Innamorata di un collega, un po’ filosofo e un po’ poeta – Consulenza on Line

Gentile dott.ssa, sono una donna sposata da 4 anni. Pensavo di aver ottenuto tutto quello che cercavo dalla vita, una famiglia, un lavoro sicuro, una vita serena… Invece qualche mese fa ho incominciato a provare una forte simpatia per una persona molto più grande di me, un collega, molto intelligente e di elevata cultura, un pò filosofo e un pò poeta… Quella che prima credevo fosse unicamente ammirazione si è trasformata a poco a poco in una vera attrazione da tutti i punti di vista, fisica, mentale, empatica… Ogni giorno piangevo perchè non riuscivo più a capire cosa volessi, chi fossi, dove fossero i miei valori. Pensavo a mio marito, al nostro rapporto e alle cose dette e lasciate passare che risuonavano nella mie mente come dei tamburi, al rapporto drastico che ho con i miei suoceri, ai miei genitori e ai valori che mi hanno trasmesso…a LUI, che con i suoi messaggi mi trascinava sempre più verso la sua parte…Mi sentivo come trascinata in un vortice, mi disperavo, il cuore lacerato, distrutto, ho pensato anche di voler morire, perchè non riuscivo più a ritrovare me stessa, la MIA STRADA, la mia vita… Non è mai successo nulla fra noi perchè IO non ho voluto che accadesse! Non ce la facevo più, mi sentivo uno straccio, sono riuscita anche ad usurare il rapporto con mio marito, senza però mai confidargli il perchè stessi così male. Ho tentato anche l’aiuto di una psicologa. Poi, con il suggerimento forzato di una mia amica, alla quale avevo confidato tutto, ho deciso di tagliare quella corda che mi teneva legata a QUELLA persona, e lui ha reagito non scrivendomi più. Un giorno, in occasione di un incontro di lavoro, l’ho inseguito perchè desideravo spiegargli il perchè della mia ascelta, il perchè stessi però così male… Lui mi ha chiuso la portiera della macchina in faccia ed è scappato, fuggito… Sono passati alcuni mesi, l’ho rivisto pochi giorni fà (sempre per motivi di lavoro), ma ha fatto finta di non vedermi, si è rintanato in un angolo e non si è più mosso, così anche io, non l’ho guardato, ho solamente sentito la sua voce. Ci siamo completamente ignorati con il corpo, ma, almeno io, non con la mente… Non so, è come se avessi ancora bisogno di sciogliere quel nodo, avere e dare quelle spiegazioni che potrebbero, forse, liberarmi da quel legame così pericoloso. Lui mi ha fatto sentire male, ma io lo sento ancora vicino a me. Vorrei odiarlo, cacciare dalla mie mente i suoi occhi, la sua voce, i suoi ricordi… E’ faticoso, un pò alla volta sento che sto riacquistando la mia identità, la forza che avevo prima di conoscerlo, l’amore per la vita… Perchè sono ancora legata a lui? Perchè questo uomo, dell’età di mio padre, mi confonde ancora la vita? Perchè ho lasciato che entrasse nel mio cuore e lo toccasse così nel profondo? La prego gentilemte di aiutarmi a rispondere a queste domande, che ogni giorno pongo a me stessa. Grazie.
Barbara

Gentilissima Barbara,

L’amore è un ‘virus’ dal quale nessuno è immune, dal momento che, come lei ha sperimentato, colpisce senza pietà anche le persone che vivono in coppia ed hanno una vita apparentemente serena (forse ‘troppo’ serena…). Probabilmente ciò che l’ha attratta di quest’uomo è la sua cultura, la sua maturità, l’esperienza… Forse suo marito da questo punto di vista è un po’ carente, forse in quest’uomo lei ha visto un sostituto paterno, forse il vostro rapporto coniugale stava entrando in una fase di stanchezza… Forse è andata così solo per un caso della vita, senza una ragione precisa. Non serve ora tormentarsi sul ‘perché’ lei si è innamorata di un altro: meglio concentrarsi sul cosa fare per ritrovare un po’ di equilibrio.
Visto che LEI non ha voluto che accadesse qualcosa di più con l’altro, deve intanto attribuirsi il merito di aver compiuto una scelta consapevole e di aver deciso autonomamente cosa fare della propria vita, senza seguire la corrente, che probabilmente l’avrebbe portata altrove. Ora deve solamente cercare di essere coerente con le scelte effettuate. Cercare l’altro con l’obiettivo di dare e ricevere spiegazioni ormai inutili (visto che la storia è finita) è sbagliato, oltre che autolesionistico: bene ha fatto dunque il suo collega a cercare un allontanamento, che lei deve assecondare, in modo attivo e passivo, per poter uscire presto e bene da questa tormentata situazione. Rifletta sul fatto che, malgrado lei abbia vissuto momenti difficili, questi si sono verificati solo nella sua testa ed hanno riguardato una persona che è ormai uscita dalla sua vita: nella sua vita reale non è praticamente successo ‘quasi nulla’ e tutto può dunque ricominciare come prima, meglio di prima. L’esperienza avuta le avrà probabilmente fatto capire che c’è qualcosa nella sua vita che le manca: poniamo che questo ‘qualcosa’ sia la cultura, la filosofia, la poesia… Perché non ricercarlo in prima persona, anziché vivere di luce riflessa (es. iscrivendosi all’Università, a qualche corso, circolo, club, ecc.)? Meglio ancora: perché non coinvolgere suo marito in qualche nuovo hobby o iniziativa che possa colmare la sua sete di conoscienza e, nello stesso tempo, rinnovare un po’ il vostro rapporto, dandovi nuovi obiettivi da realizzare insieme? Ci pensi.

Cordialmente,

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

I Social

Un commento

  1. Stessa storia. Non credevo di aver lasciato un segno così grande e doloroso. Forse non sarà la stessa storia, ma rassomiglia tanto ( sono il protagonista maschile). La penso ancora in special modo quando le cose non vanno bene. Sono passati 22 anni, ma la memoria torna sempre a quei 6 mesi in cui standole vicino mi sentivo forte, ed invincibile, è stato il periodo più bello della mia vita. Quando la vedevo il cuore andava a mille, ma non poteva durare. Io con un matrimonio fallimentare ( ancora oggi) e senza un euro, con 15 anni di differenza. Cmq mi è rimasto un bel ricordo di lei, ma doveva finire, ecco perché
    ho preferito ( almeno io ) troncare violentemente quella vicinanza, mi feci trasferire apposta. Le avevo predetto il suo futuro, un marito, un figlio ed una vita agiata, sono stato contento per lei anche se il cuore fa ancora male. Maledetto destino infame, uno scherzo così non me lo doveva fare. Spero che lei mi abbia dimenticato, magari ogni tanto mi pensi, magari nei momenti difficili di questa maledetta vita ( spero c’è ne sia un’altra).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *