La psicologia della degustazione del vino
Perché si può parlare di psicologia anche per quanto riguarda la degustazione del vino?
Lo si può fare in quanto la ricerca scientifica ha dimostrato che i sensi spesso si intrecciano fra loro per produrre una sensazione definita. Vi è inoltre la prova empirica che ‘si gusta anche con gli occhi’. Solo il colore, bianco o rosso, di un vino è infatti sufficiente per influenzare la percezione nella maggior parte dei bevitori, anche coloro che sono abbastanza esperti ed informati su ciò che stanno degustando. Ad esempio, colorando un vino di un colore atipico, come ad esempio il blu, si è visto che questo non solo influenza la vista, ma anche il sapore percepito.
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Anche un giudizio apparentemente ‘semplice’, come ad esempio l’odore di un vino, coinvolge non solo il nostro naso, ma elaborazioni cognitive sofisticate. La psicologia cognitiva ha dunque notevolmente migliorato la comprensione della degustazione del vino studiando come le persone percepiscono, concettualizzano, ricordano, immaginano, esprimano giudizi e comunichino le proprie esperienze, tenendo anche conto dell’ambiente in cui agiscono.
Vi è infatti uno stretto legame tra memoria olfattiva, memoria ed emozioni della propria vita, che si intrecciano con l’ esperienza della degustazione del vino.
L’ambiente
Le variabili contestuali, quali la temperatura, la luce, la compagnia, il proprio stato individuale (umore, salute ecc.) al momento della degustazione influiscono notevolmente sulla valutazione. Si è visto che anche la qualità della musica presente nell’ambiente, può modificare le percezioni.
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La vista
Guardare un vino prima di berlo permette di apprezzare il colore e i giochi di luce che vi si riflettono. Il vino va sempre osservato con una luce naturale: si è visto infatti che i cambiamenti dovuti all’illuminazione artificiale influenzano le sensazioni, non solo in termini visivi, ma anche in caratteristiche quali la dolcezza, o perfino nel prezzo che si è disposti a pagare per acquistarlo.
Il gusto
La degustazione di un vino in modo strutturato e informato comporta dei rituali, come ad esempio il far girare il vino nel bicchiere, o odorarlo, gesti che fondamentalmente servono per rilasciare le molecole volatili, permettendone la valutazione. ‘Assaggiare’ è in realtà un termine improprio, per quanto riguarda il vino, perché la maggior parte di ciò che si prova, dopo aver guardato e odorato, è una combinazione di gusto, olfatto e tatto. Il gusto è un senso molto limitato ed è principalmente il bulbo olfattivo che permette di apprezzare le sottigliezze del vino. Il gusto inoltre è profondamente individuale.
Il prezzo
Si è visto inoltre che la percezione è influenzata dalla conoscenza del prezzo. Quando si sa che si sta degustando un vino costoso, il cervello collega il prezzo a una maggiore aspettativa di ricompensa, che cambia la percezione: in questo caso, il gusto.
Questo effetto è stato chiamato “effetto placebo del marketing” a causa della sua somiglianza con l’effetto placebo medico (es. se si pensa che una pillola allevierà il dolore, c’è un’alta probabilità che essa lo farà davvero, anche se è composta solo di zucchero). L’aspettativa di un gusto migliore, legata al prezzo, riesce a cambiare la sensazione.
Le etichette
Un altro elemento che può alterare le emozioni dei consumatori è quanto è scritto in etichetta riguardo al vino. Le etichette dei vini sono capaci non solo di influenzare la scelta del consumatore, ma anche l’intera esperienza del consumo del vino, cioè la sua percezione, la sua valutazione, l’importo che si sarebbe disposti a pagare.
La presentazione di descrizioni dei vini più elaborate, che includono informazioni sulla storia della cantina e dichiarazioni positive sulla qualità del vino, aumenta in modo significativo la valutazione delle preferenze assegnate dai consumatori.
Degustazione “alla cieca”
La degustazione del vino viene spesso effettuata con una benda sugli occhi. La degustazione “alla cieca” ha lo scopo di superare i problemi di elaborazione cognitiva del vino. In primo luogo, questo metodo incoraggia a concentrare i sensi sul gusto, piuttosto che su qualsiasi altra sensazione. Nella maggiore attenzione data al senso del gusto, senza conoscere prezzo, colorazione, bottiglia o qualsiasi altra informazione, l’assaggiatore diventa molto più consapevole non solo della ricchezza del vino, ma anche di altri aromi e segreti che riguardano la sua lavorazione. Sul piano scientifico, il degustatore non attiverà tanto il sistema limbico, cioè l’insieme delle strutture cerebrali per l’emozione, il comportamento, la motivazione, la memoria e l’olfatto, ma renderà più attiva e vigile la parte “cognitiva” del cervello.
Dr. Walter La Gatta
Fonte:
A brief guide to wine tasting for psychologists BPS
Immagine:
Pexels
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Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche e Umbria
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