Divinità e pornografia: religione e censura

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Se si desidera girare un film erotico sulla religione, è meglio scegliere una religione piccola, che non abbia molto potere. O una religione che non abbia problemi con il sesso. In Francia, anche se è consentita la libertà di espressione, quando si tratta delle divinità è come camminare su gusci d’uovo.

Pensate al film catastrofico 2012. Anche se non vi è probabilmente nulla da ricordare su questo bidone di Hollywood, fate lo sforzo di ricordare la scena del Cristo gigante di Rio de Janeiro quando cade dal suo piedistallo, Cristo Redentore non incarna il crollo dei valori cristiani? Dopo questa scena, il regista del film, Roland Emmerich, aveva programmato di mostrarne un’altra: la distruzione della Kaaba, che si trova nel cuore della Mecca. Ma prudentemente, ha preferito astenersi: “Il mio co-sceneggiatore Harald ha detto che non si poteva correre il rischio di una fatwa sulla mia testa a causa di un film. E aveva ragione. […] Possiamo fare a pezzi i simboli cristiani, ma se si vuole fare la stessa cosa con un [simbolo] arabo, si avrà una fatwa, e questo dà l’idea dello stato del mondo in cui viviamo. Si tratta di una sequenza cui non  attribuivo grande importanza e che dunque ho eliminato “.

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Ecco, in poche frasi, tutta l’ingiustizia del destino. Ci sono religioni che si fanno rispettare (?), armi alla mano. Ci sono altre religioni che tentano di usare metodi legali per censurare il film…

Poiché sono “interessati ad essere al servizio di tutto il genere umano” (1) i cristiani sentono il dovere di consigliare gli altri su ciò che dovrebbero o non dovrebbero vedere nelle sale cinematografiche. Dal 1928, essi classificano i film in base a criteri personali (2) e cedono agli Offices Internationaux du Cinéma i loro “pareri informati” sulle opere che sono, ai loro occhi, “buone” o, al contrario, “che sostengono idee apertamente pericolose o malsane”… In Francia, tali pareri sono stati, fino alla fine degli anni ’90, fedelmente trascritti su Télérama o Télé 7Jours.

Ma non è sufficiente guidare il prossimo sulla strada dell’amore. A volte è necessario anche proteggerlo da sé stesso… Ed è qui che la tentazione di “messa all’indice” riappare. L’Indice è stato abolito (occorre adattarsi ai tempi), resta il ricorso alla legge.

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Nei Paesi in cui Stato e Chiesa sono separati, i credenti devono infatti presentare un reclamo ai giudici affinché essi censurino manifesti o scene di film che mettono in pericolo la loro fede. E’ tuttavia necessario che questi credenti siano in numero sufficiente per far si che i giudici possano esaminare la fondatezza di queste denunce … Nel 1977, in Francia, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna è ricorsa alla Corte di Appello di Parigi, affinché fosse ordinata la censura e il sequestro del film Variations pour le plaisir  (Teenage Milkmaid, 1975) di Roberta Findlay. Perché? Perché questo film erotico mette in scena un seguace di Krishna che “si impegna in scene erotiche mentre canta grottescamente i testi più sacri alla base di questa credenza.”

Bassorilievi erotici

Con ordinanza del 2 febbraio 1977, il presidente del tribunale, il giudice Bertin, respinge le richieste dell’associazione in modo spiritoso: “occorre ammettere che Krishna possa essersi sentito offeso nel sentir cantare il proprio nome in un film scabroso, senza dubbio, ma nella sua grande saggezza, avrà sicuramente perdonato l’offesa; in effetti l’arte indù e anche l’arte sacra illustrata nei bassorilievi dei templi offrono in alcuni luoghi ai visitatori l’immagine di scene erotiche il cui principale vantaggio sui film pornografici è quello di avere un carattere artistico che di solito manca a questi ultimi”. E aggiunge ironicamente che “basta ricordarsi inoltre, che a Krishna vengono attribuite 16.000 mogli e 180.000 figli per capire che la sua memoria difficilmente ne soffrirà, nel sapere di essere stato coinvolto in alcune manifestazioni sessuali complementari”.

“Se gli adoratori di Krishna non hanno ottenuto soddisfazione a causa della loro scarsa importanza, non è ovviamente la stessa cosa per tutte le religioni”, dice Christophe Triollet con virtuosa quanto finta indignazione. Nella  Bible du cinéma consacré à la Censure, il creatore della revue Darkness, sottolinea la disuguaglianza delle religioni che si affacciano sul grande schermo. Ce ne sono alcune che possono essere messe in scena nei film catastrofici o porno, senza alcun problema. Altre invece vengono accuratamente evitate dalla macchina da presa: i loro seguaci sono troppo permalosi. Si può rischiare la propria vita per un film, del resto?

