Matrimonio omosessuale: un progresso?

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Dato che i sodomiti non vengono più impalati, crediamo di vivere in una società libera da tabù, emancipata, tollerante e progressista. Pensiamo allo stesso modo, con innocenza, che i diritti uguali per tutti non possano che essere un segno di progresso morale …  Di cui il matrimonio gay sarebbe una manifestazione eclatante. Ma è così?

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Per David Paternotte, dottore in Scienze Politiche, autore di un libro illuminante sul matrimonio gay, l’unione tra persone dello stesso sesso è generalmente considerata la prova di un grande progresso sociale e di una trasformazione positiva dei costumi. “Si ritiene che essa mostri un cambiamento di atteggiamento e che sia il barometro del progresso in campo sessuale delle nostre società“, ha detto.

Nei dibattiti sulla legalizzazione del matrimonio gay, si è detto che permettere agli omosessuali di sposarsi, potrebbe ridurre l’omofobia. Alcuni hanno detto che la legalizzazione sarebbe “un gesto educativo forte da parte dello Stato”.

“Altri hanno affermato che questa legge avrebbe combattuto il suicidio di giovani gay e lesbiche. E’ vero che, quando è stata adottata, questa riforma ha rappresentato un cambiamento importante per quanto riguarda gli omosessuali negli ultimi anni e ha messo fine alla discriminazione giuridica tra omosessuali ed eterosessuali. Come tale, essa è stata spesso celebrata come una pietra miliare nella lotta per la parità dei diritti, o il suo risultato. (…) Questa riforma è stata presentata anche come il culmine di una lunga lotta, della quale rappresentava il completamento. Il matrimonio rappresenterebbe quindi la conquista della piena cittadinanza per gli omosessuali, il simbolo della loro adesione a pieno titolo nella società”. Ma è la verità?

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Per molti gay, la legalizzazione del matrimonio è una questione di principio: “Noi paghiamo le tasse come tutti gli altri, partecipiamo alle dinamiche della società, contribuiamo a far funzionare la macchina economica e facciamo figli cui infondiamo gli ideali di giustizia. Perché non dobbiamo avere gli stessi diritti degli altri “? Anche se non necessariamente vogliono sposarsi fra loro (questo accade raramente), essi sostengono questo diritto come una forma di uguaglianza. “Rifiutare il matrimonio, è un po’ come rifiutare che i neri possano salire sui bus, dicono. Sarebbe scioccante come scrivere “White only” all’ingresso di una chiesa”. Per David Paternotte, questa rivendicazione proviene da un cambiamento radicale di mentalità: “C’è una dissociazione crescente tra il matrimonio e la procreazione ( 1) “, ha detto.

Quando i nostri nonni non si amavano più, rimanevano sposati. Oggi ci si sposa per amore e si divorzia quando non ci si  ama più. “L’amore è sempre più uno dei fondamenti del matrimonio, ha sottolineato David Paternotte. Questa trasformazione ha avuto un ruolo fondamentale per le rivendicazioni omosessuali e la loro approvazione da parte della società. Questo ha permesso a persone che si occupano di aspetti legali, come Luc Ferry, di dire che il matrimonio gay andava nella direzione della storia. Basti pensare ad un film come Brokeback Mountain e le reazioni che ha provocato tra il pubblico in generale. Se il matrimonio si basa sull’amore e noi accettiamo che gli omosessuali possano amarsi tanto quanto gli eterosessuali, perché negare loro il matrimonio”?

A questa domanda, gli avversari rispondono con un’accusa: “Questo desiderio di matrimonio è in realtà il desiderio di fondersi nella norma”, hanno detto, accusando gli omosessuali di volersi integrare (che orrore) nella società. Sotto inteso: una volta era più facile emarginare questi invertiti, queste signorine, questi folli, quando mostravano in modo così spettacolare la loro diversità… Ma se hanno la nostra stessa cucina attrezzata dell’Ikea e gli stessi anelli all’anulare, come si fa a discriminarli? Gli omosessuali diventano così “invisibili”, vicini piacevoli, belle coppie, buoni clienti: questo è l’incubo di alcuni degli oppositori.

