Anna Kuliscioff: vita, impegno politico e sociale
Chi ha detto che le donne del passato non si interessavano di politica? Anja Rosenstein, conosciuta come Anna Kuliscioff, fu un esempio di totale dedizione e di fervente passione per un ideale di libertà e giustizia sociale, i cui punti-cardine erano l’emancipazione femminile, la tutela dei minori e il suffragio universale. Anna è stata una delle figure più influenti del socialismo europeo e una delle prime donne medico in Italia. La sua vita si intreccia con le lotte politiche, sociali e femministe dell’Ottocento e del primo Novecento, rendendola un simbolo del pensiero progressista e dell’emancipazione femminile. Conosciamola meglio.
Infanzia e Adolescenza
Anna Kuliscioff, alla nascita Anja Moiseevna Rosenstein, nacque il 9 gennaio 1855 a Sinferopoli, in Crimea. Proveniente da una ricca famiglia ebrea di origine russa, ricevette un’educazione cosmopolita e sviluppò presto interesse per la filosofia e la politica.
Formazione e Militanza anarchica
Studiò medicina in Svizzera, a Zurigo, una delle poche università che all’epoca accoglievano studentesse. A Zurigo venne a contatto con movimenti anarchici che professavano ideali di uguaglianza sociale e di ribellione contro ogni tipo di autorità costituita. Tornata in patria, Anna continuò a frequentare gruppi anarchici e si impegnò a diffondere le sue idee presso le classi più popolari, invitandole alla ribellione (ed anche all’uso della violenza).
Negli anni Settanta dell’Ottocento la Kuliscioff entrò in contatto con l’Internazionale e i circoli anarchici legati a Michail Bakunin. La sua attività politica le costò arresti ed espulsioni in vari paesi europei, tra cui Svizzera e Francia. Nel 1877 fu coinvolta in un processo per la sua partecipazione a movimenti sovversivi: si stabilì in Svizzera, dove incontrò Andrea Costa, creando da subito con lui una totale coincidenza di idee e una relazione sentimentale.
Trasferimento in Italia
Nel 1878 venne arrestata e espulsa dalla Francia, per cui si trasferì in Italia. Il 30 settembre fu nuovamente arrestata a Firenze con l’accusa di cospirare con gli anarchici. Dopo tredici mesi di carcere preventivo, venne processata e poi rilasciata con un decreto di espulsione che la costrinse ad un nuovo trasferimento in Svizzera.
Relazione con Andrea Costa
Anna condivideva con Andrea la passione politica, anche se lui era molto più moderato di lei e non accettava le sue idee rivoluzionarie. Andrea era anche un tradizionalista, un uomo che apprezzava la complicità e la collaborazione della compagna nella vita pubblica, ma che nel contempo desiderava avere accanto nell’intimità una donna mite e remissiva, cosa che la Kuliscioff certo non era, vista la sua convinzione sulla assoluta parità dei sessi, che le impediva di cedere a qualunque compromesso.
Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze.
Rientro clandestino in Italia
Nel 1880 la Kuliscioff e Costa rientrarono clandestinamente in Italia, dove vennero arrestati a Milano. Dopo pochi mesi Anna venne scarcerata e accompagnata al confine svizzero: si stabilì a Lugano fino all’anno dopo. Rientrata in Italia, raggiunse Andrea Costa a Imola e, poco dopo, divenne madre di Andreina.
Fine della relazione con Costa
In questo periodo Anna si tenne lontana dalla scena politica essendo impegnata nel ruolo di madre e anche per la sofferenza derivante dallo stato di salute: aveva infatti contratto la tubercolosi, a seguito del periodo in carcere a Firenze.
La relazione con Costa si chiuse in questo periodo. Dalle ‘lettere d’amore’ inviategli dalla Kuliscioff leggiamo i motivi di questa dolorosa separazione:
“Tu cerchi in me il riposo, io in te la vita; tu non vuoi o non puoi capire che l’abbandono, la pienezza non sono che la conseguenza di una vita reciproca, piena di comprensione dei pensieri, dei sentimenti, delle aspirazioni. L’uomo non sente questo bisogno”.
