James Joyce: una delle figure letterarie più significative

L’infanzia e il trauma della caduta sociale
Joyce trascorse i primi anni in un contesto relativamente agiato, frequentando scuole di prestigio come il Clongowes Wood College, considerato l’Eton d’Irlanda. Tuttavia, il progressivo declino finanziario della famiglia costrinse i Joyce a continui spostamenti in abitazioni sempre più modeste. Quando la famiglia si impoverì ulteriormente, James, grazie agli ottimi voti, poté essere accolto gratuitamente presso il Belvedere College (1893-1897), un collegio gesuita.
Entrò allo University College di Dublino (UCD), che all’epoca era gestito da padri gesuiti. Lì studiò lingue e dedicò le sue energie ad attività extracurriculari , leggendo molto – in particolare libri non raccomandati dai gesuiti – e prendendo parte attiva alla Società Letteraria e Storica del college. Ammirando profondamente Henrik Ibsen , imparò il dano-norvegese per leggere l’originale e pubblicò un articolo, “Ibsen’s New Drama”, una recensione dell’opera Quando noi morti ci svegliamo , sulla London Fortnightly Review nel 1900, poco dopo il suo diciottesimo compleanno. Questo precoce successo convinse Joyce nella sua decisione di diventare scrittore e convinse la sua famiglia, i suoi amici e i suoi insegnanti che tale decisione fosse giustificata
L’instabilità finanziaria della famiglia lasciò comunque nel giovane James una precoce consapevolezza dell’impermanenza delle sicurezze materiali e sociali, contribuendo alla formazione di una sensibilità critica verso la società irlandese e verso la sua ipocrisia religiosa e morale.

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Prima giovinezza
Il 31 ottobre 1902 Joyce conseguì il diploma e decise di andare a studiare medicina a Parigi. In realtà smise presto di frequentare le lezioni e cominciò a scrivere per alcuni giornali, fra cui il Daily Express.
Quando la madre si ammalò gravemente di cancro, nel 1904, James tornò a Dublino. Dopo poco sua madre morì e la situazione finanziaria della famiglia, già molto grave, peggiorò ulteriormente.
Il rapporto con la religione e il senso di colpa
Uno degli aspetti psicologici più rilevanti della sua formazione fu il conflitto con il cattolicesimo. L’educazione ricevuta nei collegi gesuiti, con il suo carico di colpa, paura e rigidezza morale, lasciò una traccia duratura. Joyce sviluppò un atteggiamento ambivalente: da un lato il rifiuto razionale e artistico di ogni dogma, dall’altro una radicata interiorizzazione di un senso di peccato e di colpa. Questo conflitto attraversa molte delle sue opere, trasformandosi in una continua interrogazione su identità, responsabilità e libertà individuale.
Nora, la fuga dall’Irlanda e il bisogno di distacco
Il 10 giugno 1904 Joyce incontrò Nora Barnacle, una cameriera che rimarrà insieme con lui per tutta la vita.
Il loro primo appuntamento è il 18 giugno 1904, giorno in cui si svolge la sua principale opera, l’Ulisse. La coppia James-Nora era contraria al matrimonio, ma all’epoca vivere insieme nella propria città sarebbe stato impossibile, per cui decisero di lasciare l’Irlanda ed andare a vivere a Pola e a Trieste, dove James trovò un posto precario come insegnante di inglese presso la Berlitz School of Languages.
Questa partenza da Dublino non fu solo geografica, ma anche psicologica: un distacco necessario per elaborare il proprio rapporto con la patria, la famiglia e la religione. L’esilio volontario fu anche una strategia di sopravvivenza emotiva e creativa. Solo nella distanza riuscì a scrivere con lucidità e profondità della sua città natale, diventata nei suoi testi uno scenario simbolico e psichico.
Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

La complessità delle relazioni affettive
Joyce era un uomo dal carattere anticonformista e ribelle, come si può capire leggendo i suoi romanzi, a cominciare dal saggio autobiografico “Ritratto dell’artista da giovane”, un romanzo di formazione in cui possiamo leggere tutta l’ansia conoscitiva dell’autore verso il problema dell’esistenza umana. Il protagonista, Stephen Dedalus è un anticonformista, ribelle al dogmatismo sociale.
Nel 1905 lo raggiunse a Trieste il fratello Stanislaus, con il quale però nacquero presto dei dissidi perché il fratello non apprezzava le frivolezze di James nello spendere i soldi e la sua abitudine di bere. A Trieste nacquero anche i figli di James, Giorgio e Lucia, che crebbero parlando il dialetto triestino. In questo periodo Joyce si innamorò di Anny Schleimer, la figlia di un banchiere austriaco, mentre Roberto Prezioso, editore del quotidiano Il Piccolo della Sera, corteggiava Nora. Nonostante queste distrazioni, la coppia rimase unita.
Il legame con Nora fu caratterizzato da una profonda dipendenza affettiva. Nonostante Joyce fosse spesso immerso nella scrittura e nel proprio mondo intellettuale, Nora rimase per lui una figura di stabilità e concretezza. La loro relazione, a tratti difficile, fu anche segnata da una sessualità vissuta in modo passionale e trasgressivo per l’epoca, come testimoniano alcune lettere intime che Joyce le scrisse. La loro unione, sebbene mai ufficializzata con un matrimonio religioso, fu uno dei pochi punti fermi nella vita caotica dello scrittore.
La salute mentale e fisica
Nel 1907 Joyce pubblicò Chamber Music (Musica da Camera) una raccolta di liriche con vocali aperte e ripetizioni che si prestano ad essere musicate, come poi è in effetti successo. (Peraltro Joyce aveva una bella voce da tenore ed amava l’opera ed il bel canto). In questi anni iniziarono per Joyce dei gravi problemi alla vista (irite, infiammazione dell’iride e dei corpi ciliari). Oltre ai problemi di cuore, agli incubi, alle fobie e all’irite, Joyce contrasse una forma di febbre reumatica che lo debilitò per molti mesi, riducendolo inizialmente quasi alla paralisi. A questi problemi si aggiunsero forti preoccupazioni per la salute mentale della figlia Lucia, che manifestò sintomi psicotici negli anni ’30. Il dolore per la malattia di Lucia fu per Joyce una ferita profonda e mai risolta, che alcuni studiosi ritengono abbia influenzato la scrittura complessa e onirica di Finnegans Wake.
A Trieste Joyce conobbe anche Italo Svevo, allora un oscuro impiegato che si dilettava nella scrittura e che fu per Joyce un prototipo di Leopold Bloom, tanto che molti dettagli sull’ebraismo inclusi nell’Ulisse gli furono riferiti proprio da Svevo. Oltre che con l’insegnamento, Joyce si guadagnava da vivere facendo il rappresentante di stoffa irlandese, il giornalista e il conferenziere.
Nell’agosto del 1908 i Joyce persero il terzo figlio, in seguito ad un aborto. Nello stesso periodo Joyce prese lezioni di canto al Conservatorio di Musica di Trieste e l’anno successivo prese parte all’opera I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner.
Una Conferenza sulla Paura
Cambiamenti di vita
Nel 1909 tornò a Dublino, dove aprì un cinema, il Volta, che dopo un iniziale successo si trasformò in un fallimento: questo lo convinse a tornare a Trieste con la sorella Eileen.
Nel 1912 tornò in Irlanda, per cercare di convincere Maunsel & Co a pubblicare Dubliners, ma senza successo. Questa fu l’ultima volta che Joyce mise piede nella sua Irlanda. Nell’aprile dello stesso anno si recò a Padova per sostenere gli esami di abilitazione all’insegnamento nelle scuole italiane, ma nonostante il buon esito, il suo titolo non fu mai riconosciuto in Italia.
