Orgoglio: a cosa serve questa emozione?

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Orgoglio: definizione e differenze

Il termine orgoglio si riferisce ad un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, unito alla gratificazione conseguente all’affermazione di sé, di un proprio importante risultato, o di quello di un gruppo con cui ci si identifica. L’orgoglio può essere anche riferito alla persona che non vuole rinunciare al riconoscimento dei propri meriti o dei propri diritti. L’orgoglio che eccede ogni limite e non ha riscontri nella realtà prende il nome di superbia, mentre un orgoglio immotivato può essere ricondotto ai comportamenti di vanità e arroganza.

Quando si prova 

E’ un’emozione che si prova quando si è raggiunto, direttamente o indirettamente, qualcosa di grande, di altamente desiderato.

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Body Language

Di solito l’orgoglio produce un’espressione fisica riconoscibile: un leggero sorriso, accompagnato da testa inclinata all’indietro, petto in avanti, braccia alzate, schiena dritta: un atteggiamento simile a quello dei mammiferi in posizione dominante. Parlando di orgoglio si fa infatti spesso riferimento a termini come “gonfio”, “pieno”, “a testa alta”, “con la schiena diritta” ecc.

Religione

L’orgoglio, inteso come superbia, è uno dei sette peccati capitali, accanto a Ira, AvariziaInvidia, Gola, Accidia (negligenza), Lussuria.

Psicologia

L’orgoglio, in senso psicologico, è stato diviso in due sottogruppi: l’orgoglio negativo (Falso), che è quello dell’arroganza e del compiacimento (lo hybris greco, che significa  letteralmente “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”, “orgoglio” o “prevaricazione”, che può essere anche patologico) e quello positivo (Vero), che è ciò che promuove fiducia e volontà di realizzazione. In realtà si è osservato che le due emozioni non sono così diverse fra loro: diversi invece possono essere i modi di relazionarsi delle persone, di empatizzare con gli altri, di comunicare ciò che provano.

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L’orgoglio e l’ambiente sociale

La maggior parte delle situazioni che suscitano alti livelli di orgoglio sono di natura “sociale”, quando l’orgoglio significa anche appartenenza: a un gruppo, a una famiglia, a una nazione.

Aspetti evolutivi

Da una prospettiva evolutiva, la tendenza a provare l’orgoglio probabilmente ha giovato ai nostri antenati in vari modi. Innanzitutto, motivando le persone a raggiungere obiettivi socialmente desiderabili, questa emozione può motivare le persona ad impegnarsi per il bene comune e a  “resistere” per salvare le proprie idee, in misura maggiore rispetto a chi non ha dei valori in cui credere. Naturalmente, in tali casi, l’orgoglio può anche apparire come testardaggine e scarsa flessibilità.

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Orgoglio nel lavoro

Nel lavoro, l’orgoglio può portare a una preferenza per il lavoro di alta qualità, ma anche a una difficile posizione negoziale in caso di conflitto. Nel lavoro di gruppo la persona orgogliosa può ricorrere all’intimidazione o alla coercizione, facendo leva sulla emozione della paura che riesce ad incutere negli altri, minacciando la loro possibilità di accesso alle risorse (si pensi ad un datore di lavoro, che minaccia il suo dipendente di licenziamento!).

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Orgoglio e percorso di crescita personale

A partire dai due anni di vita, gli esseri umani mostrano di aver acquisito le capacità cognitive per avere coscienza di sé e per valutare i propri comportamenti. Ciò permette loro di sviluppare alcune emozioni fondamentali (come vergogna, imbarazzo, senso di colpa, orgoglio, gelosia) ed in questo modo cominciano ad adattarsi al gruppo sociale cui appartengono, sapendo tenere conto dei rapporti gerarchici.

L’orgoglio come tratto di personalità

La persona orgogliosa è decisamente poco empatica e compassionevole ed anzi è piuttosto portata a competere con gli altri, per conquistarsi la posizione gerarchica che desidera all’interno della società. Questa ambizione, anche a livello intuitivo, si spiega benissimo con i benefici secondari derivanti dal successo sociale: chi arriva in alto, ha la possibilità di avere maggiore accesso alle risorse, partecipare alle decisioni del gruppo ed avere un ruolo nei conflitti che possono venire a crearsi. Questa emozione dunque è quella che permette di negoziare la propria posizione all’interno del gruppo, per la conquista di uno status più elevato.

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Orgoglio e Relazioni Sociali

L’orgoglio comporta sempre una certa distanza fra sé e gli altri, sia in positivo che in negativo.

