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Author: Dr. Agnes Giard

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Il frutto proibito: nascondete queste mele…

Il frutto proibito: nascondete queste mele…

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C’è una famosa leggenda in Nigeria: è la storia di un uomo che rivestì i suoi testicoli di cera per andare a rubare dei fichi… Questa storia ricorda quella di Adamo ed Eva, che mangiarono la mela, poi timidamente nascosero i loro organi, tradendo così la loro colpa. Questi miti parlano -apparentemente- di frutti proibiti, ma cosa dicono nella realtà?

Presso gli Haoussa, etnia dominante che vive nella regione settentrionale della Nigeria – oltre 10 milioni di persone – si raccontano spesso le avventure di un uomo chiamato Ragno, che durante un anno di carestia, non avendo nulla da mangiare, inventò un curioso stratagemma per rubare della frutta alle cornacchie sue vicine. Ecco cosa dice il mito: “Le cornacchie usavano andare in mezzo al fiume per raccogliere i fichi da un albero e poi li portavano a casa per mangiarli. ” Ragno aveva sentito parlare di questa cosa e gli venne un’idea: spense il fuoco, poi si strofinò della cera sui testicoli e andò a casa delle cornacchie”. Là chiese in prestito un tizzone e poi si accovacciò davanti al loro fuoco, dove le cornacchie avevano riposto la frutta. ” Egli salì sui fichi”, dice la leggenda, cioè finse di sedersi. Poi, dopo aver preso un tizzone di fuoco da portarsi a casa, “salutò le cornacchie, ma i fichi rimasero attaccati al suo di dietro”. Le cornacchie non si accorsero di nulla , ma quando Ragno tornò la seconda e la terza volta – dicendo ogni volta che gli si era spento il fuoco – esse finalmente capirono. Una di loro disse: “Non hai uno strano modo di prendere il fuoco? Tu vai, lo spegni di proposito e poi ritorni. È a causa di questi fichi che torni sempre”.

Dopo essere stato smascherato Ragno fu costretto a confessare, ma era troppo tardi. La sua natura ” segreta ” era stata identificata. Per l’antropologo Paul Riesman che riporta e commenta la leggenda, è interessante “trattare il mito come se fosse un sogno. Ciò che si presenta nel contenuto manifesto , come il furto dei fichi, equivale nel contenuto latente, al furto del fuoco . ( … ) Secondo questo mito, è chiaro che i frutti sono parte della Zona Alta, possono essere conciliati con gli astri celesti, in particolare con il sole che li fa maturare. La frutta e il  fuoco sono entrambi in rapporto con la conoscenza e l’intelligenza, perché il loro furto richiede una certa ingegnosità. Questo legame tra la frutta e la conoscenza lo si incontra spesso nella nostra mitologia occidentale, ad esempio, nel libro della Genesi , in cui Adamo ed Eva ( 1) mangiano il frutto dell’Albero della Conoscenza, o nella storia di Isaac Newton, che pensò alla teoria gravitazionale osservando una mela cadente (dal cielo?)” .

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Infatti, non è un caso che i miti che parlano del fuoco parlano anche di accesso alla conoscenza. Conoscere significa poter accedere ad una condizione di autonomia, all’essere adulti, capaci di vivere da soli, senza l’ aiuto dei genitori o di divinità protettrici. E’ per questo che il frontone del tempio di Delfi riportava la scritta ” Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei ” Conoscere sé stessi significa diventare consapevoli della nostra natura divina. La nostra essenza è quella delle potenze all’opera nella natura, ma per raggiungerla è necessario imparare a vivere ” tenendosi in piedi “, senza sostegno, senza stampella… Nella mitologia greco-romana, molto rivelatrice,  gli uomini riuscirono a stare in piedi sulle loro gambe grazie a Prometeo.

Prometeo fornì loro un corpo in erezione, letteralmente, affinché gli esseri umani potessero essere ” più vicini agli dei “. Poi rubò il fuoco dall’Olimpo e insegnò agli uomini ad usarlo, e questo permise a questi esseri, che fino a quel momento strisciavano sul terreno, di essere in grado di sopravvivere. Il fuoco sottratto al cielo, rubato, appartiene quindi allo stesso campo semantico della frutta rubata e, come questi frutti , “ svolge un ruolo di mediazione che illumina le cose “, dice Paul Riesman .

Questo fuoco è anche legato al sesso, naturalmente, perché è il desiderio, come i frutti, che ci spinge ad andare verso persone sconosciute, sondare l’ignoto , attraversare le ” solitudini ” che ci separano gli uni dagli altri … E’  il desiderio che ci fa lasciare il paradiso verde dell’infanzia. E’ il desiderio che ci tormenta, quando, ” col culo in fiamme,” andiamo disperatamente cercando l’uomo o la donna che ci possa tranquillizzare. Nella Bibbia, si chiama la Caduta, a seguito di una terminologia ambigua che può essere interpretata in modi molto diversi. Icaro che vuole volare con le sue ali, si avvicina troppo al sole, e muore. Adamo ed Eva, dopo aver assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza, diventano ” illuminati” ma si rendono conto, troppo tardi , che non possono tornare indietro: benvenuti nel mondo degli adulti , coloro che lavorano per sopravvivere, avere figli e morire. Dovremmo comprendere l’idea della caduta come una forma di punizione divina ? O come il semplice fatto che la nostra vita è segnata da una successione di morti simboliche ?

