Consulenza online – Dentro e Fuori di Te 18

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DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico  2012-2018
Pagina n. 18

 

Moglie traditrice seriale 2
#1 09-26-2012, 05:45 PM

Buonasera Dr. Giuliana Proietti,
la ringrazio per la sua risposta alla mia precedente discussione, sfortunatamente non riesco più ad accedere al vostro sito con il mio alias precedente e ne ho dovuto creare uno simile e nuovo.
Riguardo la sua risposta posso tranquillamente affermare che credo che la motivazione sessuale non sia pertinente al mio caso, mia moglie non ha alcuna difficoltà a raggiungere l’orgasmo (o meglio gli orgasmi) con me e sono io che più spesso cerco di sollecitarla a questa attività che è una delle ragioni che mi legano ancora molto a lei. Ho provato in passato ad avere rapporti anche piu” frequenti con lei (ora siamo su un paio di volte a settimana) ma si è negata sostenendo che mi sarei stancato di lei se lo avessimo fatto più spesso e che se avessi voluto, a suo parere, io potrei anche fare una bella figura partecipando a film pornografici (?!), ovvero se vuoi sfogarti fallo pure con qualcun’altra…
E’ comunque vero che devo considerare la possibilita’ che mi abbia mentito anche su questo ma onestamente non credo anche perchè più volte ho provato a chiederle se per caso aveva qualche voglia particolare da soddisfare e ho sempre avuto risposte negative.
Abbiamo provato 10 anni fa una terapia di coppia una volta ma lei vedendosi contraddetta dallo psicologo su alcune affermazioni non ha più voluto andarci.
Io credo che lei tenga di più ad un gioco di seduzione con l’amante del momento e che apprezzi il brivido della trasgressione.
Ho provato recentemente anche a dirle che sapevo dell’amante avuto dopo il matrimonio , ha provato a negare e per farla smettere di negare gli ho fatto il nome della persona e gli ho anche detto di sospettare di una suo corrente tradimento (anche se come già detto ne ho la certezza e non il sospetto), lei ha negato e mi ha invitato a non essere “musone” con lei e di vivere al meglio la nostra vita insieme senza crucciarci a vicenda confermando di essere contenta di avermi sposato.
Non so più cosa fare con lei, avete consigli o suggerimenti da darmi?
Grazie

Gentilissimo,

L’unico suggerimento da darle è porsi, una volta per tutte, questa domanda: “sono felice con questa donna”? Se la risposta è si, val la pena dimenticare tutti i sospetti, le certezze e le incertezze sui suoi tradimenti. Se la risposta è no, sicuramente il consiglio più sensato è quello di lasciarla e non c’è bisogno di spiegarne le ragioni.

Altra cosa importante da chiedersi e da definire è se i tradimenti di lei riguardano solo la vita sessuale, o se questa persona sarebbe capace di tradire la sua fiducia anche in altre cose (esempio, nella gestione del denaro comune).

Quanto alla possibile spiegazione dei tradimenti sessuali, sono d’accordo con lei: per una donna è molto più eccitante il gioco della seduzione, che non il rapporto sessuale vero e proprio (me lo sento ripetere in studio ogni giorno…)

Cordiali saluti e auguri.

A20

Cotta per una collega… che disastro! 2
#1 10-06-2012, 10:30 AM

Salve dottoressa, scusi se riapro una vecchia discussione ma ho avuto una svolta imprevista e dolorosa che non riesco assolutamente a gestire. Il mio capo (un uomo anziano con molte “fissazioni” e che mostra qualche segno di “cedimento”) ha accusato la ragazza di aver sfruttato il debole che ho per lei e la mia “ingenuità” con le donne per avere vantaggi sul lavoro (in termini di “aiutini”), e di aver fatto calare il mio rendimento. Malgrado io abbia cercato in tutti i modi di dimostrare che non è vero (io dò aiuto a tutti i colleghi, anche i maschi, e il mio rendimento è calato perché ultimamente sono un po’ depresso per altri motivi), lui è rimasto irremovibile nelle sue idee. Ho chiesto scusa alla ragazza, ma lei mi aveva detto che non ero colpevole di nulla, che non le avevo mai mostrato altro che amicizia, che perfino suo marito sa tutto del nostro rapporto. Ha detto però che avrebbe “preso provvedimenti”. Presto ho capito cosa intendeva… da allora non mi parla e mi evita come se fossi trasparente, mi saluta solo per cortesia ed evita di sorridermi. Ho provato, un giorno, a farmi coraggio ed arrischiare una conversazione con lei (eravamo soli), lei mi rispondeva ma teneva gli occhi bassi e il tono della sua voce era molto abbattuto; pochi minuti dopo, sono arrivati dei colleghi, si è messa a parlare con loro, la sua voce è tornata improvvisamente squillante, il suo sguardo solare e ha ripreso a ridere e scherzare. Non so se mi odia ma è chiaro che vorrebbe che sparissi. Vorrei recuperare il vecchio rapporto ma è molto difficile, non so se fare la prima mossa o evitarla e aspettare che tutto si decanti. Ho chiesto a qualcuno se lei ha parlato di me ultimamente, mi hanno detto che lei si è detta “dispiaciuta” di questa situazione e nulla più. Ma ora questa situazione va avanti da due settimane e mi sta facendo letteralmente impazzire. Sul lavoro mi sento sempre a disagio, sono spesso irritabile, ho “raffreddato” i rapporti con il capo e con tutti i colleghi. Aiuto!

Gentilissimo,

Come le avevo detto nella prima lettera, non c’è nulla di male a coltivare un’amicizia sul lavoro, se questa le permette di sperimentarsi in un rapporto, anche solo amicale, con una persona dell’altro sesso, che evidentemente ha una forte carica di sensibilità e di empatia, oltre che di simpatia per lei.

Ciò detto, le cose mi sembra siano andate un po’ troppo in là e che sia stata oltrepassata la linea di guardia: fa bene dunque la sua collega a cercare di riportare il vostro rapporto nella sua dimensione naturale (quella della colleganza), visto che l’amicizia non solo danneggia il vostro umore, ma anche la vostra carriera ed anche, nel caso di lei, la sua reputazione.

A questo punto le consiglierei, per il bene di tutti, di fare un passo indietro e di accettare il rapporto così come la sua collega glielo propone, senza insistere.

Farà invece bene a darsi degli obiettivi con l’altro sesso (es. chiedere un numero di telefono al giorno ad una ragazza sconosciuta) fuori del luogo di lavoro.

Saluti cordiali.

Traumi post incidenti
#1 10-11-2012, 01:37 PM

salve a tutti, volevo chieder alcune informazioni riguardo lo stato psicologico di mio padre.
qualke mese fa mio padre è stato vittima di un incidente in biciclete nel quale a subito un emorragia celebrale ed altre lesioni varie.
dopo l’intervento(andato benissimo) e rimasto in sala rianimazione + del dovuto, x assenza di letti in reparto subendo (secondo me) un forte trauma poichè in sala rianimazione non c’è l’assistenza da parte degli infermieri come nel reparto normale.
in quel periodo era affetto da allucinazioni, che piano piano con il tempo sono sparite, ma ora ( a distanza di 4 mesi) gli e rimasta un po di logorrocità, questa forte mania di aver sempre ragione, si innervosisce abbastanza velocemente ed affetto anche da complessi.
vorrei ottenere da parte di esperti delle informazioni riguardanti questo problema.
grazie mille in anticipo….lorenzo

Gentilissimo,

La situazione è troppo delicata per essere trattata in una consulenza online. Per poter esprimere un qualche parere sarebbe infatti necessario leggere cosa c’è scritto nelle cartelle cliniche e raccogliere una accurata anamnesi, in un colloquio psicologico con suo padre, valutando anche le sue prestazioni in test psicologici e neurologici.

Detto questo, il suggerimento è quello di cercare professionisti di sua fiducia nella sua zona e affidarsi ai loro consigli e alle loro prescrizioni.

Saluti cordiali e molti auguri.