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In un articolo intitolato Dieu, les hommes et le cinéma, Christophe Triollet si diverte a fare una lista dei registi che hanno subito i fulmini della punizione divina : la storia del cinema è quella di uno scontro costante. Ci sono dei tabù. A volte si rimuovono, ma a volte vi è il trionfo della censura. A volte si gira senza problemi Gesù che fa l’amore con una prostituta. A volte ci sono bombe nei cinema che  proiettano L’ultima tentazione di Cristo. A volte si riesce a mostrare una giovane donna che sta godendo con il Corano. A volte una vignetta di Maometto provoca un’ondata di omicidi in tutto il mondo.

Triollet Christophe racconta: “Alcuni registi, indipendenti e molto poco distribuiti sono provocatori, come Usama Alshaibi, un americano di origine irachena, che nel Profane (2011) racconta ” i problemi esistenziali di una lesbica di origine musulmana […] dove l’attrice principale si masturba mentre recita il Corano. “Una prima volta nella storia del cinema che, però, non fa scattare reazioni ostili, a differenza della fiction di propaganda Innocence of Muslims  (2011) di Sam Bacile, in cui l’ultima scena di 13 minuti, che mostra una caricatura oltraggiosa del profeta Maometto, pubblicata su YouTube, ha scatenato una violenta ondata di proteste in tutto il mondo nel mese di settembre 2012, causando la morte di molte persone, tra cui l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia. Come giustamente ricorda Christophe Triollet, i leader delle tre grandi religioni rivelate si uniscono per monitorare i film e imporre il loro ordine: ufficialmente, sono per la libertà di espressione. Però meglio non esagerare. I malvagi si assumano le proprie responsabilità.

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Gesù di Nazaret, presto sugli schermi

“In Francia, in una dichiarazione congiunta rilasciata il 19 settembre 2012, Mons. Michel Dubost, presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose dei vescovi di Francia, e Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano hanno detto difendere la libertà di espressione, a condizione che non si dimentichi la “fratellanza e il rispetto della pari dignità” ed hanno aggiunto: “Davanti a offese, le divisioni, le caricature, i film e i documentari unilaterali, sprezzanti o carichi di odio, possiamo solo fare appello alla coscienza e al senso responsabilità delle persone”.

Nel mese di giugno 2012, la stampa ha annunciato l’adattamento cinematografico di Gesù di Nazaret, controverso romanzo di Paul Verhoeven pubblicato nel 2010 – regista anche di  Robocop e Total Recall – da parte di Verhoeven stesso. L’autore, che non crede nei miracoli, o nell’immacolata concezione, spiega che Gesù è appena nato dallo stupro della madre da parte di un soldato romano … Non vi è dubbio che un tale progetto dovrebbe generare polemiche, nella post produzione, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. E’ previsto. Non che la polemica sia di per sé interessante, ma essa serve come barometro.

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Nota 1 / “Nel mese di aprile 1971, la prefazione della rivista Analyse des films, destinata a guidare le famiglie cristiane nelle loro scelte cinematografiche spiega:” Appare evidente che il tempo delle” valutazioni morali” non esiste più. A nessuno piace la censura autoritaria: anche il Papa e i vescovi hanno eliminato l’Indice e il Sant’Uffizio ha cambiato allo stesso tempo nome e metodi. Perché dunque perseguire comunque con il nostro lavoro settimanale? […] Tutti sanno quanto sia priva di seri criteri la censura governativa. Il nostro sforzo è completamente indipendente da qualsiasi pressione, illumina i responsabili dell’industria cinematografica, che possono anche tenere conto dei pareri, emessi da cristiani, desiderosi di essere al servizio di tutto il genere umano” (Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).

Nota 2 / In Francia, la legge del 9 dicembre 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato impedisce di fatto una possibile collaborazione tra il governo e le autorità ecclesiastiche, rappresentanti del clero, che non hanno potuto così imporsi sulle commissioni di controllo nel cinema. Anche se l’abate Pihan fece parte della Commissione fra il 1961 e il 1969, la sua voce rimase in minoranza. “Per far fronte a questi problemi di interferenza, la Chiesa cattolica ha fondato e organizzato, a partire dal 1928, l’organisation catholique internationale du cinéma (OCIC), che divenne l’office international du cinéma (OIC)) per la creazione in più di quaranta Paesi, tra cui la Francia, delle centrales catholiques du cinéma (CCC) responsabili della creazione di un sistema di classificazione cinematografica settimanale sulla base di valutazioni in conformità con le direttive della enciclica di Papa Pio XI, “Vigilanti Cura” (1936), e i  precetti della morale cristiana. (…) L’OCC, divenuta Chrétiens-Médias, si è limitata ad emettere pareri, ripresi da alcune riviste sulla tv, come Telerama  e Télé7,  fino alla fine degli anni Novanta “(Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).

