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DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico  2012-2018
Pagina n. 28

 

Io e sua figlia
#1 06-03-2015, 09:17 PM

Buonasera

Sono quasi 3 anni che convivo con il mio compagno mio figlio e sua figlia e vivo una situazione di disagio. La figlia del mio compagno oggi diciasettenne non mi ha mai accettata e tra noi non c’è mai stato dialogo se non il necessario, mai litigi diretti
Non voglio compromettere il rapporto con il mio compagno che amo e che a sua volta mi fa sentire amata a causa di sua figlia.Nell’ultima discussione tra grida e pianti…mi ha chiesto un favore…cioè di cercare di andare incontro a sua figlia perché sente che il loro rapporto si sta raffreddando (del resto lo so é tra l’incudine e il martello).Certo che tra alti e bassi…dove il motivo delle discussioni é sempre quello mi fa sentire inadeguata incapace di capire sta ragazza…la mia adolescenza non é stata così! Ho preso sottogamba il rapporto con questa ragazza e quasi mi fa comodo che si chiuda in camera e non invade i miei spazi….ho avuto tanti problemi con il mio ex…l’influenza tangibile di sua madre non mi hanno fatto soffermare su quanto il mio compagno ne soffrisse. …mi sto giustificando…lo so…non so mi prometto di fare un passo ma sembra che ne faccia due indietro.il mio umore cambia se non c é….se non viene in vacanza con noi…..e non riesco a nasconderlo.Questa volta ha deciso di venire in vacanza con noi!non ho dormito la notte!addio pace e intimitá! (Il mio bambino sará con suo padre).sto esagerando!non riesco a controllare la mia rabbia!Non mi piace quanto sia viziata e opportunista ….usa suo padre x soldi e fargli da taxista e io devo rimanere indifferente?io risparmio il centesimo!poi é pigra sempre stanca….disordinata…e il mio compagno non dice nulla anzi la coccola pure!!!!che nervi!quanto reprimo!ma é giusto?e il mio compagno mi incolpa pure di freddezza!e cerco di fargli capire che sobo necessarie delle regole ma non mi sente!grazie.buon week end!

Gentilissima,

La situazione delle famiglie ricomposte è notoriamente difficilissima e solo persone molto dotate di empatia, capacità di adattamento, capacità di comunicazione, altruismo e capacità di prendere la vita con leggerezza riescono nella difficile impresa.

Dunque, quello che verrebbe da dirle, visto che lei non sembra dotata naturalmente di nulla di quanto sopra elencato è: è disposta a cambiare? Se la risposta fosse “si”, allora potrà farsi aiutare da un terapeuta a guardare la vita in un altro modo, migliorando le sue capacità sociali, attenuando le aspettative, cambiando gli obiettivi. Se la risposta fosse “no” allora il suo futuro non può essere in una famiglia ricomposta: deve cercarsi un uomo senza figli e però contento di accettare suo figlio (?).

Detto questo, gli adolescenti sono a volte insopportabili, ma tutti lo siamo stati e chi è più saggio, chi ha imparato qualcosa dalla vita, dovrebbe provare ad agire di conseguenza.

Le auguro buone cose.

A20

Innamorata del mio medico
#1 06-16-2015, 01:14 PM

Buongiorno Dott.ssa,
Sono una ragazza di 32 anni. Circa un mese fa ho subito un intervento chirurgico. Già dalle prime visite prima dell’intervento ho avvertito una certa attrazione per il mio chirurgo e lui per me,attrazione che piano piano ha iniziato a crescere,finché ho trovato il modo di contattarlo e dopo qualche giorno di messaggi ci siamo visti e abbiamo fatto l’amore. Premetto che lui inizialmente ha mostrato una certa titubanza ,sia perché è il mio medico che per il fatto che siamo entrambe occupati,asserendo che l’avevo idealizzato e che una volta guarita mi sarei dimenticata di lui. Io invece non riesco a levarmelo dalla testa,pendo a lui continuamente e anche se il nostro incontro non è stato il massimo vorrei solo avere la possibilità di conoscerlo meglio e vedere cosa succede. Lui dice di non potermi dare quello che voglio,che fa una vita del cavolo e che non vuole ferirmi.ma io sento che c’è dell’altro. Ho come l’impressione che voglia farmi credere di essere una cattiva persona per allontanarmi di proposito ed evitare una situazione che a lui fa paura. Lei cosa ne pensa?ho provato a toglierneelo dalla testa,ma non ci riesco se prima non faccio chiarezza.
Fisicamente so di piacergli e so che ha faticato a negarsi per uscire con me e penso che se avesse voluto solo una notte di sesso non avrebbe avuto tutta questa titubanza iniziale. Sono solo un’ ingenua o provo a fidarmi del mio istinto? Mi aiuti per favore.

Gentilissima,

Secondo me ha perfettamente ragione il suo medico a cercare le distanze da lei che, pur sapendolo impegnato, pur avendo avuto con lui un rapporto poco soddisfacente, pur avendo notato le sue titubanze, pur avendo capito che lui ha paura di intrecciare questa storia con lei (dal momento che potrebbe compromettere non solo la sua vita familiare, ma perfino la sua carriera professionale), è decisa ad andare fino in fondo “per fare chiarezza”…

Ma non è tutto già abbastanza chiaro? A mio avviso lei è una persona che ha bisogno di conferme: lo sguardo professionale del medico l’ha ferita, perché si è sentita incapace di sedurlo e dunque ha cercato l’uomo dietro il professionista perché, quello si, è più fragile e può cadere nella sua malìa.

Credo che l’unica chiarezza che lei cerchi sia ora quella di averlo totalmente conquistato, malgrado la sua terribile colpa iniziale di averla guardata non come una donna, ma come una semplice paziente, per quanto attraente. Una volta avuta questa certezza, questa persona non le interesserà più.

In conclusione, credo non sia una buona cosa basare tutte le proprie certezze e la propria autostima sulle proprie capacità seduttive.

Le auguro buone cose.

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Non capisco cosa è successo
#1 06-17-2015, 09:35 PM

buonasera,
leggendo sul forum ho trovato in parte risposte ai dubbi che avevo ed in parte consolazione nel vedere che non sono il solo. la mia compagna mi ha detto che non mi ama più, mi vuole bene e dice che rimarrò per sempre una persona importante nella sua vita. e allora perchè mi vuole lasciare?
conviviamo da 3 anni e stiamo insieme da 14, la convivenza l’ha voluta lei, io sono stato accondiscendente anche se non entusiasta. poco male, mi è passata e ne sono stato felice della nuova situazione. poco più di un anno fa lei mi dice che vuole avere un bimbo, anche in questo caso non ne sono stato subito entusiasta. abbiamo avuto qualche problema ma all fine è riuscita a rimanere incinta; purtroppo ha perso il bambino. le sono stato vicino come non mai, e l’ho vista soffrire fisicamente per “il parto” ed emotivamente come non ho mai visto soffrire nessuno. da allora abbiamo riprovato ma niente. la vita continuava e continuavamo a provare, nell’ultimo periodo anche senza pensare troppo alla maternità e pensando solo al sesso.
improvvisamente circa quattro mesi ho notato un cambiamento in lei, ha iniziato a distaccarsi, a cercare di divertirsi con le colleghe, sembrava come se non mi sopportasse. sono iniziati i primi litigi ed ogni tanto lei diceva di sentirsi in dubbio, che non sapeva se questa era la vita che voleva o meno; ogni settimana peggiora. ora mi ha detto che vuole andarsene, prendersi una “pausa” vuole sentire la mia mancanza, mi ha detto che vuole stare sola. ultimamente le avevo anche consigliato di andare da uno psicologo, ad oggi ci è andata solo una volta e quando è tornata era ancora più convinta che il problema fossi io; mi ha rinfacciato che siamo diversi, che io a volte l’ho privata di cose, anche banali, ma comunque l’ho privata di divertirsi ed ora è il momento di farlo.

non so cosa pensare, a volte ho il dubbio che ci sia un altro e lei non abbia il coraggio di scegliere lui rispetto a me, poi ci ripenso e mi ricordo quanto ha sofferto e mi fa tenerezza. io l’amo più di prima e non so cosa posso fare

Gentilissimo,

Premetto che non capisco come mai lei non si sentisse ancora pronto alla convivenza dopo 11 anni di relazione e come non si sentisse pronto alla genitorialità dopo due anni di convivenza e 13 di relazione… Qui potrebbero rivelarsi alcuni aspetti del suo carattere che dovrebbero essere indagati meglio.