PSICOTERAPIA SESSUOLOGIA ONLINE
Costo : 60 euro/ Durata: 1 ora/ Frequenza: da definireDr. Giuliana Proietti Instagram

Ricostruire la famiglia
#1 10-28-2012, 12:33 AM

Sono una giovane donna sposata da 13 anni e con due bimbi (8-5 anni), sei mesi fà dopo un periodo lungo di disagio e insoddisfazione nella vita di coppia, ho conosciuto un uomo, ancor prima di parlarci con solo un numero di tel in mano ho detto tutto a mio marito, dicendogli che se per la prima volta dopo 13 anni avevo provato un’attrazione fisica per un ‘altro probabilmente non lo amavo più, mio marito, a detto in quel frangente di amarmi molto e che non voleva perdermi, ha deciso comunque di andarsene di casa perchè io avevo sentito e visto, l’uomo conosciuto, poi sono partita con i bambini in vacanza da sola, continuando a sentire tel e vedere l’altro, mentre io ero in vacanza mio marito ha conosciuto una ragazza, sono stata raggiunta in vacanza da mio marito e abbiamo passato insieme dei giorni bellissimi come mai era succeso, ho deciso subito di dire a l’uomo conosciuto tre mesi prima che amavo ancora mio marito, ho confessato anche questo sentimento a mio marito, che però ora dice di voler fare il suo percorso come ho fatto io e che per adesso non vuole tornare con me e non sa se mai ritornerà, io continuo a dimostrargli il mio amore ma lui continua a dire che ora non è il momento, anche se dice che le mie attenzioni gli fanno piacere. Sto soffrendo molto perchè mi sento l’unica responsabile, ma so anche che ho amato molto mio marito e non sono solo quella debolezza, lui con le parole dice che l’amore potrebbe ritornare a lui come è tornato a me, ma con le azioni continua sempre più a frequentare questa ragazza anche se si dichiara non innamorato, non so che fare, devo rassegnarmi, ho devo credere che la mia famiglia si possa ricostruire?

Gentile Maria,

Provare attrazione per altre persone è una cosa del tutto normale, di cui non bisognerebbe colpevolizzarsi troppo: un conto è fare delle fantasie su qualcuno, un conto è andarci a letto. Non credo dunque che lei abbia fatto la scelta migliore nel decidere di parlare con suo marito di questo suo interesse per l’altro, addirittura prima ancora che la vostra relazione iniziasse. Si sentiva in colpa? Voleva essere fermata da suo marito? Voleva essere ligia all’impegno di dirsi completamente tutto, nella coppia? Chissà…

Questa situazione le avrà comunque fatto capire che in coppia si vive un equilibrio molto instabile e che basta pochissimo per far saltare tutto.

Un tradimento può anche esserci, ma deve essere una scelta consapevole, attenta, pensata, progettata: il suo tradimento è durato pochissimo, perché evidentemente l’uomo che le ha fatto perdere la testa valeva pochissimo. Forse più che un uomo, lei cercava l’Amore, la Passione, che il rapporto con suo marito non era più in grado di offrirle.

Suo marito del resto, a quanto pare, non aspettava di meglio ed ora vorrebbe vivere questa sua favola senza essere disturbato, rischiando anche lui di buttare al vento, per questa sua storiella, 13 anni d’amore e una famiglia.

Dia un tempo ragionevole a suo marito oltre il quale lei non sarà più disponibile ad aspettarlo (tre mesi, sei mesi, un anno?) ed intanto cerchi di riattrarlo a sé mostrandosi cordiale, comprensiva, accogliente, ma decisa su quello che sarà. Eviti inoltre di caricarsi troppo della colpa di aver tradito per prima, altrimenti questo suo atteggiamento darà a suo marito una sorta di licenza di tradire.

Occorre ora guardare avanti, invece che indietro.

Saluti cordiali

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Innamoramento
#1 11-01-2012, 11:47 PM

Buonasera,
sono una ragazza di 15 anni. tendo ad innamorarmi di gente molto molto molto più vecchia di me perchè considero i ragazzi della mia età troppo IMMATURI.
L’anno scorso un ragazzo di 19 anni che io vedevo solamente come un fratellone aveva iniziato a venirmi dietro, ma a me lui non interessava. mi perseguitava, mi scirveva messaggi ogni 2 minuti. Lo rifiutai più volte ma lui ci riprovava finchè a giugno tornò a casa sua, in Germania. Poche settimane prima di ritornare in Spagna (è li che vivo) mi ha detto che sarebbe tornato ad allenarsi con il suo coach tedesco per qualche settimana. Che cosa è successo dopo? Mi sono innamorata del suo coach! Ha 43 anni. Sono innamorata di lui esattamente da 2 mesi. Io all’inizio ho provato ad allontanarmi da lui perchè aveva avuto un litigio abbastanza pesante con il MIO allenatore (che per me è come un padre, se non di più). Avevo anche promesso al mio allenatore che l’avrei ignorato (gli ho detto di esserne innamorata, a lui dico tutto) ma non ci sono riuscita e ho litigato parecchio con lui. Ogni volta che lo vedevo il mio cuore batteva a mille all’ora. Sia lui che il suo giocatore (il ragazzo al quale piacevo) se n’erano accorti. Il sabato e la domenica lo aspettavo nel bar perchè sapevo che il suo allenatore sarebbe venuto con lui e si sarebbe seduto con me. E così faceva…Pero più avvicinavo a lui, più mi allontanavo dal mio allenatore. Quando eravamo seduti insieme tutti e tre, insieme al diciannovenne, sapeva solo prendermi in giro o fare battute stupide. Quando eravamo da soli (poche volte purtroppo) il suo comportamento cambiava. Era molto più….dolce. Quando c’era il suo giocatore era molto più freddo e distaccato. una volta mi disse che ero la ragazza più bella dell’accademia (vivo in un’accademia), un’altra ancora mi fissò camminare per 20-30 secondi senza staccarmi gli occhi di dosso. Ma lui lo faceva solo perchè sapeva di piacermi. Ai prmi di ottobre sono partiti entrambi per gli stati uniti e non ho avuto la chance di salutarlo. tutto’ora guardo tutte le foto che mette su facebook, sono sul suo profilo 24 ore al giorno per vedere che cosa scrive, che cosa pensa e che cosa fa.
A volte avrei voglia di scrivere a questa persona, ma non posso per via del mio allenatore. Ho deciso che aspetterò fino a Natale per inviargli gli auguri e vedere se possiamo iniziare una conversazione. è la prima volta che provo queste sensazioni e anche se dovrei dimenticarlo, non voglio farlo. Non voglio niente da lui, non voglio una relazione anche perchè vive in un altro paese. Però pensare a lui è ciò che mi mantiene viva, che mi da la forza di alzarmi al mattino e di affrontare la giornata con un sorriso. Non voglio nulla, ma solamente essere felice pensando a lui.
Secondo lei che cosa dovrei fare? E’ giusto scrivergli?
Cordiali saluti

Gentilissima,

Ciò che descrivi, più che un amore mi sembra una sfida: la tua determinazione ad avvicinare privatamente questa persona, il tuo desiderio di sedurlo, mi sembra rispondano, più che ad un sentimento, al bisogno di sentirti una persona adulta (e di essere considerata come tale).
Mi sembra di capire che vivi in un mondo complesso, che permette molte esperienze: viaggi, incontri, ecc. e dunque è possibile che tu non ti senta a tuo agio, in questo contesto, nel tuo ruolo di ragazzina.
Stai vivendo infatti quell’età di mezzo, in cui non ci si sente più bambini, soprattutto perché si ha un corpo simile a quello di una persona adulta, ma che, a livello psicologico, porta ad essere molto influenzabili, volubili e, soprattutto, fragili.
Secondo me ciò che ti tiene in vita, come dici tu, non è tanto l’interesse per questa persona, quanto l’interesse per te stessa: per come potresti comportarti nel ruolo della persona adulta, ovvero in quel ruolo adulto che non vedi l’ora di assumere.
Il mio consiglio probabilmente ti deluderà, perché nella mia esperienza come terapeuta mi sono fatta l’idea che bruciare le tappe non sia mai un bene, soprattutto stringendo relazioni con persone adulte (che possono fare molto del male a persone molto giovani, che non hanno strumenti per difendersi).
Inoltre, considera che legalmente potresti mettere nei guai questa persona, in quanto tu sei una minorenne e per quanto tutta la questione possa sembrare intrigante, nella realtà ci sarebbe ben poco da divertirsi, per i problemi che ne potrebbero conseguire.
Dunque, il consiglio non è quello di scrivergli, ma eventualmente di scrivere a te stessa, per te stessa, in un blog o in un diario, raccontando ciò che senti e che provi, in attesa di diventare più grande, ma grande davvero, non solo nell’apparenza fisica. Intanto, cerca di confidarti con persone che possano consigliarti al meglio (il tuo allenatore mi sembra vada benissimo in questo ruolo) e, se vorrai uscire con i ragazzi della tua età, farai benissimo, perché potrai cominciare a costruirti quel bagaglio di esperienze che ti aiuterà a crescere.
Cari saluti.

Mi ha chiesto di rimanere amici dopo 10 anni
#1 11-13-2012, 12:29 PM

buongiorno,sono un ragazzo di 27 anni e sin da quando ne avevo 17 sono stato fidanzato con una ragazza..il nostro è stato un amore turbolento sin dal principio per la sua famiglia che non mi guardava con occhi buoni anzi ci vedevamo di nascosto ma nonostante tutto abbiamo sempre superato ogni problema insieme solo che negli ultimi anni litigavamo spesso quasi sempre per colpa mia ma nessuno dei due staccava la spina e si continuava per ore ,lei mi chiedeva sempre di cambiare ma non era una cosa quotidiana accadeva ogni tanto,ora è da un mese che lei dice di non amarmi e di provare solo affetto e tutto questo dice che è per colpa mia che le ho fatto troppo male però quando siamo insieme mi abbraccia mi bacia e facciamo l amore..tutto questo mi sta facendo soffrire tantissimo non riesco più a dormire e mangio a malapena anche perchè negli ultimi tre anni abbiamo vissuto nella stessa casa ma è dovuta tornare a casa sua per mancanza di un lavoro fisso e qui ha ancora tutte le sue cose,oggi forse viene a trovarmi io non so come devo comportarmi la amo veramente tanto e sono disposto a tutto per lei..aiutatemi..grazie.

Gentilissimo,

E’ possibile che per affetto, oltre che per abitudine, la sua (ex?) ragazza sia disponibile ad avere rapporti sessuali con lei, ma ciò non dovrebbe del tutto rassicurarla sulla possibilità di continuare la vostra storia.
Non saprei proprio che consiglio darle, visto che so così poco di voi: ritengo però che se, nel vostro rapporto, come lei stesso ammette, è stato finora lei ad essersi comportato male, questo dovrebbe essere il momento della svolta: non più riconoscere di aver sbagliato, ma fare qualcosa di concreto sulla strada del cambiamento … Che cosa? Cominci a pensarci!
Auguri!

 

Dr. Giuliana Proietti
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Costo: 60 euro

Un passato ingombrante che ritorna
#1 12-11-2012, 01:46 PM

Salve, ho 27 anni e sto col mio ragazzo da quasi un anno.
In realtà è un rapporto nato inaspettatamente: ci conosciamo da 7 anni e prima eravamo amici. Non ci vedevamo da qualche tempo e abbiamo cominciato a frequentarci.
All’inizio non riuscivo a lasciarmi andare perchè conoscevo molto bene il suo passato e sapevo che avesse avuto tante donne (e non solo), molte delle quali amiche…
Inizialmente la cosa mi pesava relativamente, nel senso che lui era sempre molto carino e galante con me e non mi faceva sentire a disagio con questa parte della sua storia. Man mano che uscivamo insieme e lui mi raccontava di sè, venivano fuori nuove storie di letto (e pomiciate) con altre amiche. Alla fine credo abbia fatto sesso con quasi tutte le ragazze che conosce (un numero veramente spropositato) e con spiegazioni quali: “Ci stavamo annoiando”, oppure: “Lei non mi piace proprio, ma mi è saltata addosso”.
Quando racconta è come se fosse sempre un partecipante passivo, come se non fosse stato assolutamente in grado di tirarsi indietro e rifiutare le avance della ragazza di turno, nonostante non gli piacesse.
Io non mi considero una persona bigotta, anzi! Sono sempre stata molto libera, sessualmente parlando, però con l’idea che l’atto sessuale abbia un corrispettivo affettivo e intimo molto importante e che non sia una cosa che uno riesca a fare con chiunque e indipendentemente dal fatto che la persona ti piaccia o meno!
Questo passato ha cominciato a diventare un po’ pesante e ho cominciato a smettere di frequentare certi locali dove sapevo poter trovare queste ragazze. Tutto ciò anche a causa dell sua migliore amica che, ogni volta che usciamo, parla sempre delle ex di lui e di quelle con cui lui è andato a letto e che sono amiche di lei.
Col tempo, poi, le cose tra noi due sono cambiate: lui ha smesso di essere molto attento alle mie esigenze e spesso ha rimpiazzato queste carinerie con prese in giro, alle volte, un po’ pesanti. Gli ho fatto notare non mi faccia piacere, anzi… mi causa notevole disagio (essendo io una persona abbastanza insicura), ma lui va comunque avanti, dicendo che sono solo “sfottò”.
Ovviamente le mie insicurezze rivolte al suo passato sono aumentate e, spesso, è come se non riuscissi a controllare i pensieri: mi sento sbagliata, male con me stessa…
Oltretutto sto cominciando a lavorare proprio con delle amiche di una delle sue “amiche di letto” e la cosa mi crea qualche disagio, che lui, quando cerco di parlargliene, non capisce.
So bene che ognuno di noi ha il suo passato e prima, per me, non è mai stato un problema che i miei ex avessero avuto relazioni. È proprio la modalità, il tipo di rapporto e il fatto che queste persone siano comunque presenti che mi provoca disagio. Così come non sentirmi più “speciale” per lui, ma “una delle tante”.
Non so come comportarmi e affrontare la cosa serenamente…

Gentilissima,

Sono d’accordo con lei: è un passato ingombrante che ritorna – e che sempre ri-tornerà, aggiungerei… Infatti, per dare vita ad una coppia stabile è necessario avere idee condivise sul rapporto di coppia e sulla sessualità: quando, come e con chi. Poi possono capitare incidenti di percorso, ma un conto è gestire l’eccezionalità degli eventi, un’altra cosa è gestire una “normalità” non condivisa.

Lui evidentemente non dà molta importanza alla sessualità, che anzi usa come strumento di comunicazione, quasi per conoscere meglio le sue amiche, per diventarci più intimo, ma senza il desiderio di creare con ciascuna di loro una relazione più profonda. Questo significa però che nessuna storia veramente comincia e nessuna storia finisce mai del tutto.

E’ per questo che lei sta cominciando a sviluppare fobie e paranoie (sarà andato a letto anche con questa persona? Questa persona saprà qualcosa di lui che io non so? ecc.) e questo a breve potrebbe portarla ad evitare persone e situazioni sociali che le potrebbero creare imbarazzo.

Per il momento infatti ne parla con lui, ma senza riceverne in cambio molta comprensione, dal momento che lui non reputa vi sia un problema nel suo modo di essere. Con il tempo però è facile prevedere che lei si sentirà sempre meno compresa e sempre più frustrata (e lui sarà sempre più esasperato da questa sua esigenza di controllo sulla sua vita).

C’è da chiedersi: lui, dopo aver iniziato questa storia seria con lei, è cambiato? Oppure la novità del rapporto ha solo ridotto la sua propensione ad andare a letto con le amiche? A me sembra difficile che una persona possa cambiare improvvisamente – e per sempre – il suo modo di fare (e di essere) e temo che lei, accettando questa realtà, finisca per sospettare a breve non solo di lui e del suo passato, ma anche di tutte le persone amiche di sesso femminile, belle o brutte che siano, che frequentano la vostra coppia… Un incubo!

Dunque, solo 2 mi sembrano le possibili soluzioni perché questa coppia possa durare: 1. uno dei due cede e si sintonizza completamente e convintamente sulle concezioni dell’altro/a; 2. si cerca, con impegno reciproco, un punto di equilibrio sulla base di un patto di coppia fatto di regole molto chiare, esplicite e condivise.

Buone riflessioni e molti auguri.

PSICOLOGIA - SESSUOLOGIA
Come vivere bene anche se in coppiaCome vivere bene, anche se in coppia
Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Terapie Individuali e di Coppia

Pensare frequentemente al suicidio
#1 12-14-2012, 06:21 PM

salve, è da ormai tre mesi che non dormo, non provo più interesse per niente e nessuno, scoppio a piangere nei momenti meno opportuni, ho azzerato la mia vita sociale, sono irritata dalle persone, non riesco a rimanere concentrata (ovviamente ciò sta influendo sulla mia carriera scolastica), sono paranoica, depressa, e non riesco più a svolgere il quotidiano.
Non riesco a parlare con nessuno, mi chiudo in casa da sola tutto il giorno ascoltando musica, inoltre dubito qualcuno sia disposto ad ascoltarmi.
Non ho neanche idea del perchè io stia scrivendo qui, forse ho solo un dannato bisogno di parlare.

