Il gioco e i bambini
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Il gioco per i bambini è essenziale, almeno quanto lo sono il cibo e il sonno. Esso rappresenta non solo un momento di svago e divertimento, ma anche un importante strumento per la crescita cognitiva, emotiva e sociale. Attraverso il gioco, i bambini esplorano il mondo, sperimentano ruoli sociali, sviluppano competenze e costruiscono il loro senso di identità. Vediamo allora di saperne di più.
Perché il gioco stimola lo sviluppo cognitivo dei bambini?
Il gioco stimola lo sviluppo cognitivo nei bambini perché, attraverso attività che coinvolgono la risoluzione dei problemi, la creatività e l’uso del pensiero astratto, il gioco permette ai bambini di assimilare e accomodare nuove informazioni (come sosteneva Piaget), facilitando la transizione tra i diversi stadi dello sviluppo cognitivo.
Ad esempio, durante il gioco simbolico (es. “questa molletta è una macchina”), i bambini utilizzano oggetti e situazioni in modo immaginativo, sviluppando la capacità di rappresentazione mentale e migliorando le loro abilità linguistiche e narrative.
Inoltre, quando un bambino finge di essere qualcun altro, egli, attraverso il gioco, riesce meglio a comprendere i diversi modi in cui le persone si comportano quando sono insieme, impara ad indentificarsi con alcune figure del mondo degli adulti, migliorando la sua comprensione della realtà e la sua capacità empatica.
Perché il gioco stimola lo sviluppo emotivo?
Perché attraverso il gioco di finzione, i bambini possono esplorare sentimenti complessi come la paura, la rabbia, la gioia e la tristezza, sviluppando competenze di regolazione emotiva. Lev Vygotsky ha sottolineato come il gioco favorisca la comprensione delle emozioni proprie e altrui, promuovendo l’empatia e la competenza sociale. Inoltre, il gioco fornisce un mezzo per elaborare esperienze stressanti o traumatiche, permettendo ai bambini di acquisire una maggiore resilienza emotiva.
Il gioco consente di dominare la realtà, invece che esserne dominati. Alcune tecniche di gioco sono particolarmente in grado di allontanare da sé la paura più grande dei bambini: quella di essere abbandonati.
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta
Quale gioco, in particolare, serve per dominare la paura dell’abbandono?
E’ il gioco del cucù (nascondersi e poi ricomparire dicendo cucù e sue varianti): esso consente al bambino di rivivere in un contesto sicuro la situazione di scomparsa/ricomparsa delle persone e di esercitare sulla propria ansia quel controllo che non gli è invece consentito nelle situazioni reali, ad esempio quando i genitori escono per andare a lavorare o lo mettono a letto la sera. Un’altra tecnica di gioco consiste nel lanciare lontano i giocattoli e poi andarli a riprendere o farseli riportare da altri: in questo modo il bambino si allena a tenere a bada l’ansia che prova quando vede le persone care allontanarsi.
Perché il gioco è veicolo di socializzazione?
Perché il gioco facilita lo sviluppo delle competenze sociali, essenziali per la costruzione di relazioni positive con gli altri. Attraverso il gioco di gruppo, i bambini apprendono importanti abilità sociali come la condivisione, la cooperazione, la negoziazione e la risoluzione dei conflitti. Il gioco permette loro di sperimentare ruoli diversi e comprendere le dinamiche di gruppo, promuovendo la loro capacità di interazione sociale. Erik Erikson ha evidenziato come il gioco sia cruciale per lo sviluppo del senso di iniziativa e competenza nei bambini, contribuendo alla costruzione della loro autostima e fiducia in se stessi.
Il gioco rappresenta anche uno strumento culturale per il bambino?
Si, non se ne parla spesso, ma il gioco permette ai bambini di iniziare il loro percorso di formazione culturale già ben prima dell’obbligo scolastico. Giocando essi imparano nuovi suoni, nuovi vocaboli, da soli o con gli amici, ed esercitano la loro capacità immaginativa attraverso la narrazione di storie. Con il gioco il bambino impara ad esprimersi, a comunicare, a fare delle scelte.
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La fuga nella fantasia può essere pericolosa?
La fuga nella fantasia e la chiusura in se stessi, possono essere effettivamente pericolose, in quanto determinano l’isolamento dal contesto sociale. Giocando con gli altri invece, il bambino impara a collaborare, a rispettare delle regole.
I giochi da tavolo: quali sono le loro caratteristiche?
Il gioco dell’oca è uno dei primi giochi da tavolo che apprendono i bambini: si tratta di un gioco collettivo molto semplice, ma che richiede la capacità di contare, di saper aspettare il proprio turno, di muoversi solo nei limiti stabiliti dal tiro dei dadi.
La Dama o il Monopoli sono giochi più complessi, che richiedono di scegliere fra varie tattiche possibili, tenendo però sempre in conto la strategia dell’avversario. Questi giochi richiedono capacità di prestare attenzione, di concentrarsi sui giochi dell’avversario, controllare i propri atteggiamenti, fare delle scelte. Senza queste capacità non è possibile collaborare, portare a termine un compito, attendere di vedere i risultati, perseverare nonostante gli insuccessi. Tutte queste abilità vengono apprese in questo tipo di giochi, in modo divertente.
Il gioco del nascondino: perché piace a tutti i bambini?
Il bambino che gioca a nascondino affronta nel gioco questioni di vitale importanza: è pericoloso allontanarsi da casa? Riuscirò a tornare a casa da vincitore se adesso me ne allontano? Riuscirò a stare solo con me stesso, senza farmi trovare?
Giochi di squadra/Sport
Nei giochi di squadra il senso del gioco è tutto nell’attacco e nella difesa, cioè difendere il proprio campo dagli avversari e invadere il campo altrui, grazie al gioco di squadra e al rispetto delle regole. Lo sport completa l’opera che il gioco ha iniziato e diventa educativo perché si fa mezzo determinante per la formazione fisica e della personalità.
L’apprendimento di un gioco competitivo o di uno sport è infatti una educazione allo sforzo, alla capacità di tensione morale verso un obiettivo, il che contribuisce all’acquisizione di una maggiore sicurezza di sé, anche in seguito ai rinforzi ottenuti dalla conquista del risultato.
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Videogiochi: fanno bene o fanno male?
Per un sano sviluppo generale, è necessario che il bambino possa esprimersi anche a livello corporeo. Tuttavia, i giochi virtuali possono favorire l’apprendimento, le capacità di concentrazione, di analisi e di giudizio: l’importante è giocare insieme ad altri bambini e, soprattutto, limitare il gioco a 1-2 ore al giorno, in vari momenti della giornata.
Cosa devono fare i genitori per favorire l’ambiente di gioco?
Data l’importanza del gioco nello sviluppo infantile, è fondamentale che genitori ed educatori creino ambienti ricchi di opportunità di gioco. È essenziale fornire ai bambini spazi sicuri e stimolanti dove possano esplorare liberamente, offrendo una varietà di materiali e attività che favoriscano il gioco creativo e simbolico.
Inoltre, è importante riconoscere e valorizzare il gioco come parte integrante del curriculum educativo, integrando attività ludiche che promuovano l’apprendimento e lo sviluppo olistico del bambino.
Dr. Walter La Gatta
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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