Conobbe a questo punto della sua vita il poeta Ezra Pound grazie al quale pubblicò a puntate Ritratto dell’artista da giovane sulla rivista The Egoist. Ispirato al suo precedente manoscritto Stephen Hero, il libro segue la vita del protagonista Stephen Dedalus, dalla giovinezza alla maturità, ai suoi anni di educazione presso l’University College di Dublino. Stephen prende la religione in modo molto serio, ma poi rifiuta il cattolicesimo sostenendo di voler essere se stesso, attraverso il silenzio, l’esilio e l’astuzia.
Nel 1914 uscirono in volume i racconti di Gente di Dublino. Joyce iniziò poi a lavorare all’ Ulisse e ad Esuli, l’unico pezzo teatrale dell’autore, che vedrà la luce nel 1918. Il 1914 è l’anno dunque della svolta, dei primi successi, ma è anche l’inizio della prima guerra mondiale.
La famiglia Joyce si trasferì in Svizzera, a Zurigo, dove James iniziò a scrivere i primi capitoli di Ulisse (il libro fu pubblicato dapprima in Francia, mentre in Inghilterra e in America la censura al libro fu tolta solamente nel 1933). Terminata la guerra, i Joyce tornarono a Triste, ma trovarono cambiata la loro città d’adozione. Ezra Pound li invitò dunque a Parigi, dove dovevano rimanere una settimana ed invece rimasero venti anni. Qui Joyce strinse amicizia con Wyndham Lewis, T.S.Eliot e la libraia/editrice Sylvia Beech.
La scrittura come spazio psichico
Dal punto di vista psicologico, la scrittura di Joyce è un viaggio continuo dentro la coscienza. La sua tecnica del flusso di coscienza non è solo una scelta stilistica, ma un vero e proprio metodo per esplorare la mente umana nella sua caoticità, nelle sue ossessioni e nei suoi desideri nascosti. In opere come Ulisse, i personaggi vivono in un tempo interiore, fatto di ricordi, fantasie, paure e associazioni libere, in un intreccio continuo tra passato e presente, tra reale e immaginario.
Nel 1921 Joyce terminò la stesura di Ulisse, che venne pubblicato dall’editore Sylvia Beach il 2 febbraio 1922, giorno del quarantesimo compleanno dell’autore. Nel libro vi è la descrizione della vita e dei pensieri del protagonista, lungo l’arco di una intera giornata. Il romanzo si compone di diciotto capitoli, ognuno dei quali si svolge nell’arco temporale di un’ora, dalle otto di mattina alle due di notte; ogni capitolo rimanda a precise sezioni del poema di Omero, ed è scritto in uno stile diverso in ogni capitolo, con moltissimi riferimenti letterari e culturali. I protagonisti principali sono Leopold Bloom, la moglie Molly, e Stephen Dedalus, già protagonista del Portrait of the Artist as a Young Man. Essi sono le moderne controparti di Telemaco, Ulisse e Penelope. Le cameriere sono le sirene. Dublino viene descritta nei minimi particolari; l’autore non manca inoltre di soffermarsi sullo squallore e sulla monotonia della vita nella capitale irlandese. Lo stile è molto originale, in particolare per le azioni, che spesso accadono unicamente nella mente dei personaggi e per la tecnica dei flussi di coscienza e dei flashback.
L’anno successivo Joyce iniziò la stesura di Work in progress, che occupò i sedici anni successivi ed uscì nel 1939 col titolo Finnegans Wake. In questo romanzo, La veglia di Finnegan, lo sperimentalismo strutturale e verbale già utilizzato nell’Ulisse si accentua ancora di più, con numerose allusioni al mito e alla storia, oltre che alla storia personale dell’autore, con una mescolanza di più lingue. Vengono inoltre creati, per combinazione o incastro, dei vocaboli del tutto nuovi, che determinano un intricato sovrapporsi di significati e di possibili interpretazioni. Ai molti lettori che ritennero il libro “incomprensibile” Joyce chiese di “dedicare la loro intera vita alla lettura dei suoi libri”. Quando lo scrittore americano Max Eastman gli chiese perché aveva scritto un libro in uno stile così difficile da capire la risposta fu: “To keep the critics busy for three hundred years.”