Si, forse è così: dal momento che non si sente bene inserita o bene accolta nell’ambiente che frequenta, sente il bisogno di parlare di sé con qualcuno. Lo faccia: gli psicologi servono proprio a questo!
Noi offriamo il servizio gratuito di ascolto il giovedì, come può leggere qui: https://www.psicolinea.it/consulenza, ma se preferisse una consulenza dal vivo nella sua città non le sarà difficile trovare consultori pubblici che offrono servizio gratuito, nelle parrocchie o in alcune circoscrizioni.
Altrimenti, e questa sarebbe la cosa migliore, provi a prendere un appuntamento con uno psicologo presso la ASL, o con un privato. I prezzi non sono più proibitivi come una volta e vedrà che con poche sedute si sentirà già meglio… Il periodo è ottimale: è appena cominciato un nuovo anno e fare il buon proposito di dare una svolta alla propria vita potrebbe essere un’ottima idea.
Auguri.

Amore
#1 12-21-2012, 12:23 PM

salve dottoressa o un problema e non so veramente come comportarmi ho una storia con una ragazza da circa 1 anno e stiamo insieme da 3 mesi il problema che per la mia gelosia involontariamente ho guardato la sua posta pv di facebook ed ho letto dei messaggi con un altro ragazzo cose di flertare in una maniera paurosa che mi sono congelato sul posto poi dopo 2 giorni glio detto la verita e lei si e arrabiata tantissimo sul fatto che ho letto la sua posta ma io glio detto cosa era scritto e lei si e giustificata sul fatto x sentirsi viva voleva avere attenzioni sempre e che la gente gli dice come e bella o altre cose cosi poi diceva che scherzarva e che non mai mi aveva tradito e poi ma quello che ho fatto io e piu grave di quello che affatto lei ho 32 anni lei 31 e non so cosa fare io l’amo da morire il problema e non so piu se e cosi anche x lei io mi sento in colpa di aver letto i suoi messaggi e non so piu cosa e giusto o sbagliato lei me la nascosti poi non fa niente x rimediare o recuperare il rapporto insomma dottoressa lei e convinta quello che a fatto lei e giusto io sbagliato e sto impazzendo non se lasciarla oppure no non so piu cosa fare grazie per la cortese attenzione simone

Gentile Simone,
C’è una possibilità che lei non sembra prendere in esame: che abbiate sbagliato entrambi… Infatti, se una ragazza ha preso un impegno serio con un ragazzo con cui si vede da un po’ di tempo, non mi sembra una giustificazione il fatto che lei flirti con altri per soddisfare il bisogno di essere corteggiata e ammirata.
Anche se non l’avesse tradita materialmente, la ragazza non mostra di essere molto adatta per una relazione seria e duratura, cui lei mi sembra invece aspirare.
D’altro canto, anche lei si è comportato in modo poco razionale: prima ha deciso di leggere la posta privata della sua ragazza e dopo aver scoperto che lei flirta anche con altri, ha confessato all’interessata di aver letto la sua corrispondenza su FB. In questo modo, dalla ragione, che poteva avere, è passato anche lei dalla parte del torto.
Ora lei si chiede: chi, dei due, ha maggiori torti?
Io direi che questa domanda è inutile: quello che lei dovrebbe invece chiedersi è se, alla luce di quello che ha scoperto, la sua ragazza le piace ancora, oppure no. Se la risposta è si, continui la sua storia, magari facendo più attenzione al bisogno della ragazza di sentirsi corteggiata ed ammirata (cerchi di essere lei il suo primo corteggiatore e ammiratore); se la risposta è no, non le rimane che troncare tutto.
Se posso permettermi un altro suggerimento, credo che lei faccia bene a leggere qualche libro in più, perché accrescere la propria cultura significa anche migliorare la propria intelligenza e la capacità di conoscere meglio il mondo, le persone, le cose… E dunque decidere con maggiore consapevolezza quello che è giusto e quello che è sbagliato per la propria vita.

Trattamento gravi disturbi alimentari
#1 01-02-2013, 11:54 PM

buonasera, Una mia ex fidanzata soffre da diversi anni di bulimia e in precedenza aveva sofferto di anoressia. Conseguenza di una difficile situazione familiare vissuta fin da bambina, sfociata nel non sentirsi amata. Anche varie relazioni affettive, come quella con me, sono naufragate perchè lei non si sentiva amata in modo totale. Da tempo questa ragazza, che in passato solo sporadicamente ha affrontato un percorso psicoterapeutico, si è convinta che la soluzione per il suo bisogno di affetto e quindi addivenire alla cura della bulimia sia il dare alla luce un figlio anche se da single e all’occorrenza approfittando di tutte (e dico tutte!) le moderne tecniche di fecondazione artificiale. Affrontato un nuovo percorso di terapia con un medico psicoterapeuta questi l’ha incoraggiata in modo deciso in questa direzione ma già 2 costosissimi e molto complessi tentativi di inseminazione artificiale non hanno sortito effetti positivi causa problemi di conformazione dell’apparato genitale e i problemi determinati dall’età (ben oltre i 30) e nonostante terapie che giudico pericolose per la salute. Un altro tentativo potrebbe avere effetti drammatici (per la sua salute e psicologicamente se nuovamente non riuscisse): tento ancora vanamente di dissuaderla. Lo psicoterapeuta, al contrario sembra spingerla ancora di più, fino a convicerla a “ripudiare” noi che non approviamo (tra cui la sua famiglia). Cosa si può fare? Possibile che non ci sia un diverso approccio? Immagino già la risposta…….ma confrontarsi da terzo con il terapeuta?

Gentilissimo,
Non mi risulta che la nascita di un figlio sia una soluzione terapeutica per una paziente con disturbi alimentari, come per nessun altro disturbo di tipo psicologico. Un figlio non significa infatti solamente una grande carica d’amore, da dare e da ricevere, capace di colmare antichi bisogni, ma anche ansia, preoccupazioni, responsabilità, stress e tutto questo potrebbe essere ancora più esasperato dall’assenza dell’altra figura genitoriale.
Personalmente dunque non sono affatto d’accordo con questo suggerimento “terapeutico” ed il consiglio è senz’altro quello di convincere la paziente a rivolgersi ad un centro specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari.
Cordialmente,

Terapie di Coppia online psicolinea

 

AIUTO !
#1 01-08-2013, 04:57 PM

Buonasera,
ho bisogno di aiuto!
Sono in crisi, non riesco più a capire cosa mi stia succedendo.
Ho avuto un grande trauma a soli 18 anni, che mi ha sconvolto la vita. i primi anni sono stati durissimi, ho cercato il suicidio più volte. Poi con il passare del tempo ho cercato di tornare a galla, e sembrava così, mi sono trasferito in un’altra grande città per lavoro e tutto sembrava aver preso una piega decente, ma dentro di me nulla riusciva a farmi dimenticare il trauma, le paure e le insicurezze ci sono sempre state, ed hanno continuato a soffocarmi. ho sempre cercati di scappare da tutto e tutti, cerco sempre di distaccarmi dal resto del mondo. i miei amici più cari, evito di chiamarli, e non riesco neanche a parlare a loro del mio grosso disagio.
Anzi, ai loro occhi cerco di apparire sempre come la persona più felice del mondo, come del resto lo faccio con tutti gli altri, ma non riesco a fare il contrario.
Ma io sto male, sento nuovamente il bisogno di scappare e uccidermi. Sono stato messo in cassa integrazione, come del resto tutti quelli della mia azienda, e da quel momento il crollo è diventato enorme, considerando anche questo disagio. Mi sento in una posizione molto traballante, ho paura di quello che potrà succedere, perchè mi sto rendendo conto che non sono più in grado di rapportarmi con gli altri e quindi di conseguenza, non riesco ad avere colloqui soddisfacenti. tanto meno rapporti umani. sono rinchiuso nella mia casa a pensare ed esplodo in pianti per qualsiasi cosa, canzone, notizie tristi. 🙁 Ho 33 anni, non sono più in grado di gestirmi. Vorrei dele cose, ma ne vorrei fare altre!
Il grande trauma di cui ho cominciato a parlare sopra, si tratta di essere stato infettato di HIV+ dal mio primo fidanzato. Da qui la crisi anche di non riuscire a trovare un’altra persona che mi potesse capire ed accettare. Nel periodo del trasferimento lo ho anche trovato e sono 10 anni che siamo assieme, ma io anche da questo rapporto non riesco più a trovare i piaceri che dovrebbe darmi, anzi è diventato un litigio continuo, essendo io molto irritante, cattivo e insopportabile. Lo so ne sono coscente! ma non so più come rapportarmi con lui e con gli atri. Vorrei tanto riuscire dinuovo ad uscire dal guscio, instaurare un rapporto con una persona che mi guidi!! (sono stato da vari psicologi/psicoterapeuti nel frattempo, ma non ho mai trovato disponibilità o forse non la vedevo !!)
Vorrei potermi suicidare !
Aiuto