Credo che la sua ragazza sia molto infelice e che stia cercando una strada da percorrere al di fuori della coppia, in quanto non è nella coppia che lei ha trovato finora la sua serenità, per ragioni a volte dipendenti dal compagno a volte completamente indipendenti da lui (come nel caso della perdita del bambino o della mancata successiva gravidanza).

Non è il fatto che siete diversi a rendere difficile il rapporto, quanto la mancanza di soddisfazione che questo rapporto produce ad entrambi. E’ chiaro, ad esempio, che la vita di coppia limita la propria libertà e le possibilità di divertimento, ma la maggior parte delle persone sceglie la vita di coppia in quanto essa è capace di offrire altre soddisfazioni che, nel bilancio di una vita, valgono molto più di qualche occasionale avventura sessuale o di qualche serata divertente.

Credo dunque che non sia la sua ragazza a dover andare dallo psicologo, ma entrambi: una buona terapia di coppia potrà aiutarvi a “risettare” il vostro rapporto, che è ormai un rapporto adulto e che deve funzionare su altre basi e su altri progetti. E’ necessario portare cambiamenti nella vostra vita, ma occorre farlo non a caso, seguendo l’istinto, come sta facendo la sua compagna, ma in modo organizzato e funzionale al vostro rapporto e alla vostra felicità.

Cordialmente,

Clinica della Timidezza

Matrimonio e “amante”
#1 07-01-2015, 06:04 PM

Salve, ho 34 anni, da tre anni sono sposata con 6 anni di fidanzamento alle spalle. Con mio marito ho sempre avuto un problema, non ho nessun desiderio sessuale con lui. All’inizio non era così, ma andando avanti ho perso ogni stimolo a farlo con lui, lo vedo come una cosa da fare e non come un piacere. Ma superavo la cosa perchè lui mi dava tutte le attenzioni che volevo e stiamo bene insieme. Inoltre questi 3 anni di matrimonio non sono stati facili, lui ha perso il lavoro e per risparmiare siamo stati in casa con mia sorella (che non c’era quasi mai) così potevamo finire casa. Ora siamo in casa nostra. Oltre a questo veniamo fuori da un periodo non molto bello, abbiamo avuto molti problemi di salute sia nella mia famiglia che nella famiglia di mio marito.
Detto questo, credo per la voglia di uscire da tutta la mia vita piena di problemi, ho contattato un mio ex, anche se con questa persona non siamo mai stati fidanzati, ma ci siamo frequentati per 2 anni, perchè lui non era pronto per una storia, e quando si era deciso e innamorato di me io l’ho scaricato.
È da più di 4 mesi che ci sentiamo, all’inizio erano semplici messaggi ci sentivamo una volta per settimana ed era sempre lui a cercarmi, poi sono cambiate le cose. Mi sono tornati fuori quei sentimenti che credevo di aver dimenticato per lui, e non riesco a toglierlo dalla mia testa. Lui all’inizio sembrava preso poi si è tirato indietro, anche se come suo solito, prima dice che non prova le stesse cose che provo io, e poi però mi cerca e mi vuole vedere. Non ho tradito mio marito, ma la voglia di stare con il mio ex è tanta, anche perchè con lui non ho mai avuto problemi sessuali. Anzi….. è stato una persona importante per me anche se non eravamo fidanzati. Con lui ho fatto cose che non ho mai fatto con nessuno, nemmeno con mio marito. Ora lui non mi cerca più, sono sempre io a cercarlo anche se le poche volte che lo faccio lui si lascia andare e magari mi chiede di vedersi…. Questo suo comportamento mi confonde sempre più!
Tutto questo mi fa vivere il mio matrimonio malissimo, non riesco a stare con mio marito, non ho interesse per la casa nuova, non ho interesse a fare qualsiasi cosa con mio marito.
Anche se rinuncio al mio ex, non so come fare a ritrovare la sintonia con mio marito. Mi rendo conto da sola di vedere mio marito come l’ostacolo che non mi fa stare con il mio ex, anche se non è così.
Io in questo periodo avrei voglia di divertirmi e di stare sola, e non so se questa voglia è dettata solo dal fatto che il mio ex non mi vuole e io non posso fare niente per riconquistarlo perché sono sposata.
Come posso fare a capire se realmente il mio matrimonio può essere salvato o se è finito?
E con il mio ex? come faccio a frenare tutte le emozioni che sento quando lo vedo e lo sento?
Cosa posso fare?
Grazie.

Gentilissima,

Credo che lei abbia fatto molto male a ricontattare il suo ex, perché dal momento che è un “ex”, questo significa che c’era qualcosa che non andava con lui già quando vi frequentavate, altrimenti lei non lo avrebbe certamente “scaricato”… Le pare?

Resta il fatto che per arrivare a tanto lei sta probabilmente vivendo un momento di forte crisi, non si sente più soddisfatta del suo rapporto e non sa se dedicare il resto della sua vita a questa persona o cercare situazioni nuove che la facciano alzare ogni mattina contenta di vivere…

A mio avviso tuttavia la felicità non si trova nelle situazioni nuove o nelle altre persone, ma dentro di noi: lei non sarà felice con nessuno, se non sarà felice con se stessa.

Cerchi dunque di trovare anzitutto un nuovo equilibrio personale, senza basarlo sulla presenza o sull’assenza di altre persone: si chieda perché non è felice, cosa non ha ancora realizzato, cosa le piacerebbe fare per sentirsi meglio con se stessa.

A volte per raggiungere questo scopo non serve più di tanto: dedicarsi a qualche interesse abbandonato, regalarsi qualche cosa che si desidera, fare qualche seduta dallo psicologo…

Il mio consiglio dunque è questo: lasci perdere questa persona e lo rispedisca nel fumoso mondo degli ex. Stia nel presente: cosa fare per essere più felice a partire da questo momento e senza il bisogno di nessuno? C’è qualcosa che le piacerebbe fare, da sola, che le potrebbe ridare speranza e piacere per la vita? Un viaggio, un corso, un vestito nuovo, un libro….? Bene, lo faccia.

Una volta ritrovato il suo equilibrio personale (e solo allora!) sarà il momento di prendere in considerazione il suo rapporto di coppia: per capire se anche esso può essere migliorato o se è ormai davvero finito, pronto solo per le ortiche.

Saluti e auguri.

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Mia Moglie non mi ama più
#1 07-13-2015, 05:08 PM

Buonasera, il 5 Luglio scorso durante un pomeriggio normale in famiglia mentre si parlava del più e del meno , di noi, mia moglie piangendo mi confessa che i suoi sentimenti non sono più gli stessi e sente dentro di se tutto scombussolato. Siamo sposati da 13 anni più 7 anni di fidanzamento, abbiamo due splendidi bambini uno di 10 anni e uno di sei. Io ho 43 anni lei ne ha 38. Tentando di capire meglio cosa intendesse mi chiede del tempo perché deve riflettere bene e se ci fosse il peggio, la separazione, dovremmo essere bravi a non far ricadere gli effetti su i bambini. Con me non è stata mai una persona di coccole o eccessive dimostrazioni di amore con baci carezze e abbracci al netto dei primi 2 -3 anni di matrimonio, ma nel tempo ho imparato a capire i messaggi del suo amore. Il sesso è stato sempre molto appagante da entrambi con una ottima dose di feeling. Nel 2006 dopo 4 anni di matrimonio e dopo il primo genito , un problema c’è stato, riferito al fatto che io ho dato la priorità al bambino e senza accorgermene ho dato meno importanza a mia moglie. Questo è stato un problema che ancora oggi mi viene ribadito ma avendo capito l’errore non l’ho commesso con il secondo figlio. Sempre in quell’anno mi ha confidato, ed io ho sofferto ma ho apprezzato tanto, che c’era in corso un invaghimento per un suo collega di lavoro. Ho passato momenti bruttissimi ma ho fatto un bagno di umiltà e ho cercato di recuperare e fortunatamente ci siamo rimessi in linea anche se proprio come prima non è mai tornato. Dopo la nascita del secondo genito, purtroppo nel 2011, abbiamo dovuto prendere la decisione che lei doveva lasciare il lavoro perché gli orari non erano compatibili con la gestione dei bimbi, lasciò lei per un conteggio brutalmente matematico.Negli anni senza lavoro lei si è sentita depredata della sua autonomia e gli pesava il fatto di dipendere dal marito. Vista la crisi economica il lavoro part time che cercavamo non è arrivato subito fino a Ottobre scorso dove finalmente è riuscita a trovare un posto di lavoro con orario flessibile affinché potesse sentirsi nuovamente autonoma e che potesse gestire il tempo per lei e la famiglia. Ho fatto un po’ di storia per dare qualche dettaglio di riflessione. Ad oggi non vuole fare l’amore con me e dentro casa si vive un clima surreale dove le sicurezze di ieri sono solo sogni. Io sto malissimo lei anche e personalmente sono ancora talmente innamorato di mia moglie che la penso e desidero come un sedicenne e di conseguenza completamente rincoglionito che non so cosa fare per recuperare un qualcosa che non ho capito la causa. Lei mi dice che non dipende da me, che non c’è un altro uomo. Cerco da sempre di essere un marito presente avendo i difetti conclamati più o meno degli uomini e di essere un padre presente e parlare parlare e ancora parlare con tutti i membri della mia famiglia. Mi scusi per la lungaggine le sarò grato per eventuale sua risposta.

