I siti pro-ana

Al Convegno Timidezza e Sessualità, tenutosi in Ancona dal 17 al 18 Novembre 2006, ho presentato una relazione dal titolo: La consulenza on line.
La premessa era che su Internet c’è proprio di tutto e, come esempio sui generis, ho voluto citare (e mostrare) dei siti americani e italiani che si definiscono ‘pro-ana’, ovvero pro-anoressia. In questi siti si mostrano immagini di modelle scheletriche e si possono, tra l’altro, trovare suggerimenti su come vomitare al meglio, come evitare di mangiare senza farsi accorgere ecc.
Il mio obiettivo era quello di dimostrare l’utilità degli psicologi on line, che sicuramente possono essere di aiuto nel contrastare questi fenomeni.

Ho mostrato, tramite una ricerca su www.psicolinea.it come chi cerca la consulenza on line siano anzitutto donne e come esse siano veicolate su un sito di consulenza psicologica principalmente dai motori di ricerca. (Questa relazione sarà presto pubblicata negli atti del Convegno e sul sito www.clinicadellatimidezza.it).

Per questo, dicevo nella relazione, è bene che i motori di ricerca siano colmi di siti psicologici seri, in cui le ragazze possano trovare l’aiuto che cercano e di cui hanno bisogno. La mia relazione al Convegno si è spostata poi su altre considerazioni che esulano da questo discorso.

Questa premessa per introdurre il post di oggi, dal momento che moltissime persone presenti al Convegno mi hanno chisto ulteriori informazioni, per saperne di più su questi siti pro-ana di cui non avevano sentito ancora parlare.

Oggi ho trovato un interessante un articolo dedicato a questo argomento, firmato da Anna Masera per La Stampa, dal quale ho pensato di trarre alcuni interessanti stralci, rimandandovi alla lettura integrale tramite il link alla Fonte.

A rivelare il boom di siti sull’anoressia è una ricerca sui disordini alimentari e Internet condotta dall’Università di Torino, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica «Eating and Weight Disorders». «Lo studio evidenzia come sia cresciuto, negli ultimi anni, il ruolo di internet in relazione all’aumento di questa patologia», spiega il coordinatore del gruppo di ricerca Secondo Fassino, professore di psichiatria del Dipartimento di neuroscienze dell’ Università. Perchè utilizzando Google, i ricercatori hanno scovato un numero impressionante di siti «pro-anoressia»: quasi 300 mila, di cui 257 mila contengono la parola chiave «pro-anorexia», 18.600 «pro-axa», 14.200 «thinspiration» (ispirazione alla magrezza) e 577 «anorexicnation», ovvero «nazione anoressica», uno dei neologismi che indicano la forte tendenza alla creazione di una «subcultura anoressica», in senso antropologico. E il 47 per cento degli indirizzi online «pro-anoressia» risultano visitati di frequente. Ma va sottolineato che per contro, nel Web esistono almeno 800 mila siti che trattano l’anoressia nervosa in chiave patologica e danno indicazioni sulle terapie, in particolare psichiatriche e farmacologiche. Secondo la ricerca, «Internet ha senza dubbio incrementato l’ accesso ai trattamenti dell’anoressia – afferma Fassino, che ha coordinato lo studio di Giovanni Abbate Daga, Carla Gramaglia e Andrea Pierò – ma ha anche rafforzato alcune delle sue cause psicopatologiche, come l’ ascetismo, la competizione, i comportamenti autopunitivi e l’ossessione per l’autocontrollo».

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Commento: Internet, letizia e mestizia dei nostri tempi!

Fonte: La Stampa

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Psicolinea

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