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In Giappone la mitologia racconta in modo chiaro che il fuoco nasce dalla copulazione. Quando partorì il fuoc , la dea che aveva dato luce all’intero universo bruciò viva e morì. La nascita del fuoco coincide con la comparsa della morte. Impossibile separare la luce dalle tenebre. O la conoscenza dal suo opposto: il segreto… Ecco perché la sessualità è sempre relegata al silenzio e alla notte. Dobbiamo dissimularci per poterci unire a qualcuno.  Oppure dissimularci dietro messe in scena teatrali che permettono di non far vedere il sesso : alcuni fanno dunque finta di rapire le loro donne e alcuni fingono di fuggire in modo che le “forme “, agli occhi della società, siano apparentemente rispettate. Le forme richiedono anche che si metta in scena un piccolo gioco di preda e predatore, un gioco di nascondino che serve a nascondere le caviglie, il sedere, il viso o i capelli da scegliere, in modo che gli esseri umani siano ancora nella condizione potenziale di dover rubare le cose, anche lo sguardo… Guai a chi non rispetta queste regole di riservatezza , discrezione e modestia. Gli si farà capire che la modestia è costitutiva dell’umanità e che lui ( o lei ) è una bestia (un maiale, una scrofa un ragno , un cane ), se non è conforme a queste convenzioni.

Queste convenzioni ci impongono dei vincoli, ma senza di essi, saremmo persone senza patria. Paul Riesman conclude : “Ogni società ha bisogno di queste situazioni al fine di garantire la continuità e dare ai suoi membri coscienza della loro comunità. ( … ) Proprio come un bambino che impara la struttura dal sistema sociale del gruppo subendo i vincoli che essa impone, così le persone imparano la struttura del sistema simbolico subendo i vincoli che essa impone . ( … ) Accettando tutto ciò come una necessità , essi riconoscono che il sistema simbolico coincide con l’ordine naturale delle cose, tanto che, nel guardarlo come ad una prova, essi tacitamente ammettono che l’uomo stesso abbia creato questo ordine. Così l’uomo si trova in una posizione ambigua nell’universo. Nella misura in cui si rende conto che è lui stesso a creare l’ordine, non può sottomettervisi come ad un imperativo assoluto : l’ordine cessa di avere potere vincolante. Si potrebbe dunque applicare anche al pensiero mitico, senza troppa distorsione, il concetto di repressione:  L’uomo che vive un mito deve reprimere il fatto che è stato lui ad averlo creato “

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Per saperne di più sulla mela della Bella Addormentata : Perché la mela è un frutto sessuale

Mariage et vol du feu. Quelques catégories de la pensée symbolique des Haoussa. In: L’Homme, 1966, tome 6 n°4. pp. 82-103.

Nota 1 / E ‘ interessante notare che nell’iconografia cristiana, è una foglia d’uva ad essere spesso utilizzata per nascondere i genitali di Adamo ed Eva. Potrebbe riferirsi all’uva, frutto del sole per eccellenza , simbolicamente legato alla divina ispirazione e potenza sessuale ?

Nota : la Bibbia dice che Adamo ed Eva hanno ricoperto le loro nudità con foglie di fico. Molti studiosi hanno concluso che il frutto dell’albero della conoscenza doveva essere un fico. “L’identificazione del fico con il frutto proibito è stato associato con il simbolismo del fegato. Per gli Ebrei, questo organo aveva connotazioni sacre, e c’era l’obbligo di bruciare sull’altare durante i sacrifici a Yaveh , fegato e reni dell’animale, oltre al grasso che li circondava. Da qui anche la convinzione che bruciando il fegato di un pesce, il relativo fumo avesse il potere di espellere il demone. Per i Greci questo organo era il centro vitale del corpo umano. Proprio quello che ricorda, ad esempio , il mito di Prometeo, la cui punizione per aver dato il fuoco agli uomini fu quella di rendere il suo ” fegato immortale ” (simbolo di sé stesso) divorato ogni giorno da un’aquila ( simbolo del mondo degli Dei). Nel mito di Eros, questo dio seduceva gli esseri umani rivolgendo frecce contro il loro fegato , da cui la convinzione di Orazio che è  il fegato che fa amare ” . (Fonte: Hilário Franco Júnior, « Entre la figue et la pomme : l’iconographie romane du fruit défendu », Revue de l’histoire des religions [Online], 1 | 2006, messo online il 18 gennaio 2010)

Dr. Agnès Giard
Articolo originale: Les fruits interdits : cachez ces… pommes, Les 400 culs
Traduzione e riproduzione autorizzata, a cura di Psicolinea.it

Immagine:
Masolino, Adamo ed Eva, Firenze, Wikimedia

 

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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Antoine de Saint-Exupery: una biografia
Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test

Agnes Giard
Dr. Agnes Giard

Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
http://sexes.blogs.liberation.fr

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  • 30 Nov 2013
  • Dr. Agnes Giard
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L'infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

L’infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

L’infedeltà è una cosa che riguarda i maschi?

