Esther Freud, la scrittrice

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Inquadriamo bene il personaggio: figlia del pittore Lucian Freud e di Bernadine Coverley;

Lucian Freud era a sua volta figlio dell’architetto Ernst Freud e di Lucy Brasch;

Ernst Freud era figlio di Sigmund Freud e  Martha Bernays. Stiamo parlando di Esther Freud, cioè della pronipote di Sigmund Freud. Esther Freud è una scrittrice.

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Nonostante queste illustri parentele, la Freud si dice felice di aver vissuto nella campagna inglese , un ambiente protetto in cui il suo cognome non le ha provocato alcuna attenzione particolare.

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I Freud in Inghilterra sono ormai molti (ricordiamo che l’ultima casa di Sigmund Freud fu a Londra, dove emigrò per sfuggire alle persecuzioni naziste). Quando però la scrittrice britannica mise piede in Francia per la prima volta,  l’ufficiale che le controllava il passaporto le disse: “Freud? Sigmund?” In Inghilterra non le era mai successo.

In famiglia pare si parlasse poco del fondatore della psicoanalisi: né lei né alcun membro della sua famiglia, dice la scrittrice, ha mai usato quel nome per fare affari: lo avrebbero vissuto come qualcosa di cui vergognarsi, dal momento che tutti in famiglia sono piuttosto “diffidenti” riguardo a quel nome.

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Per quanto riguarda la psicoanalisi, Esther non si dichiara particolarmente interessata. Ha letto, naturalmente, alcune opere dell’illustre bisnonno, ma né lei né alcun membro della sua famiglia si è mostrato interessato ad intraprendere la via della psicoanalisi. L’importante è diventare se stessi, trovare la propria strada, dice la Freud, la quale ha anche affermato di essere più interessata alla dimensione storica della sua famiglia, a  tutti i rami della genealogia familiare, piuttosto che alla dimensione psicoanalitica.

E’ soprattutto del padre Lucian che Esther ha avuto grande ammirazione: perché è riuscito a costruire la sua vita con le sue mani, è diventato un grande artista, ha fatto della propria immaginazione il proprio materiale di lavoro, si è reso indipendente. Quando la Freud faceva l’attrice, prima di diventare scrittrice, soffriva del dover dipendere da altri, fossero essi produttori o registi, e di dover aspettare il loro “sì” per avere diritto a lavorare.

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Il padre Lucian, seppure tanto amato, non è stato una figura presente nell’ infanzia della scrittrice britannica. Esther è infatti cresciuta, con la madre e la sorella Bella (che ora fa la stilista), in campagna e ha pochi ricordi di lui nella prima parte della sua vita.

All’età di sedici anni però si è trasferita a Londra e lì è nato il loro rapporto, che si è poi rafforzato ed è diventato importante. Lei spesso ha posato per il padre, perché era “l’unico modo per stare insieme a lui”. Era un uomo generoso, ricorda la Freud, e l’ha introdotta nella sua cerchia di amici, facendole conoscere luoghi e persone cui altrimenti non avrebbe mai potuto avere accesso.

Quando ha cominciato a scrivere, lei non ne parlava né col padre, né con nessun altro. Temeva il suo giudizio ed aveva una terribile paura di deluderlo. Quando gli dette il suo primo testo da leggere, era spaventata da morire. E invece lo scorbutico Lucian disse una frase che Esther non dimenticherà mai, che si ripete ancora e che ancora le dà la forza per continuare: “E’ anche meglio di Jean Rhys”  la scrittrice preferita di Esther Freud.

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Quando, alcuni anni più tardi, cominciò a scrivere Notti d’estate in Toscana (Love Falls) fu per onorare questo amato padre, per essergli vicina,  passare del tempo con lui, anche quando era sola al suo tavolo di lavoro. In quel periodo la Freud scoprì che il padre stava invecchiando: aveva 82 anni e il cambiamento fu, come spesso accade, brutale. Lei scriveva per essere con lui, per parlarci  il più possibile, ed anche per prepararsi alla sua scomparsa.

Il libro Love Falls racconta di un viaggio che un padre offre alla figlia adolescente che è praticamente una sconosciuta per lui, per ricostruire un po’ il legame tra di loro. Esther Freud parla della sua storia personale, ma nel libro vi è anche  “un intreccio tra il noto e l’ignoto, un terreno di andata e ritorno tra i due”.  Terminato il libro, la Freud si è detta felice di aver trascorso due anni a pensare ogni giorno a suo padre, recuperando così tutti gli anni persi della sua infanzia.

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Fonte:
Nom: Freud. Prénom: Esther. Profession: écrivain, Huffington Post


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