Gli alcolici pubblicizzati nei testi delle canzoni rap e R & B

In uno studio pubblicato oggi online sulla rivista internazionale Addiction, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh sostengono che la maggior parte degli adolescenti degli Stati Uniti sia particolarmente esposta alla pubblicità degli alcolici nella musica popolare. (Di conseguenza, la cosa ha una certa rilevanza anche da noi…)

Infatti, nelle canzoni che amano i giovani, vi sono continui riferimenti a marche di alcolici. Esse sono più comuni nel rap, nel Rithm & Blues, e nelle canzoni hip hop, e sono comunemente associate con uno stile di vita lussuoso, caratterizzato da attività sessuali trasgressive, ricchezza, feste, violenza e uso di farmaci.

Nella loro analisi di 793 canzoni popolari nel mercato giovanile, tra il 2005 e il 2007, i ricercatori hanno rilevato che circa il 25% delle canzoni che menzionano alcolici, citano anche una specifica marca. Ciò rappresenta circa 3,4 citazioni all’ora della marca di un alcolico. Considerando che l’adolescente medio è esposto a circa 2,5 ore di musica popolare al giorno, l’esposizione annuale dei giovani alla pubblicità di alcoolici nella musica popolare appare significativa. Queste citazioni sono in genere considerate più positive che negative (41,5% vs 17,1%). Esse infatti vengono comunemente associate a ricchezza (63,4%), sesso (58,5%), oggetti di lusso (51,2%), feste (48,8%), altri farmaci (43,9%) e veicoli (39,0%).

I ricercatori fanno notare che non si tratta altro che di pubblicità delle marche di alcolici nei testi delle canzoni, il che potrebbe contribuire all’inizio precoce e al consolidarsi dell’uso di sostanze tra gli adolescenti. I marchi trovati nei testi musicali sono Patron Tequila, Grey Goose Vodka, e Hennessey Cognac e non a caso queste sono le marche preferite dai bevitori minorenni, soprattutto dalle ragazze.

Gli autori suggeriscono che il livello relativamente alto delle citazioni di alcoolici nella musica popolare può essere una conseguenza del rafforzamento dei legami tra industrie dell’alcool e industrie della musica. Alcune aziende di alcol sono formalmente entrate nel settore musicale, come Seagram, in Universal e Polygram, tra il 1995 e il 2001. I singoli artisti, in particolare quelli del rap e delle comunità hip hop, hanno iniziato perfino a mettere sul mercato dei loro prodotti, come Lil’ Jon (Little Jonathan Wineries, 2008), Ludacris (Conjure Vodka, 2009), Jay-Z (Armadale Vodka, 2002), Snoop Dogg (Landy Cognac, 2008), TI (Remy Martin Cognac, 2010) e Sean “P. Diddy” Combs (Ciroc Vodka, 2001).

Secondo gli autori, sembra che i riferimenti agli alcolici nei testi delle canzoni non siano richiesti e non siano pagati dalle aziende, come forme di pubblicità.

Tuttavia, il confine tra pubblicità a pagamento e semplici citazioni di un marchio sono difficili da distinguere perché le aziende pubblicitarie hanno iniziato a premiare gli artisti per i loro prodotti con effetto retroattivo, attraverso sponsorizzazioni delle canzoni che contengono il nome del loro prodotto e che diventano popolari. Per esempio, quando la canzone di Busta Rhymes e P. Diddy “Pass the Courvoisier” è stata pubblicata nel 2002, le vendite del cognac sono salite del 18,9% e la capogruppo di Courvoisier, Francia Allied Domecq, ha in seguito raggiunto un redditizio accordo promozionale con Violator, che gestisce il gruppo Busta e P. Diddy.

Le Associazioni dei fabbricanti di alcolici, come il Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS) hanno sviluppato codici di autoregolamentazione che mettono al bando le pratiche di marketing inappropriate, con delle linea guida che vietano azioni di marketing per il pubblico al di sotto dell’età consentita per bere alcolici. Tuttavia, poiché la musica rap è popolare tra gli studenti delle scuole superiori, gli autori dello studio ritengono che queste campagne pubblicitarie che si concentrano sugli artisti rap non si attengano all’autoregolamentazione dell’industria delle bevande alcoliche per evitare la pubblicità di alcolici ai bevitori minorenni.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte:

Study of US popular music links luxury alcohol brands with degrading sex, Eurekalert

Immagine:

Mike Fischer, Flickr

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