Gentilissimo,
Anzitutto non consideri il suicidio come una possibile soluzione del problema, ma solo come una parte del problema.
Non è facile uscire da un trauma che riguarda la salute fisica, oltre tutto compromessa in un rapporto con una persona fidata ed evidentemente a lei cara, visto che ne parla come di un “fidanzato” e non di un rapporto occasionale.
E’ dunque comprensibile che lei abbia vissuto male tutto questo e, poiché tutto nella nostra società sembra avere un prezzo, il sapere di non avere più un lavoro stabile, né un reddito per potersi mantenere e per soddisfare tutti i suoi bisogni, deve senz’altro aver inciso nell’abbassare ulteriormente il suo tono dell’umore.
Questa crisi tuttavia passerà e lei è ancora giovane per poter provare a cercare nuovi lavori, o semplicemente aspettare fino a che non si esca fuori da questo angoscioso tunnel.
Non resti però con le mani in mano, durante questo periodo di forzata stasi: non passi il tempo a piangere o a fare pensieri distruttivi, che non servono a nulla. Cerchi piuttosto di migliorare le sue competenze, di affinare le sue capacità, per dare senso a questo periodo della sua vita.
Quanto alla relazione con il suo compagno, è possibile che stiate attraversando una crisi: succede in tutte le famiglie e in tutte le coppie. Lei però ha in questo caso gli strumenti per limitare e tenere sotto controllo gli aspetti negativi del suo carattere (Cito: “Anzi, ai loro occhi cerco di apparire sempre come la persona più felice del mondo, come del resto lo faccio con tutti gli altri, ma non riesco a fare il contrario”). Perché, proprio con il suo compagno, non ci riesce? Forse inconsapevolmente attribuisce a lui i guai che le stanno capitando? Se capisce che la storia è finita, non resta che prenderne atto e cercare un altro tipo di sistemazione; se invece c’è ancora qualcosa da fare o da salvare, sicuramente è importante metterci impegno, ed investire nel rapporto tempo, risorse ed energie.
Infine, gli psicologi: gli psicologi/psicoterapeuti/sessuologi sono tutti bravi, se sanno entrare in sintonia con il paziente e sanno aiutarlo a guardare il mondo da altre prospettive. Non sempre questo accade: a parte le competenze, è anche un problema di predisposizioni, di sensibilità, di interessi personali, di feeling. Forse, finora non ha semplicemente incontrato la persona giusta. Le suggerisco dunque di riprovare.
Se però, in attesa di trovare un nuovo terapeuta, lei sente che non ce la fa più, non faccia l’eroe: vada dal suo medico di base e si faccia consigliare quali farmaci assumere per superare la tempesta.
Le auguro 1.000.000 di cose belle 😉

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L’ho lasciato ma…
#1 01-10-2013, 08:51 PM

Salve,il 31 dicembre 2012 ho lasciato il mio fidanzato dopo 1 anno e due mesi (ho 24 anni e lui 27)e, se a freddo, mi chiedessero “come mai?perchè?” io risponderei che “lui era cambiato”.La storia è andata avanti tra noi normalmente,passavamo molto tempo insieme,(si sa all’inizio della maggior parte delle storie ci si butta a capofitto)nonostante fosse un periodo di stress per entrambi(io laureata a febbraio,lui a marzo).Ma ne siamo usciti…quando stavamo insieme le cose andavano bene,il mondo diventava”nebbia”.A livello sessuale ero soddisfatta,soprattutto perchè avevo /ho un forte sentimento.Ad un certo punto,ma non so quale punto lui è un pò cambiato;iniziava ad essere un pò più menefreghista,freddo come se avesse preso una sedia e si fosse seduto.Litigavamo spesso,anche per motivi futili,di incomprensioni e disaccordi frequenti;cercavo di resistere,di andare avanti,di non “lamentarmi”ma di parlare con il partner ma quando lo facevo per lui”mi lamentavo sempre,e non mi stava mai bene niente,avevo sempre voglia di litigare”.A dicembre 2012,precisamente a natale,andammo a budapest…sono tornata più triste e scoraggiata di prima;vedevo una persona stanca,spenta.Anche sessualmente (e intimamente)ho notato cambiamento,non solo durante l’ultimo viaggio(nella frequenza ad es.)Tornati dal viaggio andammo a cena con una coppia di amici;la serata andò bene ma,usciti dal pub,silenzio tra noi,non una parola,non un chiedermi”vuoi stare 1pò con me”;vengo riportata a casa come un pacco natalizio.Il giorno dopo mi ha telefonata per 5 volte,non ho mai risposto,stavo prendendo coraggio per la mia decisione.Mi scrive su facebook..Lo lascio su facebook,sarò stata anche pessima ma non potevo vederlo.Gli ho elencato tutte le mie motivazioni facendo una sorta di excursus su come lo vedevo,quali fossero i problemi…ma dall’altro lato c’è stato un vomitare cose e litigi continui,non riuscivamo nemmeno a parlare normalmente,mi attaccava.Insomma ho carpito che covava molto,nei miei riguardi,problemi vecchi.Gli ho detto che lo amo ma che non potevo continuare così e finchè ho potuto ho cercato di tirare la storia avanti evitare di litigare o come direbbe lui lamentarmi ma lui continuava a dire le sue cose(da premettere all’inizio lui credeva io fossi arrabbiata per la sera prima,quella degli amici al pub ma non era così,io ero ferita dalla sua assenza).Ha insistito nel dire che lui è sempre lo stesso,io continuavo nel dire che l’amore si mostra e dimostra e lui non lo faceva più.Non mi ha mai chiamata(cioè quando credeva stessimo litigando per la serata andata male e perchè io potessi essere arrabbiata mi chiamava,quando ha capito che i motivi erano seri reali concreti tra noi e che lo stavo lasciando non ha più mosso un dito,non una telefonata).CosaèSuccesso?L’amore dov’è finito?Grazie.

Gentile Marta,

Credo che fra voi ci sia stato soprattutto un problema di comunicazione. Come lei dice, quando lei cercava di spiegarsi senza cercare la lite, lui sentiva questi discorsi come una comunicazione aggressiva e conflittuale, a volte lui la sentiva arrabbiata, ma invece non era così, oppure lo era per motivi ben diversi da quelli che lui pensava, e così via.

Ci sono persone che si capiscono al volo, anche senza parlare ed altre dove invece una serie di pregiudizi, o comunque di aspettative errate nei confronti del/della partner, determinano delle difficoltà.

Quando il rapporto è forte e stabile, malgrado questi difetti di comunicazione, si invitano i due partners a cercare di migliorare le capacità comunicative, in particolare di ascolto dell’altro. Un’altra tecnica è quella di imparare a chiedere sempre conferma, prima di attribuire all’altro dei giudizi su questo o su quello che non hanno alcun fondamento reale, ma che si basano su semplici impressioni personali.

Dunque, si può imparare a limitare i conflitti e le liti, ma solo se i due partners vogliono davvero impegnarsi nel rapporto; è possibile tuttavia che la sola idea di fare questo sforzo sia già di per sé demotivante per alcuni.

Così potrebbe dunque essere letto il comportamento “fuggitivo” del suo ex ragazzo, il quale poteva anche venirle incontro per bisticciare un po’ su una cena con amici che non sembrava essere andata benissimo, ma che non ha (o non aveva) alcuna intenzione di mettersi personalmente in discussione per migliorare il suo rapporto di coppia.


Love is love Psicolinea

Aiutooo
#1 01-16-2013, 11:36 PM

Salve sono un ragazzo di 23 anni, vi scrivo perchè vorrei chiedervi come posso liberarmi dalla fobia sociale! Ho paura di andare nei supermercati,centri commerciali,metro,scuola nel caso mi interrogano, tutto questo mi porta ad arrossire!!!cosa posso fare per eliminare questa paura/emozione?Grazie attendo vostra risposta

Gentile Marco,
E’ vero che i problemi di fobia sociale possono essere superati, o quanto meno si possa imparare a conviverci con maggiore serenità e minore stress, ma non pensi che esistano ricettine da scambiarsi via internet, come si trattasse delle dosi di una crostata… Ogni persona è un caso a sé ed ogni persona arrossisce o ha un problema di fobia sociale per un motivo diverso: dunque, anche i rimedi, i suggerimenti, le strategie, devono essere adattati alla persona, all’ambiente, alle circostanze.
Questo significa, in altre parole, che è necessario intraprendere un percorso psicoterapeutico (la psicoterapia cognitivo-comportamentale è l’ideale).