Facoltà di Medicina e Specializzazione in Ginecologia
Anna Kuliscioff tornò in Svizzera, a Berna, dove si iscrisse alla Facoltà di Medicina. L’interesse per questa disciplina derivava dalla tubercolosi che aveva contratto nel carcere di Firenze; fu questo un periodo di isolamento e di studio che durò due anni, dopo di che si trasferì a Napoli per motivi di salute, dove si laureò in medicina.
Nell’88 Anna si specializzò in ginecologia prima a Torino e poi a Padova e con la sua tesi scoprì l’origine batterica delle febbri puerperali, che in quel tempo uccidevano migliaia di donne subito dopo il parto.
Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione
“La dottora dei poveri”
In seguito si trasferì a Milano in via San Pietro all’Orto n° 18, e cominciò la sua attività di “dottora dei poveri” come la soprannominarono i milanesi. Per tutto il giorno riceveva visite o si recava di persona nei quartieri più poveri della città, venendo a contatto con le peggiori condizioni di miseria.
La Kuliscioff in questo periodo continuava a frequentare gruppi anarchici ed era famosa per aver subito l’esilio ed il carcere. E’ di questo periodo l’incontro con Filippo Turati, un vero colpo di fulmine.
Filippo Turati e l’impegno sociale
Con Filippo Turati divenne una delle menti più influenti del socialismo riformista italiano. Insieme a Lazzari e Turati, nell’89 fondò la Lega Socialista Milanese, il cui programma consisteva nell’affermazione dell’autonomia del movimento operaio dalla democrazia borghese, nel riconoscimento del carattere prioritario delle lotte economiche, nell’esigenza di collegare queste lotte con quelle politiche e di inquadrarle in un progetto generale avente come obiettivo la socializzazione dei mezzi di produzione.
Attività giornalistica e culturale
Collaborò con numerose testate, diventando una delle voci più autorevoli del socialismo europeo. La sua scrittura, colta e incisiva, influenzò l’opinione pubblica e il dibattito politico, soprattutto sui temi della giustizia sociale e dell’uguaglianza di genere.
Il 27 aprile del ’90 partecipò ad una Conferenza in un circolo filosofico milanese, sul tema : Il monopolio dell’uomo.
In questo memorabile intervento Anna parlò di tutti i modi in cui veniva discriminata la donna, prendendosela anche con le donne della borghesia, quelle ‘timorate di Dio’ che si occupavano solo di frivolezze, di moda e di belletti e che utilizzavano tutta la loro intelligenza e le loro energie per compiacere i loro uomini, difendendosi dalla loro sopraffazione attraverso i meccanismi di difesa dell’astuzia e della finzione e trasformando tutti i loro sentimenti migliori, come quello della maternità, in ‘grettezza, avarizia ed egoismo domestico’.
La donna – diceva la Kuliscioff – deve conquistare la sua libertà e la sua dignità attraverso il lavoro; la donna sposata, dedita esclusivamente alla cura del marito e dei figli era per lei ‘l’essere più degno di commiserazione’ per la sua servitù sessuale nei confronti del maschio, pari solamente alla prostituzione propriamente detta.
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Il “Salotto di Anna Kuliscioff” a Milano
Nell’autunno del ’91 Anna e Filippo si trasferirono in un bell’appartamentino nella zona del Duomo, a Milano, dove misero due grandi scrivanie al centro della stanza, una affiancata all’altra, nelle quali lavoravano insieme alla loro ‘figlia di carta’: la rivista ‘Critica sociale’, che insieme avevano fondato. Nella stanza non mancavano mai le violette e vi era un piccolo divano verde dove Anna riceveva l’alta società come la povera gente: in breve questo divenne il salotto più famoso di Milano, aperto agli attivisti del partito, agli intellettuali, agli artisti. La Kuliscioff era sempre inappuntabile, vestita di nero con camicette candidissime, ma priva di ogni fronzolo puramente estetico.
In seguito a delle sommosse che vi furono per l’improvviso aumento del prezzo del pane, Anna Kuliscioff venne arrestata e condannata a 2 anni, insieme al suo compagno Turati, che per per reati d’opinione ebbe invece una condanna a 12 anni di carcere. A dicembre Anna era già fuori per indulto, Turati dovette aspettare un anno.
