Freudiana: la scienza sullo sfondo

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Conosciamo, per la collana Freudiana, dove era arrivata la scienza nel periodo di Freud.

Alla fine del Settecento la macchina a vapore, inventata da James Watt, cominciò a sostituire gli animali, le persone, le acque e il vento come fonti di energia. La macchina a vapore rese possibile la produzione di una quantità di merci molto superiore al passato. I proprietari delle fabbriche si arricchirono e costruirono fabbriche nuove e più grandi. Avevano bisogno di operai e cominciarono così ad indurre i contadini più poveri, che spesso avevano perso il loro lavoro proprio a causa delle macchine a vapore, a trasferirsi in città.

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Un esempio per tutti: il caso delle filatrici e delle tessitrici. Quando le macchine, azionate dal vapore, mostrarono che si potevano produrre un maggior numero di tessuti a minor costo rispetto a quelli fatti a mano, migliaia di donne nelle campagne si ritrovarono senza lavoro.

In Inghilterra, dove nacque la rivoluzione industriale, milioni di persone si trasferirono nelle grandi città (Londra, Liverpool e Birmingham) per lavorare in fabbrica. Il salario era una miseria e le condizioni generali spesso erano peggiori di quelle della campagna.

Nel 1804 l’ingegnere inglese Richard Trevithick pensò di mettere la macchina a vapore in un carro che procedeva lungo dei binari e così inventò la locomotiva a vapore, che fu perfezionata nel 1814 da Gorge Stephenson, cui nel 1825 fu affidata la costruzione della prima ferrovia al mondo, fra le città di Stockton e Darlington, nell’Inghilterra settentrionale.

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Nel decennio 1830-1840 si diede il via alla costruzione di nuove ferrovie in molti paesi europei e nel 1840, nel mondo, ve ne erano già pronti ottomila chilometri. Prima dell’arrivo della ferrovia ci si muoveva a piedi o a cavallo, che era il mezzo più veloce. Per percorrere cinquanta chilometri ci si potevano impiegare due giorni.

Il treno, che per fare un percorso simile ci impiegava poche ore, poteva così trasportare i prodotti delle grandi fabbriche cittadine nei paesi più sperduti. Prima dell’avvento della ferrovia, nelle varie città si misurava il tempo in modo diverso: con l’arrivo del treno fu necessario misurare il tempo in modo omogeneo.Gradualmente acquistò importanza anche la navigazione a vapore.

Verso la metà dell’Ottocento si cominciarono a costruire navi dotate di scafo metallico ed eliche, i velieri cominciarono a scomparire. L’Ottocento fu insomma il secolo delle scoperte, tutte legate, direttamente o indirettamente, alla scoperta della macchina a vapore.

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Eccone alcune, particolarmente significative:

1831 Michael Faraday inventò il generatore di elettricità; si pensò quindi di collegare la macchina a vapore a questa sorta di dinamo e si ottenne la produzione di corrente elettrica.
1844 Samuel Morse utilizzò questa idea per costruire il primo telegrafo elettrico, che rese possibile la trasmissione di informazioni tra luoghi molto distanti, con una velocità per quel tempo impressionante.
1854 Florence Nightingale andò in Turchia per occuparsi dei soldati inglesi feriti durante la guerra di Crimea e vi svolge un lavoro che è alla base della moderna terapia medica.
1857 Antonio Meucci inventò il telefono, che fu realizzato successivamente dall’americano Alexander Graham Bell.
1858 venne inventato il primo frigorifero moderno, dal francese Ferdinand Carré
1859 Darwin pubblicò l’origine della specie dimostrando che spiega come hanno avuto origine nel tempo le nuove specie di animali e piante, con la teoria dell’evoluzione.
1862 Louis Pasteur scoprì che le malattie sono causate da micro-organismi
1863 l’astronomo inglese William Huggins paragonò lo spettro (la striscia dei colori dell’arcobaleno) delle stelle con quello del sole e della terra e scoprì che in tutto l’universo si ritrovano gli stessi elementi chimici
1864 Louis Pasteur dimostrò che l’aria è piena di germi. Per questo raccomandò ai medici la massima igiene durante gli interventi chirurgici.

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La rivoluzione industriale portò anche effetti negativi: oltre al problema della disoccupazione, essa portò inquinamento e spopolamento delle campagne, povertà, problemi sociali.

Molti sociologi sono convinti che questo periodo fu il peggiore, per la gente comune, dai tempi della peste nera del Trecento.

Bibliografia: Eirik Newth Breve storia della scienza, Salani

Immagine:

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Dott.ssa Giuliana Proietti

 

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