Gentilissimo,

Un rapporto di lunga durata è fatto di momenti belli e meno belli. Sicuramente quella che state attraversando è una brutta crisi, anche perché c’è qualcosa che non va, ma non si capisce che cosa, e dunque non è facile proporre soluzioni o tentare dei cambiamenti.

La cosa migliore da fare è parlarne molto, ma anche svagarsi, cercando momenti di serenità sia in coppia, sia in famiglia. Ancor più importante è però non smettere di credere che un nuovo equilibrio possa ancora essere raggiunto.

Non speri dunque in un ritorno al passato, che è sempre impossibile, ma in un futuro ancora piacevole e ricco di soddisfazioni. Se lei ci crederà, probabilmente sarà capace di trasmettere questo suo rinnovato entusiasmo anche a sua moglie.

Si tratta di un illusione? Può darsi, ma del resto le alternative non sono migliori… Restare con le mani in mano a guardare cosa succede non la porterà fuori dal guado.

Molti auguri.

Cambio Vita?
#1 07-06-2015, 02:01 PM

Buongiorno Dr. Giuliana Proietti,
avrei bisogno di un consiglio riguardo alla situazione che sto vivendo in questi ultimi mesi.
Ho 25 anni e da 6 anni sono fidanzato con una ragazza che, da circa 2 anni non vive più nella mia stessa città (ci troviamo a 300 Km di distanza). Nei primi anni in cui vivevamo nella stessa città (lei con le sua amiche per studio e io con i miei) ci vedevamo spesso e avevamo trovato una nostra affinità. Ora da 2 anni e mezzo lei è tornata nella sua città natale e per stare più tempo insieme organizziamo incontri nei weekend (ci alterniamo una volta ogni due sett.) e vacanze insieme quando ci sono le ferie. Da qualche mese però questa situazione è diventata piuttosto complicata per entrambi e abbiamo deciso di cercare un alternativa che ci consenta di riavvicinarci.
Ed è qui che iniziano i miei problemi a prendere una decisione a riguardo…
I miei dubbi si sono presentati nel momento in cui ho iniziato a pensare a due cose:
1. Causa la mia timidezza o per un senso di inferiorità che provo (sopratutto) nei confronti del padre con la quale non ho mai avuto modo di parlarci per più di 3 minuti, non sono riuscito ad acquisire un discreto legame nè con lui nè con il resto della famiglia con la quale mi sento sempre sotto la lente di ingrandimento (rapporto che è riuscito a consolidare il marito della sorella della mia compagna).
2. Stress e stati d’ansia dovuti alla pressione, dovuta anche ai continui riferimenti sul matrimonio da parte della mia compagna, non mi consentono di prendere una decisione in tranquillità.

Detto questo, ci tengo a sottolineare che, ho si voglia di cambiare lavoro e iniziare a vivere indipendentemente, ma allo stesso tempo, oltre a essere tentato da altre ragazze, ho paura di stancarmi del mio rapporto e temo che le cose non funzionino come vorremmo.
Ora, non volendo rovinare il nostro rapporto a cui tengo molto , ho accettato di prendere in considerazione un posto di lavoro che si è presentato nella sua città e per la quale devo dare una risposta nei prossimi giorni.
Spero che mi possa dare qualche consiglio.
Grazie dell’attenzione..

Gentilissimo,

Credo che qualsiasi decisione possa essere presa solo sulla base dell’esperienza e non delle ipotesi, positive o negative che siano.

Visto che lei intende cambiare lavoro e ci tiene a questo rapporto, provi a dargli una chance, accettando il nuovo posto di lavoro e trasferendosi nella città della sua ragazza, ma specificando bene, alla ragazza e ai futuri suoceri, che questa per lei è una prova importante, che si deve svolgere nella sua massima libertà e che, per un periodo dato (ad esempio un anno), vorrà sentirsi libero di cambiare idea e tornare nella propria città.

Capisco che non sarà facile fare questo discorso, ma le alternative non mi sembrano migliori. Infatti, se lei accetta il posto di lavoro e il matrimonio potrebbe fare (forse) un grosso sbaglio, viste le incertezze che mostra di avere sul rapporto stesso; se lei decide di mandare tutto all’aria per non voler accettare un trasferimento a soli 300 km dalla sua città mi sembrerebbe una decisione superficiale e inopportuna.

Quello che leggo fra le righe però è che il suo problema maggiore, in questo momento, non è tanto il suo rapporto, né la possibilità di trasferirsi, ma la sua timidezza e il senso di inadeguatezza che prova nei confronti dei futuri suoceri: questo non può essere un problema! Attraverso qualche seduta con uno psicologo potrà acquisire maggiore sicurezza di sé per affrontare al meglio questa difficile prova.

Saluti cordiali.

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Voglio lasciarlo, ma lui mi costringe a restare insieme
#1 08-04-2015, 06:45 PM

Salve, convivo con un uomo da circa 2 anni e da un anno, dopo i primi litigi, ho capito che non è affatto la persona giusta per me, due caratteri completamente diversi, due modi di intendere l’amore opposti, insomma niente a che vedere con l’uomo che avevo conosciuto. Quando non litighiamo lui è una persona dolce, protettiva, mi riempie di complimenti e attenzioni e cerca di non farmi mancare mai nulla. Il problema è che tiro avanti questa storia da un anno perchè ogni volta che lui mi chiede cosa c’è che non va e perchè non gli dimostro mai amore sotto ogni punto di vista ed io gli rispondo che è perchè non lo amo più ed è meglio farla finita, parte un litigio lunghissimo con lui che mi accusa di non avere rispetto, di non fare nulla per cambiare le cose, che non lo bacio, non l’abbraccio, non ho voglia di fare l’amore. Inoltre quando gli dico che l’amore non viene a comando e che se non lo faccio è perchè non ho più alcun sentimento,lui comincia ad offendere dicendo che per avere rispetto non serve l’amore e che io gliene manco continuamente dicendogli queste cose che lo feriscono, che lui fa tanto per me e io non mi sforzo di cambiare ma che voglio lasciarlo per tornare alla mia vita di prima fatta secondo lui di cose futili,appellandomi anche con parole poco carine. Per farla breve, mi costringe a stare con lui anche minacciandomi di farmela pagare o di raggiungermi ovunque sono e che finchè non proverò ad essere di nuovo dolce e a dargli ciò che vuole per vedere se le cose possono tornare come prima non mi lascerà mai andare. Il problema è che io non ci riesco proprio e questa cosa mi sta distruggendo dentro, procurandomi anche grandi ansie e attacchi di panico di cui ho sofferto tanto tempo fa e ora non so se possono dipendere da questa situazione. Ormai evito di litigare per paura delle sue reazioni e perchè so che non mi lascia andare, perchè più glielo dico anche piangendo e disperandomi e più lui si innervosisce e dice anche che sembro una pazza e poi ho paura che lui si senta male perchè tante volte, non so se fingeva, ma diceva di stare per avere un malore e, inoltre lui mi aiuta economicamente perchè non lavoro e in un litigio mi ha anche detto che sono stata con lui fino a che c’ erano i soldi poi però mi ha chiesto scusa adducendo la causa alla rabbia per quello che dicevo,anche perchè non ho alcun bisogno dei suoi soldi. Non so più che fare, non so come lasciarlo senza che lui abbia reazioni spropositate.

