Storia della danza del ventre

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Storia della danza del ventre

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Cosa si intende per danza del ventre?

La Danza del ventre, detta anche danza araba o danza orientale, è una danza che ha avuto origine in Egitto e che si è evoluta assumendo forme diverse, a seconda delle zone geografiche, sia per quanto riguarda lo stile, sia per quanto riguarda i costumi.  Il termine “danza del ventre” è una traduzione del termine francese “danse du ventre”, che è stato utilizzato per definire questa danza in epoca napoleonica. In arabo, la danza è conosciuta come Raqs Sharqi (“Danza dell’Est”) o Raqs Baladi in arabo egiziano (“Danza Tradizionale”).

In che cosa consiste?

La danza del ventre è principalmente una danza guidata dal busto, con un’enfasi sulle articolazioni dei fianchi.  A differenza di molte forme di danza nel mondo occidentale, l’attenzione si concentra sui muscoli della pancia, piuttosto che sui movimenti degli arti. I movimenti sono rotatori e sinuosi, in cui il corpo è in continuo movimento. Queste tecniche richiedono un grande controllo dei muscoli addominali.

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Quali sono i movimenti tipici?

I movimenti tipici comprendono le figure orizzontali e verticali a forma di 8,  cerchi orizzontali o inclinati  fatti con le anche e ondulazioni dei fianchi e dell’addome. Queste forme di base possono essere variate, combinate e abbellite per creare un’infinita varietà di movimenti. Le braccia sono utilizzate per incorniciare e accentuare i movimenti dei fianchi.

Da quando esiste questa danza?

Si ritiene che la danza del ventre abbia avuto una lunga storia in Medio Oriente, ma non vi sono prove sicure sulle sue origini.  Diverse fonti greche e romane, tra cui Giovenale e Marziale, descrivono ballerini dall’Asia minore e dalla Spagna che usavano movimenti ondulati, suonando le nacchere e buttandosi a terra con “cosce tremanti”, descrizioni che possono essere indicative dei movimenti della danza del ventre.

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Come viene considerata oggi questa danza in Medio Oriente?

Nell’era moderna, artisti professionisti (inclusi ballerini, cantanti e attori) della danza del ventre non sono considerati rispettabili in Medio Oriente,
e vi è una forte stigmatizzazione sociale, in particolare per le interpreti femminili, poiché espongono i loro corpi in pubblico. Nel 1940,  si contavano in Egitto circa 5.000 danzatrici del ventre professioniste, oggi ne sono rimaste poche decine e questa antica arte è ormai entrata nella piena decadenza, per ragioni che riguardano sia le richieste dei turisti sia la rinascita dell’ideale religioso islamico.

Quali sono le caratteristiche locali?

In Turchia – La danza del ventre turca è indicata in Turchia come “Oryantal”. Lo stile turco della danza del ventre è vivace e giocoso, con una maggiore proiezione di energia verso l’esterno rispetto allo stile egiziano, che è più contenuto. I ballerini turchi sono noti per il loro stile energico, atletico (anche ginnico) e per il loro uso abile di piatti per le dita, noto anche come zilli. Gli intenditori della danza turca spesso dicono che un ballerino che non sa suonare gli zilli non è un ballerino compiuto. La danza sul pavimento, che è stata bandita in Egitto dalla metà del 20 ° secolo, è ancora una parte importante della danza del ventre turca. Molti ballerini e musicisti professionisti in Turchia sono di origine Rom.

In Libano – La danza del ventre in stile libanese si colloca tra gli stili egiziano e turco. La danza libanese riprende la classica danza orientale, ma ha anche  un tocco grintoso e moderno.

In Spagna – Si pensa che danzatrici del ventre siano arrivate in Spagna dal Libano al tempo dei Fenici (dall’XI secolo AC al V secolo AC). Quando la famiglia araba degli Omayyadi arrivò in Spagna, furono mandati diversi cantanti e danzatori baschi a Damasco e in Egitto per imparare lo stile mediorientale. Questi ballerini vennero conosciuti come ballerini di Al Andalus. Si è teorizzato che la fusione dello stile Al-Andalus con le danze degli zingari abbia portato alla creazione del flamenco.

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Perché oggi questa danza è in decadenza?

Il Cairo è, nel mondo arabo, la capitale della vita notturna, ed infatti è lì che una volta c’era la maggiore concentrazione di danzatrici. Oggi, anche in questa città, le donne che scelgono di dedicarsi alla danza orientale vengono sempre meno tollerate, tanto che lo stesso termine ra’assa (danzatrice) è divenuto sinonimo di “prostituta”, così come  “figlio di una danzatrice” è uno dei peggiori insulti che un arabo possa oggi ricevere.

Un’altra influenza negativa si è rivelata quella di Hollywood: l’industria cinematografica americana si è appropriata di questa danza e l’ha copiosamente rappresentata nei film. Per ragioni di botteghino ha però imposto che le danzatrici fossero molto sexy: l’antico costume tradizionale con calzoni e bolero si è dunque sempre più ridotto fino a diventare un “due pezzi” adornato con pendagli, frange e paillettes. Con questi accessori i movimenti del bacino vengono esasperati (e gli spettatori hanno mostrato di gradire).

In Egitto, in periferia, negli ambienti meno ricchi ed evoluti, le danzatrici del ventre hanno un look sempre più appariscente, un trucco sempre più pesante e volgare, simile a quello delle prostitute. Sotto la pressione degli ambienti fondamentalisti, in alcune zone alle danzatrici è stato proibito di mostrare la pancia, che infatti tengono discretamente nascosta dietro un velo. Solo le danzatrici più famose non si attengono al divieto, anche se questo comporta pesanti multe da pagare alla “polizia morale”.

Va detto tuttavia che anche in passato la danza del ventre aveva conosciuto momenti di involuzione: tra il 1834 e il 1849 le danzatrici (ghawazee) erano state bandite dalla città del Cairo perché si riteneva che le loro esibizioni esponessero troppo le donne. Per un certo periodo, alle donne furono preferiti danzatori maschi, che si esibivano in caftano.

Giuliana Proietti

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