Dr. Agnès Giard

Vai all’articolo originale:
Dieu est-il soluble dans la pornographie ? Liberation
Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it

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Gesù era omosessuale?

Gesù era omosessuale? Chi lo dice e perché lo dice

Gesù era omosessuale? Chi lo dice e perché

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Paul Oestreicher è Cappellano presso l’Università del Sussex. Ne parliamo perché nella giornata del Venerdì Santo questo ministro di culto anglicano ha scritto un articolo per il Guardian, nel quale parla della sessualità di Gesù e ammette che possa essere stato omosessuale.

Le sue parole:

Predicare il Venerdì Santo sulle ultime parole di Gesù mentre veniva condannato a morte produce grandi domande spirituali nel predicatore. I gesuiti iniziarono questa tradizione. Molte chiese anglicane l’hanno adottata. Di fronte a questo privilegio in Nuova Zelanda, nella capitale, Wellington, la mia seconda casa, ero dolorosamente consapevole del contesto, una chiesa profondamente divisa su questioni di genere e sessualità, in ogni parte del mondo. La sofferenza era il tema di cui volevo parlare. Ho sentito che non poteva essere sottaciuta la sofferenza delle persone gay e lesbiche nella comunità religiosa, nel corso di molti secoli.

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Oestreicher scrive ancora:

Una questione così delicata poteva essere un argomento per il Venerdì Santo? Per la prima volta nel mio ministero ho sentito che si, lo doveva essere. Quelle ultime parole di Gesù non mi abbandonavano: “Gesù allora, vedendo la madre e il discepolo che egli amava lì accanto, disse alla madre: ‘Donna ecco tuo figlio!’ Poi disse al discepolo. ‘Ecco tua madre!’ E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Il riferimento è al discepolo Giovanni, probabile amore omosessuale di Cristo.

In realtà, molteplici sono le teorie sulla vita affettiva e sessuale di Cristo: c’è chi ha detto che Gesù fosse innamorato di Maria Maddalena, la quale per molti era addirittura una prostituta, e che con lei abbia avuto dei figli.

C’è chi invece non ha mancato di notare il particolare attaccamento nei confronti di Giovanni, l’unico uomo ad accompagnare Gesù verso la sua esecuzione (insieme a tre donne) il quale, nelle rappresentazioni classiche del cenacolo, uno dei soggetti preferiti dell’arte cristiana, si trova, ritratto con volto femmineo, in genere accanto a Gesù e molto spesso con la testa appoggiata sul suo petto (tanto che Dan Brown nel Codice da Vinci pensa di vedere in questo volto la sposa di Cristo).

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Dopo tanti anni di riflessione e 50 anni di sacerdozio, Oestreicher si dice certo anzitutto che Gesù avesse una propensione per la vita sessuale, altrimenti non sarebbe stato un vero essere umano, ma la sua convinzione profonda è appunto questa, che Gesù fosse gay. Almeno questa gli sembra l’idea più convincente.

Se Gesù fosse stato gay o etero, conclude comunque il pastore anglicano, non indebolisce minimamente la figura di Cristo: chi è stato e che cosa ha significato per il mondo di oggi. Spiritualmente, dice, è del tutto irrilevante.

Quello che più conta, a suo parere, è che oggi ci siano molti omosessuali, seguaci di Cristo, ordinati o laici, che nonostante le prese di posizione della Chiesa, molto umilmente rimangono suoi membri fedeli.

“Se le chiese cristiane facessero di più per accettare e abbracciare queste persone, forse avrebbero più fedeli”, conclude.

In realtà che Gesù fosse gay o etero non sembra, a noi che leggiamo, una caratteristica così spiritualmente insignificante: se davvero un giorno si potesse appurare che Gesù possa essere stato gay, la nostra cultura, e anche la nostra storia, non potrebbero che tenerne conto, non solo per rileggere il passato, ma anche per organizzare una società completamente diversa nel futuro.

Dopo tanti secoli comunque, sarà ben difficile trovare prove certe sulla omosessualità di Gesù (ci sono storici che addirittura affermano che Gesù non sia mai esistito) e dunque l’unica certezza che abbiamo è che Gesù non potrà mai essere preso come testimonial per la campagna pro-gay nelle Chiese, come il pastore anglicano ha tentato, con scarso successo, di fare.

Eventualmente, potremmo sperare in un ravvedimento sulla questione degli omosessuali che parta dal Concilio ecumenico, ma questo dovrebbe rimettere a questo punto in discussione i tanti diritti negati della Chiesa, a partire dal sacerdozio femminile.

