Mansioni sessuali: masturbazione

Oltre alle altre mansioni sessuali di cui abbiamo parlato in precedenza (ricordiamo che le mansioni sessuali sono delle prescrizioni che fa il terapeuta a chi sta seguendo una terapia sessuale), c’è quella dell’autoerotismo.

L’obiettivo della masturbazione all’interno di una terapia sessuale è quello di consentire la conoscenza della propria risposta sessuale e delle sensazioni che conducono all’orgasmo, oltre che favorire un approccio positivo alle proprie esperienze piacevoli.

Inizialmente la masturbazione la si esegue da soli, mentre in un secondo tempo questo potrebbe diventare un compito del/della partner.

Può sembrare strano che il terapeuta indichi questo tipo di prescrizione: in realtà molte persone, per tabù personali, fobie, inibizioni, non hanno mai avuto accesso alla loro zona genitale e non conoscono le loro reazioni alla stimolazione sessuale. Per questo, quando sono in coppia presentano poi delle disfunzioni, spesso attribuendo al partner l’incapacità di una “giusta” (?) stimolazione.

Il terapeuta in questo senso viene visto dal paziente come un’autorità permissiva, il che aiuta a decolpevolizzare il gesto. La masturbazione infatti è, e deve essere vista, come un momento preparatorio allo scambio sessuale e non come modalità di realizzazione sessuale fine a sé stessa.

Ovviamente, se il paziente conosce questa pratica e ne fa uso, non ha alcun senso prescrivere questa mansione. Il comportamento masturbatorio frequentemente ripetuto infatti struttura una modalità di attività sessuale difficilmente compatibile con il rapporto sessuale di coppia: nel caso uno dei due partners si masturbi abitualmente, la terapia deve anzi provvedere a decondizionare il soggetto, affinché possa passare dal piacere dell’autoerotismo al piacere della relazione a due.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte: AAVV Sessuologia clinica, ed. Clueb

Immagine: Krossbow

Come vivere bene anche se in coppia

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