Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario

Audrey Hepburn: talento, grazia e impegno umanitario


La storia di Audrey Hepburn è molto più di quella di una celebre attrice del cinema del Novecento. Con la sua eleganza naturale e il suo volto delicato, ha lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo, ma dietro l’immagine da diva si nascondeva una donna dotata di una straordinaria sensibilità verso gli altri. Conosciamola meglio.

Origini e infanzia difficile

Nata a Bruxelles il 4 maggio 1929 da madre olandese, la baronessa Ella Van Heemstra (che aveva sposato Joseph in seconde nozze e che aveva già altri due figli, Alexander e Ian, nati dal primo matrimonio). e padre britannico,  Joseph Hepburn-Ruston, banchiere. Audrey Kathleen Ruston, questo il suo nome di battesimo, visse un’infanzia agiata ma complessa, divisa tra diversi paesi europei e segnata dalla separazione dei genitori.

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La guerra

La guerra, l’occupazione nazista dell’Olanda nel 1940, la confisca dei beni della famiglia materna fecero conoscere alla famiglia della Hepburn la fame e la sofferenza. Audrey ricordava spesso e con tristezza questo periodo della guerra, quando le truppe tedesche erano entrate nella città di Arnhem, in Olanda, ed i suoi fratelli maggiori furono costretti a mangiare i biscotti che si danno ai cani, perché non c’era niente altro da mangiare e il pane era verde, perché fatto con farina di piselli. La futura attrice stava a letto tutto il giorno, a leggere, per non sentire la fame. 

Le esperienze vissute da adolescente, tra cui la perdita di amici e familiari, e la partecipazione attiva alla resistenza olandese, lasciarono un’impronta profonda nella sua visione del mondo.

La carriera artistica

Dopo la guerra la famiglia si trasferì a Londra e Audrey iniziò a studiare danza, sognando una carriera da ballerina. Tuttavia, la malnutrizione subita durante la guerra aveva compromesso il suo fisico, impedendole di raggiungere livelli professionali. Questo ostacolo la portò a fare la modella.  Era infatti una ragazza molto snella, alta 1.70 cm, per 48 kg di peso ed indossava la taglia 38.

Venne poi il tempo del teatro. La prima a notarla fu la scrittrice francese Colette, che la scritturò per la sua commedia Gigi. Nel 1951 girò poi qualche film in Inghilterra, ma il successo travolgente arrivò nel 1953, a 22 anni, con ‘Vacanze romane’ di William Wyler, nel quale la giovane attrice interpretava il ruolo di una principessa. Il ruolo della principessa Anna in questo film le valse l’Oscar come miglior attrice protagonista e la presentò al mondo come una nuova tipologia di protagonista femminile: sofisticata, vulnerabile, moderna.

Di lei piaceva infatti il suo stile, incredibilmente elegante, nella sua figura leggera e delicata, che si contrapponeva nettamente alle altre star del momento, le maggiorate Marylin Monroe o Jane Russel.

Nel 1953 cominciò a girare ‘Sabrina’ a Long Island. Durante la lavorazione del film si innamorò del co-protagonista William Holden, ma il flirt finì prima ancora che fossero terminate le riprese del film, quando Audrey apprese che William, a seguito di un intervento chirurgico, non avrebbe potuto avere figli. Nel 1954 la Hepburn interpretò a teatro, al fianco di Mel Ferrer, “Ondine’ e lo stesso anno i due si sposarono, a Buoche in Svizzera.

Nel corso del decennio successivo, Hepburn consolidò il suo successo con film diventati pietre miliari del cinema: Sabrina (1954), Cenerentola a Parigi (1957), Colazione da Tiffany (1961), Charade (1963), My Fair Lady (1964). A differenza delle dive sensuali della sua epoca, Audrey incarnava un ideale di femminilità raffinata, introspettiva, mai gridata. Con il suo corpo esile e il suo sguardo profondo, interpretava personaggi complessi e mai banali.

La musa di Givenchy

Oltre che attrice, Audrey Hepburn divenne un’icona di stile. La sua collaborazione con lo stilista francese Hubert de Givenchy segnò profondamente l’immaginario estetico degli anni ’50 e ’60. I tubini neri, le linee pulite, le silhouette essenziali che indossava nei film e nella vita privata ancora oggi ispirano il mondo della moda. La sua immagine, senza tempo, resta sinonimo di eleganza e misura.

Una vita riservata

Nonostante il successo, la Hepburn non era felice perché le cose nella vita privata non andavano bene. In particolare soffriva per i diversi aborti che dovette affrontare.

Nel 1958 uscì “Verdi dimore”, con regia di Mel Ferrer, che si rivelò un fiasco sia per la critica che per il botteghino. “Storia di una monaca” invece, uscito qualche settimana dopo, fu un successo e valse ad Audrey una nomination all’Oscar, che però andò a Simone Signoret.

