La Timidezza

Timidezza: definizione

La timidezza è la tendenza a sentirsi goffi, preoccupati o tesi quando si è in relazione con altre persone, specialmente quando si tratta di persone non familiari.

Sintomi

I timidi possono avvertire sintomi fisici come rossore al viso, sudore, palpitazioni o mal di stomaco; sentimenti negativi su se stessi,  timore di essere criticati e tendenza a ritirarsi dalle interazioni sociali.

Frequenza

La timidezza fa parte della natura umana e non è una malattia: la maggior parte delle persone infatti  ha sperimentato la timidezza in un momento della sua vita, o la prova in determinate circostanze, almeno occasionalmente.

Quando la timidezza diventa una patologia

In alcune persone la timidezza si presenta in modo così intenso e doloroso, che può diventare un ostacolo all’interazione con gli altri, fino a diventare una vera e propria patologia: la fobia sociale.

Evitamento sociale

Il timido può decidere volontariamente di evitare gli incontri sociali, per evitare di sentirsi a disagio. A differenza degli introversi tuttavia, i timidi desidererebbero stare insieme ad altre persone e frequentare le varie situazioni sociali, solo che le inibizioni e i sensi di inferiorità alla fine prevalgono e i comportamenti tipici possono essere i seguenti:

  • Evitamento delle situazioni sociali;
  • Annullamento degli eventi sociali all’ultimo momento;
  • Ridotto numero di amicizie;
  • Tendenza alla passività e al pessimismo;
  • Eccessivo uso dei media per evitare la relazione uno a uno.

Cause della timidezza

  • Caratteristiche biologiche;
  • Eventi di vista stressanti e traumi infantili;
  • Bullismo;
  • Esperienze di intensa vergogna e stress dovuti a bruschi cambiamenti o interazioni familiari caotiche o trascuratezza;
  • Frequenti critiche da parte dei genitori;
  • Ambiente scolastico altamente competitivo, critico o ostile;
  • Eccessiva protezione da parte dei genitori.

Vita di relazione della persona timida

E’ normale che il bambino, all’inizio della sua vita psicologica, si senta goffo ed inadeguato nelle varie situazioni che gli si presentano, dal momento che non ha avuto ancora l’opportunità di imparare dall’esperienza, e quindi si basa solo sui propri istinti.

Questo primordiale senso di inferiorità viene superato se si delineano almeno tre condizioni positive:

  • sano raggiungimento della maturazione psico-fisica ed affettiva;
  • conquista di un buon livello di autonomia;
  • consapevolezza delle proprie possibilità.

Queste tre condizioni in genere si presentano alla fine del periodo adolescenziale, ma sono molte le persone che, avendo vissuto delle esperienze particolarmente negative, non riescono a raggiungere mai un sano senso del proprio valore, per cui continuano a sentirsi insicuri ed inferiori agli altri per tutta la vita.

La vita di relazione del timido è in genere molto povera, dal momento che qualsiasi situazione esterna che lo ponga al centro dell’attenzione è accuratamente evitata. In famiglia e negli altri ambienti protetti invece, dove si sente al sicuro, il timido può, per compensazione, attuare dei comportamenti autoritari e prepotenti, impoverendo così anche la qualità delle relazioni familiari.

Tipici comportamenti del timido nelle relazioni sociali:

Le reazioni del timido al suo disagio nelle relazioni sociali possono essere di due tipi:

  • Sottomissione: il timido si sente sempre inadeguato, inferiore agli altri, ha desiderio di diventare invisibile;
  • Aggressività:  tendenza a mettersi continuamente al centro dell’attenzione, atteggiamento provocatorio.

