Internet influisce sul nostro cervello?
L’età moderna ha portato con sé una nuova serie di preoccupazioni. Oltre a controllare il nostro peso e preoccuparci del nostro spirito, ora dobbiamo preoccuparci anche della forma fisica del nostro cervello – se credete ai titoli dei giornali. E’ possibile che l’instant messaging stia erodendo i centri dell’ attenzione del nostro cervello? E’ vero che Facebook, Twitter e gli altri strumenti dei social media ci impediscano di avere dei normali rapporti umani? E non dimenticate l’email, la quale sembra che rilasci le stesse sostanze neurochimiche della cocaina e del crack!
Molti sono stati svelti nel cercare di fare soldi con questa neuro-ansia. Gli scaffali virtuali di Amazon sono stracolmi di libri e giochi sul brain training (confesso che anche io non sono del tutto innocente). Si può combattere la pigrizia cognitiva, promettono questi giochi, se si lavora con la materia grigia come se fosse un muscolo.
Ma è vero? Sono i rompicapo dei sudoku l’unica via che impedisce alla specie di trasformarsi in un’orda di persone con deficit di attenzione, socialmente disfunzionali, dipendenti dalle e-mail – in parte umani, in parte smartphone?
Non temete, ci sono alcune buone notizie dal campo delle neuroscienze. Ma prima, è mio dovere dirvi la cattiva notizia. Si consiglia di mettere giù il telefono e di prenderne atto, il messaggio è importante.
La verità è che tutto ciò che fate cambia il vostro cervello. Tutto. Ogni piccolo pensiero o esperienza gioca un ruolo nella programmazione costante e nella riprogrammazione delle vostre reti neurali. Quindi non c’è scampo. Sì, Internet può influire sul vostro cervello. Ma la stessa cosa accade quando guardate la televisione. O prendete una tazza di tè. O non prendete una tazza di tè. Oppure pensate al bucato del martedì. La vostra vita, comunque la viviate, lascia tracce nel vostro cervello.
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Allenamento del cervello
Preoccuparsi di internet è solo l’ultima di una lunga serie di paure che la società ha avuto nei cambiamenti che la tecnologia può portare con sé. Ci si cominciò a preoccupare per i libri, la prima volta che divennero disponibili per tutti. Nell’antica Grecia, Socrate si preoccupava per l’effetto della scrittura, dicendo che avrebbe eroso la capacità dei giovani di ricordare. Lo stesso è accaduto con la televisione e il telefono. Queste tecnologie ci hanno effettivamente cambiato, ed hanno cambiato il modo in cui viviamo le nostre vite, ma niente è andato come i predittori di disgrazie avevano annunciato.
Ma Internet influisce sul nostro nostro cervello in un modo diverso, più significativo? Ci sono poche prove che dimostrano un possibile danno. Eccoci qui, siamo milioni di persone, ci sono io, ci siete voi, in questo momento, che usiamo Internet, e ci sembra di stare bene. C’è chi teme questo e anche se noi non riusciamo vedere i cattivi effetti di Internet sulla nostra mente, potrebbe esserci qualcosa di occulto che sta producendo i suoi effetti. Personalmente non sono troppo preoccupato per questo, e vi dirò perché.
Facciamo sempre delle cose che hanno un effetto profondo sul nostro cervello – come la lettura o le competizioni sportive – senza preoccuparci troppo per il nostro stato di salute cerebrale. Quando gli scienziati osservano persone che hanno trascorso migliaia di ore occupandosi di uno specifico settore, spesso osservano dei cambiamenti nel loro cervello. I tassisti, come è noto, hanno un ippocampo più grande, una parte del cervello utile per l’orientamento spaziale. Il cervello dei musicisti dedica un maggiore spazio neurale alle regioni cerebrali necessarie per suonare i loro strumenti. Tanto, infatti, che se si guarda alla corteccia motoria dei suonatori di strumenti ad arco si osservano dei rigonfiamenti su un lato (perché il controllo motorio per suonare il violino, ad esempio, è solo su un lato), mentre la corteccia motoria dei tastieristi sporge su entrambi i lati (perché suonare il pianoforte richiede un controllo preciso su entrambe le mani).
Così la pratica sicuramente può cambiare i nostri cervelli. Accettando questo concetto, però, si sostituisce la preoccupazione generica nei confronti di internet con una preoccupazione specifica: se si usa Internet regolarmente, a cosa si va incontro?
Datevi da fare
In mancanza di prove sostanziali, vorrei azzardare l’ipotesi che la maggior parte delle persone che usano internet sono alla ricerca di informazioni o di possibilità di comunicare, usando le e-mail o i social media. Se è così, l’uso di Internet dovrebbe influenzare il nostro cervello in modo da farci adattare meglio a queste cose. Probabilmente questo sta già accadendo in un generale cambiamento culturale che ci coinvolge sempre più e sempre meglio nel trattare le informazioni astratte.
L’uso di Internet sarebbe preoccupante, se ci impedisse di praticare le altre attività della vita. Se Facebook impedisse alle persone di vedere i propri amici faccia a faccia, potrebbe avere un effetto dannoso. Ma l’evidenza suggerisce che non è questo il caso. Infatti, le persone maggiormente attive su Internet sono le più attive anche nel mondo reale. La maggior parte di noi utilizza Internet come complemento di altri modi di comunicare, non come un sostituto.
Quindi non vi è alcun rischio magico proveniente da Internet. Come era prima per la TV, e ancora prima per la lettura , esso ci dà modo di praticare certe cose. Questo comportamento modificherà il nostro cervello, proprio come qualsiasi altra abitudine. La cosa importante è che noi siamo parte di questo processo, non si tratta semplicemente di qualcosa che ci accade. Si può decidere quanto tempo impiegare nella ricerca di immagini divertenti sui gatti, nello scherzare su Facebook o nello scrivere i propri pensieri in 140 caratteri. Non ci sarà nessun danno improvviso per il cervello, o grandi sorprese riguardo alla nostra salute cerebrale. Certo, sarebbe sciocco pensare che Internet possa fornire tutto ciò di cui si ha bisogno per mantenere in esercizio il proprio cervello, ma sarebbe altrettanto sciocco lasciarsi sfuggire tutte le opportunità che esso può offrire. Ad esempio, quelle immagini divertenti sui gatti.
Tom Stafford
Articolo originale:
Does the internet rewire your brain?, Mind Hacks
Riproduzione autorizzata
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Tom Stafford è un ricercatore della facoltà di Psicologia e Scienze Cognitive, nel Dipartimento di Psicologia dell’Università di Sheffield. E’ anche membro dell’ Adaptive Behaviour Research Group .