Nel 1959 scoprì di nuovo di essere incinta, mentre lavorava ad un film western con Burt Lancaster. Durante la riprese venne disarcionata da cavallo e nonostante l’assoluto riposo a cui si sottopose successivamente, ebbe ancora un altro aborto.

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A questo punto Audrey decise che nella sua vita la priorità assoluta era decisamente quella di avere un figlio: rifiutò dunque ogni altro impegno cinematografico e si ritirò a Burgenstock, in Svizzera, dove rimase di nuovo incinta e portò finalmente a termine la gravidanza, nella più assoluta tranquillità offerta dal suo chalet alpino.

Il 17 luglio 1960 nacque dunque il primogenito Sean. L’armonia familiare tuttavia cominciò a guastarsi dopo poco tempo. Durante il grande successo del film ‘My fair Lady’, i coniugi Ferrer cominciarono a litigare sempre più spesso.

Nel 1965 la Hepburn iniziò le riprese di “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” accanto a Peter O’Toole; l’anno successivo girò ‘Due per la strada’, con Albert Finney, nel quale Audrey offrì forse la sua migliore interpretazione. Venne poi “Gli occhi della notte” prodotto da Mel Ferrer, film che ebbe molto successo e valse ad Audrey un’altra nomination agli Oscar. Il rapporto coniugale tuttavia era ormai irreversibilmente naufragato e nel 1968 i Ferrer divorziarono.

Il 18 gennaio 1969, Audrey si sposò nuovamente, nel municipio di Morges, in Svizzera, con lo psichiatra Andrea Dotti, conosciuto l’estate precedente durante una vacanza da amici. Dotti aveva 10 anni meno di lei. Dopo questo matrimonio la Hepburn decise di cambiare vita: abbandonare il cinema, dedicarsi alla famiglia, avere un altro figlio.

La nuova coppia si stabilì a Roma, dove lui lavorava, ma quando l’attrice si accorse di essere incinta, tornò immediatamente al suo chalet svizzero, per cercare di portare a termine con successo la nuova gravidanza. Sui giornali scandalistici però si parlava insistentemente di nuovi amori di Andrea Dotti: in questo clima, nel 1970, nacque il secondo figlio, Luca.

La Hepburn si dedicò completamente alla cura dei figli Sean e Luca e solo nel 1976 tornò sulle scene con ‘Robin e Marian’, accanto a Sean Connery. Nel frattempo la relazione con il medico italiano era entrata in piena crisi ed anche alla Hepburn venne attrbuito un flirt con l’attore Ben Gazzarra, accanto al quale aveva lavorato nel film “… e tutti risero” di Peter Bogdanovich, che non aveva avuto però grande successo.

Nel 1981 iniziò una relazione con Robert Wolders, olandese e da poco vedovo. I due iniziarono a convivere a Tolochenaz, in Svizzera.

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UNICEF

Nel 1983 il divorzio da Andrea Dotti: cominciò così la terza parte della vita della Hepburn, in particolare a partire dal 1988, quando divenne ambasciatore speciale per l’UNICEF. Questo ruolo – diceva – era quello di cui andava più orgogliosa. Difatti si ritirò definitivamente dalle scene e spese tutto il resto della sua vita lavorando per migliorare le condizioni dei bambini bisognosi e delle loro famiglie, nei paesi del terzo mondo.

Viaggiò instancabilmente per portare aiuti e visibilità a situazioni dimenticate: dai campi profughi in Somalia alle zone rurali dell’Etiopia, dall’America Latina al Bangladesh. Il suo impegno umanitario fu autentico, vissuto con umiltà e dedizione. Fino agli ultimi anni di vita, Audrey mise il suo volto e la sua voce al servizio dei bambini più vulnerabili.

La morte 

Nel 1989 fece una brevissima, ultima, apparizione nel ruolo di Hap, un angelo, nel film “Always” di Steven Spielberg. Al ritorno da un viaggio in Somalia come ambasciatrice dell’UNICEF le venne diagnosticato un cancro al colon. Si ricoverò in una delle migliori cliniche di Los Angeles , ma purtroppo il male che la minacciava non fu domato ed il 20 gennaio 1993 Audrey Hepburn morì, a soli 62 anni, nella sua casa in Svizzera.

Cosa ci rimane di lei

La sua figura viene ancora celebrata non solo nei festival cinematografici, ma anche in progetti educativi, mostre, collezioni di moda e campagne umanitarie. L’Audrey Hepburn Children’s Fund, fondato dalla sua famiglia, prosegue il lavoro iniziato da lei, testimoniando che la vera bellezza di una persona va molto al di là di quella esteriore.

Dr. Giuliana Proietti


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Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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