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Anche se molto pochi, alcuni di questi oppositori sono essi stessi omosessuali. Forse per paura di fondersi “nella massa”, di non esistere più se non come persone qualsiasi, essi sostengono la tradizione del discorso sovversivo che ha visto nascere le loro prime battaglie. Nel 1972, Guy Hocquenghem, figura di punta del FHAR (Fronte omosessuale di azione rivoluzionaria) dichiarò che l’omosessualità è di per sé trasgressiva “come il desiderio”, e nessuna società potrebbe riconoscerle la libertà di espressione di un desiderio incontrollabile e anarchico… Essere omosessuali, per Hocquenghem, significava dunque essere persone fatte di desiderio. Essere elettroni liberi, animati dalle proprie attrazioni, liberi dalle catene del matrimonio…

Negli anni ’70, l’attivismo di gay e lesbiche aveva l’obiettivo di rivoluzionare i fondamenti della società. Verso la metà degli anni ’90, l’obiettivo dei militanti è cambiato completamente: ora non vogliono più essere dei sovversivi, ma vogliono essere accettati. In rotta con  i leader storici del movimento, le organizzazioni omosessuali chiedono diritti costituzionali e civili in nome della parità: siamo esseri umani come tutti gli altri. Non siamo dei pazienti. Né anormali. Queste associazioni che, decenni fa, disdegnavano il matrimonio, ora ne hanno fatto una rivendicazione prioritaria in Francia. In Belgio e in Spagna, hanno già avuto successo, con il risultato di un numero relativamente scarso di matrimoni gay: se ottengono questo diritto, i gay che si sposano sono solo poche centinaia. Le lesbiche si sposano ancora meno. Hanno libertà di scelta. Non volevano nient’altro. E questo è tutto.

Questo porta David Paternotte a chiedersi: quali sono i problemi reali di questa rivendicazione? Quali sono le conseguenze?  Il tutto è molto meno chiaro di quanto si possa pensare, dice, perché non vi è alcuna relazione tra una maggiore tolleranza e la concessione del matrimonio alle persone dello stesso sesso. Un esempio? Anche se i gay possono sposarsi in Portogallo, in Messico e in Sud Africa, questi Paesi hanno livelli significativi di omofobia. In alcuni casi addirittura i livelli di omofobia sono aumentati, nei Paesi che permettono tali matrimoni, tra cui i Paesi Bassi e il Belgio: “Fra gli adolescenti fiamminghi, osserva David Paternotte, persistono comportamenti e rappresentazioni molto ostili, anche tra i più giovani, che in genere sono considerati più aperti verso questi cambiamenti. “

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Una società che tende verso l’omofobia dunque può consentire il matrimonio a gay e lesbiche, anche se questo fa cambiare gli atteggiamenti… In peggio. Una società può benissimo permettere il matrimonio a gay e lesbiche al fine di rinforzare le discriminazioni verso un nuovo genere. “Il diritto di sposarsi potrebbe creare nuove gerarchie“, suggerisce David Paternotte, che descrive i sottili movimenti della società come una rivalutazione costante di norme: quando crediamo di ottenere un diritto, ne perdiamo un altro. Tutte le società si basano su scale di valori che mettono a confronto comportamenti sessuali “normali” e “legittimi” contro pratiche stigmatizzate e condannate … “ I comportamenti sessuali obbediscono ad una gerarchia morale“, dice David Paternotte, che parla di “scale di rispettabilità in sviluppo“. Invece che alla tradizionale contrapposizione bene-male (etero-omo)  non stiamo oggi assistendo alla nascita di una nuova distinzione, più sottile, tra due categorie di omosessuali? Ci sarebbe da un lato la “coppia gay” (che segue l’ideale romantico della “fedeltà”) e dall’altro il “sesso come lo possono fare gli animali”,  “l’incapacità di amare ” o di costruire dei rapporti stabili in modo responsabile…