Fonte: Was Jesus gay? Probably, The Guardian

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Le scienze occulte

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Dr. Walter La Gatta

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Le scienze occulte sono un insieme di pratiche, credenze e conoscenze esoteriche che si occupano di aspetti nascosti e misteriosi della realtà, comprendono molte discipline e tradizioni e sono spesso caratterizzate da un approccio mistico e spirituale alla comprensione dell’universo e della natura umana. Cerchiamo di saperne di più.

Cosa significa “occulto”?

Il termine “occulto” deriva dal latino “occultus”, che significa “non visibile”, “nascosto” o “segreto”.

Quali sono le principali discipline delle scienze occulte?

Sono le seguenti:

L’astrologia, cioè la pratica di interpretare la posizione e il movimento dei corpi celesti per prevedere eventi terrestri e comprendere la personalità umana. Gli astrologi credono che i pianeti e le stelle influenzino le vite degli individui e il destino dell’umanità.

L’alchimia, una proto-scienza che combina elementi di chimica, metallurgia, filosofia, astrologia e spiritualità. Gli alchimisti cercavano di trasformare i metalli vili in oro e di scoprire l’elisir di lunga vita. Tuttavia, l’alchimia aveva anche un lato spirituale, rappresentando un percorso di trasformazione interiore.

La magia, che comprende pratiche che mirano a manipolare le forze naturali attraverso rituali, incantesimi e simboli. Esistono diverse forme di magia, tra cui la magia cerimoniale, la stregoneria e la magia popolare. La magia cerimoniale, spesso associata a ordini esoterici come l’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, utilizza rituali complessi e simbolismi elaborati.

La cabala è una tradizione mistica ebraica che cerca di comprendere la natura di Dio e dell’universo attraverso l’interpretazione esoterica delle Scritture ebraiche. La cabala si basa su concetti come l’Albero della Vita, una mappa simbolica delle energie divine.

La divinazione, cioè l’arte di predire il futuro o ottenere informazioni nascoste attraverso metodi vari, come la lettura dei tarocchi, l’interpretazione dei sogni, la geomanzia e l’uso della sfera di cristallo.

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Quale è la tradizione occidentale dell’occultismo?

La tradizione occidentale dell’occultismo riguarda un’antica “filosofia segreta”, che è alla base di tutte le pratiche occulte. Questa filosofia segreta deriva dalla magia e dall’alchimia ellenistiche da un lato e dal misticismo ebraico dall’altro.

La principale fonte ellenistica è la Corpus Hermeticum,  testi associati a Hermes Trismegistos, che si occupano di astrologia e altre scienze occulte, oltre che di rigenerazione spirituale.

L’elemento ebraico è fornito dalla Kabbala (la dottrina per la mistica interpretazione della Torah), che era conosciuta agli studiosi europei sin dal Medioevo e che poi è stata legata ai testi ermetici durante il Rinascimento.

La risultante tradizione ermetico-cabalistica, o ermetismo incorpora sia la teoria che la pratica magica: quest’ultima presentata come magia naturale, e quindi buona, in contrasto con la magia malvagia della stregoneria.

Anche l’alchimia fu assorbita dall’ermetismo, e questo legame è stato rafforzato, all’inizio del XVII secolo, con l’apparizione del rosacrocismo, una fratellanza segreta che utilizzava il simbolismo alchemico e insegnava una saggezza segreta ai suoi seguaci, creando un’alchimia spirituale, sopravvissuta all’ascesa della scienza empirica e al periodo dell’Illuminismo .

Nel corso del XVIII secolo la tradizione fu ripresa dai massoni e da intellettuali che, rifiutando la religione ortodossa, cercavano la salvezza con altri mezzi, incluso l’occultismo.

Si sviluppò così lo Spiritismo (presunta comunicazione tra i vivi e gli spiriti dei morti attraverso un “mezzo” vivente) e la Teosofia (miscela di occultismo occidentale e misticismo orientale).

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Le scienze occulte hanno ancora un posto nella cultura moderna?

Si, esse periodicamente riaffiorano sotto forme diverse. Nel XX secolo il pensiero magico, alternativo alla scienza ufficiale, si è infatti manifestato in moltissime pratiche, come l’astrologia, il satanismo, le sette esoteriche e, a fine millennio, è esploso con il fenomeno della New Age, un movimento spirituale che ha integrato molti elementi delle scienze occulte, promuovendo la meditazione, la guarigione energetica e l’astrologia.

I giornali popolari non hanno fatto altro che diffondere ed amplificare il forte richiamo del movimento, divulgando sistemi profani di psicoterapia ed auto-miglioramento, dai quali in molti si aspettano la guarigione, sia da malattie fisiche, anche gravi, sia da disagi psicologici e interrelazionali.

