Freudiana – Gli anni della formazione di Freud

ginnasio FreudLa famiglia di Jacob Freud, trasferitasi a Vienna, non raggiunse mai la sicurezza economica, ma riuscì però a garantire al figlio ‘eletto’, la migliore istruzione possibile per quel tempo.

Il piccolo Sigmund Freud frequentò la scuola media dal 1866 al 1873. Non sappiamo, purtroppo come e dove frequentò la scuola elementare: potrebbe aver ricevuto l’istruzione primaria in casa, come a quel tempo si usava nelle famiglie benestanti, o essere andato in una scuola ebrea delle vicinanze.

A sinistra: I professori del Leopoldstädter Communal-Realgymnasium

Freud studiò presso lo Sperlgymnasium (dal nome della strada dove era collocato, Sperlgasse), dove per sette anni consecutivi fu sempre il migliore e per questo, come lui stesso racconta, non veniva mai interrogato. Il primo ginnasio comunale di Leopoldstadt, chiamato anche Sperlaeum, aveva un alto livello didattico, con ottimi insegnanti.
pagella FreudAl Ginnasio Freud fu eletto rappresentante scolastico dai compagni, durante una ribellione contro un insegnante considerato dagli allievi ignorante e non all’altezza della situazione: sappiamo di questo episodio perché ce lo ha raccontato direttamente l’interessato, ma non ne abbiamo traccia perché a quel tempo le istituzioni scolastiche non prevedevano certamente i consigli di classe con i rappresentanti scolastici.

Tra i dati della scuola si è invece trovata traccia di un provvedimento contro un gruppo di ragazzi che aveva frequentato un luogo di malaffare: Freud non c’era ed anzi, il suo nome c’è nel verbale perché, come si direbbe oggi, era semplicemente una ‘persona informata sui fatti’. Niente di più, se non quanto racconta egli stesso alla futura fidanzata Martha nel 1886:

“Nessuno avrebbe potuto immaginarlo vedendomi, ma nel periodo della scuola ero sempre l’audace contraddittore, sempre pronto a difendere le cause estreme e preparato a pagarne le conseguenze. Diventando il più bravo ed acquisendo quindi una posizione privilegiata come capo della mia classe, posizione in cui rimasi per anni conservando una certa credibilità, le persone non potevano più lamentarsi di me”

Il liceo finì, per Sigmund Freud, nel 1873, un anno piuttosto difficile[1].

Sopra : la pagella di Freud nel primo anno di liceo

La conoscenza della formazione di Freud è essenziale per la comprensione dell’origine della psicoanalisi, dal momento che rivela una precisa linea evolutiva del suo pensiero e delle sue scelte.

In “Psicologia del ginnasiale” del 1914, leggiamo ad esempio: “… riemergeva la nostra vita dai 10 ai 18 anni con i suoi presentimenti e i suoi errori, le sue trasformazioni dolorose e i suoi esaltanti successi; riaffioravano alla mente i primi sguardi rivolti a una civiltà tramontata (destinata, almeno per me, a divenire in seguito fonte di inesauribile conforto nelle lotte della vita), i primi contatti con le scienze, tra le quali credevamo di poter scegliere quella a cui offrire i nostri servizi, che sarebbero risultati certamente inestimabili. E a me sembra di ricordare che tutti quegli anni erano stati percorsi dal presentimento di un compito che in un primo tempo si era delineato appena, e che aveva infine trovato la sua aperta espressione nel mio saggio di maturità, dove avevo dichiarato l’intenzione di contribuire, nella mia vita, allo sviluppo del sapere umano… E’ difficile stabilire che cosa ci importasse di più, se avessimo più interesse per le scienze che ci venivano insegnate o per la persona dei nostri insegnanti… la via delle scienze passava necessariamente per le persone dei professori… in fondo li amavamo molto, se appena ce ne davano un motivo; non so se tutti i nostri insegnanti se ne sono accorti… Questi uomini, che pure non furono tutti dei padri, diventarono per noi sostituti del padre. E’ perciò che ci sono apparsi così maturi, così irraggiungibilmente adulti… Abbiamo trasferito su di loro il rispetto e le attese che nei nostri anni infantili avevamo nutrito per il padre onniscente, e poi abbiamo cominciato a trattarli come trattavamo, a casa, i nostri padri. Abbiamo assunto nei loro confronti lo stesso rapporto ambivalente che avevamo acquisito in famiglia…”.