Nel maggio del 1901 la prima grande vittoria della Kuliscioff: il Parlamento italiano approvava la legge a tutela del lavoro minorile e femminile, messa appunto da Anna Kuliscioff (c.d. Legge Carcano). Anna Kuliscioff era convinta dell’importanza di trattare con il ministero di Giolitti e spinse Turati a rompere con gli intransigenti come Salvemini e Labriola, contrari a ogni forma di collaborazione col governo.
Le donne devono avere il lavoro
La Kuliscioff, ancora più spronata dall’atteggiamento negativo dei socialisti e anche dello stesso Turati, e sostenuta dal fatto che altri partiti socialdemocratici europei avevano fatto della questione femminile la propria bandiera, mise tutto il suo impegno perché il partito socialista italiano accogliesse nel suo programma generale la causa femminile. Le donne, diceva, devono avere il lavoro, rendersi indipendenti, ottenere di conseguenza la parità dei diritti, compreso quello del voto. I socialisti invece, nella lotta per il suffragio maschile, temevano che allargare la richiesta a favore del voto alle donne, rischiasse di prolungare all’infinito la risoluzione della questione.
Partito dei Lavoratori Italiani e fine della relazione con Turati
Insieme al suo compagno Turati fu tra i fondatori del Partito dei Lavoratori Italiani (poi PSI). Intorno al 1910 l’unione fra Anna e Filippo cominciò ad andare in crisi, per una serie di contrasti che riguardavano sia la politica che la vita privata. Nel 1911, col sostegno di Anna, nacque il Comitato Socialista per il suffragio femminile

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Le battaglie femministe
La Kuliscioff fonda la rivista “La difesa delle lavoratrici” (1912) a cui collaborano tutte le migliori penne del socialismo femminile italiano, che, sempre in casa di Anna, direttrice del giornale, stabilirono con successo un rapporto di comunicazione diretta con le lavoratrici -operaie e contadine – rendendole consapevoli della loro condizione, dei loro diritti, tra cui ovviamente il diritto al voto. Nella primavera del 1912 però il governo Giolitti concedeva il voto a tutti i maschi anche analfabeti, ma non alle donne (a causa dell’analfabetismo…). Per Anna fu una grossa sconfitta personale.
‘Il voto – diceva – è la difesa del lavoro, e il lavoro non ha sesso’. Su ogni numero di “Critica Sociale” Anna scriveva articoli polemici, anche contro il suo partito: ‘…E cosa ha fatto sino ad ora il Partito Socialista… per educare i lavoratori ad un senso e a una pratica di un dovere più nuovo, più alto, più umano nei rapporti con le loro sorelle di lavoro e di stenti…?’
Anna Kuliscioff si sentiva sola ad affrontare gli ostacoli posti dai socialisti maschi alla sua riforma: essi erano ostili all’idea del Suffragio Universale (il voto per tutti) per motivi quali l’analfabetismo, l’ignoranza popolare, l’influenza clericale. Turati stesso non credeva in una campagna elettorale mirata a far risvegliare la coscienza politica femminile quando non c’era l’appoggio delle dirette interessate. ‘Cosa ha fatto il partito per essere verso le donne meno ingannatore delle religioni, meno prete dei preti?” si chiedeva allora polemicamente e pubblicamente la Kuliscioff, irritando il suo compagno.
Relazione fra sesso e cibo
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Fascismo e ultimi anni
Con l’arrivo al potere di Mussolini nel 1922 la speranza del suffragio universale esteso alle donne, si vanificò. ‘La donna deve ubbidire’ – diceva il Duce – “non darò mai il voto alle donne’, che infatti arrivò in Italia solo dopo la caduta del fascismo.
Il 27 dicembre del 1925, Anna Kuliscioff, anziana e malata, moriva a Milano. Il suo corteo funebre passò per le strade del centro e fu disturbato dall’assalto dei fascisti, che strapparono drappi e corone. Un’altra epoca stava per cominciare.
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Fonte principale:
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
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