Martin Luther King, l’uomo che aveva un sogno

Martin Luther King, l’uomo che aveva un sogno


Michael King, conosciuto più tardi con il nome di Martin Luther King, nacque ad Atlanta il 15 gennaio 1929, da famiglia di tradizione battista. Suo padre Michael Sr era pastore Battista e così suo nonno materno, tal Rev. Williams che riuscì a rendere la sua chiesa una delle più importanti ad Atlanta e si impegnò attivamente contro la segregazione razziale.

Dopo la morte del nonno, avvenuta nel 1931, fu il padre a raccoglierne l’eredità e nel 1934 King Sr., forse inspirato da una visita alla culla del protestantesimo in Germania, cambiò il suo nome e quello di suo figlio in Martin Luther King.[

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Malgrado l’ammirazione verso il padre, Martin Luther jr. fu inizialmente riluttante a seguirne le orme perché, come molti giovani, aveva avuto dubbi esistenziali-religiosi e cercava l’impegno più nel sociale, contro il razzismo praticato dai bianchi.

Durante gli studi compiuti nel collegio di Morehouse ebbe modo di conoscere le opere di Gandhi, le cui idee divennero il nucleo fondamentale della sua filosofia e capì inoltre che il Cristianesimo si adattava bene ad assurgere come forza per un cambiamento sociale.

Fu ordinato quindi pastore nel 1947 e per qualche anno approfondì gli studi teologici fino a che nel 1954 accettò la nomina presso una chiesa battista a Montgomery. Nel frattempo si era sposato con Coretta Scott, dalla quale ebbe quattro figli.

Fu a Montgomery che nel 1955 MLK guidò il boicottaggio dei mezzi pubblici per protestare contro l’arresto di Rosa Parks, una donna di colore rea di essersi rifiutata di cedere il proprio posto in autobus ad un passeggero bianco.

Nel corso della protesta, durata più di un anno, il nostro fu arrestato e minacciato più volte di morte, ma nel 1956 ottenne giustizia con la sentenza della Corte che dichiarava illegale la segregazione razziale sui trasporti pubblici.

Nel 1959 si recò in India, dove rimase un mese per approfondire le idee di Gandhi, deciso ad utilizzare il principio della persuasione non violenta quale principale strumento di protesta sociale.

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Rinunciò al suo incarico a Montgomery per ritornare ad Atlanta e fondare un movimento per i diritti civili che si oppose a quello più radicale fondato da Malcom X.

Nell’ottobre del 1960 il suo arresto durante una protesta studentesca diede un contributo alla campagna elettorale democratica in quanto il candidato John Kennedy intervenne per assicurare il suo rilascio dalla prigione e il gesto fu apprezzato da tutte le minoranze.

Nel 1963 MLK organizzò una marcia su Wasghinton cui parteciparono oltre 200.000 persone e dove pronunciò il famoso discorso passato alla storia con il nome di “I have a dream” (Ho un sogno).

Premio Nobel per la pace nel 1964, fu assassinato quattro anni dopo, il 4 aprile, da un razzista bianco, ma le circostanze della sua morte permangono ancora oscure.


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HO UN SOGNO…

“… E’ ovvio oggi che l’America è venuta meno alla promessa per quanto riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo obbligo sacro, l’America ha dato alla gente nera un assegno a vuoto, un assegno che è tornato indietro con il timbro ‘fondi insufficienti’. Però ci rifiutiamo di credere che la Banca della Giustizia sia fallita; ci rifiutiamo di credere che non ci siano fondi sufficienti nelle grandi casseforti dell’opportunità di questo paese. E allora siamo venuti a incassare questo assegno, l’assegno che ci darà a richiesta le ricchezze della libertà e la sicurezza della giustizia.

… però c’è qualcosa che io debbo dire alla mia gente, che sta sulla soglia che conduce al palazzo di giustizia. Nel processo di conquista del posto che ci spetta, non dobbiamo essere colpevoli di azioni inique, non cerchiamo di soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla tazza del rancore e dell’odio. … Per cui vi dico, amici miei che anche se affronteremo le difficoltà di oggi e di domani, io ho un sogno oggi. E un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si solleverà e vivrà nel vero significato del suo credo, che tutti gli uomini sono creati uguali. Io sogno che i miei quattro figli piccoli un giorno vivranno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per il contenuto della loro personalità.

Oggi ho un sogno! Che un giorno, là in Alabama , piccoli neri, bambini e bambine, potranno unire le loro mani con piccoli bianchi, bambini e bambine, come fratelli e sorelle.

Oggi ho un sogno! Lasciamo risuonare le campane della libertà da ogni villaggio e da ogni casale, da ogni stato e da ogni città e saremo capaci di anticipare il giorno in cui noi tutti figli di Dio,uomo Nero e uomo Bianco, Ebreo e Cristiano, Protestante e Cattolico, potremo unire le nostre mani e cantare le parole del vecchio spiritual Nero: liberi finalmente, liberi finalmente, grazie Dio Onnipotente, siamo finalmente liberi.”

Nel 1984 il gruppo pop più famoso degli anni ottanta e novanta, gli U2, dedicò due canzoni in un album a MLK : “E’ il 4 di aprile, presto di mattina uno sparo echeggia nel cielo di Memphis,alla fine si sono sbarazzati di te, ti han carpito la vita perché non erano riusciti a toglierti l’orgoglio” “Dormi, dormi stanotte, e possano i tuoi sogni divenire realtà”.

Lanfranco Bruzzesi

Imm. Wikimedia

 

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