In linea generale, lei può apprendere intanto qualche terapia di rilassamento e leggere dei libri di psicologia popolare (self help), che ogni 50 pagine danno un buon consiglio (a forza di leggerli, qualche buona idea può anche venire).

In alternativa, le suggerisco di consultare il sito : dieci anni di consulenza, di notizie, di suggerimenti sui problemi dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali.
Cordialmente,

Tradimento e perdono
#1 01-17-2013, 04:49 AM

Egr. Dott,
sono una ragazza di 22 anni,il mio attuale compagno ne ha 38, ad agosto ho scoperto che aveva contatti con una sua collega di lavoro, nonché allieva di 18 anni,tramite facebook. Nulla di fisico a loro detta, ho letto alcuni messaggi e sono stati molto pesanti, tipo come sei dolce,tu per me sei come una droga. Da quando ho scoperto questa cosa sono caduta in una tremenda depressione, non ho voglia di uscire o di stare in contatto con le persone. Inizialmente ho fatto di tutto per recuperare questa storia,ma lui non faceva altro che dire che aveva bisogno di riflettere e che non mi amava come lo amavo io. A fine ottobre mi sono arresa e colpo di scena il mio lui sta facendo di tutto per dimostrare quanto mi ama. Io oggi mi sento delusa e confusa. Come posso capire se lo amo ancora?premetto che ogni volta che decido di troncare per sempre,non ci riesco. Come posso allora perdonarlo e dimenticare questa cosa?
In attesa di troncare una sua risposta la ringrazio e le invio i miei più cordiali saluti.

Gentilissima,
Mi sembra che lei cominci ad avere ben chiaro, sul piano razionale, cosa deve fare, anche se la cosa la fa soffrire e le sembra di non avere in sé la forza di farlo. Forse, scrivendomi, lei si aspetta di ricevere una parola definitiva, forte e convincente, che riesca a farle superare le ultime perplessità.

Io quella parola tuttavia non gliela dirò, perché ritengo giusto che lei possa scegliere della sua vita così come vuole, senza farsi influenzare dagli altri.
La scelta del partner è una di quelle scelte di vita che possono regalare molta felicità o molta sofferenza.

E’ vero, l’amore spesso confonde le idee, specie nella sua prima forma, quella dell’innamoramento, e può far commettere dei grandi errori. In compenso tuttavia, come dimostrano le tantissime coppie in crisi, l’amore assoluto dura poco e tende col tempo a trasformarsi in un sentimento più stabile, ma anche più razionale.

Non appena, dopo la passione, ci si ritorna a confrontare con la realtà, si cominciano anche ad intravedere gli effetti della scelta sentimentale sui propri progetti e sui propri obiettivi di vita e si manifestano con chiarezza tutte le eventuali incompatibilità. Il problema è che spesso questa consapevolezza arriva quando ormai è troppo tardi.

La cosa che posso dunque consigliarle è quella di cercare di non ipotecare il suo futuro con questa persona, compiendo scelte irreversibili. Lei è ancora molto giovane: si dia del tempo, per poter maturare come donna e per capire cosa voglia davvero fare della sua vita. Con questo approccio ben chiaro in mente, lei potrà non rinunciare, nel presente, a tutto quello che le piace e le permette di stare bene. Se per maturare ci vogliono esperienze, ben vengano.

Saluti cordiali.

Forse disturbi alimentari?
#1 01-19-2013, 07:21 PM

Salve,
non so se scrivere qui sia la cosa migliore, ma da un pò avevo bisogno di raccontare a qualcuno questa situazione, e che potesse commentarla da “fuori”.
Io sono una ragazza di 21 anni, frequento l’università,una facoltà impegnativa ma che mi piace molto, (voti alti e esami in pari); sono bella, simpatica e socievole (almeno a detta di molti), ho amici più o meno stretti, un ragazzo che bene o male ci tiene a me, una famiglia solida alle spalle che mi ha sempre sostenuto. Quindi la mia vita dovrebbe essere quasi perfetta, certo ho periodi neri come tutti e come tutti a volte non riesco a trovare motivazioni per andare avanti, ma non penso di avere problemi gravi, sicuramente c’è gente che sta molto peggio…
Ma in tutto questo non riesco a capire perchè da un anno circa sento il bisogno di rimettere tutto ogni volta che mangio: i miei pranzi e le cene a casa sono sempre seguite da una puntata in bagno per vomitare tutto.. spesso lo faccio anche quando sono a cena fuori, o da amici, o in università;
potrebbe essere il sintomo di un disturbo alimentare? a parte questo non ho un rapporto conflittuale con il cibo, non ne sono assolutamente ossessionata, non mangio in modo spropositato nè digiuno e nemmeno odio il mio aspetto (certo a volte vorrei essere migliore, ma chi non lo vuole?).. e comunque nessuno sa o si è mai accorto di questo mio problema, per cui mi dico che probabilmente sto sopravvalutando la cosa..
Ultimamente è un periodo un pò strano, anche senza nessun motivo serio sono sempre triste, non riesco a trovare l’entusiasmo per i progetti universitari, ogni volta che penso al futuro (vista anche la situazione) vedo nero… non trovo nessuno con cui parlare di tutto questo, non voglio scaricare i miei problemi su altre persone e soprattutto mi vergogno.
Non credo mi serva aiuto, già solo mettere nero su bianco queste cose è molto.
Grazie

Gentilissima,

Per poter ricevere aiuto occorre anzitutto chiederlo e per poterlo chiedere occorre essere consapevoli di avere un problema.

Credo che, con questa lettera, lei stia semplicemente ammettendo con sé stessa, forse per la prima volta, che al di là delle apparenze, c’è qualcosa in lei che proprio non va e che, malgrado i tentativi di rimozione, le crea profondo disagio e sofferenza.

Vorrei dunque pensare a questa sua richiesta di commento, più che di consulenza, come all’attuazione di un rito di passaggio, che segna il confine fra quello che è stato il suo passato di rassegnata sofferenza (seppure difficile “da mandare giù”) e quello che lei vorrebbe invece fare, per sé stessa e per la sua vita nel futuro.

Per il momento dunque non le consiglio nulla, anche perché lei non me lo richiede; le dico però, come commento, che questa lettera potrebbe essere importante, in quanto potrebbe rappresentare un piccolo ma significativo passo verso la guarigione e spero che questo processo di insight vada ancora più avanti, fino a che lei non si sentirà sufficientemente pronta ad affrontare quella parte di sé che finora non ha voluto o potuto ascoltare.

Le auguro buone cose.

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Separarsi? Non So! Un consiglio.
#1 01-29-2013, 08:06 PM

Salve,io e mia moglie siamo sposati da 15 anni con figli.Un anno fa mia moglie si è tolta la fede e dopo alcuni mesi ha cominciato a messaggiare con un tizio che ci abita vicino.Scoperta mi ha promesso che avrebbe interrotto.Poi ci è ricaduta.Riscoperta mi ha promesso ancora che avrebbe smesso.Ancora altre volte ci è ricaduta fino ad arrivare ad avere rapporti sessuali con l’altro.Stufo di essere continuamente ingannato e preso in giro,sono stato più volte sul punto di procedere con la separazione anche perchè sentivo e sento che lei non mi ama e,anzi,mi ha fatto capire che si era innammorata dell’altro(lo è ancora?).Più volte gli ho fatto presente questo mio sentire anche per facilitarle il compito di lasciarci.Lei risponde di non essere sicura dei suoi sentimenti per me,si è sempre opposta alla separazione volendo cercare di ripartire e recuperare il rapporto,anche a causa della presenza dei ns.figli che non sospettano nulla(infatti siamo una coppia che non litiga e con un ottimo rapporto con i ns.figli).Ogni volta che sono stato sul punto di separarmi da lei (consensuale già firmata) a causa del suo essere fredda,distante e delle sue ricadute con l’altro,lei mi si è riavvicinata e io,al solito,mi sono illuso che si fosse “ridestata” e quindi sono ritornato sui miei passi.Ma dopo,scampato il pericolo,lei torna ad allontarsi di nuovo da me.Avevamo iniziato una terapia di coppia che poi è sfociata in una terapia solo per lei,ora cessata.Oggi pur percependo che la relazione extraconiugale è cessata(o solo sospesa?),mi ritrovo a non riuscire a superare il trauma del tradimento perchè sento sempre più che lei non mi ama, anche se cerca di mostrarsi interessata(sospetto che lo faccia per “dovere”),perchè non ho più fiducia e perchè il tizio me lo vedo sempre presente e vicino a noi (fisicamente e non solo).Pensavo che se lei si fosse ricreduta sul suo “non amore” per me e me lo avesse dimostrato avrei sicuramente superato il fatto di essere stato tradito(fisicamente e sentimentalmente)anche perchè questo trauma mi ha spinto a mettermi in discussione prendendomi la mia parte di responsabilità in tutta questa storia e del suo essere arrivata a questo punto(ci siamo parlati per la prima volta dopo 15 anni di non comunicazione,rivelandoci i problemi e le aspettative che ciascuno di noi nutriva,nel silenzio,nei confronti dell’altro).Io amo lei e i miei figli,e anche per questi ultimi ho sopportato questa condizione,nella speranza che qualcosa cambiasse.Lei dal canto suo dice che ci vorrà del tempo,ma io trovo difficile sostenere ancora questa incertezza,credo che se ci fosse stato amore da parte sua si sarebbe già dovuto manifestare o ridestare visto tutto quello che è successo.Credo che ancora mi confronti,in cuor suo, con l’amore ideale che l’altro le ha saputo palesare.Credo che lei rifiuti la separazione per paura e per tutto ciò che comporterebbe per i ns.figli e le ns.famiglie.Mi sento quindi il male minore per lei. Grazie.

