Arthur Schnitzler e l’amicizia con Freud

Arthur Schnitzler e l'amicizia con Freud

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Arthur Schnitzler fu un drammaturgo e romanziere austriaco, noto per i suoi drammi psicologici che descrivevano la Vienna borghese di fine secolo.

Figlio di un noto medico ebreo, prese la laurea in medicina ed esercitò la professione di medico per gran parte della sua vita, pur senza molta convinzione, dedicandosi in particolare alla psichiatria. Si fece un nome come scrittore con Anatol (1893), una serie di sette atti unici che rappresentavano gli amori casuali di un ricco e giovane viennese. Questi lavori teatrali rivelarono uno spiccato senso di osservazione psicologica nel descrivere i personaggi, sapendo evocare precisi stati d’animo, attraverso un distaccato, spesso malinconico, umorismo.

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A questo lavoro seguì Reigen (1897), un ciclo di 10 dialoghi, che ritrae la crudeltà di uomini e donne in preda della lussuria. I dialoghi furono portati in scena nel 1920, non senza scandalo, e nel 1950 da essi fu tratto un film di successo francese, La Ronde, da Max Ophüls. Schnitzler spesso evoca l’atmosfera di corruzione e decadenza che osservava negli ultimi anni dell’impero asburgico. Esplorò la psicologia umana, descrivendo l’egoismo in amore, la paura della morte, la complessità della vita erotica, e la morbosità dello spirito indotta da una faticosa introspezione.  Il suo romanzo di maggior successo, è il sottotenente Gustl (1901), il primo capolavoro europeo scritto con l’artificio narrativo del monologo interiore (che costò a Schitzler la radiazione da tenente medico dell’esercito, a causa dell’impietosa immagine che dava della vita militare)

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Freud e Schnitzler, contemporanei e concittadini, non poterono dunque non incontrarsi, anche se si frequentarono poco.

Sappiamo che nel 1922 Arthur Schnitzler visitò Freud a casa di quest’ultimo, a Berggasse. Freud affermò in seguito di aver sempre evitato Schnitzler perché lo considerava il suo “doppio letterario”.

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Dopo la visita a Freud, così Schnitzler parlò dell’incontro nel suo diario:

“a casa del Prof. Freud. (I suoi auguri per il mio compleanno, la mia risposta, il suo invito.) Moglie e figlia Anna (alla quale Lili ha insegnato per alcuni mesi l’anno scorso). – Ci ho parlato brevemente solo un paio di volte fino ad ora. – E’ stato molto affettuoso. Conversazione su ospedale e periodo del servizio militare, capi in comune, ecc – il tenente Gustl ecc – poi mi ha mostrato la sua biblioteca – le sue cose, le traduzioni, gli scritti dei suoi allievi; – ogni sorta di bronzi antichi, ecc, – Lui non svolge più la pratica medica, fa solo formazione agli allievi che a questo scopo si fanno analizzare da lui. Mi ha dato una nuova bella edizione delle sue lezioni. – Mi ha accompagnato a tarda sera da Berggasse a casa mia. – Il discorso è diventato più caldo e più personale – A proposito di invecchiare e morire “

Per quanto riguarda Freud, abbiamo una famosa lettera del 14 maggio 1922, in cui Freud scrive a Schnitzler: ” … sempre, quando mi sono abbandonato alle Sue belle creazioni, ho creduto di trovare dietro la loro parvenza poetica gli stessi presupposti, interessi e risultati che conoscevo come miei propri. Il Suo determinismo come il Suo scetticismo – che la gente chiama pessimismo -, la Sua penetrazione nelle verità dell’inconscio, nella natura istintiva dell’uomo, la Sua demolizione delle certezze convenzionali della civiltà, l’adesione dei Suoi pensieri alla polarità di amore e morte, tutto ciò mi ha commosso come qualcosa di incredibilmente familiare. (In una piccola opera del 1920, Al di là del principio del piacere, ho tentato di indicare nell’eros e nell’istinto di morte le forze primigenie il cui antagonismo domina ogni enigma della vita). Così ho avuto l’impressione che Ella sapesse per intuizione – ma in verità a causa di una raffinata autopercezione – tutto ciò che io con un lavoro faticoso ho scoperto negli altri uomini. Credo, anzi, che nel fondo del Suo essere Lei sia un ricercatore della psicologia del profondo, così onestamente imparziale e impavido come non ve ne sono stati mai”.

Dr. Giuliana Proietti

 

Dr. Giuliana Proietti

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Fonti:
Freud Museum
Doppio Sogno

Immagine: Arthur Schnitzler, Freud Museum

Psicolinea 2001-2021

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