Suggerimenti per superare la timidezza:

  • Sforzarsi (ed in un certo senso ‘sfidarsi’) ad affrontare gradualmente le situazioni e le persone più temute, in modo da raggiungere dei risultati chiari, soprattutto a se stessi;
  • Concentrarsi unicamente sul proprio presente, fare dei progetti, cercare di raggiungere sempre nuovi traguardi ed evitare accuratamente di rivolgere la propria attenzione unicamente al passato, specie se questo è negativo;
  • Non dare troppo peso agli insuccessi subiti, ma cercare di imparare da essi per preparare nuovi obiettivi;
    Imparare a ridere di se stessi;
  • Prepararsi adeguatamente ogni volta che si deve affrontare una situazione difficile: non buttarsi allo sbaraglio, ma prepararsi bene e poi lasciarsi ‘scivolare’ con naturalezza nella situazione ansiogena;
  • Non lasciarsi travolgere passivamente dagli eventi della vita;
  • Evitare comportamenti troppo aggressivi o esibizionistici, che non fanno che confermare agli altri il proprio vissuto di inferiorità;
  • Parlare dei propri sentimenti ed emozioni con semplicità e spontaneità, senza timore di essere giudicati male dagli altri;
  • Imparare ad usare il pronome ‘io’, evitando frasi impersonali. Perché coprirsi dietro frasi neutre del tipo :‘in genere si fa così’, ‘tutti pensano che…’ ? Meglio un chiaro e deciso ‘io penso che…’;
  • Sforzarsi di sostenere un contraddittorio con altri interlocutori quando non si è d’accordo con loro. Questo non significa che, per avere la prova di non essere più timidi, si debba sempre contraddire gli altri, in tutte le circostanze: le persone che fanno questo sono terribilmente noiose ed antipatiche;
  • Imparare ad accettare i complimenti, evitando frasi tipo: ‘è tutto merito del parrucchiere’, ‘non era poi così difficile’, ‘non è merito mio, è merito della squadra…’;
  • Abituarsi a fare dei complimenti agli altri, ovviamente se e quando li meritano;
  • Abituarsi a considerare il giudizio degli altri come uno dei tanti punti di vista, che non è mai né troppo gratificante, né troppo doloroso.

Gli obiettivi da raggiungere per sentirsi meno timidi sono :

  • Autosufficienza nei rapporti interpersonali;
  • Capacità di esprimere senza vergogna sentimenti ed emozioni;
  • Comportamenti equilibrati, né aggressivi né passivi;
  • Comunicazione chiara e sicura, anche nei momenti di difficoltà emotiva;
  • Gestione dell’ansia.

L’aiuto dello psicologo

Una terapia efficace riesce ad abbassare le barriere che nel timido impediscono l’azione e aumenta la consapevolezza e l’autodeterminazione.

La terapia individuale permette di esplorare i propri punti di forza, le proprie vulnerabilità, i bisogni, le attitudini, i desideri, i progetti di vita attraverso la costruzione di prospettive positive e modelli comportamentali efficaci.

Leggi anche:  Parlare di sesso ai giovani

La Clinica della Timidezza

Clinica della Timidezza è anzitutto un sito, online dal 2002. Dalla nascita, responsabile scientifico del Sito è il Dr. Walter La Gatta, con la collaborazione della Dr.ssa Giuliana Proietti, dello Studio Ellepi Associati (Ancona, Terni, Civitanova Marche).

Lo slogan del Sito, sin dalla sua nascita è: “Fare della timidezza un punto di forza”. L’intento è infatti quello offrire informazioni e supporto agli utenti ed alle persone assistite in terapia, affinché possano superare gli aspetti limitanti della timidezza, creandosi una migliore immagine di sé e sviluppando un diverso modo di percepire la realtà e di gestire le emozioni, attraverso l’apprendimento di specifiche tecniche.

Le persone che scelgono di navigare fra le pagine della Clinica della Timidezza, possono comprendere meglio se stesse, potendo imparare a riconoscere non solo i propri difetti, ma anche le proprie qualità, i propri desideri e i propri bisogni, al fine di trovare un equilibrio più profondo ed un livello di maggiore benessere, nei rapporti con gli altri e, soprattutto, con se stesse.

La Clinica della Timidezza NON è un ospedale, NON è un luogo di degenza: è il sito di uno Studio Associato di psicoterapeuti esperti del settore, i quali svolgono la loro attività attraverso interventi di psicoterapia breve e consulenza sessuologica  (individuale e di gruppo) per il trattamento dell’ansia, delle fobie sociali, degli attacchi di panico e dell’ansia legata alla sessualità.

Le sedute di psicoterapia si tengono negli studi professionali dei terapeuti, in Ancona (zona Ospedale Regionale di Torrette)  Terni (Via Oberdan) Fabriano e Civitanova Marche.

Visita la Clinica della Timidezza

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