Lucrezia Borgia: una biografia
Dr. Giuliana Proietti
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La biografia di Lucrezia Borgia, raccontata in poche parole, lascia subito di stucco: visse 39 anni, fu figlia, moglie e nuora di Papa Alessandro Borgia, ebbe tre mariti (di cui uno assassinato), molti amanti, nove figli, di cui uno illegittimo, avuto dal padre o dal fratello.
La tradizione la vuole bellissima, corrotta e perversa, appassionata frequentatrice di orge nei palazzi del Vaticano…
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Ma forse Lucrezia fu, più semplicemente, una vittima della corruzione di certe corti rinascimentali e delle mire ambiziose dei suoi familiari, che la considerarono pura merce di scambio, uno strumento per ottenere potere e nuove ricchezze; forse lei non ebbe la possibilità o la forza di sottrarsi a tutto ciò. Ma andiamo con ordine…
Lucrezia nacque a Subiaco, il 18 aprile 1480, terzogenita di Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI e Vannozza Cattanei, sua amante. Il padre si credeva “simile a dio”, era apertamente licenzioso e nella residenza papale, organizzava incredibili orge ed intratteneva numerosissime amanti.
Il Papa ebbe più figli illegittimi, i più amati dei quali furono Lucrezia e i tre fratelli, Juan, Cesare e Jofrè. Lucrezia venne educata nel convento di S. Sisto; non sappiamo se fosse veramente bella, come vuole la tradizione, ma di certo aveva occhi azzurri e capelli biondissimi, viso e naso allungati, ma non in modo da rovinare l’estetica. Sicuramente non era brutta.
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A dodici anni il padre la fidanzò per procura con un nobile spagnolo, don Gaspare da Procida, ma ruppe la promessa quando pensò di poter ricavare di più dal matrimonio della figlia, appena tredicenne, con un nobile italiano: Giovanni Sforza, signore di Pesaro.
Dopo il matrimonio con lo Sforza, Lucrezia visse per quattro mesi, in attesa che suo marito si trasferisse a Roma, in un bellissimo palazzo nei pressi del Vaticano, con la nuova amante del Papa, Giulia Farnese, anche lei giovanissima e quasi coetanea della figlia.
Dopo l’arrivo a Roma di Giovanni Sforza, si organizzò una vera e propria cerimonia nuziale, con 500 donne che si occupavano della sposa, guidate dall’amante del Papa. Intravedendo nuovi benefici però, il Papa pensò di allearsi con il re di Napoli per mezzo di Lucrezia: decise dunque di sciogliere rapidamente il suo matrimonio accusando Giovanni di essere impotente.
Giovanni si difese dall’accusa dichiarandone la falsità: del resto la sua prima moglie era morta di parto. I Borgia insistevano nel dire che il matrimonio era nullo perché non consumato e dunque ingiunsero a Giovanni di provare la sua virilità, cosa che si rifiutò di fare. Lucrezia, sebbene apparentemente innamorata del marito, decise di non opporsi a queste macchinazioni.
Lo Sforza fu costretto a firmare una confessione di impotenza, Lucrezia venne esaminata e dichiarata virgo intacta: il matrimonio fu immediatamente dichiarato nullo. Era il 20-12-1497. Fu così che il primo marito fu umiliato dai Borgia, ma almeno ebbe salva la vita.
Non fu così per Pedro, un cavaliere spagnolo di cui Lucrezia si era subito dopo innamorata, che fu ucciso e gettato nel Tevere da Cesare Borgia, forse per gelosia, forse per il semplice fatto che egli intralciava i suoi piani e quelli paterni.
Il 21/7/1498, a 18 anni, nuovo matrimonio in Vaticano per Lucrezia: lo sposo è Alfonso d’Aragona, figlio naturale del re di Napoli, duca di Bisceglie, fratello di Sancia, moglie di suo fratello Jofrè Borgia. Un’alleanza di ferro, ma presto il Papa sembrò cambiare politica: il genero cominciò allora a non sentirsi più tanto tranquillo, malgrado la concessione del dominio della città di Nepi e del suo castello.
Il Papa sembrava avere poca stima del genero, tanto che arrivò, in quegli anni, a concedere alla figlia Lucrezia e non a lui, il governo di Spoleto e Foligno, un incarico in genere riservato ai cardinali e agli alti prelati.
Lucrezia non fu solo un’immagine rappresentativa del potere della famiglia Borgia su quelle città, ma, malgrado i suoi 19 anni, sembra che amministrò con saggezza e diligenza. Dopo qualche mese la coppia fu richiamata a Roma, per aspettare la nascita del primo figlio, che fu chiamato Rodrigo, come il nonno. Nel frattempo l’alleanza con il re di Napoli sembrava definitivamente conclusa e si aprivano nuove trattative con la Francia, che peraltro aveva mire sul regno napoletano.
Alfonso, temendo per la sua vita, fuggì da Roma, ma vi fece ritorno per andare a trovare la moglie, cui era legato da sincero affetto. La notte del 15 luglio 1500 venne assalito da un gruppo di sicari presso le scale della Basilica di S. Pietro e pugnalato. Nonostante la gravità delle ferite, Alfonso guarì, con gioia di Lucrezia e della sorella Sancia, che lo accudirono per un intero mese, senza lasciarlo mai solo.
Il sospettato principale fu subito Cesare Borgia, il fratello di Lucrezia, detto il Valentino, il quale sembra che pronunciò la frase: “ciò che non è stato compiuto a pranzo, può essere fatto a cena”. Infatti, il 18 agosto il principe, ormai in via di guarigione, venne misteriosamente strangolato nel suo letto, probabilmente ad opera di Micheletto, uomo di fiducia di Cesare Borgia.
Poco dopo a Lucrezia venne chiesto di sposare Alfonso d’Este, primogenito del Duca Ercole I, erede legittimo del ducato di Ferrara e Modena. Ancora una cerimonia per procura, il 30 dicembre del 1501, fino a che, il 2 febbraio 1502, a 22 anni, con due matrimoni bruscamente interrotti alle spalle, due figli, (di cui uno illegittimo, avuto dal padre o dal fratello), entra a Ferrara. Porta con sé la terribile fama di essere al tempo stesso “figlia, moglie e nuora” del Papa Alessandro VI. Il futuro marito aveva letteralmente ceduto alle pressioni del padre per accettare questo matrimonio con Lucrezia, per chiarissime ragioni di stato.
A Ferrara Lucrezia visse 17 anni, amata dal marito e dalla famiglia, benvoluta dai sudditi. La sua condotta fu molto più tranquilla rispetto agli anni romani: ebbe infatti altri sei figli, tra il 1505 e il 1519 (di cui solo quattro sopravvissero all’infanzia), si dedicò a pratiche religiose, ritiri spirituali, esercizi di penitenza.
Ebbe un amore, forse platonico, con il poeta Pietro Bembo, uno dei tanti artisti e letterati di cui si circondò e che la celebrarono nelle loro opere.
Nel 1503 Papa Borgia ed il figlio Cesare vennero avvelenati contemporaneamente: il Papa morì, Cesare sopravvisse per altri quattro anni. Alla morte del suocero Ercole d’Este, il 25/1/1505, Lucrezia divenne duchessa di Ferrara ed il marito le affidò la reggenza della città in caso di sua assenza.
Lucrezia morì di parto il 24 giugno 1519, all’età di 39 anni, alla sua ottava gravidanza.
È sepolta a Ferrara, nel convento del Corpus Domini.
Vedi Power Point su Lucrezia Borgia in Slide Share. Presentata al Ridotto del Teatro Le Muse di Ancona. Dicembre 2009
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