Charlie Chaplin rimase qualche tempo a Vienna, nel 1931 e Freud cercò anche di incontrarlo, nonostante le sue precarie condizioni di salute e la sua generale mancanza di interesse per il cinema. Ma Freud aveva stima di Chaplin come artista e gli sarebbe piaciuto parlare un po’ con lui, anche se l’incontro fu rovinato dal “troppo freddo”, come lo psicoanalista scrisse poi in una lettera a Max Schiller:
“Charlie Chaplin è stato a Vienna nei giorni scorsi, l’ho quasi conosciuto, ma era troppo freddo per lui e ci ha lasciato in fretta. Egli è senza dubbio un grande artista, anche se, ovviamente recita sempre la stessa parte: quella del debole, del povero, dell’indifeso, del giovane goffo, al quale tuttavia le cose vanno sempre bene, alla fine. Pensi che lui debba dimenticare il proprio io per recitare questo ruolo? Al contrario, egli rappresenta solo se stesso, come era nella sua desolante giovinezza. Non può sfuggire a quelle esperienze, anche oggi che è riuscito a trovare compensazioni a quelle privazioni e allo scoraggiamento di quel periodo. Egli è, per così dire, un caso particolarmente semplice e trasparente.”
[Sigmund Freud-Max Schiller lettera del 26 Marzo 1931]
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
Fonte:
Freud Museum
Immagine:
Twm 1340, Flickr
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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