Attraverso la forza del pensiero, l’empatia e pratiche auto-ipnotiche, molte persone cercano il ‘vero sé’, nascosto nei meandri della psiche, ma in contatto diretto con l’universo.

Molte opere letterarie, artistiche e cinematografiche si sono ispirate a temi occulti. Ad esempio, la serie di romanzi di Harry Potter di J.K. Rowling, con le sue descrizioni di magie e creature fantastiche, ha riportato l’attenzione del pubblico sulle tematiche occulte.

Inoltre, l’interesse per le scienze occulte persiste in molti ambienti contemporanei. Gruppi e organizzazioni esoteriche, come la Società Teosofica e varie logge massoniche, continuano a esplorare e praticare queste tradizioni.

Che rapporto c’è fra religione cristiana e scienze occulte?

La religione cristiana disapprova l’occultismo, in alcune sue forme, o in toto. In questi casi  l’occulto viene considerato qualcosa di soprannaturale o paranormale che non è raggiunto da o attraverso Dio, per cui la sua presenza viene attribuita ad un’entità opposta e malevola (il diavolo).

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La psicologia ha avuto a che fare con le scienze occulte?

Si, anche la psicologia ha subito l’influenza del fascino delle scienze esoteriche, a cominciare dall’eredità lasciata tra i cultori della neonata scienza della psiche umana da Franz Anton Mesmer, che nel settecento aveva rispolverato la pratica dei metodi ipnotici.

Mesmer vedeva nell’occultismo un modo per far interagire lo spirito umano con l’universo: i suoi metodi ebbero molto successo e da essi derivarono, nell’ottocento, l’interesse per l’ipnotismo, lo spiritismo, il simbolismo, che tanta influenza ebbero sul pensiero di Freud, ma soprattutto di Jung, la cui credenza negli spiriti è un fatto noto.



Come mai lo spiritismo era così diffuso al tempo di Freud e Jung?

Freud e Jung vissero in un periodo in cui lo spiritismo si era largamente diffuso in Europa e in America (a partire dal 1850), a seguito di fenomeni apparentemente inspiegabili di cui era protagonista una bambina statunitense, Margaret Fox (che però in età adulta confessò i suoi trucchi ed ammise di non avere alcun potere particolare), una medium che, in stato di trance, sembrava potesse svolgere attività intellettuali che normalmente gli erano precluse.

Perché, nonostante i risultati della scienza, molte persone continuano a credere all’occultismo?

Si può rispondere a questa domanda citando Goodrick-Clarke, storico e docente di esoterismo occidentale, il quale ha suggerito che le varie forme di occultismo condividono tutte

un forte desiderio di conciliare i risultati della moderna scienza naturale con una visione religiosa, che possa ristabilire l’uomo in una posizione di centralità e dignità nell’universo”.

Forse quello che ancora tutti cerchiamo, in vario modo e con vari mezzi, è stato ed è il senso della vita.

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Amore di gruppo - orgia

Amore di gruppo: storia e psicologia dell’orgia

Amore di gruppo: storia e psicologia dell’orgia

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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L’amore di gruppo e la pratica dell’orgia sono fenomeni presenti in molte culture e periodi storici. Spesso oggetto di tabù e giudizi morali, questi comportamenti hanno avuto significati diversi a seconda del contesto sociale, religioso e culturale. Analizziamo allora la loro evoluzione storica e il punto di vista della psicologia, per comprendere meglio la loro funzione e il loro impatto sulla sessualità umana e sulla società moderna.

Cosa si intende, in senso moderno, per orgia?

Per orgia si intende una riunione di persone che si comportano senza alcuna inibizione, specialmente per quanto riguarda l’aspetto sessuale e, in particolare, per la pratica dell’amore di gruppo.

Per estensione questa parola può essere usata nel senso di baldoria sfrenata e rumorosa, durante la quale ci si abbandona a eccessi e stravizi, o anche per intendere una quantità eccezionale, straordinaria di qualcosa, che eccita e sconvolge (Esempio: un’orgia di lucidi suonidi colori).

Nelle civiltà antiche erano comuni le orge?

Si, con diverse varianti, l’orgia era una cerimonia rituale, frequente nella tradizione di numerose religioni (es. grandi feste iniziatiche o agricole, celebrazioni misteriche in onore di divinità come Demetra, Dioniso, Bacco, Orfeo, ecc.), consistente in una manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi temporaneamente alle norme che regolavano il comportamento consueto della comunità, si abbandonavano a un’esplosione senza freno della vita sessuale.

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Come avvenivano le orge nell’Antico Egitto?

Nell’Antico Egitto, la sessualità aveva spesso una valenza rituale e religiosa.