Le persone orgogliose vengono infatti percepite come maggiormente “capaci” delle altre (Williams & DeSteno, 2009), ma a proposito di social skills, numerose ricerche hanno evidenziato che l’espressione sociale dell’orgoglio può apparire in forme assai diverse: come desiderio di dominanza, o di mero prestigio personale. (Tracy & Robins, 2007, Henrich and Gil-White 2001).

Orgoglio presuntuoso e superbo

E’ la forma di orgoglio più antisociale che ci sia, associato con comportamenti sgradevoli, nevrotici e narcisistici. Quando l’orgoglio è esagerato, mette a rischio le relazioni sociali, o addirittura fa dubitare delle capacità intellettive della persona, nel senso che si potrebbe sospettare la sua incapacità di comprendere la realtà che la circonda (Tracy, Cheng, Robins, & Trzesniewski, 2009).

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Orgoglio pro-sociale

In questo caso, l’orgoglio sa esprimersi in modo corretto nelle relazioni interpersonali e dimostra, in chi ha questa abilità, una intelligenza particolarmente brillante nel saper conciliare la propria motivazione al successo con l’interesse e l’attenzione per gli altri.

Orgoglio e Compassione

Se l’umiltà è agli antipodi dell’orgoglio come tratto di personalità, la stessa distanza abissale la possiamo riscontrare, nel campo delle emozioni, fra la compassione e l’orgoglio: infatti, se l’orgoglio allontana dagli altri, la compassione avvicina, rende le persone empatiche e desiderose di essere di aiuto agli altri, anche a costo di qualche sacrificio personale.

Orgoglio e Benessere personale

Avere un ruolo elevato nella gerarchia sociale migliora sicuramente la possibilità di prendere decisioni in autonomia, determina il rispetto che si riceve dagli altri, e di conseguenza fa salire anche l’autostima.

Prestigio sociale 

Anche quando le differenze sociali vengono ridotte al minimo, rimangono comunque delle differenze notevoli nelle gerarchie che comunque si vengono a formare. Il prestigio sociale è probabilmente nato quando gli umani hanno raggiunto l’abilità di acquisire delle conoscenze dagli altri membri del gruppo. Alcuni però, a differenza di altri, si sono distinti per la loro abilità nel cercare di selezionare le informazioni più utili, per l’apprendimento rapido e la facilità nel gestire le informazioni nel modo più appropriato.

Il prestigio sociale infatti si conquista con il lavoro e l’impegno personale. Gli individui orgogliosi che riescono anche ad essere gentili con gli altri, alla mano, grandi lavoratori, empatici, non dogmatici e con alta autostima, sono quelli che nella vita raggiungono i migliori risultati e che possono diventare dei modelli da imitare.

Naturalmente poi, in questa scalata verso l’alto, contano anche altre doti personali, come ad esempio gli attributi fisici, la salute, l’energia.

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L’orgoglio ridicolo

Non c’è niente di peggio per la reputazione sociale di una persona che mostrare atteggiamenti dominanti (aggressione, desiderio di manipolazione ecc.) senza possedere la capacità di intimidire gli altri. Anche puntare sul prestigio personale può rivelarsi inutile, se una persona non riesce ad essere percepita come in possesso di quelle capacità sociali e quei saperi che generano istintiva ammirazione negli altri.

Aspetti psico-patologici

L’orgoglio può anche essere un sintomo di malattia psicologica: ad esempio in quei soggetti che desiderano essere ammirati e che mostrano disprezzo per la sensibilità degli altri: si potrebbe trattare di un disturbo narcisistico della personalità, così come di un disturbo antisociale. Entrambi questi disturbi, oltre ai sintomi già descritti, condividono una tendenza del soggetto ad essere eccessivamente testardo, disinvolto, superficiale, opportunista e non empatico. La differenza principale fra questi due disturbi sta invece nel fatto che il soggetto narcisista è meno impulsivo, aggressivo, invidioso o sleale verso gli altri di quanto non lo sia un antisociale.

Differenze sociali e geografiche

L’orgoglio e il senso della realizzazione di sé hanno infine a che fare con la cultura del gruppo sociale d’appartenenza: per fare un esempio, mentre per i giapponesi il massimo orgoglio è rappresentato dall’aiutare il proprio gruppo a conseguire il successo, in America l’orgoglio si basa sulla consapevolezza del proprio valore personale. In altre società, come ad esempio in India, o nei Paesi di religione cristiana, l’orgoglio può essere visto come uno sgradevole difetto della personalità (nella religione cattolica è addirittura un peccato contro Dio).

Psicoterapia

In psicoterapia, l’orgoglio può essere utile per motivare il paziente all’impegno e alla determinazione necessari per superare i propri problemi.

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