James Joyce: una delle figure letterarie più significative

James Joyce: una delle figure letterarie più significative


James Augustine Aloysius Joyce è una delle figure letterarie più significative del Ventesimo Secolo, anche se nella sua carriera faticò moltissimo a pubblicare i suoi libri e fu aspramente criticato e censurato.

Nacque a Dublino, il 2 febbraio 1882 in una famiglia molto cattolica e osservante, non particolarmente agiata. Suo padre, John Stanislaus Joyce, era un gentleman impoverito, che aveva precedentemente fallito nella conduzione di una distilleria e che per sopravvivere tentava varie professioni, dal politico al doganiere, all’agente delle tasse. La madre, Mary Jane Murray, dieci anni più giovane del marito, era una esperta pianista, molto cattolica.

I Joyce erano poveri, ma cercavano di mantenere uno stile di vita da classe media. Infatti, James fu mandato a studiare presso il prestigioso Clongowes Wood College, gestito dai gesuiti, a Clane, dove mostrò di essere uno studente modello, particolarmente portato per le lingue straniere. Quando la famiglia si impoverì ulteriormente, James, grazie agli ottimi voti, poté essere accolto gratuitamente presso il Belvedere College (1893-1897), un collegio gesuita. La sua educazione cattolica, che poi l’autore rinnegherà, e le esperienze di questi anni furono rievocate nel romanzo autobiografico “Ritratto dell’artista da giovane”.

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Nel 1897 Joyce vinse il suo primo premio, per la migliore composizione in territorio irlandese, per la sua classe di età. Si iscrisse poi all’University College di Dublino. nel 1898, dove studiò lingue moderne: in particolare inglese, francese e italiano. In questo periodo iniziò a leggere Henrik Ibsen, San Tommaso d’Aquino e W.B. Yeats e si batté per la libertà di espressione e per l’uguaglianza fra uomini e donne.

Il 31 ottobre 1902 Joyce conseguì la laurea e decise di andare a studiare medicina a Parigi. In realtà smise presto di frequentare le lezioni e cominciò a scrivere per alcuni giornali, fra cui il Daily Express.

Quando la madre si ammalò gravemente di cancro, nel 1904, James tornò a Dublino. Dopo poco sua madre morì e la situazione finanziaria della famiglia, già molto grave, peggiorò ulteriormente. Il 10 giugno Joyce incontrò Nora Barnacle, una cameriera che rimarrà insieme con lui per tutta la vita.

Il loro primo appuntamento è il 18 giugno 1904, giorno in cui si svolge la sua principale opera, l’Ulisse. La coppia James-Nora era contraria al matrimonio, ma all’epoca vivere insieme nella propria città sarebbe stato impossibile, per cui decisero di lasciare l’Irlanda ed andare a vivere a Pola e a Trieste, dove James trovò un posto precario come insegnante di inglese presso la Berlitz School of Languages.

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Joyce era un uomo dal carattere anticonformista e ribelle, come si può capire leggendo i suoi romanzi, a cominciare dal saggio autobiografico “Ritratto dell’artista da giovane”, un romanzo di formazione in cui possiamo leggere tutta l’ansia conoscitiva dell’autore verso il problema dell’esistenza umana. Il protagonista, Stephen Dedalus è un anticonformista, ribelle al dogmatismo sociale.

Nel 1905 lo raggiunse a Trieste il fratello Stanislaus, con il quale però nacquero presto dei dissidi perché il fratello non apprezzava le frivolezze di James nello spendere i soldi e la sua abitudine di bere. A Trieste nacquero anche i figli Giorgio e Lucia, che crebbero parlando il dialetto triestino. In questo periodo Joyce si innamorò di Anny Schleimer, la figlia di un banchiere austriaco, mentre Roberto Prezioso, editore del quotidiano Il Piccolo della Sera, corteggiava Nora. Nonostante queste distrazioni, la coppia rimase unita.

