Il rapporto fra Sigmund Freud e Otto Rank
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Freud era in genere abbastanza aperto nel rivedere la sua teoria e le tecniche della psicoanalisi. Questa sua apertura mentale tuttavia non fu sempre marcata dalla ricettività nei confronti delle idee dei colleghi, come è evidente nel conflitto latente che si intuisce nella corrispondenza fra Sigmund Freud e Otto Rank (il libro The Letters of Sigmund Freud and Otto Rank: Inside Psychoanalysis comprende 250 lettere scritte tra il 1906 e il 1926: esso aggiunge elementi mancanti alla storia della psicoanalisi, ed illustra chiaramente i punti di forza, la complessità e la debolezza delle sue figure primarie).
Nella sua Prefazione si legge : “Le lettere raccontano come Rank, con il sostegno di Freud, si evolva da un discepolo reticente in una forza intellettuale e amministrativa della psicoanalisi. Colleghi molto vicini e sodali per venti anni, Freud e Rank prendono vita attraverso queste lettere, con il loro stretto e affettuoso rapporto, fino al punto di rottura: imprevisto, indesiderato, inevitabile”.
Rank riteneva infatti che l’organizzazione mentale cominciasse prima della nascita e che le influenze prenatali e postnatali date al bambino dalla madre durassero tutta la vita. Le sue idee sull’influenza materna erano in netto contrasto con la teoria del complesso edipico, che metteva al centro dello sviluppo la figura paterna (e non materna) e con l’idea di Freud circa l’azione terapeutica della psicoanalisi.
Rank elaborò, insieme a Ferenzi, la ‘terapia attiva’, basata sulla relazione precoce madre-bambino, in cui la ‘relazione qui e ora‘ è il punto cruciale della questione. Pur consapevoli dei problemi legati al transfert e al contro-transfert, Ferenczi e Rank cercarono di enfatizzare l’esperienza emotiva nella situazione analitica, piuttosto che quella della conoscenza intellettuale.
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Il loro punto di vista era chiaro: l’esperienza emotiva “… costituisce il fattore terapeutico essenziale nella cura”. Vale a dire, la relazione fra terapeuta e paziente è l’elemento di base della ‘trasformazione‘ e “il terapeuta efficace fornisce soprattutto un significativo legame umano, non un esercizio di ricostruzione storica, non importa quanto ingegnosamente formulato”.
Per Otto Rank inoltre, il lavoro psicoanalitico doveva volgere alla creazione della persona (la ‘vita è come un’opera d’arte soggettiva’) e vedeva nell’impegno terapeutico la possibilità di fare buon uso della propria vita, per permettere all’individuo di affrontare con efficacia l’ansia e il senso di colpa.
Certamente queste prese di posizione di Rank portarono molto malcontento nella cerchia dei seguaci, fra cui Ernest Jones.
A causa della rottura con Freud, il lavoro di Rank fu escluso dal corpus della psicoanalisi per decenni sebbene Havelock Ellis, nel 1923, avesse definito Otto Rank “ forse il più brillante e visionario dei giovani ricercatori che ancora sono a fianco al maestro”.
Da questo carteggio emerge come i due psicoanalisti abbiano lavorato per anni a stretto contatto, formulando strategie per l’espansione della comunità psicoanalitica, dirigendo la pubblicazione di nuove opere, e sostenendo nuovi aderenti al movimento, così come commiserando i molti detrattori.
Conferenza, Domenica 24 Maggio 2020 alle ore 18.30
LA PAURA NELLA STORIA E NELLA PSICOLOGIA UMANA
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Rank era una sorta di segretario generale della comunità psicoanalitica, con molte responsabilità, comprese quelle delle pubblicazioni e delle relazioni all’interno del gruppo. Nel loro conflitto finale tuttavia Freud non espresse mai tutta la rabbia e l’ostilità che fu invece dimostrata nei confronti di altri detrattori, come ad esempio Jung e Adler.
Dr. Giuliana Proietti
Fonti:
The Letters of Sigmund Freud and Otto Rank Ernest Becker Foundation
Review – The Letters of Sigmund Freud and Otto Rank
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE ROMA
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