Gentilissima,
La sua storia è davvero incredibile… Credo che lei abbia tutto il diritto di lasciare questa persona se non la ama più, ma dovrebbe essere estremamente prudente per non scatenare le sue ire.

La soluzione migliore che le posso suggerire è di fare un percorso terapeutico di coppia, in modo che questi discorsi che fate non siano più privati, fra di voi, ma ascoltati anche da uno specialista che possa fare da tramite fra di voi, che vi aiuti a comunicare meglio e allo stesso tempo vi aiuti (ed aiuti soprattutto il suo ragazzo) a capire che le persone non si possono comprare e che l’unico motivo per cui si sta insieme è l’amore, quando c’è.
Molti, sinceri, auguri.

Non so se desistere o meno
#1 08-06-2015, 07:00 PM

Buonasera Dott.ssa,
Le scrivo per avere un parere da una persona esperta:
Non posso nè voglio dilungarmi troppo, sarò il più breve possibile: un anno fa ho conosciuto quello che fino a qualche giorno fa era il mio ragazzo,ma la nostra è sempre stata una situazione particolare.Ci siamo conosciuti,dopo una settimana lui è partito per motivi di lavoro (è un marittimo,naviga)dunque abbiamo continuato a sentirci a distanza ma poi ci siamo allontanati.Quando è tornato ci siamo rivisti ma lui non voleva impegni nè storie serie,siamo andati avanti così per 2 mesi anche se la situazione ci era sfuggita di mano,ma Ci siamo allontanati nuovamente,per mia decisione,avendo scoperto che si era visto con un’altra persona.Dopo 2 mesi e mezzo è tornato a casa,mi ha chiesto di vederci spiegandomi che si era visto 2 volte con questa persona volutamente,per provare a capire se quello che credeva di provare per me fosse reale o meno.Con fatica l’ho perdonato,e siamo stati insieme,tutto meraviglioso,lui quasi perfetto,mi dimostrava in ogni singolo momento la sua presenza e il suo sentimento,mi ha presentato gli amici,la mamma.Poi è dovuto riandare via per lavoro,da maggio fino a fine luglio tutto bene,ma poi ho cominciato a sentirlo un po’ troppo strano per essere solo stressato per il lavoro che gli sta dando problemi,ho provato a chiedergli se fosse cambiato qualcosa ma la sua risposta era stata che no,non era successo niente nei miei confronti,ma non vedeva l’ora di tornare per rilassarsi.Poi, qualche giorno dopo,mi ha detto che invece purtroppo le cose erano cambiate,dicendomi addirittura di aver conosciuto una persona.In seguito a diverse cose io non sono così sicura che questa persona esista davvero,ma in ogni caso stavo maturando l’idea di raggiungerlo in un porto italiano che lui tocca per poterci parlare,in modo che lui possa dirmi in faccia tutto e darmi le spiegazioni che penso di meritare.È solo perchè sono una persona che se non capisce a fondo ogni minima cosa,non riesce a chiudere definitivamente e a capacitarsi.

Pensa che possa aiutarmi un confronto,un incontro dopo 2 mesi e mezzo di distanza?Può servire confrontarsi guardandosi negli occhi e non parlando per telefono?

Spero vivamente che lei possa aiutarmi.
Grazie,

Gentilissima,

Le persone non sono tutte uguali; c’è chi avrebbe aspettato il ritorno, chi sarebbe andata in un porto che lui tocca, come vuole fare lei, chi gli avrebbe fatto una telefonata. La cosa migliore è fare quello che si ritiene più giusto: nessuno può consigliarle una cosa del genere perché non ce ne è uno corretto e uno errato…

Sicuramente quello che si è capito è che questa persona è poco affidabile, per caratteristiche sue, o del lavoro che svolge.

Sta a lei decidere dunque se per amore sarebbe disposta a vivere questo rapporto altalenante, oppure se questo stato di cose non fa per lei e l’unica cosa da fare è chiudere.

Mi dispiace non essere stata particolarmente di aiuto, ma le scelte di vita sono personali: su queste non si possono dare consigli.

Molti auguri.

Psicolinea

Sessodipendente,ex-tossicodipendente e con probabile schizofrenia e sindrome di asper
#1  08-13-2015, 08:11 PM

Buonasera Dottoressa,
Sono un informatico,ma al momento non ho lavoro, più che altro per sfortuna,ho avuto problemi di dipendenza da cannabinoidi,in passato. O almeno così mi han sempre detto e forse non l’ho mai accettato. Facevo uso di sostanze da quando avevo 22 anni, ma i veri problemi sono incominciati verso i 27-28 quando ho incominciato a lavorare sotto forte stress e persi la testa per una ragazza,da lì ho avuto il mio primo ricovero.Sono uscito quasi subito e mio padre firmò le carte per responsabillizzarsi dall’uscito del TSO.Da lì mio padre mi ospitò e pensai che fosse stato un bene.Pochi dopi mesi senza aver fatto uso di sostanze, però qualcosa è cambiato,ho incominciato a comportarmi in modo anomalo e ad essere completamente distaccato dalla realtà,e pensavo spesso che tutti complottassero contro di me. E ci fu il secondo TSO.Fui costretto ad andare a vivere da solo. Persi quasi tutti i contatti a quei tempi…..Finche ero da solo non ho avuto grossi disturbi anzi mi sentivo quasi bene.Però al lavoro con la questione del ricovero..non mi vollerò più.Ricominciai a fumare,non ho avuto grossi problemi all’inizio mentre ero da solo,ma dovetti tornare a casa da mia madre.Smisi di fumare di mia volontà,però al pensiero di non poter aver più la sostanza,per attirare l’attenzione probabilmente, ingoiai 5 forse 6 blister di Risperdal.Ho sostituito la sostanza con una sbornia di videogiochi online,durata quasi un anno.Nel 2012 mi capitò qualcosa di strano,incomincia a sentire voci,di nuovo lo strano comportamento,il mio psichiatra dice che avevo una sorta di pensiero magico,interpretevo i colori come un segnale.Ricominciai a fumare,in parte fu il male minore,la dipendenza da videogiochi mi stava logorando,non mi lavavo,non mi facevo la barba,stavo solo tutto il giorno a giocare.Da lì ci fu una escalation di eventi strani.Incominciavo ad accusare alcuni tratti di seessodipendenza però e dopo un anno ancora comportamenti strani e terzo ricovero.Da lì un pò sotto pressione dei cari,ho incominciato un percorso in comunità,ho fatto più di un anno,di più non sarei riuscito,anche perchè in comunità pensavo spesso a cose strane,quasi tutti i giorni pensavo al suicidio.Ne parlai,ma non ci fu grosso riscontro,il che mi motivò a tornare a casa. Ho incominciato un corso di approfondimento per informatici,è andato bene è ho ottenuto risultati migliori di quelli che speravo.
Ho avuto un solo rapporto sessuale con una prostituta è fu un fallimento,non ebbi un erezione e duro poco,e tornando a casa mi sentii molto depresso,non ho mai baciato una ragazza e mai avuto relazioni che andassero oltre all’amicizia..Sto seguendo una psicoterapia e prendo i farmaci,ma ultimamente riprendendo l’attività sportiva,è ricominciata la pornodipendenza che avevo lasciato in sospeso nel 2013.
So di essermi dilungato molto,ma volevo sapere se avete dei consigli.

