Amore di gruppo: storia e psicologia dell’orgia
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Cosa era l’orgia nelle antiche tradizioni e religioni?
L’orgia era una cerimonia rituale, frequente nella tradizione di numerose religioni (es. grandi feste iniziatiche o agricole, celebrazioni misteriche in onore di divinità come Demetra, Dioniso, Bacco, Orfeo, ecc.), consistente in una manifestazione di carattere tumultuoso, i cui partecipanti, sottraendosi temporaneamente alle norme che regolavano il comportamento consueto della comunità, si abbandonavano a un’esplosione senza freno della vita sessuale.
L’orgia in quanto infrazione delle norme è presente in tutte le tradizioni popolari e persiste in varie forme anche nel moderno Carnevale.
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Cosa si intende, in senso moderno, per orgia?
Per orgia si intende una riunione di persone che si comportano senza alcuna inibizione, specialmente per quanto riguarda l’aspetto sessuale e, in particolare, per la pratica dell’amore di gruppo.
Per estensione questa parola può essere usata nel senso di baldoria sfrenata e rumorosa, durante la quale ci si abbandona a eccessi e stravizi, o anche per intendere una quantità eccezionale, straordinaria di qualcosa, che eccita e sconvolge (Esempio: un’orgia di luci, di suoni, di colori).
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Le orge nell’antico Egitto
L’antico libro egizio della mucca celeste contiene il mito della distruzione dell’umanità. Contrariato dalla crescente ribellione dell’umanità, l’anziano dio del Sole Ra manda sua figlia Hathor a vendicarsi. Hathor prende la forma della leonessa assetata di sangue Sekhmet e si scatena su e giù per la valle del Nilo, uccidendo ogni uomo, donna e bambino che incontra.
Vedendo l’umanità in via di estinzione, Ra ne ebbe pietà e inondò i campi con una birra tinta di rosso con l’ocra. Scambiando la birra per il sangue, Sekhmet bevve fino a ubriacarsi e si addormentò, per risorgere nella forma benigna di Hathor, la dea della gioia, dell’amore e della fertilità.
Per commemorare questo evento, gli antichi egizi tenevano delle feste nel periodo di metà agosto, quando il Nilo si gonfia. I festaioli bevevano fino al punto di svenire, per essere svegliati dal rumore dei tamburi, a simboleggiare la trasformazione di Sekhmet in Hathor. I festeggiamenti avevano un’importante dimensione religiosa e in genere si svolgevano nei templi e nei santuari. Essi includevano anche danze e sesso di gruppo, per propiziare la fertilità.
L’orgia greca
L’orgia nell’antica Grecia riguardava i riti misterici dei culti Dionisiaci e del Culto di Cibele, che miravano soprattutto all’unione estatica con il divino.
Dioniso che, come Gesù, morì e rinacque, era il dio del vino, della rigenerazione, della fertilità, del teatro e dell’estasi religiosa: veniva celebrato con grande fervore nel periodo dell’equinozio di primavera. La processione iniziava al tramonto, guidata da tedofori e seguita da portatori di vino e frutta, musicisti e una folla di festaioli che indossavano maschere (e poco altro).
Chiudeva la sfilata un fallo gigante che rappresentava la risurrezione del dio nato due volte. Le persone ballavano, cantavano e invocavano il dio, dando origine a una prima forma di teatro e commedia. Arrivata nel bosco, la folla dionisiaca si scatenava nel bere, ballare e fare sesso.
Gli animali, che rappresentavano il dio, vengono braccati, fatti a pezzi a mani nude e consumati crudi con il sangue ancora caldo e gocciolante. L’impulso “dionisiaco” all’irrazionalità e al caos può essere inteso come una inversione e liberazione rispetto all’abituale ordine “apollineo” e alla moderazione imposta dallo stato e dalla religione di stato.
Permettendo il culto dionisiaco in riti speciali, in giorni speciali, l’orgia veniva tenuta sotto controllo, impedendole di affiorare in modi più insidiosi e socialmente pericolosi. Oltre a ciò, veniva trasformata in una celebrazione vivificante e liberatoria, oltre che in quella profondamente religiosa della forza vitale.
L’orgia permetteva alle persone di estraniarsi dai consueti ruoli sociali e di regredire a comportamenti più primitivi, ma anche più autentici, che gli psicologi moderni hanno associato al concetto di Es freudiano. In questi riti si mettevano da parte le gerarchie: padroni e schiavi, patrizi e poveri, cittadini e stranieri si divertivano insieme.
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Orge a Roma
Il culto dionisiaco si diffuse a Roma attraverso le colonie greche dell’Italia del sud. Nel 186 AC, il Senato romano lo limitò severamente attraverso il Senatus Consultum de Bacchanalibus (“decreto senatoriale sui baccanali”).
Il baccanale continuò a persistere, specialmente nell’Italia meridionale, ma a poco a poco si piegò nella molto più addomesticata Liberalia in onore di Liber Pater (“Padre libero”, il dio italico della fecondità, del vino e dei vizi), che tanto somigliava a Bacco / Dioniso e che finì col confondersi con lui.
Come il culto dionisiaco, la Liberalia presentava un fallo gigantesco, trasportato attraverso le campagne per fertilizzare la terra e salvaguardare i raccolti, dopo di che una virtuosa matrona metteva una corona sopra il fallo.
Man mano che il cristianesimo prendeva piede, le festività dei Saturnali e Baccanali furono considerate con sempre maggiore disapprovazione e l’orgia latina arrivò a significare qualcosa di depravato.
Il regno del IV secolo di Costanzo II segnò l’inizio della persecuzione formale del paganesimo da parte dell’Impero romano cristiano. Ma l’orgia della fertilità della primavera è sopravvissuta attraverso i secoli, anche se in forme attenuate.
Alla fine, incapace di sopprimerla, la Chiesa ha integrato nel suo calendario la festa del Carnevale che, ancora oggi, comporta un’inversione delle norme e dei ruoli sociali, la licenziosità e i banchetti in vista delle privazioni della Quaresima.
Le celebrazioni del Primo Maggio in Europa e Nord America risalgono alle origini della Floralia romana e alle corrispondenti tradizioni celtiche. Nel Medioevo, la gente ballava intorno al gigantesco simbolo fallico del palo di maggio prima di scendere nei campi o nei boschi per il sesso libero, presumibilmente per fertilizzare la terra.
Dr. Walter La Gatta
Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
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L’Orgia (Baccanale), di Pavel Svedomsky
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