Infertilita’ e Sterilita’: Intervista a Carlo Flamigni

Infertilita’ e Sterilita’: Intervista a Carlo Flamigni

Le interviste

 

GP Che differenza c’è fra infertilità e sterilità?

CF Questa domanda è interessante, perché io sto protestando per questo uso dell’antilingua che mi dà un po’ fastidio perché d’ abitudine vengono utilizzati termini che non sono corretti.Ad esempio, se lei va a guardare nel dizionario la parola ‘eterologo’, trova: ‘incontro fra gameti di specie diversa’, diversa come ad esempio quella di un ornitorinco… Si tratta ovviamente di un uso improprio. Si usano allo stesso modo anche ‘infertilità’ e ‘sterilità’ perché gli anglosassoni chiamano ‘infertility’ la sterilità. Noi, d’abitudine, diciamo che è ‘sterile’ una persona che non inizia la gravidanza se è una donna e non la fa iniziare se è un uomo; ‘infertile’ è una coppia che non riesce ad avere figli vivi o che non riescono a sopravvivere. C’è una differenza anche nelle terapie: quelle dell’infertilità non sono così importanti, complesse… Moralmente criticate, come quelle della sterilità.

GP Quale è la percentuale di coppie sterili?

La percentuale è del 15% al primo figlio, con un ulteriore 5% per il secondo figlio. Questo dato vale per l’Italia e, più o meno, per tutti gli altri Paesi europei. Nel mondo i dati cambiano a seconda dei luoghi. Ad esempio in tutti i Paesi poveri, dove c’è un’igiene difficile ed un’assistenza medica più complessa, le infertilità secondarie sono molto più numerose. Infatti, se il parto determina grandi guai, poi lei non ne fa più di figli e se il parto è senza assistenza… Uno dei problemi più gravi è quello dell’infezione puerperale, che è il più grande dramma che sia mai passato su questa terra: molto più della peste, perché ha colpito sempre, fino al 1800, senza fermarsi mai. Le pestilenze invece comparivano e scomparivano. Solo con la scoperta dell’igiene è stato possibile arginare il fenomeno.

GP Per quale motivo la sanità privata, nel settore della riproduzione assistita si è affermata più di quella pubblica?

CF Non credo che sia un merito della sanità privata, ma piuttosto un demerito della sanità pubblica. Gli Ospedali non amano la cura della sterilità, perché costa, d° pochi vantaggi, è impegnativa, per cui sono gli Ospedali che si sono tirati indietro.

GP La sterilità non viene considerata una malattia come le altre?

CF Per i medici lo è, perché i medici sono abituati a considerare malattia la sofferenza e quindi credo che per loro non esistano dubbi. Ci sono altre persone che ritengono che la sterilità sia un disagio, ma è una cosa molto difficile da sostenere, perché il disagio è un problema che la medicina non dovrebbe neppure trattare… Gli Ospedali non se ne dovrebbero occupare. Noi siamo abituati, come medici, a gestire la sofferenza come malattia. Del resto, non è che se lei fa l’autopsia ad un depresso gli trova dei tumori: però è un malato, perché è sofferente. Così la sterilità: per noi ha queste caratteristiche di malattia, così come le terapie che usiamo hanno caratteristiche di terapia vera. Lei sa che qui c’è un po’ di confusione, perché ci dicono: ‘si, però voi lasciate la sterilità che trovate…’ Certo, ma anche se curo il diabete lascio il diabete che c’è… Non lo guarisco mica…

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Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
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GP Da sempre le caratteristiche umane si adattano all’ambiente e agli stili di vita: come mai, malgrado l’attesa di vita si sia dilatata enormemente negli ultimi anni, la fertilità femminile è ancora così tanto legata alla giovane età?

CF Qui c’è un duplice problema. C’è un sistema di controllo della fertilità che si basa sull’acquisizione di caratteristiche utili per avere una gravidanza tranquilla. C’è una certa quantità di tessuto adiposo, ossa ormai pienamente formate; insomma, il conseguimento di una piena maturità del corpo. A questo punto comincia la produzione di ovociti e nei primi periodo questi ovociti sono al meglio delle loro capacità. Ora, noi abbiamo sovrapposto la cultura alla biologia e quindi questi ovociti li facciamo aspettare moltissimo tempo… Il tempo perché ognuno di loro possa avere dei guai: a uno si stacca un pezzo di DNA, ad un altro un cromosoma si divide e non si ‘riappiccica’ più. Via via che passa il tempo quindi le uova invecchiano, per cui siamo in grado di migliorare la qualità della vita delle donne, che sembrano giovanissime anche quando giovanissime non lo sono più. L’invecchiamento della donna non dipende da noi: è un fatto biologico, c’è poco da fare. Occorre trovare il modo semmai, di metterli via, di metterli da parte…

GP La banca degli ovociti intende?

CF Non lo so, questa potrebbe essere un’idea, ma sa che oggi ci sono molti laboratori che oggi stanno costruendo uova?

GP Addirittura! Tornando alla psicologia, volevo chiederle se secondo lei lo stato psicologico incide sulle capacità riproduttive degli individui.

CF E’ un problema complesso. Può incidere moltissimo. Generalmente però, attraverso strade molto precise. Per esempio nell’uomo un problema psicologico severo impedisce di avere un rapporto sessuale tranquillo, crea problemi sessuali. Nella donna moltissime amenorree ipotalamiche sono create da stress, stanchezza psicologica ecc. e diminuiscono la fertilità. Ecco, in questo senso.

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GP Molto spesso chi si sottopone a trattamenti per la riproduzione assistita deve affrontare delusioni molto forti, che inducono uno stato depressivo. Questo fa ulteriormente scendere le possibilità di successo?

CF Questa è una domanda molto difficile. Io credo intanto che questo stato depressivo sia in misura modesta,quasi inevitabile, visto il grande investimento che le persone fanno in queste tecniche, in questa fiducia magari esagerata nei mezzi della medicina. Ci sono molte cose da temere. Credo che qua siamo di fronte ad un difetto che riguarda la medicina in genere. Nei confronti della sofferenza è piuttosto grossolana. I modelli più frequenti nella medicina sono modelli basati sul contratto : tu vieni, io ti faccio e così… In realtà, se c’è una persona che ha bisogno di grandissima attenzione e di moltissimo tempo, questa è certamente una donna che fa una fecondazione assistita. Se un medico è frettoloso, è meglio che cambi mestiere. Perché dipende molto da questo la possibilità di accettare la delusione, che è la vera complicazione di queste tecniche e purtroppo accade troppo frequentemente.

GP Le persone più rilassate e tranquille insomma, hanno maggiore possibilità di riuscita, come diciamo noi psicologi?

CF Credo che sia quasi impossibile da determinare. Sono delle ricerche che empiricamente non si riescono a fare. Gli psicologi vedono molto spesso la frangia di maggiore sofferenza, la più patologica e questo crea queste convinzioni che magari a noi medici non risultano vere.

GP Quand’è che una coppia in cerca di figli deve cominciare ad allarmarsi?

CF Deve essere lasciato al buon senso, perché dipende molto dall’età delle donne. Io posso essere molto paziente e prudente quando la ragazza ha venti anni. E’ difficile che un anno di ricerca mi possa soddisfare se c’è una sterilità idiopatica: aspetta, aspetta, aspetta … Perché molti casi si risolvono da soli. E’ diverso se la coppia non è più giovanissima, se ci sono delle malattie… La stessa condizione dell’età dipende dalla presenza di fibromi, anche operati, perché possono tornare e di endometriosi, che è una malattia che recidiva sempre. In questi casi la prudenza dovrebbe insegnare ad essere un pochino più frettolosi. In questi casi ad esempio la legge chiede la gradualità: io non vedo proprio come si possa essere graduali.

GP Nel mondo cattolico si preferisce parlare di congelazione degli ovociti, piuttosto che dell’embrione. Ci sono difficoltà tecniche che impediscono ciò?

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CF E’ per mia iniziativa che in Italia è iniziata la congelazione degli ovociti. Io sono sempre stato molto attento alla possibilità di congelare uova, non solo per togliere la sofferenza che il mondo cattolico sicuramente prova. Non vedo per quale ragione, se non vi sono problemi, questa sofferenza non possa essergli risparmiata…Io sono sempre stato di questa opinione. E’ una cosa interessante, molto utile da studiare, perché potrebbe risolvere il problema della conservazione della fertilità ad esempio per le ragazze che vengono trattate con una terapia antiplastica. Sono cose che hanno sempre più peso. Le ragazze guarisono, ma hanno il problema della sterilità.

GP In America si combatte per la vita del feto, ma poi c’è la pena di morte e si mandano i soldati in guerra senza tanti scrupoli. In Italia c’è tutta questa polemica per salvare la vita dell’embrione, ma siamo in guerra anche noi. La vita umana dunque conta meno di quella dell’embrione?

CF In Italia vale certamente di più la vita del feto, perché viene protetta ai limiti del terrorismo, mente si può abortire … Fino a quando si potrà abortire, perché i pare che si stiano ponendo le basi per togliere la legge sull’aborto. Quindi, certamente questo è vero. I fondamentalismi, di tutti i tipi, perdono una cosa che è preziosa per l’uomo: il buon senso. E perdono la capacità di dialogare, di comprendere le ragioni dell’altro.

