Convive con un ragazzo meraviglioso, ma… Consulenza online

Salve, cercherò di essere sintetica. Da 3 anni, sono fidanzata,e convivo, con un ragazzo meraviglioso, buono, premuroso, e davvero dolce. Da tempo abbiamo intenzione di sposarci, siamo molto legati, ed eravamo in attesa di un nuovo lavoro. Fin qui tutto bene. Io sono molto riflessiva, mentre lui, è molto introverso, e spesso, pur avendo molti amici, una splendida famiglia alle spalle, ed io, che mi ritengo una buona ascoltatrice, non riesce a parlare dei suoi problemi. Lo scorso anno litighiamo pesantemente per un motivo banale, (un mio post pubblicato su un noto social network, ) e lui mi chiede di andar via di casa perché avevo tradito la sua fiducia. A questo punto, penserete che vi siano altri problemi, ma in realtà,siamo molto compatibili caratterialmente, ed io, spesso, ho creduto che lui volesse prendere la palla al balzo, perché forse si era stancato, ma non aveva il coraggio di dirmelo. Sono razionale, e se qualcosa non va cerco di cogliere i segnali, ma in realtà andava tutto bene, stavamo addirittura progettando un viaggio, che poi abbiamo fatto. Questa discussione è durata circa 2 settimane, quando poi, lui riappare, sotto il mio ufficio dicendomi di aver sbagliato, di non riuscire a controllare la sua rabbia che secondo lui è scatenata da alcune sue insicurezze, e che comunque non riesce a starmi lontano. Gli dico che voglio tornare insieme a lui, ma che deve farsi aiutare, perché per un motivo così futile non si può chiudere una storia, se anche lui la riteneva importante, ma che si doveva cercare di comunicare, perché i problemi, se ci sono, vanno affrontati.
Passa un altro anno, in cui siamo stati un po’ nervosi, io con il mio lavoro, e con un mio familiare afflitto da una grave malattia, lui che non riesce a starmi vicino come vorrebbe. Mi dice che lo sto trascurando, poco sesso, me ne rendo conto, ma gli chiedo pazienza, è un momento delicato, mio padre dovrà affrontare un intervento importante , ma passerà. Dopo questo, si chiude in un silenzio che dura 1 settimana. Ho paura che mi dica di nuovo le terribili parole dello scorso anno, quindi lascio correre, anche perché ho problemi più seri a cui pensare. Abbiamo ospiti in casa, quindi non troviamo un momento per parlare. All’uscita dei nostri ospiti, gli chiedo spiegazioni, gli chiedo cos’è successo, che mi dispiace se l’ho trascurato. Lui non mi degna neanche di uno sguardo. Mi arrabbio moltissimo, ed in lacrime, gli dico che è un uomo senza p…e e che in un momento del genere dovrebbe starmi affianco invece di creare dei problemi che non esistono. Si infuria e mi dice che lui ha avuto i suoi problemi, e che io li stavo sminuendo.
Passa un giorno, e mi chiede di andarmene. Il problema è che non dice una parola e non vuole parlare di ciò che è successo. Gli dico che una storia del genere non può essere buttata nel secchio solo perché lui non vuole parlare. Gli dico “La vuoi finire qui?Vuoi che me ne vada? Ok,parliamone e poi andrò via” Ma non mi risponde. Non vuole parlare, né ascoltare. Si, lo so, sembra che stia parlando di un’altra persona, sembra che non sia il ragazzo gentile e pacato di cui accennavo all’inizio, ma è proprio lui. Si trasforma completamente, e mi sembra di non riconoscerlo. Ho letto che vi sono dei disturbi sulla personalità, e vorrei sapere se questo atteggiamento rientra in queste patologie.
Grazie
Alessia

Gentilissima Alessia,

A me francamente pare che la vostra situazione reale sia ben diversa da quella ideale che lei descrive all’inizio della lettera. Un ragazzo meraviglioso, buono, premuroso, e davvero dolce non le chiede di andarsene di casa semplicemente perché lei ha pubblicato un post su un noto social network… Poi, è vero, vi siete ravvicinati, avete fatto un viaggio, ma a questo è seguito un altro anno di “nervosismo”: lui completamente chiuso in sé stesso, lei presa da altre cose. Stando a quello che lei stessa racconta, lei ha intuito il disagio di lui, ma contrariamente a quello che dice di fare e di essere (cogliere i segnali, essere una buona ascoltatrice, ecc.), in realtà ha fatto finta di non vedere (per paura di ascoltare le terribili parole dell’anno precedente) e si è concentrata sui problemi riguardanti il familiare ammalato, che ovviamente sono coinvolgenti e rappresentano una priorità, ma che in una giovane coppia possono influire molto negativamente su un rapporto che si nutre anche di tenerezza e di appagamento sessuale. Quanto all’essere un “uomo senza p…” espressione che si è malauguratamente diffusa tra le persone più giovani, come se le “p…” significassero intelligenza e forza di carattere, negli uomini come nelle donne, direi che proprio perché il suo ragazzo ha quelle famose “p…” non è sempre capace di comprendere le preoccupazioni della propria partner, i suoi bisogni, i suoi desideri. E’ provato che negli uomini il desiderio sessuale non diminuisce, come accade nelle donne, di fronte alle avversità della vita e dunque possono sentirsi molto infastiditi e delusi, se trascurati sotto questo aspetto.
A questo punto dunque, piuttosto che gettare tutte le colpe su di lui, pensando addirittura ad un suo problema di personalità, direi che sarebbe molto più opportuno mettersi in discussione, chiedersi se vi sono stati dei comportamenti sbagliati, da entrambe le parti, e cercare di ricostruire il rapporto su altre basi. Credo tuttavia che da soli riuscirete con molta difficoltà in questa impresa, data la mancanza quasi totale di comunicazione e l’aggressività (manifesta o celata) ormai stabilmente consolidata nelle vostre interazioni. Per tentare di salvare il salvabile, non vedo altra soluzione possibile che una buona e partecipata terapia di coppia.
Saluti cordiali.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine:

Eleven*Nicky, Flickr

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