Gentilissimo,

L’unico consiglio che sento di darle è di cercare, insieme ai professionisti che la seguono, la giusta dose di farmaci, in modo che il suo tono dell’umore possa rimanere stabile e che lei possa non avvertire più i disturbi di cui parla.
Non abbandoni la psicoterapia, perché lei ha bisogno di avere un professionista di riferimento con il quale confrontarsi, al quale raccontare le sue vicende di dipendenza, i pensieri strani, le allucinazioni.
Cerchi anche, per quanto le è possibile, di vivere una vita sana, di avere rispetto per se stesso (con una malattia mentale si può anche imparare a convivere) e per le persone che ha intorno a sé.
Si tratta di un percorso lungo e difficile, a volte ricco di soddisfazioni, a volte pieno di insuccessi, tanto da perdere la voglia di impegnarsi: non deve essere così, occorre dare un senso alla propria vita, anche quando è difficile da vivere.
Si cerchi un lavoro nel suo settore informatico, ma cerchi anche di coltivare degli hobbies e di frequentare delle persone reali, piuttosto che virtuali.
Utili anche percorsi di arte-terapia e le iniziative di alcune associazioni che combattono lo stigma contro la malattia mentale.
La saluto cordialmente e le faccio molti auguri.

Il passato che non passa
#1 08-08-2015, 11:59 PM

Salve, ho 35 anni… sulla carta, visto che ho forse un bagaglio di esperienze inferiore a un ragazzino. Mi spiego meglio. La mia giovinezza è stata caratterizzata da disturbi neurologici da bambino, e da una grave depressione da ragazzo. Per 25 dei primi 30 anni ho dovuto assumere psicofarmaci. Non mi sono mai allontanato dalla mia famiglia, neanche per brevi viaggi. Non ho mai avuto amici, a parte il cane che mi fu regalato nel momento più cupo della mia depressione. Non ho mai avuto alcuna esperienza, anche fugace, con le donne. L’ambiente dove vivevo non mi ha certo aiutato: è una grande città, nota però per la gente molto chiusa e inospitale. Insomma, ero un emarginato.
Ho affrontato due terapie, la prima, farmacologica, mi ha portato sull’orlo del suicidio e a rischiare il ricovero. La seconda, una terapia comportamentale, mi aiutò a diventare più sicuro di me ed estroverso, facendo pensieri positivi. E qui viene la seconda parte della storia.
Due anni fa, riuscii a trovare lavoro in una metropoli. Mi ritrovai in un ambiente molto diverso, dove quasi tutti avevano la mia età e socializzare era facile; inoltre, a differenza delle ragazze della mia città, fra le mie coetanee c’erano moltissime ragazze single. Era la mia occasione, per poter avere rapporti umani, perché nessuno sapeva chi ero. E così mi imposi di mostrarmi più socievole ed aperto, anche facendo una vera e propria violenza alla mia natura. Ebbi un grande successo, feci in pochi mesi più conoscenze che nei decenni precedenti, venivo invitato quasi tutte le sere a feste e bevute… tutti mi vedevano come una persona spigliata, amante della compagnia, con la battuta pronta.
Ma, a un certo punto, conoscersi con le altre persone comporta scambiare le proprie esperienze, che, nel mio caso, mancano. Mi chiedono dei miei viaggi, ma io ai tempi dell’università stavo recluso in una stanza a sbavare per gli psicofarmaci. Mi chiedono dei miei amici, ma io prima di venire qua non sono mai nemmeno uscito la sera di casa. Mi chiedono dei miei amori… ma io sono ancora vergine; anche se non ci crederebbe nessuno, l’assurdo è che in molti mi chiedono consigli su come conquistare le donne. E allora, cerco di cambiare discorso, farfuglio cose senza senso, sparo qualche battuta, o dico che sono affari miei. Atteggiamenti che gli altri interpretano come snob, non potendo capire come una semplice domanda mi possa causare tanto disagio. E così, tutti i rapporti che ho stretto da queste parti sono molto superficiali. E’ molto indicativo guardare come mi muovo in una festa, non sto mai con le stesse persone, ma giro come un nomade per la sala scambiando due battute con chiunque. Così perdo interesse nei rapporti sociali, la sera inizio a uscire da solo, e nel weekend raccolgo le mie cose e torno nella mia città natale. E alla prima occasione… ho chiesto di trasferirmi, per tornare indietro. Alla mia festa d’addio sono venute 40 persone. Ma non mi sono mai sentito così solo.

Gentilissimo,

Leggi anche:  Le donne nelle forze armate: Vita da soldatessa

Credo che attualmente il suo peggior nemico sia interno, dal momento che, neanche davanti all’evidenza, lei riesce a convincersi di avere risorse interiori che le permettono di affrontare le sfide della vita, oltre tutto con notevole successo.

Avere rapporti superficiali o sentirsi soli in mezzo alla gente non è poi così raro e accade anche a persone che non hanno avuto niente a che fare con gli psicofarmaci o che hanno avuto molteplici rapporti sessuali con partner diversi.

Non capisco, francamente, perché lei non riesca ad attribuire la giusta importanza ai suoi successi personali (che erano tutt’altro che prevedibili) e non riesca, da questo, a trovare la motivazione per affrontare ciò che ancora le manca: trovare una ragazza che le voglia bene e uno o due amici più intimi, con i quali confidarsi un po’ di più.

Le confidenze vere, quelle che lei ha rivelato in questa lettera, le farei solo ad un terapeuta, cioè una persona capace di ascoltarla e di consigliarla, ma anche riservata e fuori dal suo giro di conoscenze e di amicizie.

Non capisco perché lei abbia cercato il trasferimento così presto: è un atto che ha fatto contro se stesso? Vuole dimostrarsi di non essere capace ad avere lo stesso successo sociale e professionale dove sono le sue radici, dove le persone la conoscono davvero e dove lei non può mentire? Non ci riuscirà, perché ormai le esperienze positive che ha fatto sono dentro di lei e non sarà così facile liberarsene.

Spero dunque che, dopo il trasferimento, lei riesca a ricostruire una situazione simile a quella che ha lasciato e che possa al più presto riuscire a completare l’ottimo lavoro già svolto.

Molti, molti auguri.

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PSICOLOGIA - PSICOTERAPIA - SESSUOLOGIA

Io e sua figlia
#1 Question 08-19-2015, 06:21 PM

Salve dottoressa le rispondo al post del 06.03 Io e sua figlia e mi chiedevo sono un mostro come mi descrive?poco comprensiva e poco altruista?Ammetto i miei errori comportamentali che lei sottolinea ma questa ragazza non va educata?devo stare completamente in disparte?questa é famiglia?sembra che sia solo mia la colpa.
Grazie

Gentilissima,

Lungi da me l’idea di dipingerla come un mostro. Ho solo cercato di spiegare che, nel confronto fra un adulto e un minore, è sempre l’adulto a dover dimostrare maggiore comprensione e saggezza, anche al fine di educare il minore.
Molti saluti.

Odiarsi
#1 08-02-2015, 05:47 PM

Buonasera,

Ho 30 anni, un fidanzato che mi ama con il quale dopo periodi a distanza andrò a vivere insieme, ho un lavoro….frustrante …ma che adoro…. ovviamente a termine, il cui contratto scadrà tra breve, ma che mi ha dato modo fin da quando mi son laureata di mantenermi e rendermi per quel che possibile indipendente
Quindi non riesco a capire da cosa sia data l’avversione per me stessa, ………… rispetto a tanti altri periodi della mia vita questo è davvero uno dei più soddisfacenti pur avendo le difficoltà della vita quotidiana. Eppure ancora(forse troppo spesso) mi odio profondamente… mi sento una fallita ….una persona che non riesce a concludere nulla …. che non riesce a fare abbastanza, ne per se ne per le persone che le stanno intorno … che non riesce ad essere felice, a realizzarsi, a rilassarsi, a tirare un sospiro di sollievo …..
Mi sento come braccata, in trappola… pur essendo consapevole razionalmente che le decisioni che ho preso hanno un prezzo, non riesco a cambiare ad essere più positiva e propositiva….
Come posso riuscirci???Cosa c’e’ che non va in me???

Grazie

Gentilissima,

Se questo sfogo è dovuto ad un momento di tristezza e di sconforto, come tutti ne provano nella vita, le suggerisco di dimenticare tutto e guardare avanti.