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Molti francesi ritengono che i maschi siano naturalmente infedeli (per il desiderio di diffondere i propri geni) e le femmine naturalmente gelose (per il desiderio di avere qualcuno che le protegga). In un libro intitolato Pourquoi les animaux trichent, (Perché gli animali tradiscono), il biologo Thierry Lodé confuta questa teoria. Lo scopo dell’amore non è la riproduzione, ha detto. L’infedeltà non obbedisce ad alcuna logica genetica.

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Che cosa è l’infedeltà ? Per i sostenitori dell’evoluzionismo “razionale” le storie d’amore riguardano solo storie di adulteri maschi, che cercano di diffondere il loro seme in tutte le donne in età fertile, al fine di perpetuare il loro corredo genetico. “Aumentando il numero di partner, questi signori espandono matematicamente il numero della loro prole, dicono i difensori della teoria neo-darwiniana ( 1 ) , che portano come prova la straordinaria ossessione di Don Giovanni ( ” mille e tre” ) . Al contrario, le femmine sarebbero principalmente interessate alla qualità del ruolo genitoriale. ” Per Thierry Lode, specialista in sessualità animale, Professore di Ecologia dell’evoluzione ed autore di un recente libro, pubblicato da Editions Odile Jacob (Pourquoi les animaux trichent), l’idea che gli animali e gli esseri umani siano guidati in maniera inconsapevole, allo scopo di perpetuare la specie, non regge alla prova della scienza. Non esiste una strategia evolutiva nascosta dietro il nostro comportamento sessuale . “La vita non ha scopo , nessun obiettivo, nemmeno quello di trasmettere un gene ad una chimerica eternità”.

Gli argomenti di Thierry Lodé sono entusiasmanti . Essi si basano su innumerevoli esempi di uccelli, mammiferi, rettili e insetti i cui comportamenti riproduttivi non sono semplicemente anarchici, ma controproducenti, o ancora peggio suicidari. Alcuni di loro sembrano seguire un istinto che non solo non ottimizza le loro possibilità di sopravvivenza, ma che li fa precipitare direttamente nella categoria degli “animali in via di estinzione”. Se i rinoceronti neri Diceros bicornis longipes ( 2) sono scomparsi dal nostro pianeta , non è solo perché essi sono stati cacciati per via delle loro corna, ha detto. Il fatto è che le femmine erano indifferenti nei loro confronti al punto che, dopo diversi giorni di estenuante corteggiamento maschile, al momento della monta essi non avevano più un’erezione sufficiente. Queste femmine, con i loro reiterati rifiuti e l’accettazione dei rapporti ogni tre-quattro anni, hanno quindi portato all’estinzione della specie.

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“L’evoluzione potrebbe essersi sviluppata in modo diverso “, non seguendo la logica di un puro desiderio di riproduzione, conclude Thierry Lodé. I ricercatori che sottomettono gli animali ad un test per studiare il ” trasferimento dei geni” , ottengono sempre dei risultati aleatori. Impossibile dedurre qualsiasi teoria sostenendo l’ esistenza di un progetto nascosto nei comportamenti coitali animali: non vi è alcun vantaggio evolutivo. Ci sono solo unioni e disunioni casuali, che non portano ad alcun beneficio in termini di aumento della fertilità , di gratificazione materiale o di miglioramento genetico. Niente. “La costruzione teorica del neo-darwinismo ha ormai raggiunto i suoi limiti , dice Thierry Lodé . Tutte le recenti scoperte dimostrano che c’è sicuramente bisogno di aprire nuove porte . ” Per aprire queste porte occorre avere le mani libere. Ecco perché Thierry Lodé ha dedicato alla teoria di Darwin i paragrafi più illuminanti, che ci costringono a ripensare ciò che abbiamo ormai acquisito come verità …

In primo luogo, Darwin non è un rivoluzionario. Prima di lui , il francese Lamarck (1744-1829) aveva già sviluppato i fondamenti della biologia evolutiva e classificato migliaia di specie, dopo un lungo lavoro. Ma questo lavoro, nel contesto della Rivoluzione francese, rimase nell’ombra : troppo radicale per il tempo . “La rivoluzione del 1789 aveva stabilito che le cose non avevano nulla di immutabile. Esse cambiavano in ragione dello sforzo di ciascuno, e non era più giustificata l’oppressione dei lavoratori da parte di una nobiltà autoproclamata . ( … ) Intimamente confuso con l’insurrezione , l’ateismo o lo spirito ribelle di questa Francia non sottomessa, il “lamarckismo ” non ha mai goduto di buona stampa”.

Quando Darwin pubblicò L’origine delle specie, il contesto era cambiato e si era maggiormente disposti ad accettare le idee della evoluzione della specie … Soprattutto se queste idee rafforzavano un nuovo sistema che si voleva stabilire. Questo sistema in Inghilterra era un brutale liberismo. La teoria di Darwin si abbinava perfettamente ai valori trasmessi dal colonialista borghese dell’epoca vittoriana. Darwin, infatti , non si contenta di riprendere la teoria di Lamarck . Egli la aggiorna, aggiungendo il concetto di “sopravvivenza del più adatto “.