Dovremmo quindi essere sorpresi dal fatto che molti politici siano a favore del matrimonio di gay e lesbiche, mentre nello stesso tempo preparano un disegno di legge per criminalizzare i clienti delle prostitute? Che cosa se ne deve dedurre? Che i giuristi vogliano rinforzare il modello ideale della coppia, considerato come l’unico e il legittimo modo di approcciare la sessualità. “Il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso è stato correttamente presentato, non solo come un principio di uguaglianza, ma anche come il riconoscimento dell’amore che possono provare due persone dello stesso sesso, conclude David Paternotte. Questo discorso, a quanto pare diffuso nella popolazione e condiviso da molte coppie gay, tende a legare la coppia e l’amore. E’ potenzialmente in grado di escludere le relazioni tra più di due persone e indica la coppia come il luogo legittimo per vivere la propria sessualità “.
Ecco allora quale è il risultato del progresso … Stigmatizzare coloro che vogliono fare cose diverse, come restare single, andare con uomini e donne, divertirsi e non volere dei figli … “Il rischio esiste in ogni caso. Staremo a vedere. E’ troppo presto per dirlo. “

Nota 1:  In Francia, più della metà dei bambini nascono da coppie non sposate.  “Nello stesso tempo, sempre più coppie sposate sono senza figli.”

Da leggere:  Revendiquer le mariage gay: Belgique, France, Espagne, di David Paternotte, edizione Università di Bruxelles, 2011.

Agnés Giard

Leggi l’articolo originale:

Mariage homosexuel: un progrès ? Les 400 culs, Liberation

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3 commenti

  1. Di una cosa sono sicuro, se le coppie gay vogliono gli stessi diritti delle coppie etero, devono avere gli stessi doveri e gli stessi impegni. Altrimenti è troppo comodo chiedere libertà, quindi è giusto il matrimonio per i gay, è giusto che si prendano i nostri stessi impegni e i nostri stessi guai.

  2. Nessuno mette in discussione il diritto al matrimonio (o comunque si chiami)da parte dei gay.

    Il matrimonio omosessuale viene criticato, nell’articolo, in quanto considerato un espediente della società per normare la sessualità più trasgressiva. Come si sa infatti, i gay sono scarsamente fedeli al partner e difficilmente fanno coppia fissa: nell’articolo ci si chiede dunque se questa idea del matrimonio per i gay non sia un modo per tenere a freno la sessualità promiscua e troppo “anarchica” degli omosessuali.

    Personalmente ritengo che la notevole promiscuità dei gay sia una conseguenza della mancanza, per loro, del diritto al matrimonio (e quindi sto con i governi che vogliono normare queste unioni).

    Infatti, ribaltando il concetto, se a noi eterosessuali fosse vietato il matrimonio e venisse stigmatizzato ogni nostro atto di affetto in pubblico verso il nostro partner, non finiremmo anche noi per accordare un valore assai inferiore alla coppia stabile e all’amore, privilegiando in assoluto il piacere dei sensi?

  3. La discriminazione del ruolo dicotomico dei sessi, è stata un’imposizione dettata dalla nostra così detta “società civile”, ma quale civiltà è, se vengono negati dei diritti. Se due persone dello stesso sesso si amano e si vogliono unire in matrimonio… non mi sembra che facciano del male a nessuno, forse perchè viene offesa la morale, l’etica e gli stereotipi costruiti nei secoli da un imposizione teologica e da una certa politica. Sarebbe ora di liberare le menti e di aprire ai sentimenti di tutti, proprio per un senso di civiltà, di tutela dei diritti che siano uguali per tutti, e basta con le discriminazioni. Monica

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