L’antico libro egizio della mucca celeste contiene il mito della distruzione dell’umanità: contrariato dalla crescente ribellione dell’umanità, l’anziano dio del Sole Ra manda sua figlia Hathor a vendicarsi. Hathor prende la forma della leonessa assetata di sangue Sekhmet e si scatena su e giù per la valle del Nilo, uccidendo ogni uomo, donna e bambino che incontra.

Vedendo l’umanità in via di estinzione, Ra ne ebbe pietà e inondò i campi con una birra tinta di rosso con l’ocra. Scambiando la birra per il sangue, Sekhmet bevve fino a ubriacarsi e si addormentò, per risorgere nella forma benigna di Hathor, la dea della gioia, dell’amore e della fertilità.

Per commemorare questo evento, gli antichi egizi tenevano delle feste nel periodo di metà agosto, quando il Nilo si gonfia. I festaioli bevevano fino al punto di svenire, per essere svegliati dal rumore dei tamburi, a simboleggiare la trasformazione di Sekhmet in Hathor. I festeggiamenti avevano un’importante dimensione religiosa e in genere si svolgevano nei templi e nei santuari. Essi includevano anche danze e sesso di gruppo, per propiziare la fertilità.

Come avvenivano le orge nell’Antica Grecia?

Nell’Antica Grecia, l’orgia era legata ai culti dionisiaci, in cui il piacere e l’ebbrezza erano considerati mezzi per raggiungere uno stato di trascendenza, di unione estatica con il divino.

L’orgia riguardava i riti misterici dei culti Dionisiaci e del Culto di Cibele. Dioniso che, come Gesù, morì e rinacque, era il dio del vino, della rigenerazione, della fertilità, del teatro e dell’estasi religiosa: veniva celebrato con grande fervore nel periodo dell’equinozio di primavera. La processione iniziava al tramonto, guidata da tedofori e seguita da portatori di vino e frutta, musicisti e una folla di festaioli che indossavano maschere (e poco altro).

Chiudeva la sfilata un fallo gigante che rappresentava la risurrezione del dio nato due volte. Le persone ballavano, cantavano e invocavano il dio, dando origine a una prima forma di teatro e commedia. Arrivata nel bosco, la folla dionisiaca si scatenava nel bere, ballare e fare sesso.

Gli animali, che rappresentavano il dio, venivano braccati, fatti a pezzi a mani nude e consumati crudi con il sangue ancora caldo e gocciolante. L’impulso “dionisiaco” all’irrazionalità e al caos può essere inteso come una inversione e liberazione rispetto all’abituale ordine “apollineo” e alla moderazione imposta dallo stato e dalla religione di stato.

Permettendo il culto dionisiaco in riti speciali, in giorni speciali, l’orgia veniva tenuta sotto controllo, impedendole di affiorare in modi più insidiosi e socialmente pericolosi. Oltre a ciò, veniva trasformata in una celebrazione vivificante e liberatoria, oltre che in quella profondamente religiosa della forza vitale.

L’orgia permetteva alle persone di estraniarsi dai consueti ruoli sociali e di regredire a comportamenti più primitivi, ma anche più autentici, che gli psicologi moderni hanno associato al concetto di Es freudiano. In questi riti si mettevano da parte le gerarchie: padroni e schiavi, patrizi e poveri, cittadini e stranieri si divertivano insieme.

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Anche nell’Antica Roma esistevano feste e riti collettivi a sfondo erotico?

Si, come ad esempio i Baccanali, spesso oggetto di repressione da parte delle autorità.

Il culto dionisiaco si diffuse, infatti, anche a Roma, attraverso le colonie greche dell’Italia del sud. Nel 186 AC, il Senato romano lo limitò severamente attraverso il Senatus Consultum de Bacchanalibus (“decreto senatoriale sui baccanali”).

Il Baccanale continuò a persistere, specialmente nell’Italia meridionale, ma a poco a poco si piegò nella molto più addomesticata Liberalia in onore di Liber Pater (“Padre libero”, il dio italico della fecondità, del vino e dei vizi),  che tanto somigliava a Bacco / Dioniso e che finì col confondersi con lui.

Come il culto dionisiaco, la Liberalia presentava un fallo gigantesco, trasportato attraverso le campagne per fertilizzare la terra e salvaguardare i raccolti, dopo di che una virtuosa matrona metteva una corona sopra il fallo.

Cosa accadde nel Medio Evo?

Con l’avvento del Cristianesimo e l’affermazione della morale religiosa, le pratiche sessuali di gruppo vennero stigmatizzate e associate al peccato e alla devianza. Tuttavia, in contesti esoterici o in gruppi eretici, alcune comunità continuarono a praticare forme di sessualità collettiva con valenze mistiche.

Man mano che il cristianesimo prendeva piede, le festività dei Saturnali e Baccanali furono considerate con sempre maggiore disapprovazione e l’orgia latina arrivò a significare qualcosa di depravato.