La scelta universitaria fu determinata dopo una conferenza molto interessante per il giovane Sigmund, tenuta da uno zoologo, Carl Brűhl, il quale lesse un poema, attribuito a Goethe, dal titolo ‘La natura’. “… Le teorie di Darwin, che andavano per la maggiore a quei tempi, mi attrassero fortemente perché permettevano di sperare in uno straordinario progresso nella nostra comprensione del mondo e fu ascoltando un bel poema di Goethe sulla Natura, letto ad alta voce in una conferenza dal Professor Carl Brühl poco prima che lasciassi la scuola superiore che mi fece decidere ad iscrivermi alla facoltà di medicina.”

L’Università viennese durava, per la facoltà di medicina, cinque anni; ogni anno accademico si divideva in due semestri, gli studenti non avevano obbligo di frequenza, vi erano dei percorsi di studio che prevedevano discipline obbligatorie ed altre opzionali. Insomma, almeno per questo, non c’erano poi così tante differenze con l’università di oggi.

Freud iniziò gli studi di medicina nel semestre invernale del 1873 e si laureò il 31 Marzo 1881[2].

I suoi interessi erano soprattutto di natura speculativa (durante il corso di medicina ad esempio frequentò per un lungo periodo i corsi del Prof. Brentano) e forse per questo la pratica della professione medica lo rendeva scontento ed insofferente. Scrisse infatti Freud: ”Dopo quaranta anni di attività medica, la conoscenza che ho di me stesso mi dice che non sono mai stato propriamente un medico… Negli anni della giovinezza divenne predominante, in me, l’esigenza di capire qualcosa degli enigmi del mondo che ci circonda e di contribuire magari in qualche modo a risolverli. La via migliore per soddisfare questa esigenza mi apparve allora l’iscrizione alla facoltà di medicina…”

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Prima ancora di ottenere la laurea il giovane Freud fu chiamato a svolgere il servizio militare (1879-1880).

Trieste

Lo stesso anno della laurea (1881) ottenne un posto da assistente (precisamente da ‘dimostratore’), nel laboratorio del Prof. von Brűcke, con un piccolo stipendio. Il periodo trascorso nel laboratorio di Ernst Brücke è fondamentale nella formazione di Freud, perché lì Freud, come lui disse, trovò “finalmente la serenità” e vi ottenne”piena soddisfazione”, “con persone che poteva “rispettare e prendere a modello” . Ma di questo parleremo un’altra volta…

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A sinistra: centro sperimentale di zoologia a Trieste

[1] Nel 1873 era stata inaugurata a Vienna un’esposizione internazionale, quando scoppiò un’epidemia di colera ed i visitatori provenienti da altre città fuggirono in preda al panico. La borsa crollò causando fallimenti, suicidi, nuove povertà, depressione economica.

[2] Da una ricerca condotta negli archivi dell’Università di Vienna risulta che Freud durante i primi tre semestri frequentò gli stessi corsi seguiti dai suoi colleghi, con qualche corso supplementare, a partire dal quarto semestre si dedicò all’intenso approfondimento delle scienze naturali, in particolare la zoologia. Alla fine del quinto semestre iniziò nel laboratorio di anatomia comparata del Prof. Carl Claus un lavoro regolare che si protrasse per due semestri, con due soggiorni presso la stazione zoologica sperimentale di Trieste (tale lavoro fu coronato dalla pubblicazione del suo primo trattato scientifico). Il lavoro al microscopio fu per lui una scuola di ascetismo scientifico e di abnegazione. Seguì poi l’indagine sulla struttura gonadica dell’anguilla. Freud sezionò circa quattrocento anguille, ma non riuscì a giungere ad alcuna conclusione, anche se il professor Claus fu soddisfatto del suo lavoro, che fu presentato anche all’Accademia delle scienze.

Carl Claus (1835-1899)A seguito di una non meglio specificata delusione ricevuta dal Prof. Claus, lo studente S. Freud si trasferì nel laboratorio del Prof. Ernst W. von Brücke (1819-1892), dove lavorò per i sei anni successivi.

Nella foto qui accanto: Il Professor Carl Claus (1835-1899)

Fonte: Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri
Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Mondadori

Archivio fotografico: Megapsy.com

Giuliana Proietti

 

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