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Per Lamarck , l’evoluzione è dovuta agli sforzi degli esseri viventi ( 3) . Per Darwin , “I cambiamenti riflettono una feroce lotta per la vita. Più gli organismi si moltiplicano, più peggiora la loro competizione per acquisire risorse vitali che diventano sempre più scarse. I più deboli vengono inesorabilmente sconfitti. Solo i forti possono sopravvivere , trasmettendo alla loro prole i caratteri del successo . Così ha luogo la selezione naturale. “ Poiché esso fornisce , involontariamente ( ? ) , una giustificazione scientifica ad un sistema di sfruttamento economico , il darwinismo ha goduto di un notevole successo , che dura ancor oggi : per molte persone , in Francia , sembra normale che gli uomini legittimamente si definiscano predatori sessuali, in quanto questo sarebbe nella ” loro natura”.

Anche molte donne pensano che sia l’uomo a dover fare la prima mossa … A loro spetta invece quella di selezionare il più
” rassicurante ” (muscoloso , peloso , ricco , virile e possessivo ) , perché è difficile cancellare “migliaia di millenni di comportamento adattivo in un ambiente ostile “ ( 4) con un colpo di bacchetta magica. Parlando di una “memoria rettile ” o di un istinto di sopravvivenza che nasce nel Pleistocene si fa vedere la divisione dei ruoli nella nostra società come il risultato di un lungo processo di selezione naturale; in questo modo una teoria ultra – liberista, nata nell’ Inghilterra del 19 ° secolo, è stata trasformata in una verità assoluta e definitiva.

Nota 1 / Il neo- darwinismo è emerso negli anni ’40 con la ricerca genetica . I ricercatori hanno voluto combinare i risultati di questa ricerca con la logica funzionale proposta da Darwin , la logica per cui le specie sono guidate dall’istinto di sopravvivenza dei loro elementi più forti , a seguito di un sistema di selezione feroce. I migliori sopravvivono. Alcuni genetisti si sono interessati all’idea dei ” buoni geni “.

Nota 2 / ” Il rinoceronte nero Diceros bicornis Longipes dell’Africa occidentale si è ufficialmente estinto nel novembre 2011 . Restano oggi tre sottospecie del rinoceronte nero . ” ( Fonte: Pourquoi les animaux trichent Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Nota 3 / ” Lamarck fu il primo a dare una spiegazione scientifica alla straordinaria biodiversità. Per lui l’utilità è all’origine della differenza, e chiama questo adattamento . Il biologo fa un lavoro da naturalista molto meticoloso e dimostra che gli esseri viventi che devono affrontare le dure condizioni del loro ambiente , si adattano ad esso cambiando a seconda delle circostanze , perché si trasformano da una specie all’altra. Spiega le sue idea rivoluzionaria in Philosophie zoologique ou exposition des considérations relatives à l’histoire naturelle des animaux . Questa nuova idea è la trasmutazione. Il tempo è il ” grande organizzatore ” e già Lamarck introduce il concetto di interruzioni nella “scala degli esseri viventi”, la scala naturale, come la si pensava nel XVIII secolo. Essa suggerisce inoltre che i nuovi caratteri vengano acquisiti sotto la pressione delle condizioni ambientali e quindi consegnati direttamente ai discendenti . E’ questo concetto di ereditarietà dei caratteri acquisiti (inheritance of acquired characteristics) ciò che scatenerà il flusso di inchiostro contro Lamarck , ed è per lo stesso motivo che il termine ” lamarckiano ” viene usato in termini riduzionisti. Nonostante le proteste rabbiose dei creazionisti, Dio non è più una risposta. L’ oscurantismo sta per essere superato e la leggenda della creazione della specie andrà di pari passo. L’idea dell’evoluzione biologica sta ora cercando delle risposte scientifiche . Progressista, Lamarck partecipò con entusiasmo alla rivoluzione francese , ma non fu apprezzato nel suo tempo . ( … ) Il concetto di trasmutazione fu ampiamente diffuso in Europa nel corso del XIX secolo, in particolare in Gran Bretagna nel 1833 , da Charles Lyell , che affermò: ” Ho divorato Lamarck le cui teorie mi hanno deliziato . Mi fa piacere che abbia avuto il coraggio di ammettere al termine della sua argomentazione che l’uomo discende dall’ orangutano . ” Lyell scrisse questo quasi 30 anni prima di Darwin . “ ( Fonte: Pourquoi les animaux trichent Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Nota 4 / Uno dei principali sostenitori del neodarwinismo si chiama Bateman . Se dobbiamo credere al ricercatore , ” i maschi possono massimizzare il loro successo riproduttivo, aumentando il numero di partner. Per questo vantaggio evolutivo, essi si trovano dunque a manipolare le femmine. Così, l’ipotesi consueta della selezione sessuale viene registrata da Bateman come una prospettiva immobile della evoluzione naturale: i maschi cercano costantemente l’opportunità di aumentare le conquiste sessuali, le femmine cercano semplicemente di scegliere il più brillante guerriero. Il neo – darwinismo è salvo e da questi desideri contrastanti nasce l’idea della migliore riproduzione possibile, ci dice Pangloss. Ma poi, a dire il vero, si deve ammettere che gli animali reali sono meno disciplinati. L’inevitabile conflitto tra i sessi produce molti disturbi che la teoria non capisce “ . ( Fonte: Pourquoi les animaux trichente Thierry Lodé , Odile Jacob ed. ) .

Agnès Giard

Articolo originale:

L’infidélité, c’est mâle ?Les 400 culs

Traduzione a cura di psicolinea.it
Riproduzione autorizzata.

