La psicoanalisi fu accolta tiepidamente in Francia: perché?
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Quando Sigmund Freud iniziò a elaborare e diffondere la sua teoria psicoanalitica nei primi decenni del Novecento, la Francia non fu tra i primi Paesi ad accoglierla con entusiasmo. Al contrario, il pensiero freudiano trovò inizialmente un clima intellettuale e clinico piuttosto scettico, se non apertamente ostile. Ma perché la Francia, culla della psichiatria moderna, guardò con sospetto alla psicoanalisi?
All’inizio del XX secolo, la Francia era dominata da una tradizione medico-scientifica razionalista, fortemente influenzata dal positivismo e dalla neurologia clinica. Le figure di riferimento erano medici come Jean-Martin Charcot e Pierre Janet, che privilegiavano un approccio osservazionale e sperimentale ai disturbi psichici. In questo contesto, la teoria freudiana dell’inconscio, fondata su concetti come pulsione, rimozione e sessualità infantile, appariva troppo speculativa e poco verificabile.
Le resistenze furono molteplici: Sul piano scientifico, si criticava la mancanza di verificabilità empirica del metodo freudiano; sul piano ideologico, suscitava scandalo l’insistenza di Freud sulla sessualità, soprattutto quella infantile, considerata tabù nella cultura borghese dell’epoca; sul piano clinico, la psicoanalisi appariva come una tecnica poco compatibile con il modello ospedaliero francese, centrato sulla diagnosi e sul trattamento medico.
Nel 1923 Freud rilasciò una intervista al giornalista francese Raymond Recouly.
“La Francia è il Paese dove ho il minor numero di seguaci” osservò Freud, “eppure le mie teorie sono state studiate e rese pubbliche in Francia”.
Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Quando il giornalista gli chiese se sapeva spiegarsi la ragione di questa accoglienza tiepida che i francesi avevano riservato alla psicoanalisi, Freud risponde:
“Non lo so. Credo ci siano varie ragioni. Forse ci sono aspetti politici in tutto ciò”. Il giornalista a questo punto lo rassicurò sul fatto che non poteva essere questo il problema, visto che “non c’è alcun Paese al mondo, come la Francia, capace di accogliere idee che vengono dall’estero, non importa da dove vengano” aggiungendo che, oltre a questo, all’epoca erano stati pubblicati davvero molti libri in francese sulla psicoanalisi, se ne era molto discusso.
“Posso immaginare un’altra spiegazione” rispose Freud: “Poiché le mie teorie, almeno all’inizio, erano collegate con quelle del vostro grande Charcot, i francesi si sono mostrati poco desiderosi di seguire il loro sviluppo in uno spirito ed in una terra straniera. A loro bastava conoscere lo sviluppo che queste idee avevano avuto nel vostro Paese”.
[Dall’intervista di Raymond Recouly , apparsa in lingua inglese nel giornale Outlook.]
Tra i pionieri della psicoanalisi in Francia vi furono:
- Eugénie Sokolnicka, una delle prime analiste formate direttamente da Freud, che praticò a Parigi negli anni ’20.
- René Laforgue, fondatore della Société Psychanalytique de Paris (SPP) nel 1926.
- Marie Bonaparte, allieva di Freud e figura chiave nel promuovere la psicoanalisi in ambito culturale e accademico.
Dr. Giuliana Proietti,
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
Fonte principale: Freud Museum
Immagine: Parigi, prima del 1921, Wikimedia

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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