Distinguere la violenza dalla malattia mentale

Ken Duckworth, Medical Director della National Alliance on Mental Illness (NAMI, Associazione Nazionale per le Malattie Mentali) ha rilasciato una dichiarazione per quanto accaduto presso il Virginia Technological Institute (VTI), che qui sintetizziamo:

Il NAMI esprime tutta la sua comprensione per le famiglie che hanno perduto delle persone care in questa terribile tragedia presso il Virginia Polytechnic Institute e la State University. Noi siamo un’organizzazione di persone e famiglie le cui vite sono state colpite da serie malattie mentali. Malgrado ciò che dicono i media, Cho Seung Hui, l’assassino di questa tragedia, potrebbe non aver avuto una seria malattia mentale. Questa possibilità apre la porta alla riflessione sulla natura delle malattie mentali : cosa sono e cosa non sono, relativamente ai sintomi alle cure e ai rischi di atti violenti.

Il portavoce dei medici americani ha dichiarato che la possibilità di comportamenti violenti presso le persone che hanno una malattia mentale è bassa. Infatti “il contributo generale dei disturbi mentali rispetto al livello generale della violenza nella società è eccezionalmente basso.

Accade più spesso che le persone che hanno una malattia mentale siano vittime di violenza. Le malattie mentali gravi sono malattie mediche. Sono diverse da condizioni episodiche. Sono diverse dai disturbi sociopatici. Gli atti di violenza sono eccezionali. Le cure funzionano, ma solo se la persona vi si sottopone. Bisognerebbe chiedersi se il sistema sanitario nazionale ha risposto appropriatamente in questo caso. Sappiamo che Cho Seung Hui si è rivolto ad una struttura di salute mentale per essere visitato. Ha ricevuto il trattamento appropriato, è stato seguito? Se no, perché no?
Le persone con disturbi mentali sono davvero violente? Il maggiore rischio di violenza viene da coloro che hanno una doppia diagnosi, ad esempio coloro che hanno una malattia mnentale ed in più abusano di sostanze psicoattive. C’è una bassa probabilità di atti di violenza, se questi sono perpetrati da persone con gravi disturbi mentali (esempio: psicotici), specialmente se essi prendono le terapie che gli sono state prescritte.
Facendo un raffonto fra ‘normali’ e persone con diturbi psichiatrici, circa il 2 per cento della popolazione commette un atto violento nel periodo di un anno. In generale, la quantità di violenza perpetrata da persone schizofreniche è bassa, tanto che soltanto l’1 per cento della popolazione degli Stati Uniti soffre di schizofrenia. I ricercatori hanno anche scoperto che la violenza più seria è associata a sintomi depressive, problematiche non risolte dell’infanzia, come l’essere stati abusati, fisicamente o sessualmente; la violenza dei minori è invece associata al contemporaneo uso di sostanze.Fonte: NAMI via PR inside

Immagine: TeacherHax, Flickr

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
Psicolinea.it

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