Nel 1907 Joyce pubblicò Chamber Music (Musica da Camera) una raccolta di liriche con vocali aperte e ripetizioni che si prestano ad essere musicate, come poi è in effetti successo. (Peraltro Joyce aveva una bella voce da tenore ed amava l’opera ed il bel canto). In questi anni iniziarono per Joyce dei gravi problemi alla vista (irite, infiammazione dell’iride e dei corpi ciliari). Oltre ai problemi di cuore, agli incubi, alle fobie e all’irite, Joyce contrasse una forma di febbre reumatica che lo debilitò per molti mesi, riducendolo inizialmente quasi alla paralisi.

A Trieste Joyce conobbe anche Italo Svevo, allora un oscuro impiegato che si dilettava nella scrittura e che fu per Joyce un prototipo di Leopold Bloom, tanto che molti dettagli sull’ebraismo inclusi nell’Ulisse gli furono riferiti proprio da Svevo. Oltre che con l’insegnamento, Joyce si guadagnava da vivere facendo il rappresentante di stoffa irlandese, il giornalista e il conferenziere.

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Nell’agosto del 1908 i Joyce persero il terzo figlio, in seguito ad un aborto. Nello stesso periodo Joyce prese lezioni di canto al Conservatorio di Musica di Trieste e l’anno successivo prese parte all’opera I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner.

Nel 1909 tornò a Dublino, dove aprì un cinema, il Volta, che dopo un iniziale successo si trasformò in un fallimento, il che lo convinse a tornare a Trieste con la sorella Eileen.

Nel 1912 tornò in Irlanda, per cercare di convincere Maunsel & Co a pubblicare Dubliners, ma senza successo. Questa fu l’ultima volta che Joyce mise piede nella sua Irlanda. Nell’aprile dello stesso anno si recò a Padova per sostenere gli esami di abilitazione all’insegnamento nelle scuole italiane, ma nonostante il buon esito, il suo titolo non fu mai riconosciuto in Italia.

Conobbe a questo punto della sua vita il poeta Ezra Pound grazie al quale pubblicò a puntate Ritratto dell’artista da giovane sulla rivista The Egoist. Ispirato al suo precedente manoscritto Stephen Hero il libro segue la vita del protagonista Stephen Dedalus,dalla giovinezza alla maturità, ai suoi anni di educazione presso l’University College di Dublino. Stephen prende la religione in modo molto serio, ma poi rifiuta il cattolicesimo sostenendo di voler essere se stesso, attraverso il silenzio, l’esilio e l’astuzia.

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Nel 1914 uscirono in volume i racconti di Gente di Dublino. Joyce iniziò poi a lavorare all’ Ulisse e ad Esuli, l’unico pezzo teatrale dell’autore, che vedrà la luce nel 1918. Il 1914 è l’anno dunque della svolta, dei primi successi, ma è anche l’inizio della prima guerra mondiale.

La famiglia Joyce si trasferì in Svizzera, a Zurigo, dove James iniziò a scrivere i primi capitoli di Ulisse (il libro fu pubblicato dapprima in Francia, mentre in Inghilterra e in America la censura al libro fu tolta solamente nel 1933). Terminata la guerra, i Joyce tornarono a Triste, ma trovarono cambiata la loro città d’adozione. Ezra Pound li invitò dunque a Parigi, dove dovevano rimanere una settimana ed invece rimasero venti anni. Qui Joyce strinse amicizia con Wyndham Lewis, T.S.Eliot e la libraia/editrice Sylvia Beech.

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Nel 1921 Joyce terminò la stesura di Ulisse, che venne pubblicato dall’editore Sylvia Beach il 2 febbraio 1922, giorno del quarantesimo compleanno dell’autore.Nel libro vi è la descrizione della vita e dei pensieri del protagonista, lungo l’arco di una intera giornata. Il romanzo si compone di diciotto capitoli, ognuno dei quali si svolge nell’arco temporale di un’ora, dalle otto di mattina alle due di notte; ogni capitolo rimanda a precise sezioni del poema di Omero, ed è scritto in uno stile diverso in ogni capitolo, con moltissimi riferimenti letterari e culturali. I protagonisti principali sono Leopold Bloom, la moglie Molly, e Stephen Dedalus, già protagonista del Portrait of the Artist as a Young Man. Essi sono le moderne controparti di Telemaco, Ulisse e Penelope. Le cameriere sono le sirene. Dublino viene descritta nei minimi particolari; l’autore non manca inoltre di soffermarsi sullo squallore e sulla monotonia della vita nella capitale irlandese. Lo stile è molto originale, in particolare per le azioni, che spesso accadono unicamente nella mente dei personaggi e per la tecnica dei flussi di coscienza e dei flashback.