Immagine:
Pexels

Clinica della Timidezza
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  • 13 Ott 2013
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Il lato femminile della virilità

Il lato femminile della virilità

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C’è una comunità di eterosessuali che rivendica il  proprio status di uomini-oggetti. Essi indossano biancheria intima femminile, calze a rete e reggiseni anche sotto i loro abiti da lavoro. E’ un modo di gratificarsi, godendo nel sentirsi “femminilizzati” (“Sissy” n.d.t.)

Un articolo pubblicato su Liberation il 31 maggio 2013 mostrava stupore nel constatare che alcuni uomini eterosessuali desiderassero indossare reggiseni, baby doll o mutandine con giarrettiere… Un po’ come se il travestimento fosse necessariamente un segno di omosessualità.

Il desiderio sessuale nella donna infertile
Relazione presentata al Congresso Nazionale Aige/Fiss del 7-8 Marzo 2025 a Firenze. 

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Ma ecco, tra loro ci sono anche uomini che preferiscono l’altro sesso… Al punto di voler mettersi al posto della donna. Per andare al lavoro, alcuni di loro indossano belle mutandine di seta rosa, le quali, sfregandosi contro i testicoli danno loro un inquietante turbamento… Godono nel sentirsi donne nel segreto di quest’alcova simbolica. Si masturbano, senza toccarsi, solo attraverso il contatto con questa lingerie lucida e vellutata da cui traboccano i loro genitali… Essi si definiscono “effeminati”.

E quando rientrano a casa, questi uomini sono inebriati nel poter invertire il modello dei ruoli, giocando a fare la cameriera o anche la escort a domicilio della donna con la quale condividono la loro vita…

Anche solo per una serata decisa in anticipo, immersa in un contesto. Fantasticare sull’essere una donna oggetto può essere per loro molto virile. Ma questi uomini non si curano (né in genere lo fanno le loro compagne) dei discorsi ufficiali che condannano questo tipo di fantasie. Perché essi sanno che le fantasie sono intrinsecamente trasgressive. Il piacere del travestimento amplifica spesso un piacere masochistico: è così umiliante per questi uomini travestirsi con la biancheria di cui amano adornarsi, che per loro essa non è mai abbastanza femminile, rosa o volgare.

L’unica cosa che potrebbe essere dunque rimproverata alla biancheria della ditta Homme Mystère è che essa rimane troppo sobria rispetto alla maggior parte delle fantasie dei travestiti: essi sognano delle rotondità (per arrotondare le natiche), delle trasparenze (per svelare l’ano palpitante), dei piccoli lacci sui lati (per farsi spogliare più facilmente) e altre mille e stupide frivolezze che danno alle mutandine il loro valore stigmatizzante. Per loro, indossare la biancheria intima del sesso opposto è come offrirsi alla donna, soprattutto se questa lingerie è di raso, di seta o di un materiale simile (cioè provocante), tagliata in modo da mettere in evidenza le natiche o le curve dei fianchi e procuri, all’interno, delle dolci carezze da parte di diversi modelli di pellicce di lattice… Essi fanno riferimento principalmente a questo genere di siti: Woman in me, Barbi Satin o Secret de Dames.

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Alcuni, per superare le loro inibizioni, frequentano anche delle dominatrici specializzate nella femminilizzazione, che li travestono a forza (loro fanno finta di non volerlo) li truccano, li costringono a camminare sui tacchi alti, quindi li puniscono (“piccola sciocca!”) facendogli subire l’equivalente stilizzato di uno stupro, perché tale è la triste sorte delle donne.  Esse vengono cresciute con giocattoli rosa, nell’idea che – per piacere – si debba solo essere dolci e lasciare fare all’altro. Lasciare che l’altro prenda l’iniziativa. Lasciare l’altro indovinare quello che si desidera… E se lui sbaglia, ah.

Per gli uomini che amano il travestimento, niente è più emozionante dell’inversione dei ruoli. Vorrebbero essere trattati come bambole belle e passive e masturbarsi all’idea che un giorno, come un principe azzurro, una donna eserciti su di loro il proprio potere di sottomissione. Li costringa a comprare mutandine in un grande magazzino. Li prenda con forza mentre sono vestiti in un abito da principessa. Li usi come fossero dei semplici giocattoli. In attesa di trovare questa donna da sogno, essi ascoltano delle radio in cui si fa travestitismo ipnotico (esistono), o guardano video porno per effeminati o… Indossano la biancheria intima femminile, sperando che una signora possa incontrarli un giorno e trovarli molto eccitanti.

Dr. Agnès Giard
Traduzione autorizzata di psicolinea.it

Articolo originale:
Le côté femelle de la virilité ,Les 400 culs, Liberation

Immagine:
Unsplash

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  • 30 Ago 2013
  • Dr. Agnes Giard
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Freud e i peli pubici

Freud e i peli pubici

Freud e i peli pubici

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In poesia, i peli pubici sono spesso paragonati all’erba o ad una pelliccia. Analizzando questa metafora, Freud disse nel 1932 che le donne non hanno probabilmente mai inventato nulla nella storia del genere umano, né la ruota né la scrittura, né il fuoco … nulla, se non la tessitura. Perché la tessitura permetteva loro di coprire le parti vergognose.

