La rabbia verso Dio

Julie Exline, psicologa presso la Case Western Reserve University ha condotto uno studio sul rapporto che molte persone hanno con Dio. In molti casi si tratta infatti di una vera e propria relazione, simile a quella che si ha con il proprio partner, con i figli o con gli amici. Exline e colleghi hanno scoperto che essere assertivi, esprimere cioè con sincerità ciò che si pensa, anche nei confronti di Dio, ha l’effetto in genere di rafforzare il legame percepito con Dio e la propria fede. (Si pensi alle imprecazioni che i napoletani inviano a San Gennaro…)

Su Psychology of Religion and Spirituality attraverso l’articolo “Anger, Exit and Assertion: Do People See Protest toward God as Morally Acceptable?” i ricercatori analizzano la protesta dei credenti contro il volere di Dio: come si esprime e quanto viene ritenuta moralmente accettabile.

Utilizzando indagini condotte su Internet, la ricerca si è focalizzata su due gruppi: 358 laureati presso un’università di ricerca e 471 partecipanti provenienti da un ampio gruppo di adulti. Anche se erano rappresentate una grande varietà di fedi, l’analisi si è concentrata solo sulle persone realmente credenti.

I ricercatori hanno scoperto che se una persona vede Dio come crudele, la protesta nei suoi confronti è sentita come maggiormente accettabile. “Se Dio appare a queste persone come un tiranno, protestare nei suoi confronti potrebbe essere visto come un atto di coraggio o addirittura di eroismo”, dice la Exline.

Se invece le persone vedono Dio come una figura autorevole, gentile e amorevole, allora la protesta nei suoi confronti sembra meno accettabile. “In questo caso, la protesta potrebbe apparire irrispettosa nei confronti di un capo buono e giusto”, dice la ricercatrice.

Gli studiosi hanno scoperto che molti credenti pensano che sia moralmente giusto essere assertivi nei confronti di Dio, fargli delle domande, lamentarsi per quanto accade, mentre esprimere una vera e propria rabbia nei suoi confronti viene spesso ritenuto inaccettabile. E’ un po’ come nei rapporti umani: spesso si litiga, si esprimono lamentele, motivi di disaccordo, ma urlare ed offendere è un’altra cosa.

Quanto alle persone che sentono di provare rabbia contro Dio, esse esternano ad altri questo sentimento solo se pensano di essere realmente comprese; al contrario, se ritengono che rivelare i propri sentimenti nei confronti di Dio potrebbe essere giudicato negativamente dagli altri, esse tengono per sé la propria rabbia e non ne parlano. Piuttosto, si allontanano dalla religione e cominciano ad usare droga e alcol per far fronte ai propri problemi.

In conclusione, indipendentemente da come si giudichi la rabbia che qualcuno prova nei confronti di Dio, è importante rispondere in un modo che aiuti l’altro a  sentirsi sostenuto, piuttosto che giudicato.

Dr. Giuliana Proietti

Nota: Se parlate inglese e avete più di 18 anni potete partecipare a uno studio web in corso su questi temi: .
Fonte:

Dare you protest against God? Perspectives from a CWRU psychology study, Eurekalert

Immagine:

Michelangelo, Cappella Sistina, Wikimedia

I Social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *