Il Mahatma e il sesso: un Gandhi che non ti aspetti

Il Mahatma e il sesso: un Gandhi che non ti aspetti


La figura del Mahatma Gandhi non cessa mai di affascinare e si continuano a scrivere libri su di lui. Una delle ultime biografie è Great Soul: Mahatma Gandhi and His Struggle with India scritto dall’ex collaboratore del New York Times Joseph Lelyveld. Il libro getta luce sul complicato rapporto fra Gandhi e Hermann Kallenbach, architetto di origini ebraiche, incontrato in Sud Africa.

In quella che, per altri aspetti, è una biografia piena di rispetto e ammirazione, viene insinuato che Gandhi fosse bisessuale, tanto da lasciare la moglie per vivere con l’architetto ebraico-tedesco.

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Lelyveld cita una lettera inviata da Gandhi a Kallenbach dove era scritto:

”Il tuo ritratto (l’unico) è sulla mensola, nella mia camera da letto. La mensola del camino è di fronte al letto.

Un’altra volta il Mahatma scrisse a Kallenbach una frase altrettanto ambigua:

‘Hai preso completamente possesso del mio corpo. Questa è schiavitù con vendetta.”

L’atteggiamento di Gandhi verso il sesso e le relazioni sessuali ha sempre  fornito molti spunti. L’anno scorso, Jad Adam ha scritto il libro Gandhi:”Naked Ambition (Gandhi: ambizione nuda) nel quale vengono citati i particolari “esperimenti” che Gandhi faceva sul sesso. In particolare, Adam si concentra sulla discussa pratica di Gandhi di mettere alla prova la sua purezza, dormendo con giovani donne.

Un altro libro, Going Native di Thomas Weber, guarda invece al complicato e difficile rapporto di Gandhi nei confronti delle donne occidentali.

La sessualità di Gandhi ha disturbato molti, anche fra i suoi seguaci, anche durante la sua vita. Nirmal Bose ad esempio, un gandhiano che ruppe i suoi rapporti con il Mahatma e in seguito scrisse My Days with Gandhi (i miei giorni con Gandhi), raccontò che gli esperimenti sessuali del leader indiano avevano lasciato un segno su altri che non avevano la stessa statura morale.

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Gandhi aveva risposto ai suoi critici, dicendo:

‘Se non faccio venire Manu (la sua pronipote) a letto con me, anche se ritengo che sia essenziale che lei lo faccia, non sarebbe, da parte mia, un segno di debolezza ? ‘

Negli ultimi anni della sua vita infatti Gandhi aveva preso l’abitudine di andare a dormire con giovani donne nude (fra cui appunto la nipote), per degli abbracci notturni che dovevano mettere alla prova il suo voto di castità.

Un articolo uscito su  The Guardian, di Michael Connellan, uno scrittore che vive a Nuova Delhi, metteva in luce il cattivo rapporto di Gandhi nei confronti delle donne, definendolo in termini spregiativi un “puritano“, oltre che sessista e misogino.

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Gandhi riteneva infatti che il sesso fosse dannoso per la salute di un individuo, e che la libertà sessuale avrebbe portato la popolazione indiana al fallimento. Per questo dunque, racconta Connellan, Gandhi consegnò il suo Paese a quello che Martin Lutero chiamava, già ai suoi tempi “l’inferno del celibato”. Il Mahatma stesso, del resto, si vantava di aver fatto voto di castità (senza peraltro aver consultato la moglie).

Nei discorsi di Gandhi, così come nelle ricostruzioni storiche dei suoi agiografi, si sostiene che le donne dovevano essere considerate pari agli uomini e che il loro inserimento a pieno titolo nella società sarebbe stato fondamentale nella lotta per l’indipendenza dell’India, ma di fatto il leader spirituale indiano si comportava in modo assai diverso con loro.

Ad esempio, quando era ancora un dissidente in Sud Africa e scoprì che un uomo aveva molestato due ragazze, sue seguaci, Gandhi rispose all’offesa subita tagliando personalmente i capelli delle due giovani, considerandole colpevoli in quanto non erano state capaci di “neutralizzare l’occhio del peccatore “.

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Gandhi stesso parlò di questo episodio nei suoi scritti, lasciando trasparire un messaggio durissimo verso il genere femminile: le donne hanno la responsabilità delle aggressioni a sfondo sessuale che subiscono.

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C’è di più: Gandhi pensava che le donne violentate perdessero il loro valore in quanto esseri umani. Sosteneva infatti che i padri potevano essere giustificati nell’uccidere le figlie che avevano subito una violenza, per il bene della famiglia e l’onore della comunità.

Gandhi condusse anche una guerra contro i contraccettivi, nonostante la povertà della sua gente e l’eccessiva prolificità, definendo apertamente le donne indiane che li usavano come “prostitute”.

Verso la fine della sua vita, la Grande Anima moderò moltissimo le sue idee, ma ormai, secondo Connellan, il danno era fatto, e questa eredità culturale la si può osservare ancor oggi in ogni articolo di giornale, quando si racconta che la vittima di uno stupro si è suicidata, a causa della “vergogna“.

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Il Mahatma e il sesso: un Gandhi che non ti aspetti
Ancora oggi le donne, in India, possono essere, a seconda del loro comportamento, fonte di orgoglio o di vergogna, per gli uomini che le “possiedono”.

Secondo lo scrittore indiano Singh Khushwant “i nove decimi della violenza e della infelicità di questo Paese deriva dalla repressione sessuale”.

Peraltro, l’India di oggi, secondo il World Economic Forum, è uno tra i Paesi del mondo in cui la parità uomo-donna è meno realizzata. Su questi aspetti della vita sociale insomma l’influenza di Gandhi, quando vi fu, è stata solo un rafforzamento delle tradizioni ataviche indiane e del pregiudizio.

In conclusione Gandhi, ne siamo ormai certi, non era un santo, ma il punto è un altro: perché sentiamo sempre il bisogno di “santificare” la persona di cui vogliamo seguire l’insegnamento morale, cancellando come fossero una vergognosa macchia, tutte le sue tracce di umanità?

Per esprimere delle buone idee, o anche dei valori, non è necessario essere perfetti. Gandhi docet.

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Fonti:

Mahatma’s attitude to sex continues to fascinate

The Guardian, Women suffer from Gandhi’s legacy

Immagine: Gandhi, la sua segretaria Sonia Schlesin e l’amico Hermann Kallenbach, Wikimedia



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