Le anatre e il sesso a forma di cavatappi

Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

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L’anatra domestica (o Anas Platyrhynchos Domesticus) è un animale che interessa molto gli etologi (ma anche i sessuologi!), perché ha una vita sessuale e riproduttiva particolare, interessante da conoscere e da studiare, soprattutto per le comparazioni che si possono fare con il genere umano.

Questo animale è molto comune, avendo ormai colonizzato buona parte del pianeta: lo troviamo infatti in Europa, Asia, nord Africa, in America, Australia e Nuova Zelanda.

Tutte le razze domestiche di anatra derivano dal germano reale, noto in Italia anche come capoverde, per il colorato piumaggio verde che sfoggia sul capo. Ma non è quello in verità l’oggetto del desiderio delle femmine della sua specie, che invece si sentono particolarmente attratte dagli esemplari con il becco più colorato.

Il “corteggiamento” (poi capirete perché la parola è tra virgolette…) in questa specie comincia a fine ottobre e continua fino marzo, mentre la riproduzione vera e propria ha luogo tra febbraio e luglio in funzione della latitudine.

Il nido è rudimentale (fatto di ramoscelli e di piumini che la femmina strappa da una zona particolare del petto) e viene costruito sul suolo nudo o negli alberi cavi. Il numero di uova può variare da 5 a 15. Solo la femmina cova il nido, per circa 26-28 giorni.

Infatti, le piume della femmina le permettono di passare inosservata in mezzo alla vegetazione: se il maschio l’aiutasse nell’incubazione delle uova, il nido sarebbe facilmente individuato dai predatori e distrutto. Per questo dunque, la femmina fa volentieri a meno dell’aiuto domestico del suo compagno.

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Dopo la nascita, è ancora la femmina, da sola, ad occuparsi degli anatroccoli: li conduce al piano d’acqua più vicino ed insegna loro a nuotare e a nutrirsi, fino a che non arrivano all’età in cui imparano a volare (7 settimane circa). Dopo un anno di vita raggiungono la maturità sessuale. Ed ecco quali sono le particolarità:

i maschi sono, nei confronti delle loro compagne, piuttosto aggressivi e spesso costringono le femmine, con la forza, ad accoppiarsi con loro. Invece di corteggiarla, questi maschi trattano la femmina in modo davvero violento, fino ad arrivare a farle del male o a ucciderla.

Visti questi rapporti sessuali particolarmente violenti, i maschi hanno sviluppato un pene a forma di cavatappi per imporsi sulle femmine con maggiore facilità.

In risposta, le femmine si sono evolute, elaborando una vagina che presenta la stessa forma di cavatappi (con annessi dei cul-de-sac in cui intrappolare lo sperma sgradito). Inoltre, la forma di cavatappi della loro vagina ha una torsione esattamente opposta a quella del pene a cavatappi maschile.

In questo modo, l’anatra non può evitare la violenza sessuale, ma sicuramente può evitare di subire la fecondazione da parte di un partner non gradito. Peraltro, si è osservato che se anche mette al mondo i figli dello “stupratore” sgradito, essi ricevono meno cibo dalla madre rispetto agli altri fratelli e dunque hanno in genere vita breve.

Verso la fine della stagione riproduttiva, i maschi “single” a volte si riuniscono in gruppi, per riuscire a conquistare insieme un maggior numero di femmine.

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In genere aggrediscono le femmine che sono lontane dal gruppo: si precipitano verso la femmina solitaria e la intrappolano sott’acqua per diversi minuti. Circa il 10 per cento dei decessi del germano reale femmina possono essere attribuiti ad accoppiamenti forzati.


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Un altro studio del 2009, pubblicato su Proceedings of the Royal Society  e condotto dai ricercatori dell’Università di Yale si concentrava invece  sull’apparato genitale dell’anatra (i cui studi erano iniziati già nel 2007, sempre a Yale).

I ricercatori hanno studiato la morfologia degli organi sessuali di questi animali, scoprendo che i maschi hanno dei peni molto rapidamente “estensibili”, i quali in pochissimi secondi possono raggiungere i 20 e perfino i 40 centimetri di lunghezza.

La copula può dunque avvenire solo quando le anatre-femmine sono insieme ad un compagno desiderato: in questo caso esse assumono una posizione ricettiva e contraggono ripetutamente i muscoli interni, facilitando l’accoppiamento.

Patricia Brennan, ricercatrice presso il Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica di Yale, ha analizzato insieme alla sua équipe l’allungamento del pene di un’anatra, inserendolo in tubi di vetro di forme diverse.

Come si può vedere nel video, un tubo diritto o che ha la forma di una spirale che va in senso antiorario, come il pene, non ne impedisce l’allungamento. Al contrario, i tubi che riproducono la morfologia della vagina, con spirali che che girano in senso orario, possono bloccarne completamente l’allungamento.

L’anatra ha dunque imparato, con l’evoluzione, a resistere agli effetti dell’accoppiamento forzato e alla costrizione a partorire una prole non desiderata: purtroppo però non è (ancora) riuscita ad evitare gli abusi sessuali. Chissà se, prima e meglio della donna non riesca a trovare un rimedio anche per questo?

Dr. Giuliana Proietti

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Fonti:

Video reveals twists and turns of genital warfare in ducks, The Guardian

Zoologger: Colourful ducks may have fewer sex diseases, New Scientist

Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
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Foto di Patou Ricard da Pixabay

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Da Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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