Scuola e mal di pancia

Scuola: quando i bambini non ci vogliono andare.

Ci sono bambini che sembrano avere tutte le carte in regola, ma che in relazione alla scuola sono un vero disastro. Essi hanno l’aspetto e le caratteristiche dei bambini “normali”, mostrano capacità adeguate, hanno attraversato processi di sviluppo in linea con l’età, eppure…

Se entriamo in una qualsiasi classe di scuola elementare e osserviamo attentamente il gruppo notiamo subito chiare differenze individuali: ci sono bambini che, dopo pochi minuti hanno già esaurito i proprio tempo di attenzione, altri che molto incuriositi dall’argomento sollecitano il docente a procedere, altri ancora sembrano avere la testa tra le nuvole e lo sguardo perso chissà in quale angolo dei propri pensieri. C’è poi chi gingilla con gli oggetti posti sul banco, quasi ad inventarsi un mondo fantastico in alternativa a quello troppo faticoso della scuola e chi maneggia gli strumenti del mestiere (penne, quaderni, ecc.) quasi fossero oggetti a lui sconosciuti, come se ogni volta che vi entra in contatto, fosse la prima volta.

Ma c’è anche chi si lascia prendere da forti crisi di ansia al momento dell’ingresso a scuola, chi vive con profonda angoscia anche il solo pensiero di distaccarsi dai genitori e, di fronte a questi bambini, spesso non sappiamo che pesci prendere.

Sono quasi sempre bambini che non hanno difficoltà di apprendimento; a scuola se la cavano bene, hanno instaurato una relazione sufficientemente significativa sia con gli insegnanti che con i compagni e tutto sembra filare liscio fino a che …

Ogni certezza sembra crollare.

In alcuni casi la fobia si presenta con gradualità, in altri, invece, inizia in modo brusco, all’improvviso.

Può presentarsi all’inizio dell’anno scolastico, ma anche in periodi successivi, magari dopo una vacanza, o una malattia o in seguito a un episodio particolare.

In queste situazioni il bambino esprime angoscia intensa; a mano a mano che il momento della separazione si avvicina, il disagio si fa più acuto; egli è in preda a una forte agitazione, piange, si dispera, supplica i genitori, promette che il giorno dopo non farà storie, tiene stretti la mamma o il papà con una morsa così forte che non si riesce a sciogliere.

Di fronte a tentativi di costrizione la situazione si aggrava ancor di più; può capitare, infatti, che il bambino entri in classe, ma l’angoscia è così presente che egli può scappare via oppure può raggiungere uno stato di agitazione così forte da sfociare in condotte aggressive e autoaggressive.

Una volta a casa il bambino riacquista il proprio equilibrio, partecipa alla vita familiare, è collaborativo e si spreca in solenni giuramenti e promesse: “Ti prometto che domani andrò a scuola senza problemi”; “Ti prometto che non farò più storie”.

Il bambino, quando è nel nucleo familiare, tenta di rispondere ai mille perché dei genitori e si sforza di razionalizzare la propria fobia attribuendola a fatti avvenuti a scuola o a atteggiamenti dei docenti e dei compagni.

Con l’andar del tempo l’angoscia acquista una dimensione più realistica; il bambino teme di non essere più al passo con il programma, poiché ha perso vari giorni di scuola e offre a se stesso e agli altri questa giustificazione, sebbene a casa studi, dedichi tempo ai compiti, spesso più del dovuto, al punto che la sua preparazione è senz’altro buona.

In alcuni casi la fobia scolare è accompagnata da altre manifestazioni: difficoltà nel mantenere il ritmo sonno – veglia, presenza di incubi, ansia da separazione anche in relazione ad altre esperienze, (ad esempio, si può evidenziare lo stesso problema anche rispetto allo sport, all’andare a casa di amici, ecc..).

Possono inoltre essere presenti comportamenti di tipo ossessivo legati a tematiche scolastiche, come riordinare ripetutamente libri e quaderni, preparare lo zaino con estrema precisione, ricontrollare se tutto e a posto, ecc…

Talvolta si incontrano modalità di relazione ambivalenti con i familiari, principalmente con la madre, per cui si assiste ad una alternanza di atteggiamenti eccessivamente affettuosi e prevaricatori.

In altre situazioni alla fobia scolare si associano un forte calo di umore, chiusura, senso di tristezza che caratterizzano uno stato di tipo depressivo.

Ecco, in sintesi, in che modo si presenta la fobia scolare:

· Il bambino esprime angoscia intensa
· Il disagio si fa più acuto a mano a mano che il momento della separazione si avvicina
· Il bambino è in preda a una forte agitazione, piange, si dispera, supplica i genitori
· Tiene stretti la mamma o il papà con una morsa così forte che non si riesce a sciogliere · Di fronte a tentativi di costrizione la situazione si aggrava ancor di più
· Può capitare che il bambino entri in classe, ma l’angoscia è così presente che egli può scappare via, oppure può raggiungere uno stato di agitazione così forte da sfociare in condotte aggressive e auto – aggressive.

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E in famiglia che cosa accade?
Una volta a casa il bambino riacquista il proprio equilibrio, partecipa alla vita familiare collaborativo
fa solenni giuramenti e promesse, tenta di rispondere ai mille perché dei genitori, si sforza di razionalizzare la propria fobia attribuendola a fatti avvenuti a scuola o a atteggiamenti dei docenti e dei compagni, con l’andar del tempo l’angoscia acquista una dimensione più realistica, subentra il timore di non essere al passo con il programma, questo timore diviene la nuova giustificazione delle successive assenze.
A casa studia, dedica tempo ai compiti, spesso più del dovuto.

Ciò che prova il bambino:

· Desiderio di rimanere piccolo
· Mancanza di sicurezza affettiva
· Minaccia al legame
· Paura di perdere l’affetto
· Terrore inconsapevole del distacco /desiderio di affrontare nuove esperienze
· Bisogno di tenere tutto sotto controllo

Ostacoli al superamento della fobia scolare:

· Fretta della famiglia
· Fretta della scuola
· Ostilità scuola – famiglia

Le risposte degli esperti

· Importanza della fase di approfondimento
· Ricerca delle cause associate
· Quale messaggio può lanciare all’ambiente?
· Che cosa copre il suo sintomo?

I percorsi di aiuto

· Il lavoro individuale con il bambino
· Il lavoro con tutta la famiglia
· L’aiuto alla costruzione del legame
· L’aiuto alla scuola perché rappresenti per il bambino un luogo accogliente e significativo
· L’aiuto ai genitori, affinché possano comprendere e perchè non si lascino riempire dalla fobia del bambino.

E’ importante …

· Non sottovalutare il problema
· Non sdrammatizzare
· Non dire che sono problemi immaginari
· Dare un periodo di stop alla scuola
· Preoccuparsi più della sofferenza del bambino che delle assenze
· Avere fiducia nel bambino e nelle sue risorse
· Rivolgersi all’esperto.

Monica Pratelli

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