I medici non parlano di sesso ai loro giovani pazienti

Da Los Angeles arriva la notizia secondo la quale i teen agers omosessuali ( lesbiche, gay e bisessuali), non parlano ai loro dottori del loro orientamento sessuale, anche se pensano che potrebbe essere utile, per il loro medico, conoscere questo dato. Uno studio della RAND Corp. e dell’UCLA rivela che il 70% dei ragazzi esaminati (N. 131) aveva parlato del proprio orientamento sessuale con amici e familiari, ma solo il 35 per cento ne aveva parlato con il proprio medico.
The American Academy of Pediatrics, the American Medical Association e la Society for Adolescent Medicine raccomandano sempre ai propri medici di parlare di sesso con i ragazzi. Il 66% per cento dei ragazzi esaminati si rendeva conto che sarebbe stato bene parlarne con il proprio medico, ma aveva paura che poi il medico facesse la spia ai genitori.
Si è visto che ciò che faceva la differenza, fra dirlo o non dirlo al medico, stava nell’aver o meno parlato di sessualità in generale con il proprio dottore.
Sono veramente pochi i medici di base che parlano di sesso con i giovani pazienti, anche se la sessualità è uno degli argomenti principali che riguarda il loro sviluppo ed è uno dei maggiori rischi cui i giovani espongono la propria salute. Secondo il Dr. Mark A. Schuster, i medici dovrebbero parlare apertamente con i pazienti dell’orientamento sessuale e non dare per scontato che sia eterosessuale. Ad esempio, se invece di chiedere ad un ragazzo se ha una fidanzata gli chiedessero se esce con ragazzi o con ragazze, questo potrebbe essere un bel segnale di disponibilità, da parte del medico, per parlare dell’argomento. Lo studio è stato pubblicato nel numero di Dicembre degli Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine.

Fonte: NC times

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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