi all’essere cronicamente privati del sonno e alla relazione tra sonno e malattia. Le persone che sono cronicamente private del sonno hanno maggiori probabilità di essere sovrappeso, soffrire di ictus e malattie cardiovascolari, infezioni ecc. rispetto a coloro che dormono un numero sufficiente di ore.
I disturbi del sonno sono comuni tra le persone con disturbi neurologici legati all’età come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Restano molti altri misteri sull’associazione tra sonno e problemi di salute. La mancanza di sonno porta a certi disturbi, o alcune malattie causano una mancanza di sonno? Queste,
e molte altre domande, rappresentano i temi centrali della ricerca sul sonno.
Suggerimenti per migliorare il sonno:
- Impostare un programma: andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno.
- Fare esercizio fisico di 20 a 30 minuti al giorno, ma NON poco prima di andare a letto.
- Evitare la caffeina e la nicotina a fine giornata e le bevande alcoliche prima di andare a letto.
- Rilassarsi prima di andare a letto (bagno caldo, leggere o un’altro comportamento di routine rilassante).
- Allestire al meglio la stanza che serve per dormire: evitare la presenza di luci o suoni troppo forti, tenere la stanza ad una temperatura confortevole, non guardare la TV e non avere un computer nella tua camera da letto.
- Non restare a letto da svegli. Se non riesci a dormire, fare qualcos’altro, come leggere o ascoltare musica, finché non ci si sente di nuovo stanchi.
Dr. Walter La Gatta
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Pixabay
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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche e Umbria
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