Se questi momenti si fanno invece ricorrenti, il consiglio migliore che posso darle è di fare qualche seduta psicologica, per comprendere da dove viene tutto questo malessere.
La saluto cordialmente,

Problemi con il mio compagno
#1 09-28-2015, 10:31 AM

salve ho 43 anni e da un anno vivo con il mio compagno che ho conosciuto due anni fa lui è separato e ha un figlio di 14 anni.allora il problema è la sua ex moglie non so perché non riesco a farmi passare quella gelosia che ho nei tuoi confronti o sarà perché lei ogni tanto si fa sentire per parlare del più e del meno con lui e non riesco a capire il perché sarà perché circa 6 mesi fa io e lui ci siamo lasciati per un mese e in quel periodo lei ne ha approfittato per rifarsi avanti con lui chiedendogli di uscire di andare a mangiare una pizza loro tre insieme ecc. poi ho sempre l’impressione che lui guardi dove lei abita dove lei lavora anche la cerca in giro non riesco a capire se una mia fissazione o sei veramente così..inizialmente non ero gelosa di lei perché giustamente era la madre di suo figlio ed era normale che si sentivano però poi determinate cose che lui mi ha detto che lei gli chiedeva perché non usciamo che lei gli chiedeva fatti suoi personali sono stato diverse cose a farmi pensare male comunque cosa devo fare è un problema mio o cosa? Grazie

Gentilissima,
E’ un problema suo, nel senso che quando si inizia una relazione con un uomo separato e con figli è un’illusione pensare che la ex sia un problema del passato, a meno che lei, a sua volta, non si sia rifatta una famiglia.

Del resto stare insieme con una partner per diversi anni, condividere con lei la gioia e la responsabilità di un figlio, fa si che questa persona diventi sicuramente “speciale”, anche quando il rapporto di coppia è concluso da parecchio tempo.

Se lei è una donna particolarmente gelosa e desidera avere il suo compagno tutto per sé direi che dovrebbe assolutamente evitare di scegliere una persona separata.

Cordialmente,

Sto male, la doppia vita di mio marito
#1 08-08-2015, 12:45 AM

Buongiorno dottoressa, mi è crollato il mondo addosso.
DAll’eta di 18 anni,e per 10 anni,sono stata fidanzata, mi sembrava di vivere una favola. Lui mi propone di sposarlo,accetto e dopo 5 mesi rimango incinta. Nasce nostra figlia e all’inizio io ho avuto problemi di salute, Io mi dedicavo a nostra figlia e mi sentivo “esaurita”, mio marito lavorava tante ore al giorno, mi ha aiutato poco.
Il tutto è proseguito finchè ho iniziato a vedere che ha iniziato a lavorare dalla mattina alla sera,mangiava e poi usciva fino alle 3:00 di notte. Alla fine mi ha confessato che da circa un anno(Cioè da quando è nata nostra figlia) ha iniziato a frequentare un altra donna,il motivo è: “per sfizio, per gioco e per sesso”. Lo mando fuori di casa, inizia a mandarmi messaggi “io amo come ti ho sempre amato”, “vorrei fare con te due prestazioni sessuali che ho fatto con lei perchè le avrei voluto farle con te”e di cui lui non me ne aveva mai parlato!
Io non mi sono mai accorta di nulla.mi ha sempre mentito,a casa sembrava sempre lo stesso, invece aveva una doppia vita: fumava,aveva l’amante,la privacy al telefono.
Mentre era fuori casa mandava messaggi “ti amo mi manchi ma nello stesso tempo voglio stare da solo”. Alla fine manda davanti a me all’amante un sms dicendo che ci tiene a lei come persona ma ama me e vuole stare solo con me.Mi dice che non riusciva a fermarsi dal fare sesso con lei perchè per lui era diventata una dipendenza dal sesso, vedeva anche film porno. Gli ho anche chiesto se ha fatto tutto questo perchè non lo soddisfo più sessualmente, ma lui dice che invece lo soddisfo, solo voleva due prestazioni in più.
Insomma alla fine sono due giorni che l’ho fatto tornare a casa perchè lo amo, lui mentre era fuori casa mi ha supplicato di non lasciarlo e che vuole la vita con me. Ho anche pensato che forse ha fatto tutto questo perchè la vita da sposato gli sta stretta, e si è andato a cercare fuori casa qualcosa per non affrontare le respondabilità familiari e continuare a fare cosi la vita del “fidanzatino”, perchè non riesco proprio a capire come si possa uscire con un altra persona solo per “gioco, per sfizio” fino ad arrivare al sesso e nello stesso tempo dire a questa persona io ci tengo a te ma amo mia moglie.
Alla fine io sono contenta che ha scelto me e non l’amante ma allo stesso tempo mi sento di morire dentro, l’ideale di persona che avevo in mente e che amavo è andato in 1000 pezzi. Guardo delle vecchie foto e dico “no, questo non è più lui”…, sarò capace di amare il nuovo lui e perdonarlo? e se lo rifà? Gli ho anche detto che non accetto un’altra delusione e che questa è la sua unica possibilità, altrimenti meglio lasciarsi subito che stare male di nuovo. Ma lui no dice non vuole lasciarmi.
Chiedo la sua consulenza su cosa ne pensa di tutta questa situazione, come uscirne fuori, cosa si puo fare.,perchè è successo.
distinti saluti.

Gentilissima,

Il motivo per cui suo marito l’ha tradita mi pare lui l’abbia detto abbastanza chiaramente: voleva due prestazioni sessuali in più…

Di cosa in realtà si tratti lei nella lettera non lo spiega, ma il fatto che, pur citando questa frase di suo marito per due volte, lei non dia minimamente importanza alla cosa mi fa pensare che lei non abbia voluto capire il messaggio: suo marito e cioè che lui le vuole bene e sta bene con lei, ma è insoddisfatto della vita sessuale (che significa infatti dire: sono soddisfatto ma voglio due prestazioni in più? O sei soddisfatto o non lo sei…)

Ora lei ha da valutare se quelle due prestazioni in più che desidera suo marito possano in qualche modo soddisfare anche lei, se è disposta a concederle o no.

Nel caso si creino dei conflitti perché ciascuno dei due desidera restare sulla sua posizione, non resta che l’intervento di un terapeuta della coppia.

Cordialmente,

Terapie di Coppia online psicolinea

 

Acquisire un nuovo punto di vista
#1  08-20-2015, 01:01 AM

Benchè eserciti da anni un tipo di meditazione, consistente nella recitazione di un mantra, per il controllo della mente e il distacco dalle passioni e dalla sofferenza mi trovo in un momento davvero cruciale in cui tutta la mia vita mi appare come un peso insostenibile. Nella mia famiglia d’origine ho vissuto con grande angoscia e senso di colpa perchè mia madre mi ha sempre rinfacciato di essere stata costretta al matrimonio per essere rimasta incinta di me a 17 anni, e l’atmosfera era sempre tragica perchè ha sempre subito il rapporto con mio padre, più grande di lei di 10 anni, un padre-padrone malato di gelosia e violento. A 16 anni mi sono rifugiata in una relazione sentimentale che mi ha ridato fiato ma conclusasi dopo 4 anni me ne sono andata di casa abbandonando gli studi universitari in biologia che avevo iniziato con grande passione. Ho poi incontrato in Svizzera, dove ero andata per lavori stagionali, un ragazzo francese, di padre senegalese e madre delle Antille, di cui mi sono innamorata. Dopo poco più di un anno sono rimasta incinta e sono andata a vivere con lui in Francia, ma una volta nata la bambina il nostro rapporto si è rivelato impossibile perchè lui era completamente disinteressato alla vita familiare. Così appena si è presentata l’occasione ho partecipato a un concorso in Italia e avendolo vinto mi sono ricongiunta alla famiglia d’origine e poi sistemata in un appartamento mio con mia figlia che ho cresciuto da sola. Adesso che mia figia si è sposata e ha avuto un bambino quest’uomo, che è sempre stato solo una voce al telefono per mia figlia, si ripresenta a fare il nonno, facendosi ospitare da lei, e questo è successo lo scorso natale, e per il primo compleanno del bimbo si è fermato addirittura un mese, che era anche il periodo delle mie ferie, compromettendo il mio sereno rapporto con il nipotino in quanto io sono piena di disprezzo nei suoi confronti e pur avendo sempre incoraggiato il rapporto di mia figlia col padre adesso sono irritata dalla sua amorevolezza nei confronti del padre. Io non mi sono rifatta una vita sentimentale e mi sento tremendamete sola e incompleta, inadeguata, avvilita. Non mi sono mai sentita inserita armonicamente in un contesto familiare in tutta la mia vita. Adesso che questo nipotino ha portato un pò di gioia mi trovo in questa relazione drammatica. In più con la gravidanza mia figlia è diventata in qualche modo più ostile nei miei confronti e mi ha anche detto cose molto cattive che ritengo completo travisamento dei fatti. Avrei bisogno di sentirmi amata, accettata, sento di avere vissuto tutta la vita con estremo disagio e combattendo strenuamente, è anormale che non ce la faccia più da sola? Come posso trovare serenità?
Ringrazio di cuore per i suggerimenti che mi si vorranno rivolgere.

