La bisessualità nel mondo antico

La bisessualità non è un orientamento sessuale moderno. Nel mondo antico amare un altro uomo non costituiva un comportamento fuori dalla norma. Non esisteva infatti una differenza fra omosessualità ed eterosessualità, ma tra comportamento ‘passivo’ e comportamento ‘attivo’. Assumere un comportamento passivo era considerato ‘contro natura’ se si aveva una certa età, oppure se si aveva la condizione di ‘uomo libero’ o di persona ‘ricca’.

L’identità sessuale non era definita: nella Grecia antica infatti il diffuso comportamento bisessuale rendeva problematica l’acquisizione di una identità omosessuale, intesa come preferenza esclusiva per il sesso maschile (David Cohen, Law, society and homosexuality in classical Athens, 1987; David Cohen, Law, sexuality and society. The enforcement of morals in classical Athens, 1991). L’essere soggetti passivi in giovane età veniva quindi considerata una forma di educazione e di sottomissione al volere dell’eutorità. Superata l’adolescenza, l’uomo si sposava, ma poiché non era tenuto alla fedeltà, poteva intrattenere relazioni sessuali o con altre donne (in genere prostitute) o con dei giovanissimi, purché, come si è detto, il ruolo sessuale fosse attivo.

La bisessualità, oltre che in Grecia, era diffusa anche a Roma: gli uomini di migliore status sociale potevano cercare il piacere anche in soggetti dello stesso sesso, di status inferiore, purché avessero mantenuto un ruolo attivo.

Nella Roma antica il maschio aveva a disposizione, oltre alle moglie e alle prostitute, schiavi, liberti e gli uomini dei paesi conquistati. Più che di libertà sessuale, potremmo dire, si trattava di libertà di stupro e di pedofilia.

Non si sa ancora perché, nell’alto impero romano del III secolo d.C. si siano inaspriti i provvedimenti legislativi contro l’omosessualità passiva, fino a estenderli, a poco a poco, anche agli omosessuali attivi.

Alcuni autori (Michel Faucault, 1982, Paul Veyne, 1983, Aline Rousselle, 1985) sostengono che un simile cambiamento fu determinato da fattori interni alla società pagana, che diedero vita ad un vero e proprio ‘puritanesimo della virilità’.

Secondo altri autori (Eva Cantarella, Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico, Rizzoli, 1995), “la politica imperiale in materia di omosessualità sembra effettivamente orientata e determinata dal desiderio di imporre la morale cristiana, secondo la quale ogni manifestazione di omosessualità doveva sparire perché, sempre e comunque, il ‘rapporto contro natura’ offendeva il Signore”

Di certo la civiltà romana, alla fine del periodo augusteo, iniziò a cercare rimedi per fronteggiare una progressiva decadenza, che si pensava fosse dovuta alla rilassatezza dei costumi. La sessualità fu così gradualmente slegata dal piacere e ricondotta esclusivamente alla procreazione all’interno del matrimonio, aumentando l’ostracismo nei confronti della sodomia.

Nel VI secolo d.C. Giustiniano dispose la condanna a morte per tutti gli omosessuali, fossero essi attivi o passivi. Secondo la Cantarella, fu questa una chiara influenza del pensiero e delle dottrine giudaico-cristiane, per le quali l’atto omosessuale era condannabile in sé, in qualsiasi modo fosse compiuto.

Fonti:

L. Benadusi, La storia dell’omosessualità maschile: linee di tendenza, spunti di riflessione e prospettive di ricerca, in Rivista di Sessuologia, vol 31, 2007

Eva Cantarella, Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico, Rizzoli, 1995

Immagine: Wikimedia

Dott.ssa Giuliana Proietti

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Un commento

  1. Molto interessante. Mi pare una ulteriore riprova del fatto che Kinsey aveva ragione, e che in realtà tutti o quasi sono bisessuali. O almeno lo sarebbero, se non fosse per l’eteronormatività e l’omofobia sociali, assieme alla ideologia gay che “naturalizza” l’omosessualità (quando invece l’omosessualità, al pari della eterosessualità, sono concetti ottocenteschi che prima non esistevano). A mio modo di vedere, l’accettazione della bisessualità umana sarebbe una gran cosa, ponendo fine a discriminazione dei “gay”, machismo, e magari contribuirebbe pure alla parità uomini-donne.

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