La terapia di gruppo non aumenta le possibilità di sopravvivenza di donne malate di cancro al seno

Lo psichiatra di Stanford, Dr. David Spiegel ha pubblicato oggi sulla rivista Cancer, dell’American Cancer Society, i risultati di una sua recente ricerca che mirava a duplicare i risultati da lui ottenuti trenta anni fa, quando un gruppo di donne malate di cancro al seno e sottoposte a psicoterapia di gruppo sembravano vivere due volte più a lungo delle persone che non erano sottoposte a terapia. Nel nuovo studio, che ha riguardato 122 donne, i risultati non vanno nella stessa direzione, nel senso che non sono stati purtroppo duplicati. In ogni caso, Spiegel e colleghi insistono sulla efficacia della terapia di gruppo in caso di cancro al seno: non allunga la vita, ma ne migliora la qualità. Va sottolineato però il caso di alcune donne, con un particolare cancro al seno, ‘estrogeno-negativo’ che hanno invece visto effettivamente accresciute le loro possibilità di sopravvivenza (30 mesi contro i 9 mesi di chi non fa terapia). Il nuovo studio di Spiegel ha riguardato due gruppi di donne: ad uno veniva dato materiale informativo sul cancro, mentre un altro era sottoposto ad una psicoterapia di gruppo settimanale, della durata di un’ora e mezzo. Lo studio è durato 14 anni. Le donne in terapia di gruppo sopravvivevano per 30,7 mesi, contro i 33,3 mesi del gruppo di controllo: differenza minima, che non può essere considerata statisticamente significativa.
Le donne con il cancro estrogeno-negativo avevano invece, come si è detto, risultati molto migliori, con una sopravvivenza molto più lunga rispetto alle donne che non si sottoponevano a psicoterapia. Forse perché non ci sono ancora medicine adatte a questa specifica forma di cancro? Forse vi è una relazione con la ricerca di trenta anni fa, quando per il cancro non vi erano ancora terapie e farmaci? Un’altra spiegazione è che ormai la psicoterapia è comunemente accettata e che i malati sono abituati a parlare di cose intime con i loro familiari: basti pensare che trenta anni fa Spiegel faticò molto a trovare delle persone disposte a frequentare questi gruppi, mentre ora chi apparteneva al gruppo di controllo lamentava il fatto che non vi fossero sedute di gruppo di psicoterapia… I tempi sono indubbiamente cambiati.
Resta il fatto che partecipare ad un gruppo di supporto non allunga la vita, semmai la migliora. A meno che una persona, sapendo che è malata e che le rimane poco da vivere, che la psicoterapia di gruppo non migliora le possibilità di sopravvivenza, decida di dedicarsi ad altro, anziché frequentare un gruppo di auto-mutuo-aiuto. Ne avrebbe tutto il diritto.

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Fonte : SF Gate

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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