Gentilissima,

Tutti i sentimenti positivi che una persona può provare in cuor suo sono nulli se questa persona non riesce a manifestarli, ad esprimerli, a spiegarli.

Se sua figlia le dice cose spiacevoli sul suo conto, ora che è donna e mamma, credo che i suoi argomenti meritino ascolto ed attenzione e se, come lei dice, vi è stato un completo travisamento dei fatti, sta a lei dimostrare, coi fatti, che le cose stanno diversamente. Se non ha prove certe a sostegno delle sue argomentazioni è sicuramente meglio tenersi le proprie opinioni, evitando di volerle imporre ad altri.

Del resto, chi ospiterebbe una “voce” a casa propria per un mese, se non vi fossero anche, nei confronti di questa persona, sentimenti di comprensione ed affetto, oltre che desiderio di condivisione ? Forse per lei questa persona era ormai solo una voce, ma per sua figlia le cose non stavano così.

Vorrei dunque consigliarle di cambiare atteggiamento nei confronti del suo ex: la sua eccessiva rigidità non serve a nessuno e non cambierà, come ha constatato, i pensieri e le scelte di sua figlia e, alla lunga, potrà solo gravare sulla serenità di questo nipote, amato e conteso da due nonni che non si rispettano.

Cerchi, per amore di questo nipote, di accettare le scelte di sua figlia, ascolti i suoi punti di vista, provi a ritrovare un atteggiamento di neutralità nei confronti del suo ex e consideri, dopo tanti anni di solitudine e di sofferenza, che finalmente ora ha una nuova persona da amare e da cui essere amata: suo nipote, di cui non può però pretendere l’esclusiva, come è già capitato con sua figlia, perché la normalità prevede che un bimbo cresca non con una sola persona, ma con tante persone diverse che si prendono, ciascuna a suo modo, cura di lui, manifestandogli amore e interesse.

Le auguro molta serenità.

Sociopatia
#1  10-18-2015, 12:14 PM

Buongiorno, sono una donna di 35 anni e sono sociopatica. Nel corso degli anni ho provato a farmi seguire da specialisti, per sapere più cose possibili riguardo la mia condizione. Tre anni fa ho provato a fare richiesta tramite consultorio ma mi è stato detto che il mio “problema” è troppo complesso per essere trattato in tale sede. Ho cominciato allora a vedere una specialista con cadenza settimanale, anche se lei mi aveva consigliato di vederci con una frequenza maggiore, ovvero due volte a settimana, al costo di 70 euro a seduta, cosa per me assolutamente proibitiva. Vorrei sapere se, secondo Lei, è vero che non posso seguire l’iter del consultorio e se, nel caso, ci possano essere altre soluzioni a me sconosciute. Grazie per La sua cortese attenzione, rimango in attesa di eventuale risposta, buona giornata.

Gentilissima,

Anzitutto le suggerirei di spogliarsi di questa diagnosi con la quale si presenta, che sicuramente non definisce in toto la sua persona. Credo che potrebbe essere molto più utile per lei pensarsi e proporsi come una persona che vive situazioni di difficoltà e che sente il bisogno di ricevere un aiuto psicologico.

L’aiuto psicologico ha necessariamente un costo, dal momento che è praticato da specialisti che fanno questo lavoro per vivere, così come i medici, gli avvocati, i commercialisti ecc. e dunque la prestazione prevede un costo che in genere si aggira sui 30-100 euro a seduta.

Lei può scegliere se essere seguita da terapeuti che lavorano in strutture pubbliche (punto a favore l’esiguità del costo, punto a sfavore il fatto che, per varie ragioni, gli psicologi del servizio pubblico difficilmente potranno garantirle la frequenza e l’attenzione di un libero professionista).

Detto questo, anche fra i liberi professionisti c’è da scegliere: forse il consiglio più utile è quello di non fermarsi, per capire quale è più adatto alle proprie esigenze, al primo che capita.

Cordialmente,


Love is love Psicolinea

Crisi di coppia???
#1 10-17-2015, 12:26 PM

salve ho 56 anni e mia moglie 50 siamo spostai da 23 anni ed abbiamo due figli di 19 e 16 anni.La nostra crisi e’ cominciata da tre quattro anni quando faceva week end con la sua migliore amica quando ho incominciato ad essere un poco geloso lei si e’ fermata ed apparentemente il rapporto e’ ritornato normale. Sessualmente il nostro rapporto era quasi sempre a senso unico non per colpa mia.Un anno e mezzo fa’ ho scoperto di essere tradito in ,come dice lei , senso virtuale . Mi spiego ho scoperto che si era iscritta in uno di questi siti di incontri e conosciuto una persona con la quale faceva sesso virtuale. Una volta scoperta mi garantito che lo faceva in maniera innocente e solo per divertimento. Oggi dopo vari attacchi contro di me le ho detto basta e le ho chiesto se mi amava piu’! Lei mi ha risposto che mi vuole molto bene ma non mi ama . Pero’ vorrebbe continuare a vivere con me : Sono confuso io la amo ancora ma sono disposto ad andar via perche’ vivere con una persona che non ti ama e’ terribile . Cosa devo fare???
Premetto che mia moglie si sente continuamente sia su facebook sms e tel con la sua migliore amica…..diciamo che e’ molto presente.
grazie aiutatemi a capire

Gentilissimo,

Le cose su cui aprire gli occhi sono due:

1) Il vostro rapporto di coppia è ormai stanco, la sessualità e la vita intima non sono più soddisfacenti per entrambi, anche se possono persistere generici sentimenti di affetto e di stima reciproca;

2) Sua moglie sta cercando una fuga dalla solitudine e dalla malinconia attraverso i social network e la frequentazione di amicizie, reali e virtuali.

Visto che vi è difficile cambiare i vostri comportamenti, spiegarvi e cercare di ricostruire un po’ di armonia familiare, la cosa migliore che potreste fare è iniziare una terapia di coppia, allo scopo di ritrovare un po’ di intesa e qualche ragione in più per continuare a vivere insieme, visto che questo è quello che entrambi desiderate.

Cordialmente,

Philofobia???
#1  09-06-2015, 03:04 PM

Tempo fa rivedo ex compagni di classe. Uno sembra interessato a me, Si riallacciano rapporti tra alcuni di noi single. Iniziamo ad uscire. Io sto a 70 km ormai, ma lasciata da poco, i fine sett vado da mamma e li trovo. inizia ad uscire anche lui (l’interessato) da qui inizio a a desiderarlo. Iniziamo a sentirci su W app in privato. Mi cerca lui, poi sono quasi sempre io. Abbiamo lunghe conversazioni. Passiamo un W end in montagna con un amico. Le uscite vanno avanti, tra me e lui la situazione non si sblocca. Ora spesso siamo in 4: io lui e 2 amici che hanno 1 storia.
È carino, ha avuto una forte delusione amorosa attorno ai 20 anni. Da allora praticamente nulla. dice che le donne sono tutte uguali. È apparentemente sicuro di sè, molti amici, sottolinea che conosce tanta gente. Con me è contraddittorio: o mi attacca, dicendo che scherza , o è gentile. Ma, nonostante dica di avere impegni, esce sempre. fatica a stare solo con me, non parliamo uscire soli. Però si è fatto 140 km X venirmi a prendere dove sto .Un paio di volte , in cui è stato costretto a stare solo con me è impazzito Non sapeva che fare, non mi guardava in faccia. X gli amici è bloccato. Io ho l’impressione di aver di fronte un muro, anche dal punto di vista fisico sento chiusura. Anche se il contatto fisico lo cerca (in generale, ma con me va oltre i limiti). Spesso, in chat con gli altri inizia ad attaccarmi perchè Sa che poi io intervengo con lui in privato e iniziamo un dialogo.Non riesce ultimamente neanche ad iniziare una conversazione.
Non farsi sentire X qualche giorno aveva in parte funzionato: quando ci siamo rivisti, io facevo la vaga, giocavo col telefono e lui mi ha detto di essere geloso. Lì si è aperto di più: ha ammesso la gelosia e di avere paura. Ad un’amica ha detto che sa lui cosa e quando fare con me, Poi però ha dovuto dire di non voler storie. Una sera ha ammesso di avere attacchi ansia quando è solo con me. A volte mi attacca e dice cose assurde. Sono una bella ragazza, ma lui afferma che sono bruttissima che solo rospi verrebbero con me. Poi dice che scherza. È insicuro.Io ci proverei se solo fosse più costante. credo abbia capito il mio interesse. credo che l’abbia anche lui. Qualcuno dice che lui sia in tilt perché non Sa gestire la cosa. mi fa soffrire il cambiamento: prima avevamo lunghe conversazioni in chat, si premurava di rispondermi subito. Una volta mi ha proposto di raggiungerlo in un posto in cui era con amici, X lui uno sforzo. Io non sono potuta andare perchè lontano e lui ci è rimasto male. Ho sentito parlare di philofobia e ce lo ritrovo.
vorrei dirgli che non mi aspetto nulla di particolare, che insieme possiamo fare cose poco impegnative, che non deve avere paura, mi ha messo in crisi come mai.
Ho passato l’estate qui nella mia città d’origine perché insegnante e sono in Qs periodo libera. ora devo rientrare e… Ho paura. Vorrei un consiglio! Mi scuso X la lunghezza e ringrazio.

