Pure tra i gay mi sento solo – Consulenza on Line

Mi chiamo Francesco, ho 22 anni, sono testardo, lunatico, permaloso, sensibile, polemico, introverso ed estroverso allo stesso tempo (a seconda di chi ho davanti ), amante della musica oltre ogni limite…basterebbe solo questo per descrivere me…Ho sempre pensato che il mio antidepressivo fosse proprio la musica e deve averlo pensato pure mia madre (9 anni fa fui iscritto ad una scuola di danza,che tutt’ora frequento, e 4 anni fa fui esortato ad iscrivermi ad una scuola di canto che ancora adesso frequento.) Mi basta cantare e ballare per allontanare dalla mia mente problemi che mi affliggono.Un tempo ero molto solare, molto sicuro di me stesso, un’ po’ menefreghista e soprattutto sereno…l’esatto contrario di adesso.S ono gay, e per molti anni questo ha lasciato spazio ad autoanalisi a volte estenuanti…non riuscivo a capire perché (allora 13 enne) io e mio cugino (lui piu’ grande di 4 anni) spesso ci ritrovavamo sotto le coperte con atteggiamenti intimi che dopo mi incutevano senso di colpa e di sporco…non ricordo la mia prima volta (sono sicuro sia stata con lui), non ricordo come possa essere iniziata, non ricordo le mie sensazioni…non ricordo niente, è come se l’avessi cancellata.. e spesso sentire parlare amici della loro prima volta mi fa male…perche’ io non la ricordo.Quello di cui sono certo è che questo pseudo-rapporto sessuale tra me e mio cugino è stato l’ inizio della mia infelicità…mi sono sentito per molto tempo sbagliato, sporco e reduce da questo genere di sensazioni ho trovato rifugio nell’anoressia e poi nella bulimia (che ho da solo sconfitto o quasi)…La mia omosessualità è stata per molto tempo una cosa da tenere nascosta, una sorta di segreto…e per mantenere ancor piu’ questo segreto ho iniziato a recitare ruoli lontani anni luce da me.. ero diventato la persona perfetta,tutto cio’ che dicevo era calcolato, non mi esponevo piu’ di tanto per evitare i problemi, insomma un automa…e se nella realtà tutto sembrava facile (nonostante la scuola fosse un inferno) all’interno delle mura domestiche diventava dilaniante, sofferente, triste (recitavo pure con i miei genitori). All’eta’ di 18 anni ho deciso di lottare per essere felice, o meglio di provare ad essere felice, ho detto ai miei genitori di essere gay, e dopo varie e plausibili tragedie (i miei genitori in quei 5 minuti di realizzazione hanno fatto morire il proprio figlio per farlo resuscitare qualche mese dopo) adesso i miei accettano in todo quello che sono come è giusto che sia.Ho avuto varie storie che oltre a non lasciare niente sono state un’ inutile perdita di tempo sia per me che per i miei compagni.. avevo cosi’ deciso di concedermi una pausa… adesso eccomi qui nell’arco di un mese sono uscito da due storie devastanti (il primo mi ha praticamente fatto cattiva pubblicità in giro ed il secondo dopo settimane di corteggiamento avuta la nottata di sesso mi ha sbattuto la porta in faccia dicendomi di aver ottenuto quello che voleva), adesso mi frequento con un ragazzo che non riesco a capire…insomma piu’ passa il tempo e piu’ mi accorgo che la felicità che cercavo di raggiungere tanto non mi sembra piu’ di trovarla, non mi sembra piu’ di volerla trovare…sono profondamente infelice e lo sono da tutta una vita.Ascolto gli altri parlare d’amore e mi eclisso perche’ ho 22 anni e l’amore sembra non voler trovare la mia porta, vedo gli altri che vivono un sereno e felice rapporto di coppia ed io incontro persone sbagliate… nemmeno la musica riesce ormai a farmi volare…mi sento bloccato in una realtà che non voglio piu’vivere, che mi ha stancato, mi sento ormai “un pesce fuor d’acqua” pure tra i gay, mi sento solo…

Gentile Francesco,

Credo che la sua lettera sia stata scritta in un momento di malinconia e mi auguro che adesso le cose vadano un po’ meglio. Non sembra infatti che lei soffra di depressione, perché vi sono molti riferimenti nella sua lettera, a situazioni e cose che sembrano tutt’ora interessarla e gratificarla. Sicuramente l’esperienza con suo cugino è stata traumatica, ma da come racconta, sembra più per questioni che hanno a che fare con la parentela (rapporto pseudo-incestuoso) piuttosto che per il rapporto omosessuale in sé che, mi sembra, abbia poi continuato a praticare senza provare particolari sensi di colpa. La sua lettera, in questo periodo in cui si parla tanto di omosessualità e DICO, dimostra quanto siano ‘normali’ i rapporti omosessuali, nei quali possiamo ritrovare i sospiri, le ansie, le felicità e le infelicità che caratterizzano qualsiasi rapporto d’amore.
E quando l’amore non c’è si soffre e si sta male, tra gli etero quanto fra i gay.
Cerchi dunque di ritrovare un po’ di ottimismo, perché sicuramente prima o poi anche lei troverà una persona adatta, con la quale costruire un bel rapporto: questo sarà più facile se lei sarà aperto e positivo nei confronti degli altri.
Quanto ai sensi di colpa e alle amnesie che riguardano la sua ‘prima volta’, potrebbe essere un’idea quella di parlarne con uno psicoterapeuta, che la aiuti a rielaborare il suo vissuto, per ritrovare un più stabile equilibrio e rinforzare la sua autostima.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Immagine : Artbabyart

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