Cosa è l’odio e perché lo proviamo
CON LA DOTT.SSA GIULIANA PROIETTI
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Come viene definito l’odio?
Al momento non c’è un consenso unanime fra gli studiosi per definire l’odio, che da alcuni è stato descritto come un’emozione, da altri come un sentimento o un atteggiamento. Alcuni pensano che l’odio sia una versione estrema della rabbia o dell’antipatia; altri descrivono l’odio come una miscela di emozioni varie: in particolare rabbia, disprezzo e disgusto. Le teorie divergono anche nelle descrizioni degli antecedenti, dei fattori scatenanti, delle funzioni e degli esiti comportamentali dell’odio.
Cosa sappiamo con certezza?
Quello che sappiamo con certezza è che l’odio è intenso e duraturo e che porta ad avere obiettivi in genere malvagi e minacciosi. Ad esempio, quando gli hutu massacrarono i tutsi nel genocidio in Ruanda del 1994, l’odio che provavano gli aggressori era basato sulla percezione che i tutsi fossero un popolo malvagio e che per questo dovessero essere eliminati. L’odio incarnato dal Ku Klux Klan e da altri gruppi razzisti spesso risale a tempi precedenti, trascendendo le generazioni, fino a quando non si presenta un nuovo fattore scatenante. Sappiamo anche che l’odio non è rivolto solo ai nemici, ma può riguardare persone vicine, come familiari, amici o partner nella coppia.
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Quale è la differenza con la rabbia?
A differenza della rabbia, l’odio sembra essere rivolto non ai comportamenti messi in atto dai soggetti interessati, ma proprio alle loro persone.
Come si studia l’odio?
In realtà occorre osservare che c’è una mancanza di ricerca empirica che esamini obiettivamente le caratteristiche distintive dell’odio, perché studiare l’odio è metodologicamente difficile e le commissioni etiche della ricerca non sono molto favorevoli, quando si fa un esperimento in laboratorio, a permettere ai ricercatori di indurre sentimenti di odio nei partecipanti allo studio. Quello che si può fare è limitarsi a raccogliere questionari in cui le persone raccontino i loro vissuti, specificando l’intensità emotiva e la durata di ogni esperienza. Si è visto che in condizioni di anonimato, la maggior parte delle persone descrive apertamente le proprie esperienze di odio, arricchendole di mille particolari.
A quali emozioni somiglia l’odio, fra le emozioni negative?
L’odio sembra essere correlato a disaccordi fondamentali e non negoziabili nelle convinzioni morali fondamentali di un individuo. Pertanto, questo sentimento somiglia molto sia al disprezzo, sia al disgusto; in misura minore somiglia all’antipatia e alla rabbia, che vengono giudicate esperienze meno intense e durature, che non attivano il desiderio di vendetta. Quando alle persone non piace qualcuno, come nell’antipatia, ciò non significa che insorga il desiderio di punire la persona per questo: in questo caso basta tenersi a distanza. Nell’odio si desidera, invece, che una certa persona scompaia totalmente dalla propria vita.
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In cosa consiste il disprezzo?
Il disprezzo consiste nel “guardare dall’alto in basso” gli altri o considerarli inferiori, e il suo obiettivo è quello di sottovalutare qualcuno (rispetto alle sue aspettative), o escluderlo.
In cosa consiste il disgusto?
Il disgusto viene evocato quando le persone valutano gli altri come soggetti immorali o indesiderabili; l’obiettivo del disgusto è evitare queste persone, o allontanarsene.
Perché l’odio è qualcosa di più del disprezzo e del disgusto?
Perché c’è un qualcosa in più che motiva a una reazione particolarmente forte, fino a pensare a una eliminazione fisica o simbolica di una certa persona (ad esempio eliminando tutti i simboli presenti nella propria vita e che richiamano il ricordo della persona odiata).
Quale è lo scopo della rabbia?
La rabbia ha lo scopo di cambiare il comportamento della persona che si comporta male, nel breve termine. Ad esempio, se qualcuno accende una sigaretta in un’area non fumatori, le persone intorno potrebbero arrabbiarsi e la loro aperta espressione di rabbia (tramite osservazioni dirette o linguaggio del corpo) potrebbe indurre il fumatore a spegnere la sigaretta o ad andarsene.
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Quali persone si tende ad odiare?
Si odiano in particolare individui o gruppi che approvano idee opposte alle proprie, ovvero a ci che si ritiene nobile e giusto. Inoltre, si odiano le persone che impediscono materialmente la realizzazione di un proprio desiderio.
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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