Gentilissima,

Premesso che ci vorrebbe un’indovina con la sfera di cristallo per comprendere cosa questa persona abbia nella testa e che cosa lo turbi, come psicosessuologa mi verrebbe da sospettare che potrebbe soffrire di disfunzioni sessuali o ansia da prestazione.

Se questo fosse il caso, credo che la cosa migliore da fare potrebbe essere quella di non tentare di accelerare il momento dell’approccio più intimo, lasciandogli il tempo di conoscerla meglio e di rassicurarsi.

Cordialmente,

Non trovo coraggio
#1 10-07-2015, 08:44 PM

Non trovo coraggio di suicidarmi. Ero positiva, ho concluso per prima gli studi, tesi innovativa, cervello che fuma, articoli sui miei meriti, ho avuto lavori e soddisfazioni di carriera fantastiche da giovanissima, tutto perfetto rosa e fiori e pure amore e matrimonio. Ho voluto un figlio e ho fatto tre anni di cure e Dio me lo ha dato perché sono testarda da morire. Dovetti rinunciare al lavoro per non spaccare la famiglia. senza mollare, progetti nuovi, tutte delusioni, due aborti. Tutto quello che faccio, nulla parte. sono una fallita totale. Per la prima volta nella mia vita da tre anni non ho indipendenza economica. Mi sveglio, faccio programmi interessanti per mio figlio, non sempre riesco a dedicargli del tempo di qualità, faccio marmellate e crostate in casa e mi sento una sfigata, non ho una sola amica, penso solo alla famiglia per non sentirmi pure pessima madre, oggi, quando pensavo come potrei suicidarmi (manco questo posso fare visto che chi cavolo bada a mio figlio finché torna mio marito dalla cena di lavoro)… o altro? Ero una donna interessante, ora miei discorsi sono noiosi per mio marito e mortificanti per me. Lui avrà altre donne in affari più interessanti da vedere fuori. Dice che sono arrabbiata, che lui ha bisogno di positività in casa perché è vero che per lui da solo è anche faticoso mandare avanti la famiglia, anche se in fondo non ci fa mancare nulla. io non mi sono comprata nulla da 3 anni (ho di tutto gia). solo una maglietta da 7 euro e mio marito mi ha fatto pure sparata, quando prima andavo nei negozi top e facevo quel che volevo… oggi mio figlio mi ha abbracciato mentre pensavo che dopo averlo messo a letto avrei potuto trovare soluzione, ma lui mi ha detto mamma sei fantastica, ti amo tanto. Non posso ammazzarmi per lui, soffrirebbe, o forse mi illudo solamente per sentirmi minimamente utile e trovare la scusa per arrivare a domani. Ma lui come fa a vivere con una madre che lo porta alla materna e dice che lavora mentre non guadagna e lo sgrida a volte perché si avvicina in cerca di attenzione. non sarei in grado di mantenerlo. evidentemente quello che faccio è schifezza. Come farà un giorno a dire, piacere, ho una madre sfigata, mentre le vostre lavorano e sono in grado di pensare a voi per davvero. Ho un figlio che tutti invidiano, parla più lingue e sa un sacco di cose, è la mia unica gioia, ma lui come mi considererà fra dieci anni, un’altra fallita? mia famiglia mi ha dato istruzione ottima, parlo 5 lingue, ho girato il mondo, ho lavorato ad alti livelli, ma sono passati anni, tutti si sono dimenticati della mia esistenza. Ora sono un nulla. spreco aria, cibo, spazio. ingiusto per chi la vita se la merita. Non riesco a trovare forza di farla finita. ho paura di provare dolore e di ferire miei genitori e mio figlio. Non voglio spaventarlo. Voglio fosse felice, Mia suocera ritiene che sono incapace, mi correggono in ogni cosa che faccio con il bambino. Non capisco come sono diventata così.

Gentilissima,

Piuttosto che cercare idee per suicidarsi, le suggerirei di cercare idee per cominciare a guadagnare qualcosa in casa, tramite un’attività online.

Se lei è la persona preparata che dice (e non ho alcun motivo per dubitarne), potrebbe fare qualche corso per conoscere l’e-commerce e cercare di aprire una sua attività via Internet.

In questo modo potrà stare vicino a suo figlio e, allo stesso tempo, trascorrere il tempo libero in modo più produttivo, per lei e per la sua famiglia.

Lasci fare le marmellate in casa a chi non sa fare altro che quelle e lei usi i suoi talenti e le sue competenze per ricostruirsi come donna e per essere, come è giusto, orgogliosa di se stessa.

Moltissimi auguri.

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23 anni di differenza
#1 10-21-2015, 05:31 PM

Gentile dottoressa,
sono una ragazza di 29 anni, da qualche mese ho una bellissima relazione con un uomo di 52 anni, è stato il mio professore di corso. Siamo entrambi innamoratissimi, lui è una bravissima persona, stiamo molto bene insieme, e nonostante il mio sembrare più giovane dell’età che ho la differenza non si nota. Premetto che abbiamo entrambi da poco chiuso le nostre rispettive relazioni ormai inesistenti, abbiamo entrambi una posizione avviata e quindi nei prossimi mesi vorrebbe che io andassi a vivere da lui, mi ha lasciato la copia delle sue chiavi di casa. Unico intoppo sono i miei genitori, non saprei proprio come dirlo che ho una relazione con un uomo con questa differenza di età, non credo approverebbero, poi ho paura che pensassero che se ho chiuso con il mio ex sia stato per lui. Non so come comportarmi. Io ci tengo tantissimo ed anche lui, è disposto anche ad affrontarli. Mi sono stancata di dovermi nascondere e trovare mille scuse per poterlo vedere.
La ringrazio per la sua risposta

Gentilissima,

Credo che una persona di 29 anni, con studi conclusi e una posizione avviata non dovrebbe avere problemi nel parlare di questa cosa con i suoi genitori… A meno che in realtà lei non tema di dover ascoltare da loro delle argomentazioni talmente logiche e pertinenti, da essere messa in crisi.

Ovviamente, lei sa che sta facendo una scelta difficile ed è dunque comprensibile che i suoi genitori tentino di scoraggiarla. A volte però anche le storie più improbabili hanno successo e allora, sui fatti (e non sulle previsioni e le speranze, che possono essere edulcorate dallo stato di infatuazione e di innamoramento che vive), potrà avere più coraggio e determinazione nel proporre questa persona ai suoi genitori, senza temere le loro critiche e le loro preoccupazioni.

Non so se la cosa sia possibile, ma nel caso io le suggerirei, prima di usare quella chiave, di andare a vivere da sola, per creare il giusto distacco dalla famiglia ed inaugurare la sua vita adulta. In questo periodo potrà anche frequentare più assiduamente questa persona, fino a che non si convincerà che la scelta è quella giusta e che nessuno potrà tentare di ostacolare la sua felicità.

Cordiali saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti

 

Dr. Giuliana Proietti

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