Perché la gente non si ribella all’ingiustizia sociale e alla corruzione?

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Lo studio di cui parliamo oggi è molto di attualità, in quanto si chiede: perché le persone si oppongono al cambiamento, anche quando il sistema sociale in cui vivono è corrotto o ingiusto? Già, perché?

Lo studio, pubblicato su Current Directions in Psychological Science, una rivista pubblicata dalla Association for Psychological Science, spiega perché tendiamo sempre a difendere lo status quo, nel processo definito “giustificazione del sistema”.

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La giustificazione del sistema non è la stessa cosa dell’acquiescenza, spiega Aaron C. Kay, co-autore dello studio e psicologo presso la Fuqua School of Business e il Dipartimento di Psicologia e Neuroscienze della Duke University “. Anzi, questa sorta di giustificazioni sono pro-attive, nel senso che quando qualcuno arriva a giustificare lo status quo, arriva anche a percepire le cose intorno a sé come avrebbero dovuto essere, giuste e funzionanti. (Questo concetto in realtà ricorda molto la dissonanza cognitiva di Festinger).

La revisione, condotta in laboratorio, di studi transnazionali, ha messo in luce quattro situazioni che favoriscono la giustificazione del sistema: la minaccia da parte del sistema, la dipendenza dal sistema, l’ineluttabilità del sistema, e il basso controllo personale sul sistema.

Qualche esempio: quando ci sentiamo minacciati, tendiamo a difendere noi stessi e i nostri sistemi. Prima dell’11 Settembre, per esempio, il presidente George W. Bush stava affondando nei sondaggi, ma non appena gli aerei colpirono il World Trade Center, gli indici di gradimento del presidente risalirono.  Durante l’uragano Katrina, l’America ha assistito al clamoroso fallimento della FEMA (la protezione civile americana) per salvare le vittime dell’uragano. Eppure, molte persone hanno incolpato le vittime, come se fossero state loro la causa del loro infausto destino, piuttosto che ammettere il fallimento della FEMA o suggerire idee per cercare soluzioni più efficaci per il futuro. In tempi di crisi, dicono gli autori, vogliamo tutti credere che il sistema funzioni, poiché sentiamo il bisogno di difendere il sistema nel quale viviamo e al quale ci siamo affidati.

Quando sentiamo che non possiamo sfuggire ad un sistema, ci adattiamo ad esso, accettando cose che altrimenti non accetteremmo mai.

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Si potrebbe pensare, dicono i ricercatori, che quando le persone si sentono intrappolate in un sistema nel quale non si riconoscono lo vogliano cambiare… In realtà non è così: più ci si sente intrappolati nel sistema, più si pensa di non aver alcun controllo sulla propria vita, più si tende a giustificare il sistemi e i suoi leader, perché offrono un senso di ordine.

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La ricerca sulla giustificazione del sistema permette di capire una cosa, concludono i ricercatori: se si vuole capire come ad un certo punto possano avvenire dei cambiamenti sociali, occorre capire quali sono le condizioni che rendono le persone resistenti al cambiamento e che cosa invece è in grado di ammorbidire le loro posizioni conservatrici, fino a farle ritenere che un cambiamento effettivamente potrebbe essere, ad un certo punto, una necessità.

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Fonte:

Why do people defend unjust, inept, and corrupt systems?, Eurekalert

Dr. Giuliana Proietti,

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Immagine:

dadaworks from Pixabay

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