Venere

Nel 1932, nella sua nuova Introduzione alla psicoanalisi, Freud afferma:  “Si dice che le donne abbiano fornito pochi contributi alle scoperte e alle invenzioni. Tuttavia esse hanno inventato una tecnica, quella della tessitura e dell’intrecciatura. La natura stessa sembra aver fornito il modello da imitare facendo crescere dei peli sull’organo genitale, mascherandolo. Il progresso che c’era da fare era quello di intrecciare le fibre piantate nella pelle per crearne una specie di feltro”.

Per Freud, malgrado il fatto che anche gli uomini possiedono una pelosità genitale, sarebbe stata quella femminile ad aver ispirato l’invenzione della tessitura. C’è un legame logico e privilegiato fra i peli femminili e la tessitura-intrecciatura, dice, perché le donne hanno avuto la necessità di nascondere la loro fessura vulvare dietro un velo pudico…

Da bambino, Freud fu colpito dalla visione furtiva di sua madre nuda, durante un viaggio a Lipsia. Questo fatto può essere esplicativo? Da adulto, Freud dice che la nudità femminile è una visione terrificante. In Touche pas à mon sexe (Non toccate il mio sesso), Gérard Zwang, citando la storia, rileva l’aspetto misogino di questo trauma, elevato a verità universale.

Quando però si tratta di enumerare l’elenco di parole che indicano i peli pubici, Zwang non manca di citare l’inevitabile sequenza di metafore vegetali (“muschio”, “arbusto”, “crescione”, “erba”, “prato “) o animali (“vello”,” angora “,” criniera “,” pelliccia “), che sono intrinsecamente legati a quelle attività che sono la filatura, la tessitura e l’intrecciatura. E’ una coincidenza?

Nella maggior parte delle lingue, il pelo pubico evoca le erbe della pampa che il vento fa ondulare a perdita d’occhio o quei cespugli aggrovigliati in cui ci si deve ritagliare la  strada, quelle foreste nere con ombre minacciose, che nascondono nei loro anfratti creature selvagge o savane popolate di felini, la cui pelliccia color paglia si fonde nella natura circostante … Fibre vegetali e animali si mescolano in quell’universo semantico segnato dall’idea del camuffamento e del pericolo in agguato, dietro uno schermo ingannevole.

Tintin e l’aracnofobia

La nostra lingua (ndt: la lingua francese) è piena di queste metafore che equiparano la donna a una creatura pelosa, coperta di seta, piume o antere, il cui cuore oscuro è nascosto, come in un salicone, in un bozzolo di seta … Questa è forse l’origine dell’ aracnofobia, dicono alcuni psicoanalisti: il ragno, di solito rappresentato come una cosa nera e pelosa, che spesso si nasconde negli anfratti. Si nasconde in fondo alle buche, peloso e talvolta velenoso … come una donna-trappola pronta ad attaccarti i genitali. Come una madre che si rifiuta di farti crescere e di lasciare il nido. E cosa è il ragno se non il migliore tessitore?

L’illustrazione più convincente di questa teoria non è purtroppo presente su internet. Non mi ricordo più il nome dell’analista che ne parlava, ma la teoria si basava sull’analisi di una famosa opera di Hergé:  L’étoile mystérieuse (La stella misteriosa). Hergé apparentemente soffriva di aracnofobia, perché in questo fumetto la parola “ragno” citata 13 volte, è sempre associata con la morte.

La storia inizia quando Tintin viene a sapere che una meteora è in procinto di entrare in collisione con la terra. Quando guarda attraverso il telescopio dell’osservatorio (vedi qui la scheda) fa un salto per la paura provata nel vedere un pauroso Epeire tiara (non cliccate il link se avete la fobia dei ragni ) che sembra di correre verso di lui dal fondo dell’abisso stellare.

Il ragno e la castrazione

La visione del mostruoso aracnide dello spazio (in realtà una piccola creatura appesa alla punta del telescopio) traumatizza l’eroe che fa un incubo. In seguito un frammento del meteorite cade sulla terra e si trasforma in un’isola. Tintin passa la notte e si sveglia, orrore, di fronte a un ragno gigante antropofago: l’incubo è diventato realtà … Per lo psicoanalista, la paura di essere mangiati non è estranea al fatto che noi, in un gesto quasi automatico, guardiamo con attenzione nella tavoletta del water per vedere se c’è un ragno… Mettendo in relazione “tavoletta del water = telescopio”, egli osserva che il sogno o il processo immaginario che ci porta ad affrontare le nostre paure, mette spesso in collegamento queste cose, ma in modo mascherato. In chiaro: ciò che rivela il “ragno sulla lente” è il panico all’idea che una cosa disgustosa possa toccare le nostre parti più intime …

La paura delle tarantole e 3000 specie di aracnidi tessitori di ragnatele appiccicose è certamente legata alla paura della castrazione. La parola “castrazione” va intesa nel senso più ampio, come la paura di essere privati ​​di una sessualità adulta e autonoma, ecco perché anche le donne possono avere paura dei ragni. Questo è principalmente il motivo per cui tessere è così fortemente associato a questa cosa profondamente angosciante che si è chiamati a coprire, nascondere e celare …

Al di là della misoginia con cui parla delle donne, Freud analizza le ansie che fanno da sfondo alla nostra società. Cosa c’è di più inquietante di una vulva, se non, forse, una tarantola? Chi dice vulva, dice parto. Chi dice bambino, dice madre e divoramento…

Quando costruì nel 1932 questo moderno e confortevole mito sulla tessitura femminile, Freud probabilmente stava cercando di gestire una fobia personale, immaginando che le donne, questi bestiali e pelosi predatori, fossero malgrado tutto capaci di auto-disciplinarsi, per intrecciare i peli, in modo che il loro sesso orribile rimanesse nascosto alla vista.