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Cosa è accaduto con la progressiva laicizzazione della società?

A partire dal Rinascimento il tema della sessualità iniziò a essere esplorato anche in ambito filosofico e letterario. Tuttavia, fu solo con il XX secolo e le rivoluzioni sessuali degli anni ’60 e ’70 che le pratiche di gruppo iniziarono a essere discusse apertamente. Movimenti come il free love promossero una visione meno repressiva della sessualità.

L’orgia delle antiche tradizioni e religioni è ancora presente nella società moderna?

Si. L’orgia in quanto infrazione delle norme è presente in tutte le tradizioni popolari e persiste in varie forme, a partire dal moderno Carnevale. Incapace di sopprimere i riti antichi,  la Chiesa ha infatti integrato nel suo calendario la festa del Carnevale che, ancora oggi, comporta un’inversione delle norme e dei ruoli sociali, la licenziosità e i banchetti in vista delle privazioni della Quaresima.

Cosa significa l’orgia dal punto di vista psicologico?

Dal punto di vista psicologico, la partecipazione a esperienze sessuali di gruppo può essere motivata da diversi fattori. Alcune persone vi trovano un senso di libertà e di esplorazione personale, mentre altre cercano una relazione profonda con la propria comunità di appartenenza. La dimensione del sensation seeking (ricerca di emozioni forti) è spesso presente in coloro che sperimentano pratiche di gruppo, così come il desiderio di superare le inibizioni personali o sociali.

L’orgia è capace di generare solo emozioni positive?

No, può anche generare emozioni contrastanti, come gelosia, insicurezza o difficoltà nella gestione dei confini personali. Per questo motivo, viene sempre sottolineata l’importanza del consenso esplicito, della comunicazione chiara e della sicurezza emotiva.

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L’Orgia (Baccanale), di Pavel Svedomsky

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Freud e l'ebraismo

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Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, è una figura che ha profondamente influenzato il pensiero moderno. Nato in una famiglia ebraica a Freiberg (attuale Příbor, Repubblica Ceca) nel 1856, Freud visse in un periodo storico caratterizzato da intensi cambiamenti sociali e da un antisemitismo diffuso in Europa. Il padre della psicoanalisi ebbe un rapporto complesso con la religione ebraica, la sua eredità culturale. Esaminare questo rapporto non solo offre un’interessante prospettiva sulla vita e sul lavoro di Freud, ma getta anche luce sul dibattito fra psicoanalisi e religione: cerchiamo di saperne di più.

Ebraismo: cosa significa

Il termine  “ebraismo” indica le credenze religiose, le tradizioni culturali, i rituali, i vincoli etnici del popolo ebraico.

Ebraismo nella storia

Nella storia. gli ebrei (o israeliti o giudei) costituirono dapprima una comunità patriarcale e quindi, attraverso l’esodo, probabilmente nel XIII secolo A.C. divennero nazione e, sotto la guida di Mosé, si insediarono a Canaan e sperimentarono, dopo il periodo glorioso della monarchia davidica (secolo X A.C.) successivi rovesci della sorte, fino all’esilio del 586 A.C. e alla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 D.C.

La fede ebraica

La fede ebraica ha il suo centro nella confessione monoteistica, espressa nel così detto Shemà (Ascolta). Ricordiamo infatti : Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno… (Deutreronomio 6,4).

La formula con la quale Dio si definisce come Jahweh (io sono Colui che sono, Esodo 3,14) descrive bene l’idea della signoria di Dio su tutte le cose, sull’universo, sulla storia. Il tempo viene visto come il mezzo offerto alla libertà individuale di prendere decisioni per il bene o per il male e così giungere alla fine dei tempi (éschaton, da cui escatologia).

Il rapporto con Dio non culmina nell’estasi, nell’unione mistica, ma nella comunione dell’alleanza, in cui Dio e l’uomo mantengono una identità distinta. Nell’elaborazione del complesso religioso ebraico Mosé ha un ruolo fondamentale, insieme agli altri profeti che operano il richiamo all’interiorità, all’essenzialità.

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Ebraismo e modernità

Moses Mendelssohn (1729-1786), massimo esponente dell’illuminismo ebraico, tentò di riconciliare l’ebraismo con la modernità, mostrando che esso poteva armonizzarsi con le esigenze della ragione. Da questi insegnamenti nacque il giudaismo ‘riformato’ in Germania e poi diffuso ampiamente in America, che ha fortemente ridotto e relativizzato l’imponente complesso di norme nel cui ambito la comunità giudaica si era mantenuta separata dal resto della società, preservando la propria identità.