Gentilissimo,

Ci sono persone che non portano la fede e si sentono tuttavia sposatissime e persone che, pur portando la fede, tradiscono senza problemi.

Il gesto plateale di togliersi la fede, dopo tanti anni, può avere però un significato da non tralasciare: sembrerebbe quasi una dichiarazione di intenti, da parte di una persona che non ne può più e che ha deciso di cambiare la sua vita, alla ricerca di un po’ di felicità.

Il consiglio è sicuramente quello di fare tutto il possibile, prima di arrivare ad una separazione, perché le persone separate non sono più felici di quelle coniugate (a meno che non trovino nuovamente un vero amore, il che quando ci sono figli ed interessi di mezzo è poco probabile). La coppia separata inoltre diminuisce notevolmente il suo tenore di vita, perché la separazione costa: due case, vacanze separate, ecc. Per non parlare dei figli e di quanto sia importante per loro crescere in una famiglia serena, come voi, nonostante tutto, siete.

Non credo che sua moglie sia arrivata dopo 15 anni a togliersi la fede e a flirtare con un altro, se non fosse stanca di qualcosa che l’ha pian piano esasperata (del resto anche lei ammette di avere una parte di responsabilità e di non aver mai cercato di parlare con lei di queste cose che fra voi non andavano bene). Ecco perché sarebbe forse opportuno che anche lei tentasse una terapia individuale, per capire se c’è già oggi una qualche possibilità di cambiamento, per mostrare un interesse diverso nei confronti di sua moglie (che si avvicini di più al suo “ideale”) e così riconquistare, se non il suo amore, almeno la sua stima e il suo affetto.

Come passo successivo credo che una terapia di coppia potrà aiutarvi a ristabilire un po’ di dialogo e di armonia fra voi.

Terapie di Coppia online psicolinea

 

Sono una causa persa.
#1 02-08-2013, 03:47 PM

Salve dottoressa.
Sono un ragazzo di 21 anni, e nonostante la mia giovane età sento di non aver combinato nulla di buono o di soddisfacente nella mia vita ma sopratutto sono sempre più terrorizzato dall’idea di fallire continuamente anche in un futuro già incerto per tutti vista la situazione socio-economica di questi anni.

La colpa di tutto ciò comunque non è altro che mia, sono schifosamente pigro e dico schifosamente perchè mi disprezzo da solo per questo, ho perso il conto del numero delle volte in cui mi sono imposto di smetterla di vivere da ameba e dare una svolta alla mia vita e nonostante l’enorme entusiasmo iniziale e l’apparente convinzione sono comunque SEMPRE tornato punto e a capo. Ora sono giunto al limite di sopportazione, non ce la faccio più ad andare avanti così e nonostante questo continuo imperterrito.

Nella mia vita sono sempre stato mediocre in ogni cosa: scuola, sport, musica, relazioni sociali e hobby vari.
Sono stanco di essere sempre sottovalutato da tutti, compresi amici e genitori, eppure questo ancora non mi da la grinta di cambiare la mia vita.

Oltre alla pigrizia un altro mio ENORME problema è l’indecisione cronica, sono una persona che cambia idea trecentomila volte. Ci sono miliardi di cose che vorrei fare ma per colpa di questa indecisione va sempre a finire che non ne faccio una o se la faccio la faccio male.
Esempio? l’università.. ho tentato il testo per l’accademia di belle arti ma l’ho fallito, così mi sono iscritto a Beni Culturali che però ho scoperto non mi da soddisfazioni, non mi piace e sono quasi sicuro che sarò un disoccupato come tanti altri dopo anni di fatica e studio.

Io ho due sogni nella vita, mi piace molto scrivere storie, specialmente di fumetti, motivo per cui sono sempre più tentato di mollare e iscrivermi alla scuola del fumetto e studiare sceneggiatura, ma i miei genitori sono convinti sia una perdita di tempo insieme alla mia altra passione, studiare per diventare doppiatore.
Il problema è che se anche avessi la possibilità di fare questo cambiamento e scegliere quale strada intraprendere non saprei nemmeno in quale di queste cimentarmi. Sono sicuro che se studio sceneggiatura rimpiango il doppiaggio e viceversa. Sono stufo di questo.

Quasi tutti i miei amici sono già decisi nella loro vita, e studiano cose come ingegneria, medicina ecc che gli garantiranno un futuro, io invece mi sento un fallito ma al tempo stesso voglio assolutamente coronare uno dei miei sogni per quanto difficili e dimostrare a tutti quanti che anche io posso diventare qualcuno, che sono anche io capace di fare qualcosa di speciale. Voglio per una volta nella vita essere rispettato e stimato e non essere sempre visto come una persona mediocre.

Le chiedo scusa per quanto sono stato prolisso ma avevo davvero bisogno di sfogarmi perchè non so veramente dove sbattere la testa.

La ringrazio per l’attenzione e attendo con ansia una Sua risposta.
Le auguro una buona giornata!

Gentilissimo,

Ha fatto bene anzitutto a scrivere tutto quello che sentiva dentro e che la opprimeva, perché scrivere è una tecnica potentissima per scaricare le tensioni e sentirsi dopo più rilassati. Se poi lei ha anche la passione di scrivere, questo esercizio potrebbe essere doppiamente utile.

Oltre che lagnarsi e attribuirsi tutti i difetti del mondo però, scrivendo dovrebbe fare anche un piccolo sforzo e cercare, ogni volta, di sottolineare almeno due o tre cose buone, che vanno bene e che le piacciono di lei. Questo la aiuterebbe moltissimo nella costruzione dell’autostima.

Veniamo all’Università: sia l’Accademia di Belle Arti che i Beni Culturali le offrono prospettive lavorative veramente scarsissime, per cui mi permetterei di suggerirle di provare a ripensare a quella che dovrà essere la sua carriera universitaria (se anche avesse ormai sostenuto degli esami, non è per 4-5 esami superati che una persona può condizionarsi la vita, a soli 21 anni…). Quegli esami farebbero comunque parte della sua preparazione personale, a livello di cultura generale.

Il mio suggerimento è quello di studiare per prepararsi ad un lavoro. Lo so, non è un discorso molto popolare e molti miei colleghi le avrebbero risposto che è giusto inseguire i sogni. Secondo me invece i sogni vanno inseguiti, ma sempre quando si riesce a mantenere un solido rapporto con la realtà, coniugando esigenze ed ideali.

Se lei studiasse ingegneria, si preparerebbe ad una professione che potrebbe darle lavoro, soddisfazioni, autonomia. All’interno di quella professione poi, o al di fuori di essa, nel tempo libero, lei potrebbe inseguire i suoi sogni, fare quello che le piace.

Volendo cercare a tutti i costi di “fare qualcosa di speciale”, lei potrebbe finire per isolarsi dai suoi amici e alla fine fare qualcosa di molto ordinario, come il disoccupato. E mentre i suoi amici comincerebbero ad avere i primi successi professionali, lei potrebbe ancora sentirsi diverso, insoddisfatto, incapace e indeciso.

