I Vagabondi: chi sono? Come vivono?
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Spesso dipinti come nomadi moderni o spiriti liberi, i vagabondi incarnano una vita al di fuori dei confini convenzionali, connessa alla strada e alla libertà. Tuttavia, dietro questa romantica immagine si nasconde una realtà complessa, fatta di difficoltà, sofferenza, vulnerabilità e ricerca di identità.
Quali sono i sinonimi della parola “vagabondo”?
Queste persone vengono chiamate anche senzatetto, senza casa, senza fissa dimora, clochard (in francese) homeless (in inglese), barboni.
Cosa hanno in comune tutte queste categorie?
Si tratta di individui che per lungo tempo non hanno un luogo fisso di residenza. Queste persone possono provenire da ambienti molto diversi, così come diverse sono le ragioni che li hanno portati a vivere senza una dimora fissa: per molti, il vagabondaggio è una forma di ribellione contro le convenzioni sociali, mentre per altri è una necessità imposta dalle circostanze.
Sono soggetti assimilabili ai popoli nomadi?
No. Essi non appartengono a comunità, come i Rom, il cui bagaglio culturale è riconducibile a vicende storiche.
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Quanti sono i clochard in Italia?
A seguito di una convenzione tra Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e Caritas Italiana è stato condotto uno studio in cui si evidenzia che le persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine siano state 50 mila 724 . Tale ammontare corrisponde al 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall’indagine, valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47 mila 648 persone).
Circa i due terzi delle persone senza dimora (il 68,7%) dichiarano di essere iscritte all’anagrafe di un comune italiano, valore che scende al 48,1% tra i cittadini stranieri e raggiunge il 97,2% tra gli italiani.
Secondo i dati di FEANSTA e Fondazione Abbè Pierre (Housing Exclusion in Europe) si stimano circa 700.000 persone senza dimora nell’Unione Europea con un aumento del 70% negli ultimi dieci anni.
Quale è il genere sessuale prevalente?
Si tratta per lo più di uomini (85,7%).
Quale è la percentuale degli stranieri?
Sono stranieri il 58,2% dei senza tetto.
Quale è la loro età media?
In genere hanno di 54 anni (75,8%).
Quale è il loro titolo di studio?
In genere il titolo di studio è molto basso e solo un terzo raggiunge almeno il diploma di scuola media superiore.
Quale è il loro stato di famiglia?
Sono persone che vivono da sole (76,5%) e poco più della metà di loro (il 51%) dichiara di non essersi mai sposato.
Da quanto tempo si trovano nella condizione di senza tetto?
Da più di due anni per il 41,1%; da oltre 4 anni per il 21,4% delle persone.
Quali sono le loro condizioni di salute?
Nel gennaio 2015 è stato pubblicato lo studio più ampio mai condotto negli Stati Uniti (hudexchange), il quale ha rilevato che 564.708 persone erano senzatetto in uno specifico giorno. Si stima che, come minimo, il 25% dei senzatetto presi in esame, cioè 140.000 individui, fossero seriamente malati di mente nel momento attuale, mentre il 45% (250.000 individui) potrebbe aver avuto problemi mentali in passato.
Dove vivono ?
Secondo lo studio americano citato il 31% di loro (175.000) vive per le strade o in edifici abbandonati, veicoli o parchi. Queste stime non includono ovviamente i “senzatetto” che si accampano sui divani di amici e famiglie, spostandosi ogni pochi giorni, senza avere un indirizzo permanente.
Quale è la maggiore causa che porta verso questo tipo di vita?
In un sondaggio condotto nel 2008 dalla Conferenza dei sindaci degli Stati Uniti, a 25 città sono state chieste le maggiori cause di vagabondaggio nelle loro comunità. Si è visto così che molti soggetti diventano clochard semplicemente perché la loro malattia mentale non è stata adeguatamente trattata (principalmente schizofrenia e disturbo bipolare). La maggior parte di loro non sa di essere malata. (National Coalition on Homelessness). Molte donne scelgono la strada del vagabondaggio dopo aver subito abusi fisici e sessuali e conseguenti traumi (Goodman L, 1991). Altre cause: problemi economici, sfratto, disastri naturali, veterani di guerra, genitorialità precoce, tossicodipendenza.
Come si nutrono ?
Uno studio ha rilevato che il 28% dei barboni si procurava il cibo con cui nutrirsi dai bidoni della spazzatura e l’8% usava i bidoni della spazzatura come fonte primaria di cibo. (mentalillnesspolicy.org)
Il New York Times ha riferito che a Berkeley, in California, “Ogni notte ci sono da 1.000 a 1.200 persone che dormono per strada. La metà di loro sono malati di mente deistituzionalizzati”.
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Come vivono nelle grandi città?
In molte città come New York, i senzatetto con gravi malattie mentali sono ormai una parte accettata del paesaggio urbano e costituiscono una percentuale significativa dei vagabondi che dormono in metropolitana o nei parchi. Questi soggetti bivaccano nelle stazioni dei treni e degli autobus e persino negli aeroporti. Molti di loro si muovono silenziosamente per le strade di giorno e vanno a dormire di notte in rifugi o edifici abbandonati. Altri vivono nei boschi alla periferia della città, sotto i ponti e persino nei tunnel che trasportano i treni della metropolitana. Questo è dovuto anche al fatto che gli hotel e gli alloggi a basso costo stanno diminuendo rapidamente nelle aree urbane, per la riqualificazione dei centri storici e quindi a queste persone poverissime non rimane che la strada.
Quali rischi corrono?
Essi vengono spesso derubati, picchiati, minacciati con un’arma, feriti o uccisi. Coloro che ricevono assegni di invalidità da parte della sicurezza sociale diventano bersagli per i rapinatori. Le donne sono spesso oggetto di violenza sessuale. Uno studio del 1989 sulle donne senzatetto di Baltimora (Breakey, W.R)et al. ha rilevato che quasi un terzo delle donne erano state violentate. Per proteggersi dall’aggressione sessuale, le donne senzatetto usavano indossare 10 paia di collant nello stesso tempo, o impacchettarsi in strati di vestiti, per rendere più difficile lo stupro. Lo stupro espone peraltro queste donne a un’infezione con il virus dell’HIV, soprattutto perché la maggior parte degli uomini che commettono stupri sono tossicodipendenti, tra i quali l’infezione da HIV è frequente.
Quali sono le loro cause di morte?
Non sorprende che i senzatetto in generale abbiano un rischio di morte tre volte superiore rispetto alla popolazione generale. La morte per congelamento è piuttosto frequente, oltre alla morte per omicidio.
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Che legami hanno con la droga?
Si stima che circa il 38% degli “homeless” abbia una dipendenza da qualche tipo di sostanza. Non è chiaro se la tossicodipendenza sia una causa o una conseguenza della condizione di senza tetto. In ogni caso, una dipendenza non trattata rende estremamente difficile superare la condizione di vagabondaggio. (Coalition on Homeless in Ohio, 2006)
Perché è difficile uscire dalla loro condizione?
Una persona senza numero di telefono, senza indirizzo permanente, senza un luogo in cui dormire o lavarsi non può, di fatto, trovare un posto di lavoro. Per questa ragione si viene a creare un circolo vizioso.
Come si procurano il denaro, senza lavorare?
In genere chiedono l’elemosina o fanno gli artisti di strada, attraverso giochi di prestigio, musica, disegni, bolle di sapone, ecc. in cambio di offerte. Molti commettono crimini, spesso allo scopo di essere mandati in prigione, dove trovano cibo e ricovero.
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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