Autismo e menzogna

I bambini che soffrono di autismo dicono bugie “bianche” per proteggere i sentimenti degli altri, ma non sono molto bravi a coprire le loro bugie, secondo uno studio della Queen’s University.

Lo studio, condotto dalla docente di psicologia Beth Kelley e dalla dottoranda Annie Li, è uno dei primi studi scientifici sulla menzogna e l’autismo.

“I risultati sono sorprendenti perché si sa che i bambini autistici hanno difficoltà ad apprezzare i pensieri e i sentimenti delle altre persone, quindi non ci aspettavamo che loro mentissero per evitare di dire delle cose che potevano ferire gli altri,” ha dichiarato la Kelley.

In un esperimento, ad alcuni bambini autistici è stato detto che stavano per ricevere un grande dono, quindi è stata consegnata loro una saponetta. Quando è stato chiesto loro se avevano gradito il dono ricevuto, essi hanno risposto di sì, oppure hanno fatto dei cenni con il capo, invece di dire o di far capire che erano rimasti delusi.

I ricercatori definiscono questa menzogna “pro-sociale” in quanto viene detta per mantenere buone relazioni con gli altri.

In un secondo esperimento, ai bambini sono stati dati degli indizi via audio ed è stato loro chiesto di cercare un oggetto nascosto. La maggior parte dei bambini ha individuato  con facilità l’oggetto nascosto (ad esempio trovare un pollo dopo aver ascoltato il suo verso). Poi però è stato fornito un indizio volutamente difficile (musica di Natale abbinata con un pupazzo Elmo) – per usarlo come prova per verificare il comportamento dei bambini riguardo alla menzogna.

Dopo che era stata mandata la musica di Natale, lo sperimentatore ha lasciato la stanza. In seguito è stato chiesto ai bambini se, durante l’assenza dello sperimentatore, essi avessero sbirciato nella stanza per trovare l’oggetto. Sia i bambini autistici sia i non autistici hanno risposto che non l’avevano fatto, mentendo. Quando è stato chiesto loro che idea si erano fatti, quale poteva essere l’oggetto da abbinare alla musica di Natale, i bambini non autistici hanno capito meglio degli altri che non dovevano dare la risposta corretta, altrimenti sarebbero stati scoperti, e dunque hanno risposto “Babbo Natale” o “albero di Natale”.

Lo studio è stato accettato per la pubblicazione sul Journal of Autism and Developmental Disorders.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte: Eurekalert

Immagine: Oddharmonic

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