Dr. Agnès Giard

Traduzione e pubblicazione autorizzata, a cura di psicolinea.it

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Freud et les poils de pubis, Le 400 culs

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Antoine de Saint-Exupery: una biografia
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Riconosci i tuoi desideri sessuali? Test
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Agnes Giard
Dr. Agnes Giard

Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
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  • 9 Giu 2013
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Divinità e pornografia: religione e censura

Divinità e pornografia: religione e censura

Divinità e pornografia: religione e censura

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Se si desidera girare un film erotico sulla religione, è meglio scegliere una religione piccola, che non abbia molto potere. O una religione che non abbia problemi con il sesso. In Francia, anche se è consentita la libertà di espressione, quando si tratta delle divinità è come camminare su gusci d’uovo.

Pensate al film catastrofico 2012. Anche se non vi è probabilmente nulla da ricordare su questo bidone di Hollywood, fate lo sforzo di ricordare la scena del Cristo gigante di Rio de Janeiro quando cade dal suo piedistallo, Cristo Redentore non incarna il crollo dei valori cristiani? Dopo questa scena, il regista del film, Roland Emmerich, aveva programmato di mostrarne un’altra: la distruzione della Kaaba, che si trova nel cuore della Mecca. Ma prudentemente, ha preferito astenersi: “Il mio co-sceneggiatore Harald ha detto che non si poteva correre il rischio di una fatwa sulla mia testa a causa di un film. E aveva ragione. […] Possiamo fare a pezzi i simboli cristiani, ma se si vuole fare la stessa cosa con un [simbolo] arabo, si avrà una fatwa, e questo dà l’idea dello stato del mondo in cui viviamo. Si tratta di una sequenza cui non  attribuivo grande importanza e che dunque ho eliminato “.

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Ecco, in poche frasi, tutta l’ingiustizia del destino. Ci sono religioni che si fanno rispettare (?), armi alla mano. Ci sono altre religioni che tentano di usare metodi legali per censurare il film…

Poiché sono “interessati ad essere al servizio di tutto il genere umano” (1) i cristiani sentono il dovere di consigliare gli altri su ciò che dovrebbero o non dovrebbero vedere nelle sale cinematografiche. Dal 1928, essi classificano i film in base a criteri personali (2) e cedono agli Offices Internationaux du Cinéma i loro “pareri informati” sulle opere che sono, ai loro occhi, “buone” o, al contrario, “che sostengono idee apertamente pericolose o malsane”… In Francia, tali pareri sono stati, fino alla fine degli anni ’90, fedelmente trascritti su Télérama o Télé 7Jours.

Ma non è sufficiente guidare il prossimo sulla strada dell’amore. A volte è necessario anche proteggerlo da sé stesso… Ed è qui che la tentazione di “messa all’indice” riappare. L’Indice è stato abolito (occorre adattarsi ai tempi), resta il ricorso alla legge.

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Nei Paesi in cui Stato e Chiesa sono separati, i credenti devono infatti presentare un reclamo ai giudici affinché essi censurino manifesti o scene di film che mettono in pericolo la loro fede. E’ tuttavia necessario che questi credenti siano in numero sufficiente per far si che i giudici possano esaminare la fondatezza di queste denunce … Nel 1977, in Francia, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna è ricorsa alla Corte di Appello di Parigi, affinché fosse ordinata la censura e il sequestro del film Variations pour le plaisir  (Teenage Milkmaid, 1975) di Roberta Findlay. Perché? Perché questo film erotico mette in scena un seguace di Krishna che “si impegna in scene erotiche mentre canta grottescamente i testi più sacri alla base di questa credenza.”

Bassorilievi erotici

Con ordinanza del 2 febbraio 1977, il presidente del tribunale, il giudice Bertin, respinge le richieste dell’associazione in modo spiritoso: “occorre ammettere che Krishna possa essersi sentito offeso nel sentir cantare il proprio nome in un film scabroso, senza dubbio, ma nella sua grande saggezza, avrà sicuramente perdonato l’offesa; in effetti l’arte indù e anche l’arte sacra illustrata nei bassorilievi dei templi offrono in alcuni luoghi ai visitatori l’immagine di scene erotiche il cui principale vantaggio sui film pornografici è quello di avere un carattere artistico che di solito manca a questi ultimi”. E aggiunge ironicamente che “basta ricordarsi inoltre, che a Krishna vengono attribuite 16.000 mogli e 180.000 figli per capire che la sua memoria difficilmente ne soffrirà, nel sapere di essere stato coinvolto in alcune manifestazioni sessuali complementari”.

