Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci
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Leonardo da Vinci, il celebre artista, scienziato e inventore del Rinascimento, ha lasciato poche tracce scritte riguardanti la sua infanzia. Tuttavia, uno dei ricordi d’infanzia più famosi di Leonardo ci è giunto attraverso i suoi scritti e riguarda un sogno che ebbe da bambino, un sogno che influenzò profondamente il suo interesse per la natura e la curiosità scientifica.
Leonardo descrisse questo sogno in uno dei suoi taccuini, conosciuto come il “Codice Atlantico”. Il sogno riguarda un nibbio, che scese dal cielo e si posò sul suo volto mentre dormiva nella culla. Il nibbio introdusse la sua coda nella bocca del piccolo Leonardo. Questo evento onirico lo colpì profondamente, tanto che lo ricordò e lo trascrisse molti anni dopo.
Questo è il ricordo originale dell’artista fiorentino:
“Questo scriver si distintamente del nibbio par che sia mio destino perché nella prima ricordazione della mia infanzia e mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venisse a me e mi aprissi la bocca con la sua coda e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra”.
Questo sogno è stato interpretato in vari modi dai biografi e studiosi di Leonardo. Alcuni hanno visto in esso un presagio della straordinaria curiosità e ingegno di Leonardo, che lo avrebbe portato a esplorare i segreti della natura con la stessa insistenza e penetrazione del nibbio che esplorava la sua bocca. Altri hanno suggerito che potrebbe rappresentare un simbolo della sua connessione con il volo e il cielo, temi che avrebbero giocato un ruolo centrale nei suoi studi e nelle sue invenzioni.
Anche Freud si interessò di questo sogno, e nel 1910 pubblicò “Un ricordo d’infanzia di Leonardo Da Vinci”, (Eine Kindheitserinnerung des Leonardo da Vinci), la sua prima psicobiografia, che fu poi rivista e corretta nelle edizioni del 1919 e del 1923.
L’inventore della psicoanalisi era letteralmente affascinato dalla figura di Leonardo da Vinci ed in particolare ammirava la sua curiosità scientifica, nella quale forse in parte si riconosceva.
Nonostante siano pochi i dati disponibili per scrivere una biografia completa di Leonardo, Freud si contentò, nello scrivere questo saggio, principalmente di questo ricordo di infanzia.
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Il saggio di Freud contiene intuizioni interessanti, ma anche grossolani errori dovuti ad una cattiva traduzione dei testi. In particolare, la parola “nibbio” fu tradotta nella versione tedesca con la parola “avvoltoio“.
Freud, infatti, fa nel suo saggio una serie di riferimenti colti al valore simbolico dell’avvoltoio e alla mitologia per spiegare l’omosessualità di Leonardo. Infatti, per spiegare questa fantasia, Freud fa riferimento ai geroglifici egizi, che rappresentano la madre come un avvoltoio, perché gli egizi credevano che non ci fossero avvoltoi maschi e che le femmine della specie fossero ingravidate dal vento. Nella maggior parte delle rappresentazioni, la divinità materna dalla testa di avvoltoio era formata dagli egiziani in modo fallico, il suo corpo si distingueva come femminile per i seni, ma ricordava anche il pene in stato di erezione
Il ricevere passivamente in bocca la coda dell’uccello fece dunque pensare a Freud che Leonardo ricordasse la sua infanzia nell’atto della suzione al seno materno, ma anche in un probabile atteggiamento passivo e femminile, anticipatore della futura omosessualità. La coda rappresentava, secondo Freud, un simbolo fallico.
Ciò che Freud voleva dimostrare era che alcuni lati del carattere di Leonardo, in particolare la sua instabilità creativa, la tendenza a lasciare incompiute le sue opere, la gentilezza femminea del suo carattere, fossero dovuti all’identificazione con la figura materna, all’interiorizzazione di essa, e quindi allo sviluppo di una personalità omosessuale.
Freud, nel libro, indaga anche sull’assenza della figura paterna nella crescita psicologica del bambino Leonardo.
Leonardo era, infatti, figlio illegittimo e trascorse i suoi primi quattro anni di vita insieme alla madre, la quale probabilmente riversò su di lui tutto il suo amore, facilitando un legame incestuoso e la strutturazione di una personalità narcisistica. Freud ritenne che le pulsioni infantili di Leonardo si fossero poi trasformate, attraverso la sublimazione, in una ricerca del sapere e che questa sublimazione avesse interessato non solo la sessualità, ma anche l’aggressività.
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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