Rottura con la tradizione

Nel XIX secolo si verificò l’abbandono dell’ortodossia ebraica da parte di ampi ceti colti borghesi, residenti soprattutto in Francia, Germania, impero austriaco, Inghilterra, Italia, Russia e poi Stati Uniti.

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Freud e Ambiente culturale alla nascita

Nato nel 1856 a Freiberg, nell’attuale Repubblica Ceca, da genitori ebrei, Freud crebbe in un ambiente culturale ebraico, anche se non fu allevato alla maniera ebraica ortodossa e non era in grado di leggere l’ebraico. In seguito alla sua emigrazione a Vienna, fu esposto a una cultura prevalentemente cristiana e ad una società che spesso discriminava gli ebrei. 

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Freud e Religione

Pur critico nei confronti della religione come istituzione, Freud era affascinato dal ruolo che essa giocava nella formazione dell’identità e nella coesione sociale.

Identità ebraica di Freud

Freud non era un ebreo osservante, e non praticava attivamente la religione. Tuttavia, riconosceva l’importanza della sua eredità ebraica, che considerava una parte integrante della sua identità. Il padre della psicoanalisi fu del resto fortemente plasmato dalle tradizioni della comunità ebraica: egli mantenne l’ideologia patriarcale, con la fede nella supremazia dell’uomo e nella subordinazione della donna, la devozione alla grande famiglia e i severi costumi puritani. Inoltre egli ebbe sempre un profondo rispetto per i suoi maestri come dimostra anche il fatto che diede ad alcuni dei figli i loro nomi.

Freud descriveva l’ebraismo non tanto come una religione, ma come un retaggio culturale e intellettuale. Era profondamente consapevole delle discriminazioni subite dagli ebrei e delle difficoltà che dovevano affrontare in una società prevalentemente cristiana, ma in quanto ebreo sottolineava con orgoglio la sua eredità culturale ebraica, che aveva influenzato la sua sensibilità intellettuale e il suo senso di appartenenza. Questo non gli impediva di rifiutare le pratiche religiose e abbracciare una visione laica della sua identità ebraica.

Ebraismo e psicoanalisi

Alcuni studiosi hanno osservato che la psicoanalisi stessa può essere vista come un prodotto del contesto ebraico centrale-europeo del tempo di Freud. Molti dei primi psicoanalisti, come Karl Abraham, Sándor Ferenczi e Melanie Klein, erano anch’essi ebrei, e la psicoanalisi venne inizialmente criticata come una “scienza ebraica” dai suoi detrattori.

Freud, tuttavia, respinse ogni tentativo di identificare la psicoanalisi con una particolare appartenenza culturale o religiosa. Per lui, la psicoanalisi era una disciplina universale, basata sull’osservazione empirica e sulla ricerca scientifica.

L’ebraismo nei suoi scritti

Freud affrontò temi legati all’ebraismo in alcune delle sue opere più tarde, come L’uomo Mosè e la religione monoteistica (1939). In questo libro, Freud propone un’interpretazione psicoanalitica delle origini del monoteismo, suggerendo che Mosè fosse un egiziano che introdusse agli ebrei il culto monoteista di Aton. Secondo Freud, l’assassinio di Mosè da parte del popolo ebraico e il successivo senso di colpa collettivo furono alla base della religione ebraica.

Questa teoria, fortemente contestata sia sul piano storico che religioso, rifletteva l’interesse di Freud per le dinamiche psicologiche alla base delle credenze religiose.

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Freud e Antisemitismo

Freud aveva in comune con gli ebrei austriaci l’estrema sensibilità per qualunque forma (reale o presunta) di antisemitismo, come pure la discrezione nel parlare della propria famiglia e di sé. L’attaccamento all’ebraismo di Freud può essersi dunque sviluppato sotto l’influsso del crescente antisemitismo vissuto ai suoi tempi e che si rifletté più tardi nella sua attenzione per la figura di Mosè. La persecuzione degli ebrei da parte del regime nazista segnò profondamente gli ultimi anni della sua vita. 


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La “particolarità” ebraica

. Secondo Freud questo il popolo ebraico, avendo rotto con la tradizione, questo popolo contribuì poderosamente alla cultura contemporanea con apporti la cui originalità dipese dalla consapevolezza di essere una minoranza, di muoversi in un ambito non cristiano, il che aveva permesso una certa indipendenza di pensiero, un non-conformismo, alla capacità di critica e all’accettazione di essere una minoranza.

Anche a livello personale, Freud attribuiva alla sua origine ebraica la capacità di non lasciarsi influenzare dalle opinioni della maggioranza, ma dipendeva forse da queste origini ebraiche anche la sua disposizione a credere che gli altri volessero sempre rifiutarlo

Fonte principale : Ellenberger: La scoperta dell’inconscio, Boringhieri

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Immagine in evidenza: Daniel Ventura  

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