GP Cosa pensa dell’omosessualità ed in particolare delle coppie gay?

CF Io non ho problemi, per carità di Dio…Anche perché vedo dati che vengono soprattutto dagli Stati Uniti, che sono stati più attenti su questo problema e mi sembra che mostrino con grande tranquillità che i bambini che nascono da queste coppie son bambini che vengono cresciuti molto bene e non hanno alcun problema, nessuna diversità importante nei confronti di bambini che vengono allevati dalle coppie così dette ‘normali’. Certamente sono stati fatti degli errori, perché la gente è stata un po’ spaventata dall’omosessualità : in natura essa esiste anche nella specie animale, ma di questo non ci scandalizziamo.

GP La fecondazione eterologa non è accettata da coloro che pensano che il padre debba essere ‘naturale’. Mi sembra una convinzione strana, in contro tendenza, se pensiamo che sempre più spesso, a causa dei divorzi, gli uomini si trovano ad allevare figli non loro…

CF Siamo al massimo dell’ipocrisia perché c’è il 10-15% dei bambini che vive con un padre diverso dal genitore biologico e lo sa e un altro 10-12% che vive con un padre diverso e non lo sa. Quanti padri sanno infatti che il figlio non è il loro, è nato in un momento particolare della vita della coppia? Il figlio non è il loro, ma lo sanno, lo accettano, gli vogliono bene. E’ importante chi ha voluto che tu venga al mondo, non chi ha dato il patrimonio genetico, che può averlo fatto in un attimo di sbadatezza, per violenza… Lei pensi a quante fertilità vergognose ci sono… Esistono tantissimi modelli di genitorialità e quello che noi consideriamo buono è solo uno dei tanti: non so se è il più vantaggioso. Ora sto scrivendo un libro, una storia del controllo della fertilità ed ho trovato modelli di genitorialità davvero molto dissimimili, ma molto interessanti. Il concetto di genitorialità insomma, non è biologico: è simbolico.

Giuliana Proietti

Chi è CARLO FLAMIGNI ?

Il Prof. Carlo Flamigni, (1933), ginecologo, Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia a Bologna; dal 1° novembre 1975 al 31 ottobre 1994 ha diretto il Servizio di Fisiopatologia della Riproduzione (attualmente Servizio di Endocrinologia Ginecologica) dell’Ospedale Policlinico S.Orsola-Malpighi. E’ Relatore ufficiale di numerosi congressi nazionali ed internazionali, è stato chiamato a tenere conferenze in molte Università, fa parte del Comitato di Redazione di numerose riviste scientifiche, ha tenuto seminari e organizzato esercitazioni relativi a temi di fisiopatologia ostetrica e ginecologica. Dal 1994 al 2001 è stato Direttore dell’Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica “P. Sfameni” dell’Università degli Studi di Bologna. E’ stato membro della Commissione “Assistenza Gravidanza e Parto nonché Organizzazione Servizi Ostetrici” istituita dal Ministero della Sanità e della Commissione per le Fecondazioni Assistite istituita dal Ministero di Grazia e Giustizia.

E’ stato Presidente della Società Italiana di Fertilità e Sterilità dal 90-94 e dal 1999 al 2004. E’ membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Attualmente è coordinatore scientifico del Dottorato di Ricerca in Bioetica dell’Università di Bologna. La sua ricerca si è sviluppata particolarmente sulle tecniche di fecondazione assistita, sulla endocrinologia della donna nelle fasi di pubertà e di post-menopausa e sui tumori endocrino-dipendenti. Tra i risultati di maggior rilievo della sua ricerca, va segnalata la complessa indagine, prima sperimentale e poi clinica, relativa al congelamento degli ovociti.

Ha contribuito, con articoli di ginecologia e di ostetricia alla preparazione di numerosi libri di testo, per studenti e specializzandi. Ha pubblicato oltre 900 memorie scientifiche originali, 12 monografie e alcuni libri di divulgazione: “I Laboratori della Felicità”, “Storie di bambini piccolissimi”, Figli dell’acqua figli del fuoco”, “Il Libro della Procreazione”, “Avere un Bambino”, “Curare la sterilità”, “La Procreazione Assistita”, “Giallo uovo Un mystery romagnolo”, La reproduccion asistida, Il Grande Tabù delle donne, Come affrontare senza timori la menopausa, La compagnia di Ramazzotto.

Ha pubblicato numerosi articoli su vari problemi di bioetica. E’ stato inoltre editore di 28 volumi scientifici e di atti congressuali.
Sito internet: carloflamigni.com

Il Prof. Flamigni è morto il 05-07-2020

Psicolinea.it © Maggio 2005



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