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L’anno successivo Joyce iniziò la stesura di Work in progress, che occupò i sedici anni successivi ed uscì nel 1939 col titolo Finnegans Wake. In questo romanzo, La veglia di Finnegan, lo sperimentalismo strutturale e verbale già utilizzato nell’Ulisse si accentua ancora di più, con numerose allusioni al mito e alla storia, oltre che alla storia personale dell’autore, con una mescolanza di più lingue. Vengono inoltre creati, per combinazione o incastro, dei vocaboli del tutto nuovi, che determinano un intricato sovrapporsi di significati e di possibili interpretazioni. Ai molti lettori che ritennero il libro “incomprensibile” Joyce chiese di “dedicare la loro intera vita alla lettura dei suoi libri”. Quando lo scrittore americano Max Eastman gli chiese perché aveva scritto un libro in uno stile così difficile da capire la risposta fu: “To keep the critics busy for three hundred years.”

Ulisse e La veglia di Finnegan sono stati considerati dei romanzi psicoanalitici, grazie alla minuziosa esplorazione dei vari stati di coscienza dei personaggi, per l’utilizzo dei sogni e del simbolismo associato al sogno, oltre che per l’uso del linguaggio, simile alla libera associazione psicanalitica. Del resto Joyce è uno scrittore che opera in piena epoca freudiana: conosce la psicoanalisi dapprima a Trieste, che allora faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico, e poi la approfondisce a Zurigo, dove lavorava Carl Gustav Jung. Joyce aveva dunque letto Freud e Jung e tale conoscenza psicoanalitica venne utilizzata nella profonda esplorazione dell’inconscio dei suoi personaggi.

Nel 1927 uscì la raccolta Poesie da un soldo. L’anno successivo Joyce si sottopose ad un’operazione agli occhi. Dal 1917 al 1930 Joyce ebbe diversi interventi agli occhi ed in molti periodi della sua vita restò totalmente cieco.

Nel 1931, dopo la morte del padre, per ragioni testamentarie sposò Nora. A quel tempo Joyce aveva conosciuto un giovane fresco di studi, Samuel Beckett, che si era letteralmente innamorato del lavoro di Joyce e che per questo decise di assisterlo e di aiutarlo nel suo lavoro. La figlia di Joyce, Lucia, si innamorò perdutamente di questo collaboratore del padre ma, non ricambiata, cominciò a mostrare i primi segni di follia.

Nel 1934 prima pubblicazione in USA dell’Ulisse. In questo periodo Joyce si reca spesso in Svizzera per essere vicino a Lucia, che era ricoverata in una casa di cura e che in quello stesso anno era stata anche paziente di Jung per un breve periodo. (Lucia, nata nel 1907, morì in un ospedale psichiatrico di Northampton, in Inghilterra, nel 1982).


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Dopo l’uscita di Finnegans Wake, sia per le dure critiche al romanzo che per l’invasione nazista di Parigi, la depressione di cui già soffriva Joyce si accentuò. Alla fine del 1940 si trasferì a Zurigo, dove l’11 gennaio 1941 venne operato per un’ulcera duodenale. Il giorno successivo entrò in coma e morì alle due di mattina del 13 gennaio 1941. Il suo corpo venne cremato e le sue ceneri si trovano nel cimitero di Fluntern, nei pressi del giardino zoologico di Zurigo, come quelle di Nora e di suo figlio Giorgio.

Dr. Giuliana Proietti

 

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