Ulisse e La veglia di Finnegan sono stati considerati dei romanzi psicoanalitici, grazie alla minuziosa esplorazione dei vari stati di coscienza dei personaggi, per l’utilizzo dei sogni e del simbolismo associato al sogno, oltre che per l’uso del linguaggio, simile alla libera associazione psicanalitica. Del resto Joyce è uno scrittore che opera in piena epoca freudiana: conosce la psicoanalisi dapprima a Trieste, che allora faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico, e poi la approfondisce a Zurigo, dove lavorava Carl Gustav Jung. Joyce aveva dunque letto Freud e Jung e tale conoscenza psicoanalitica venne utilizzata nella profonda esplorazione dell’inconscio dei suoi personaggi.
Nel 1927 uscì la raccolta Poesie da un soldo.
Gravi problemi di salute
L’anno successivo Joyce si sottopose ad un’operazione agli occhi. Dal 1917 al 1930 Joyce ebbe diversi interventi agli occhi ed in molti periodi della sua vita restò totalmente cieco.
Nel 1931, dopo la morte del padre, per ragioni testamentarie, sposò Nora. A quel tempo Joyce aveva conosciuto un giovane fresco di studi, Samuel Beckett, che si era letteralmente innamorato del lavoro di Joyce e che per questo decise di assisterlo e di aiutarlo nel suo lavoro. La figlia di Joyce, Lucia, si innamorò perdutamente di questo collaboratore del padre ma, non ricambiata, cominciò a mostrare i primi segni di follia.
Nel 1934 prima pubblicazione in USA dell’Ulisse. In questo periodo Joyce si recò spesso in Svizzera per vedere la figlia Lucia, la quale morì in un ospedale psichiatrico di Northampton, in Inghilterra, nel 1982).
Morte
Dopo l’uscita di Finnegans Wake, sia per le dure critiche al romanzo che per l’invasione nazista di Parigi, la depressione di cui già soffriva Joyce si accentuò. Alla fine del 1940 si trasferì a Zurigo, dove l’11 gennaio 1941 venne operato per un’ulcera duodenale. Il giorno successivo entrò in coma e morì alle due di mattina del 13 gennaio 1941. Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri si trovano nel cimitero di Fluntern, nei pressi del giardino zoologico di Zurigo, come quelle di Nora e di suo figlio Giorgio.
Cosa ci rimane di lui
James Joyce (1882-1941) è considerato una delle figure più influenti della letteratura del XX secolo e uno dei massimi esponenti del modernismo letterario. La sua opera si caratterizza per un profondo sperimentalismo linguistico e narrativo, per l’esplorazione della psicologia dei personaggi attraverso il flusso di coscienza e per una rappresentazione innovativa della realtà quotidiana.
Joyce ha rivoluzionato il concetto di romanzo tradizionale, trasformandolo in un viaggio nella mente umana, in cui tempo, memoria, percezioni sensoriali e linguaggio si intrecciano in modo non lineare. La sua scrittura unisce elementi autobiografici, riferimenti mitologici, giochi di parole, neologismi e un costante dialogo con la cultura classica e moderna.
Tra le sue opere più importanti si ricordano Dublinesi (1914), Ritratto dell’artista da giovane (1916), Ulisse (1922) e Finnegans Wake (1939).
Dal punto di vista psicologico, Joyce può essere definito come uno scrittore dell’interiorità e della frammentazione dell’io, capace di restituire sulla pagina letteraria le contraddizioni, le ossessioni e le ambivalenze della coscienza umana.
Dr. Giuliana Proietti
Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere
Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Imm. Wikimedia
Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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