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Dalla parte delle bambine che amano la matematica

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Nel corso dell’infanzia e dell’età adulta, maschi e femmine mostrano prestazioni comparabili nelle abilità matematiche (Else-Quest et al., 2010; Hyde et al., 1990). Tuttavia, la percezione diffusa che i ragazzi siano “più portati” per la matematica rispetto alle ragazze rimane sorprendentemente radicata nella società. Numerosi studi hanno documentato questa associazione implicita tra matematica e mascolinità (Cheryan et al., 2011; Cvencek et al., 2011; Nosek et al., 2002), suggerendo che lo stereotipo di genere possa contribuire a differenze nelle attitudini verso la disciplina, come l’aumento dell’ansia per la matematica tra le bambine fin dai primi anni scolastici (Hill et al., 2016).

Queste convinzioni, spesso interiorizzate precocemente, possono influenzare scelte educative e professionali, spingendo le ragazze ad abbandonare percorsi di studio avanzati in matematica o discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Uno studio recente ha approfondito un aspetto cruciale di questo fenomeno: il ruolo dei genitori nella trasmissione delle attitudini e credenze matematiche ai propri figli. I risultati offrono spunti significativi su come le differenze di genere in matematica si formino e perpetuino già nei primi anni di scuola primaria: cerchiamo di saperne di più.

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Che differenze ci sono tra credenze, atteggiamenti e stereotipi? 

– Le credenze rappresentano idee generali su qualcosa, come ad esempio “la matematica è difficile” o “i maschi sono più bravi in matematica”. 
– Gli atteggiamenti implicano una componente affettiva, ad esempio provare ansia o piacere nello svolgere compiti matematici.
– Gli stereotipi, infine, riflettono schemi cognitivi condivisi su gruppi sociali, come l’idea che “le ragazze non amano la matematica”.

Gli atteggiamenti e le credenze possono essere espliciti, cioè consapevoli e verbalizzabili, o impliciti, cioè automatici, inconsci e difficilmente controllabili (Nosek & Smyth, 2011). Entrambe le dimensioni influenzano i comportamenti, ma gli atteggiamenti impliciti sono particolarmente resistenti al cambiamento e fortemente connessi ai comportamenti quotidiani.

In che modo si formano le differenze di genere nella matematica?

Le differenze nelle attitudini matematiche tra maschi e femmine compaiono molto presto. Già dalla scuola primaria, le bambine tendono a riferire livelli più elevati di ansia e una minore autostima nelle proprie capacità numeriche (Cvencek et al., 2011; Lauer et al., 2018). Parallelamente, i bambini iniziano a identificarsi maggiormente con la matematica, mentre le bambine manifestano una preferenza per la lettura. Queste differenze emergono prima che si sviluppi una consapevolezza esplicita degli stereotipi di genere, suggerendo che il contesto familiare e sociale giochi un ruolo determinante.

 Qual è il ruolo dei genitori nella trasmissione di attitudini e credenze matematiche?

I genitori costituiscono uno dei principali canali attraverso cui i bambini apprendono atteggiamenti e convinzioni. Lo studio ha evidenziato che le attitudini e le credenze dei genitori sulla matematica si rispecchiano fortemente in quelle dei figli, in particolare delle figlie. Ad esempio: i genitori con maggiore ansia matematica tendono ad avere figli più ansiosi nei confronti della materia. Le madri e i padri che associano implicitamente la matematica alla difficoltà o alla mascolinità trasmettono più facilmente queste associazioni ai figli. Ciò avviene soprattutto attraverso meccanismi impliciti e non intenzionali: il tono di voce durante i compiti, la disponibilità ad aiutare, o anche semplici commenti come “io in matematica non sono mai stato bravo”.

Le figlie femmine sono più influenzate dei figli maschi?

Sì. I risultati indicano che le figlie mostrano una maggiore concordanza con le attitudini e le credenze dei genitori rispetto ai figli maschi. Le ragioni possono essere almeno due:
1. Aspettative diverse dei genitori, che tendono a sopravvalutare le abilità matematiche dei figli maschi e a sottovalutare quelle delle figlie femmine.
2. Maggiore sensibilità delle bambine ai messaggi genitoriali, forse per una più forte identificazione con il genitore dello stesso sesso.

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Questo effetto può portare le bambine a sviluppare precocemente una percezione negativa della matematica, anche in assenza di esperienze dirette di fallimento.

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Gli atteggiamenti impliciti sono più influenti di quelli espliciti?

Sì. Lo studio preso in esame ha riscontrato che, addirittura, solo le misure implicite dei genitori (non quelle dichiarate esplicitamente) erano significativamente correlate con le attitudini dei figli. Questo significa che, anche se un genitore afferma di “non avere problemi con la matematica”, i suoi comportamenti, micro-espressioni e reazioni possono trasmettere messaggi diversi e più profondi ai bambini.

Esiste una componente genetica?

Non si può escludere completamente una componente ereditaria. Alcuni studi hanno suggerito che tratti come l’ansia generale o la tendenza all’evitamento possano avere una base genetica (Wang et al., 2015). Tuttavia, le evidenze attuali indicano che il fattore ambientale, e in particolare familiare, gioca un ruolo assai più determinante nella formazione degli atteggiamenti verso la matematica.

Quali sono le implicazioni educative di questi risultati?

Le implicazioni sono molteplici:

  • Riconoscere il potere del linguaggio: frasi come “la matematica è difficile” o “le ragazze sono più portate per le lettere” contribuiscono a rafforzare gli stereotipi.
  • Promuovere un approccio positivo all’errore: valorizzare l’impegno più del talento (“Hai lavorato bene” invece di “Sei un genio”).
  • Sostenere la parità di aspettative: incoraggiare figlie femmine e figli maschi allo stesso modo nei compiti numerici e logici.
  • Formare i docenti affinché riconoscano e contrastino gli stereotipi impliciti in aula.
  • Intervenire precocemente, già nella scuola primaria, può avere effetti duraturi sulla percezione di sé e sulle scelte accademiche future.

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Le evidenze di questo studio mostrano insomma  che le differenze di genere nella matematica non riflettono differenze di abilità, ma di atteggiamenti e credenze socialmente apprese sin dai primi anni di scuola. Le bambine tendono a identificarsi meno con la matematica e più con la lettura: una tendenza che rispecchia, e forse amplifica, le convinzioni dei genitori.

Comprendere il ruolo cruciale della famiglia nella trasmissione di tali attitudini rappresenta un passo fondamentale per promuovere una cultura della matematica più equa e inclusiva, creando contesti in cui la matematica sia percepita come accessibile, stimolante e priva di pregiudizi di genere. Ancora oggi è presente nei percorsi STEM un grande divario fra maschi e femmine, che dipende più dalla cultura che dalla genetica.

Fonte principale

Hildebrand L, Posid T, Moss-Racusin CA, Hymes L, Cordes S. Does my daughter like math? Relations between parent and child math attitudes and beliefs. Dev Sci. 2023 Jan;26(1):e13243. doi: 10.1111/desc.13243. Epub 2022 Mar 2. PMID: 35148026.

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Foto di Andrea Piacquadio

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Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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