“Se gli adoratori di Krishna non hanno ottenuto soddisfazione a causa della loro scarsa importanza, non è ovviamente la stessa cosa per tutte le religioni”, dice Christophe Triollet con virtuosa quanto finta indignazione. Nella  Bible du cinéma consacré à la Censure, il creatore della revue Darkness, sottolinea la disuguaglianza delle religioni che si affacciano sul grande schermo. Ce ne sono alcune che possono essere messe in scena nei film catastrofici o porno, senza alcun problema. Altre invece vengono accuratamente evitate dalla macchina da presa: i loro seguaci sono troppo permalosi. Si può rischiare la propria vita per un film, del resto?

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In un articolo intitolato Dieu, les hommes et le cinéma, Christophe Triollet si diverte a fare una lista dei registi che hanno subito i fulmini della punizione divina : la storia del cinema è quella di uno scontro costante. Ci sono dei tabù. A volte si rimuovono, ma a volte vi è il trionfo della censura. A volte si gira senza problemi Gesù che fa l’amore con una prostituta. A volte ci sono bombe nei cinema che  proiettano L’ultima tentazione di Cristo. A volte si riesce a mostrare una giovane donna che sta godendo con il Corano. A volte una vignetta di Maometto provoca un’ondata di omicidi in tutto il mondo.

Triollet Christophe racconta: “Alcuni registi, indipendenti e molto poco distribuiti sono provocatori, come Usama Alshaibi, un americano di origine irachena, che nel Profane (2011) racconta ” i problemi esistenziali di una lesbica di origine musulmana […] dove l’attrice principale si masturba mentre recita il Corano. “Una prima volta nella storia del cinema che, però, non fa scattare reazioni ostili, a differenza della fiction di propaganda Innocence of Muslims  (2011) di Sam Bacile, in cui l’ultima scena di 13 minuti, che mostra una caricatura oltraggiosa del profeta Maometto, pubblicata su YouTube, ha scatenato una violenta ondata di proteste in tutto il mondo nel mese di settembre 2012, causando la morte di molte persone, tra cui l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia. Come giustamente ricorda Christophe Triollet, i leader delle tre grandi religioni rivelate si uniscono per monitorare i film e imporre il loro ordine: ufficialmente, sono per la libertà di espressione. Però meglio non esagerare. I malvagi si assumano le proprie responsabilità.

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Gesù di Nazaret, presto sugli schermi

“In Francia, in una dichiarazione congiunta rilasciata il 19 settembre 2012, Mons. Michel Dubost, presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose dei vescovi di Francia, e Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano hanno detto difendere la libertà di espressione, a condizione che non si dimentichi la “fratellanza e il rispetto della pari dignità” ed hanno aggiunto: “Davanti a offese, le divisioni, le caricature, i film e i documentari unilaterali, sprezzanti o carichi di odio, possiamo solo fare appello alla coscienza e al senso responsabilità delle persone”.

Nel mese di giugno 2012, la stampa ha annunciato l’adattamento cinematografico di Gesù di Nazaret, controverso romanzo di Paul Verhoeven pubblicato nel 2010 – regista anche di  Robocop e Total Recall – da parte di Verhoeven stesso. L’autore, che non crede nei miracoli, o nell’immacolata concezione, spiega che Gesù è appena nato dallo stupro della madre da parte di un soldato romano … Non vi è dubbio che un tale progetto dovrebbe generare polemiche, nella post produzione, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. E’ previsto. Non che la polemica sia di per sé interessante, ma essa serve come barometro.

_____________

Nota 1 / “Nel mese di aprile 1971, la prefazione della rivista Analyse des films, destinata a guidare le famiglie cristiane nelle loro scelte cinematografiche spiega:” Appare evidente che il tempo delle” valutazioni morali” non esiste più. A nessuno piace la censura autoritaria: anche il Papa e i vescovi hanno eliminato l’Indice e il Sant’Uffizio ha cambiato allo stesso tempo nome e metodi. Perché dunque perseguire comunque con il nostro lavoro settimanale? […] Tutti sanno quanto sia priva di seri criteri la censura governativa. Il nostro sforzo è completamente indipendente da qualsiasi pressione, illumina i responsabili dell’industria cinematografica, che possono anche tenere conto dei pareri, emessi da cristiani, desiderosi di essere al servizio di tutto il genere umano” (Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).

Nota 2 / In Francia, la legge del 9 dicembre 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato impedisce di fatto una possibile collaborazione tra il governo e le autorità ecclesiastiche, rappresentanti del clero, che non hanno potuto così imporsi sulle commissioni di controllo nel cinema. Anche se l’abate Pihan fece parte della Commissione fra il 1961 e il 1969, la sua voce rimase in minoranza. “Per far fronte a questi problemi di interferenza, la Chiesa cattolica ha fondato e organizzato, a partire dal 1928, l’organisation catholique internationale du cinéma (OCIC), che divenne l’office international du cinéma (OIC)) per la creazione in più di quaranta Paesi, tra cui la Francia, delle centrales catholiques du cinéma (CCC) responsabili della creazione di un sistema di classificazione cinematografica settimanale sulla base di valutazioni in conformità con le direttive della enciclica di Papa Pio XI, “Vigilanti Cura” (1936), e i  precetti della morale cristiana. (…) L’OCC, divenuta Chrétiens-Médias, si è limitata ad emettere pareri, ripresi da alcune riviste sulla tv, come Telerama  e Télé7,  fino alla fine degli anni Novanta “(Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).

Dr. Agnès Giard

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Dieu est-il soluble dans la pornographie ? Liberation
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  • 15 Mar 2013
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