Secondo me, per tutto questo, lei dovrebbe dare, finché è in tempo, una decisa sterzata alla sua vita. Precisazione: al posto di “ingegneria” legga qualsiasi studio capace di aprirle una carriera lavorativa.

Le auguro bellissime soddisfazioni.

Tutto di nuovo in discussione
#1 02-18-2013, 11:40 AM

Buongiorno Dottoressa,

le scrivo per avere un suo consiglio, una sua opinione. Ho 39 anni, sposato con mia moglie di 41 e con due figli di 3 e 6 anni. La nostra è una storia lunga, siamo insieme fin da ragazzi e abbiamo passato una vita vicini. Negli scorsi giorni, ho scoperto che mia moglie si è presa una “cotta” per un suo collega, sposato con due figli e pare con un matrimonio in crisi. La relazione avveniva con messaggi e attraverso chat e social network. Non ci sono stati incontri fisici. Mia moglie mi dice che non ha mai smesso di amarmi, che non si sentiva di tradire lasciandosi andare ad un emozione che non provava più da molto tempo: batticuore, farfalle nella pancia e risveglio di un forte desiderio sessuale che anche io ho percepito. In questo mese di suo “coinvolgimento” abbiamo fatto l’amore con passione e lei mi dice che questo risveglio la portava ad avere forte desiderio di fare l’amore con me. Io mi sento molto triste, mi sento ferito da quei messaggi in cui mia moglie parlava così esplicitamente del suo desiderio acceso da un’altro uomo. Nel parlare è emerso come dopo 2 gravidanze, i 41 anni compiuti, si è sentita di voler far riemergere il suo essere passionale, attraente e di piacere ancora ad un uomo.

Purtroppo il mio dolore è acuito da un passato pesante: 10 anni fa, non sposati ancora e senza figli, mia moglie mi tradì con il mio migliore amico, ne seguì un percorso di analisi con uno psicologo in cui l’attenzione si pose verso i sentimenti di rabbia e competizione verso di me. Pensavamo di evere capito, anche allora lei non mise mai in discussione il suo amore verso di me e dopo un lungo percorso decidemmo di salvare il nostro amore. Sono passati così 10 anni felici, un bel matrimonio, una vita piena, due figli meravigliosi.

Dalla nostra felicità, ora siamo ripiombati all’inferno. I miei dubbi sono: perchè mia moglie, dopo aver già provato un tradimento doloroso, ha di nuovo messo a rischio tutto? Come faccio a credere nel suo amore? Lei è disperata, mi dice che non voleva buttare all’aria tuttto, che non sa perchè si è sentita attratta da questo uomo e che pensava di non fare niente di male ad essere “inamorata dell’amore”, senza la volontà di avere una relazione fisica, sensa voler nessun futuro per questa cosa.

Le scrivo perchè ho letto una sua risposta ad una persona in una situazione simile alla mia in cui ho trovato una chiave di lettura utile: spiegava come sia la natura umana che fa scattare l’innamoramento e di come in una storia lunga queste vicende siano più che probabili e che bisogna dargli il giusto peso. Ma avendo questo passato alle spalle, le chiedo se sia giusto guardare avanti senza ascoltare troppo le mie ferite, oppure se quello che è successo sia il sintomo di un matrimonio che non era così solido e maturo come pensavamo, e soprattutto se mia moglie sia realmente consapevole di ciò che vuole e di ciò che ama.

Grazie davvero per l’attenzione.

Gentilissimo,

L’amore è una cosa, la passione è un’altra: in alcuni periodi (all’inizio del rapporto, in momenti di particolare felicità, dopo un periodo di allontanamento, ecc.) questi due aspetti riescono ad essere entrambi presenti nel rapporto di coppia, mentre in altri periodi l’amore continua ad esistere, mentre la passione si affievolisce (è più difficile, anche se non impossibile, che resti la passione e l’amore si affievolisca, mentre nei casi più sfortunati spariscono entrambi).

E’ importante dunque imparare a godere dei periodi buoni e affrontare quelli meno buoni nella consapevolezza che essi possono essere superati e che è possibile ri-ritrovare un equilibrio.

Certamente, quando un terzo entra, fisicamente o solo virtualmente, nella propria vita di coppia, occorre chiedersi se qualcosa non va nella propria relazione: routine, noia, assuefazione, scarsità di emozioni positive ecc. Se la coppia è unita può affrontare il problema e può cambiare le abitudini della propria vita, in modo da ricreare le condizioni di interesse reciproco, facilitando così lo stabilirsi di una nuova condizione positiva.

E’ possibile che, nel caso del primo tradimento, le cause, come lei ricorda, siano state la rivalità e la rabbia provate nei suoi confronti, ma perché escludere anche la componente della naturale curiosità per la vita, specie quando si sono avute poche esperienze?

E’ probabile che questa curiosità si ripresenti nei momenti di difficoltà, quasi come un auto-aiuto per superare un momento di scoraggiamento, di depressione, di perdita dell’autostima. La mia opinione dunque è che anzitutto nulla è perduto: occorre cercare di riportare nel rapporto un po’ di ottimismo, di allegria, di progetti di esperienze positive da fare insieme, nella vita sessuale, ma non solo (una terapia di coppia potrebbe aiutarvi, come accaduto in passato).

Le faccio molti auguri.

Clinica della Timidezza

Sono ciclotimica?
#1 02-12-2013, 07:23 PM

buonasera ho 39 anni,2 figlie piccole,un lavoro e un marito non so ancora per quanto.non ho vita sociale e faccio psicoterapia da già 5 anni.in passato sono stata in gruppoanalisi per oltre 4 anni e ho provato 2 volte il suicidio.credo di essere ciclotimica e vorrei una conferma.ho detto più di una volta alla mia terapista che non ce la faccio più:ho bisogno di un aiuto,di farmaci che regolino il mio umore perchè a volte sono troppo depressa o arrabbiata e divento una iena con tutti.non provo piacere neanche quando gioco con le bimbe.poi ho dei brevi periodi di euforia e faccio mille cose,mi stanco molto e poi sono ancora più stressata.tempo fa il mio medico di base mi ha prescritto liposom forte fiale, ne ho fatte 20 e ho sentito un pò di serenità e più energia ma dopo poco mi sono sentita come prima:insoddisfatta,stanca a volte arrabbiata a volte depressa,frustrata.non posso continuare così soprattutto per le bambine.vivo a palermo a chi posso rivolgermi per un parere disinteressato?scusi se scrivo così ma in passato ho speso tanti soldi senza avere un aiuto concreto.grazie

Gentilissima,

Per cominciare, vorrei dirle che secondo me la psicoterapia è utilissima in certi periodi della vita, per conoscersi meglio e per ritrovare l’equilibrio, ma non credo che praticarla tutta la vita, passando da una terapia all’altra, da un terapeuta all’altro, possa essere una soluzione.

Mi stupisce inoltre che, dopo tanti anni trascorsi fra medici e psicoterapeuti, lei non abbia ancora ricevuto una diagnosi e che senta il bisogno di farsela da sola… Se desidera sapere a quale diagnosi psichiatrica corrispondono i suoi sintomi, basta sottoporsi ad un semplice test, come ad esempio l’MMPI (che non è la Bibbia, ma dà sicuramente delle risposte più sicure, rispetto ad una auto-diagnosi tratta da qualche articolo su Internet).

Farmaci: personalmente non sono affatto contraria, specie nei momenti di crisi profonda, ma lei deve essere consapevole che il senso di benessere che si prova per effetto della chimica ingerita non cambia di una virgola il proprio presente e che, per stare realmente meglio, in modo autonomo (i farmaci danno assuefazione e possono essere presi solo per periodi limitati), occorre impegnarsi, fare qualcosa per modificare sé stessi e l’ambiente in cui si vive.

Quanto a chi rivolgersi a Palermo non le saprei dire, visto che vivo molto lontana da lei (Ancona): quello che penso tuttavia è che i terapeuti, così come i medici, i dentisti, i parrucchieri o i salumieri, svolgono il loro lavoro perché è con quello che si guadagnano (onestamente) da vivere e dunque non mi sembra un’idea realistica quella di affidarsi a persone “disinteressate” (?).

Molto più logica ed efficace potrebbe essere la ricerca di un/una terapeuta che la possa veramente aiutare: per preparazione ed esperienza, ma anche per il senso di fiducia che riesce ad infondere in lei, oltre che per la sua effettiva determinazione a raggiungere, insieme a lei, gli obiettivi terapeutici concordati.

Con molti auguri.

Dr. Giuliana Proietti

 

Dr. Giuliana Proietti

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