Bambini: dalla TV a YouTube

La televisione ha sicuramente cambiato il modo di stare insieme in famiglia, di trascorrere buona parte del tempo libero, sia per i bambini che per gli adulti.  Fino a non molti anni fa i bambini, contrariamente a quello che avevano sempre fatto i loro coetanei in tutte le epoche precedenti, avevano imparato a trascorrere buona parte del loro tempo seduti, prima a scuola, poi davanti alla TV. Questo ha certamente influito sul loro modo di vivere l’infanzia e la prima adolescenza e sul loro sviluppo, sia fisico, sia mentale. Nel bene e nel male.

Attraverso la TV essi sono stati anzitutto esposti ad una notevole quantità di stimoli, di cui alcuni molto utili, che hanno favorito l’accelerazione del loro sviluppo mentale e sociale. La Tv, ad esempio, ha insegnato loro a parlare meglio nella lingua ufficiale (in casa e a volte anche a scuola si parla in dialetto) e li ha educati ad un uso sociale del linguaggio, ed inoltre ha stimolato la loro fantasia, integrando, attraverso suoni e immagini, gli insegnamenti ricevuti a scuola.

L’aspetto negativo della TV era nel fatto che essa proponeva un’attività passiva, tendente a sostituire il fare con il guardare, insegnando cioè al bambino il mondo degli altri, e non un mondo in cui lui poteva partecipare in prima persona.

Si diceva inoltre che la TV, essendo molto suggestiva, poteva avere un effetto quasi ipnotico, estraniando lo spettatore da se stesso, esponendolo ai messaggi pubblicitari, distogliendolo da altre attività.

Per tutte queste ragioni molti psicologi hanno visto nel computer una valida alternativa alla TV, in quanto impegnava il bambino in attività che lo interessavano, senza più subire i programmi voluti da altri. Il bambino poteva vedere dei CD, fare delle ricerche, disegnare, programmare, giocare.

Poi è arrivata la possibilità di collegarsi a Internet e da lì le cose sono, ancora una volta, completamente cambiate.

Per molti ragazzi e bambini, Internet ha ormai quasi del tutto sostituito la televisione. Secondo una recente ricerca di Ofcom, i ragazzi inglesi che hanno dai 12 ai 15 anni hanno maggiore familiarità con YouTube che con la BBC o l’ITV, mentre la quantità di televisione osservata da quattro  a quindici anni è diminuita del 25%, a partire dal 2010.

Negli ultimi 10 anni del resto anche gli investimenti delle televisioni per fare programmi per bambini si è enormemente ridotta. Oggi ci sono molti vlogger (o blogger, che si esprimono però attraverso dei video su YouTube), con moltissimi followers,  del tutto sconosciuti a persone che hanno più di 30 anni, i quali, in piena autonomia, decidono quali video postare e quali marchi pubblicizzare attraverso promozioni online.

Ad esempio, il ventottenne svedese YouTuber PewDiePie (vero nome Felix Kjellberg) è stato accusato di usare contenuti razzisti e antisemitici nei suoi video, che hanno oltre 58 milioni di abbonati (assolutamente di più degli abbonati RAI…) Questi ragazzi fanno fortuna usando semplicemente una videocamera e un computer, senza avere una normale emittente alle spalle, senza essere stati selezionati da qualcuno per le proprie qualità.

Inoltre, non c’è praticamente nessuno che controlli o sanzioni quello che viene postato sul canale riguardo ai contenuti che essi diffondono.

YouTube afferma che il suo sito è pensato per utenti di età superiore ai tredici anni, ma tali limiti di età sono essenzialmente impossibili da far rispettare e così può capitare che anche bambini di sette, otto anni, possano essere esposti a immagini e situazioni che i genitori neanche immaginano.

Se si pensa che in fascia protetta, in tv sono vietate immagini e contenuti che possono essere inappropriati ai minori (bullismo, sesso, violenza, droghe, alcol e così via) e che invece su questi canali privati, gestiti da soggetti poco più che adolescenti, si trova di tutto e di più, la cosa non può che provocare allarme.

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In un articolo pubblicato lo scorso Novembre sulla rivista online Medium l’esperto di tecnologia e artista James Bridle ha mostrato la grande quantità di prodotti a basso costo per bambini che circola su YouTube, in gran parte con versioni surrogate di personaggi famosi come Spider-Man, Paw Patrol, Thomas the Tank Engine e Elsa di Frozen.

“I bambini molto piccoli”, ha scritto Bridle, “sono deliberatamente presi di mira con contenuti che li traumatizzano e li disturbano”. Considerando le dimensioni di YouTube, ha proseguito, “la supervisione umana è semplicemente impossibile ”.

YouTube lo scorso anno ha vietato la monetizzazione di video che ritraggono “personaggi di intrattenimento familiare coinvolti in comportamenti inappropriati”, ha tagliato alcuni canali per bambini che riteneva inadatti e promesso di migliorare i controlli.

YouTube non va, in ogni caso, demonizzata: probabilmente offre ai genitori una scelta più ampia e un maggiore controllo sulle abitudini di visualizzazione dei propri figli rispetto a quello che succedeva nella TV dell’era pre-internet… Il problema è che la necessità di controllare il tempo libero dei figli, con l’avvento di Internet, si è notevolmente accresciuta, per cui se la TV era una noiosa baby sitter che faceva ingrassare i bambini davanti allo schermo, ora YouTube è un canale che può rendere i figli molto più attivi e intraprendenti, purtroppo anche attraverso la scelta di programmi che non sono adatti a loro e sui quali non vi è alcun controllo.

Dr. Walter La Gatta

Immagine:
Pixabay

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